Un patto a tre coi prof e le aziende

da La Stampa

Un patto a tre coi prof e le aziende

Posto fisso per oltre 100 mila precari: in cambio rinunceranno agli scatti d’anzianità. L’apprendistato sarà rafforzato, incentivi per spingere gli investimenti dei privati
paolo baroni

ROMA

Un patto coi prof, o se vogliamo uno scambio, per far decollare il nuovo «patto educativo» che palazzo Chigi presenta ufficialmente oggi. Per battere il «morbo della supplentite», come lo chiama Renzi, il governo è sì pronto a stabilizzare 100mila precari, ma in cambio chiede ai neoassunti di rinunciare agli scatti di anzianità per far posto a scatti di carriera legati al merito. Cosa che già ora mette in allarme i sindacati della scuola. Secondo i calcoli del governo un intervento del genere, oltre a premiare meglio le professionalità, avrebbe infatti il vantaggio di rendere meno onerosa la ricostruzione delle carriere, che in base alle leggi attuali oggi rappresenta una delle voci di maggior spesa visto che ogni immesso in ruolo ha sempre anni di servizio alle spalle.

 

La carica dei 100 mila

Il governo punta a coprire sia le 40mila supplenze annuali che i 20 mila posti del turn-over, i posti degli insegnanti di sostegno utilizzati di fatto come normale organico (altre 20mila unità) e tutti gli «spezzoni» di cattedre intere (docenti in servizio sino al termine delle attività didattiche), che assommano ad altre 12-13 mila unità. In più le reti di scuole verranno dotate di un contingente di professori, il cosiddetto «organico funzionale», da utilizzare per tutte le altre esigenze della didattica, comprese le aperture prolungate. Un’operazione importante, che potrebbe portare all’assunzione anche di più dei 100mila precari di cui si parla da giorni per un costo di almeno un miliardo di euro all’anno.

 

Il nodo delle risorse

Il governo parla di primi stanziamenti inseriti già nella prossima legge di Stabilità, cui poi dovrebbero aggiungersi i risparmi legati agli interventi sugli scatti di anzianità, la rimodulazione del piano triennale di assunzioni già previsto dal decreto Carrozza e, qualora ve ne fosse bisogno, una parte dei risparmi frutto della revisione della spesa.

 

Altri fondi per l’edilizia

Oltre al miliardo di euro già stanziato nelle scorse settimane, per il 2015 si potrà disporre di un altro miliardo e mezzo dei fondi europei da destinare a nuove costruzioni e ristrutturazioni. Inoltre verrà sbloccato il patto di stabilità a quei comuni che nei mesi passati hanno presentato progetti seri e soprattutto cantierabili, come è già accaduto con la lettera che Renzi ha inviato a tutti i sindaci a inizio mandato.

 

Programmi e apprendistato

La consultazione aperta servirà anche a costruire assieme alle famiglie e agli studenti nuovi modelli didattici. Il governo, tra l’altro, punta a rafforzare inglese e informatica già dalla scuola primaria e ad aumentare le ore di storia dell’arte nei licei e quelle dedicate all’insegnamento della musica. Ma soprattutto per avvicinare scuola e mondo del lavoro, con un legame molto stretto col decreto lavoro ed il Jobs act che verrà definito a breve, si punta a raddoppiare le ore di formazione in azienda, potenziando l’apprendistato che verrà esteso ai ragazzi delle superiori in maniera da formarli ancor prima di entrare sul mercato del lavoro. Quindi si prevedono incentivi fiscali per i privati che investono nei laboratori didattici e più in generale nelle scuole.

 

Presidi-manager

Tutta questa costruzione non può prescindere da un rafforzamento del ruolo dei dirigenti scolastici, che saranno sempre più manager, o se vogliamo presidi-sindaco, dovendo gestire non solo il lavoro della scuola e dei plessi che dirigono, organizzando con maggiore flessibilità sia l’impiego degli insegnanti che la gestione dei programmi, ma anche i rapporti col territorio, con le imprese e con il volontariato che a sua volta potrà utilizzare spazi nelle scuole. Di conseguenza si prevede pure di ridisegnare le funzioni degli organi collegiali per distinguere tra potere di gestione (in mano ai dirigenti) e potere di indirizzo.

 

A gennaio i primi decreti

A partire da oggi le linee guida saranno pubblicate sul sito dei «Millegiorni» (www.passodopopasso.italia.it), seguiranno due mesi di raccolta pareri,quindi a metà novembre il governo tirerà le fila. Primi provvedimenti attuativi a gennaio.