Sostegno

da Redattore Sociale

Sostegno, al via i corsi: in gioco 7 mila posti, ma riservati a chi è già abilitato

Gli atenei stanno pubblicando i bandi per la partecipazione ai corsi: ma requisito indispensabile è l’abilitazione. Per Anief, “esclusione immotivata degli idonei ai concorsi. Ricorreremo per le vie legali”. Il sindacato critica anche la tassa d’iscrizione al corso: fino a 3 mila euro, “esagerata”

ROMA – Le università iniziano a pubblicare i bandi per la partecipazione ai corsi di abilitazione al sostegno, da cui entro il 2015 usciranno circa 6.600 nuovi insegnanti. Presto si svolgeranno i test preselettivi, poi l’avvio dei percorsi formativi finalizzati al conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità ed il relativo numero di posti. Per prendere parte alle selezioni bisognerà versare una quota tra i 90 e i 110 euro: chi sarà ammesso, dovrà poi pagare una tassa tra i 2.400 e i 3 mila euro. E’ questo il primo punto su cui Anief, l’associazione professionale di educatori e formatori, da sempre fa sentire la sua voce critica. Ma c’è un’altra questione che oggi, soprattutto, Anief evidenzia: l’accesso ai corsi è riservato ai docenti già abilitati, anche di ruolo. Restano fuori quindi tutti gli idonei ai concorsi per l’insegnamento: un’esclusione “incomprensibile – commenta Anief – che va contrastata nelle opportune sedi legali”.

L’abilitazione al sostegno, infatti, rappresenta un’importante opportunità, che “alla luce del crescente numero di giovani disabili che frequentano le nostre scuola, comporta quasi sempre il conseguimento di supplenze annuali. E con il tempo, dell’immissione in ruolo. Solo che il Miur non la lascia aperta a tutti – osserva Anief – Per formulare domanda di accesso alle selezioni, occorre infatti essere in possesso di almeno un’abilitazione all’insegnamento. Possono partecipare, inoltre, gli insegnanti già di ruolo”.
D’altro canto, “il sindacato ritiene positivo che l’amministrazione abbia deciso di avviare i percorsi di specializzazione per il sostegno, visto che, secondo i nostri calcoli, nei prossimi due anni sarà necessario implementare il numero di posti in organico di diritto di circa 40mila unità: nel 2016, infatti, gli alunni con disabilità iscritti alla scuola pubblica diventeranno 260mila, 30mila in più degli attuali. Per cui non c’è altra scelta che innalzare di 40mila posti l’organico di diritto degli insegnanti specializzati rispetto agli attuali sottostimati 90mila”. Però “resta da capire – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – per quale motivo il Miur non abbia permesso a tutti gli idonei vincitori del concorso a cattedra di partecipare ai corsi specializzanti nel sostegno: è un’esclusione grave e immotivata, perché questi docenti risultano comunque abilitati, proprio a seguito del superamento delle prove concorsuali scritte e orali. Tanto è vero che con l’assunzione nei ruoli dello Stato acquisiscono in pieno lo status di docenti. Non si comprende proprio perché non possano accedere ai corsi di sostegno”. Anief quindi si prepara per ricorrere alle vie legali contro questa immotivata esclusione. E fa sapere: “per tutti gli idonei interessati ad aderire ai ricorsi Anief, al fine di partecipare alle prove di accesso alla specializzazione per il sostegno, nei prossimi giorni saranno quindi divulgate le modalità operative”.


Scuola, il sostegno resta “diseguale” da regione a regione: “Violata la legge”

Alcune regioni hanno troppi posti in organico di diritto rispetto alla media nazionale e altre ne hanno troppo pochi. Tuttoscuola analizza i dati della stabilizzazione dei posti di sostegno: “Legge non applicata, la perequazione è un fallimento”

ROMA – Aumenta, con le nuove assunzioni attuate dal ministero, il numero degli insegnanti di sostegno in organico di diritto: non c’è equità però fra le regioni e alcune ne hanno avuti stabilizzati troppi e altre troppo pochi. Una diversità che è un dato storico ma che da quest’anno è anche una violazione della legge, che imponeva proprio a partire dall’anno scolastico 2014/15 di ripartire in modo equo fra le regioni i posti in organico di diritto. Cosa che, denuncia ora un dossier di Tuttoscuola, non è avvenuta, lasciando in essere le grandi differenze regionali, che sono sì state ridotte rispetto al passato ma che ciò nonostante sussistono ancora. E certificano il fallimento della politica dei “piccoli passi” attuata dal ministero e del tentativo di arrivata ad una perequazione del sostegno.

I posti in organico di diritto sono quelli assegnati di norma ad un docente titolare di ruolo, obbligato a prestarvi servizio per almeno cinque anni favorendo così la continuità didattica a favore degli alunni disabili. Da anni è in corso un piano di stabilizzazione dei docenti, che ha portato all’assunzione – ad oggi – di 80 mila docenti su un totale di 110 mila impegnati nel sostegno. Secondo Tuttoscuola, nel passato anno scolastico 2013/14 il tasso di stabilizzazione medio nazionale dei docenti di sostegno era pari al 61,51%, con regioni ampiamente al di sopra della media (la Basilicata addirittura di venti punti percentuali) e altri sotto la media. Dall’83% della Basilicata si scendeva fino al 47% del Molise, con Campania, Sardegna, Calabria, Sicilia, Puglia, Friuli e Liguria sopra la media e le altre sotto la media. Le nuove assunzioni di quest’anno hanno modificato molto poco la situazione: è vero che le regioni più svantaggiate hanno avuto incrementi superiori al 10% contro quelli molto più contenuti delle altre regioni, ma la politica “dei piccoli passi” non ha certo invertito la situazione complessiva.

La legge 128/2013 imponeva che a partire “dall’anno scolastico 2014/2015 il riparto è assicurato equamente a livello regionale, in modo da determinare una situazione di organico di diritto dei posti di sostegno percentualmente uguale nei territori”. Rispetto ai valori dell’organico di fatto 2013-14 che complessivamente a livello nazionale hanno raggiunto i 110.216 posti, gli 80.871 posti definiti come quota in organico di diritto per il 2014-15 rappresentano il 73,38%. Tale percentuale del 73,38% avrebbe dovuto costituire, quindi, l’indice generale di equa stabilizzazione dei posti di sostegno a livello regionale. In ogni regione i posti di sostegno stabilizzati in organico di diritto dovevano essere calcolati, dunque, in base al 73,38% di tutti posti di sostegno attivati. Invece la situazione è ancora una volta molto varia.  La Basilicata è al 84%, Sardegna e Campania al 79%, Calabria e Sicilia al 78%, Puglia al 76%, Friuli al 75%, Liguria al 73,8%. Tutte sopra la media del 73,38%. Sotto tale soglia ci sono Abruzzo e Piemonte (72%), Toscana (71%), Emilia Romagna (70%), Umbria e Veneto (69%), Marche e Lazio (68%), Lombardia e Molise (67%).

Le differenze finali sono meno marcate di quelle dell’anno scorso, è vero, ma Tuttoscuola ribadisce che per quest’anno la legge imponeva un riparto equo a livello regionale. Cosa che non c’è stata. Calcolando il numero di posti di sostegno, otto regioni – scrive Tuttoscuola – hanno avuto illegittimamente più posti di quelli dovuti: la Campania (887 posti in più), la Sicilia (621), la Puglia (322), la Calabria (225), la Sardegna (190), la Basilicata (122), il Friuli Venezia Giulia (28) e la Liguria (12). Si tratta di 2.406 posti sottratti alle altre dieci regioni. Le dieci regioni cui illegittimamente non sono stati assegnati i posti in organico di diritto sono: la Lombardia (926 in meno), il Lazio (642), il Veneto (280), l’Emilia Romagna (185), le Marche (136), la Toscana (87), l’Umbria (54), il Molise (49), il Piemonte (35) e l’Abruzzo (11).


Sostegno, Fand e Fish: serve formazione seria e adeguata

Riunione dell’Osservatorio ministeriale sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: valutazioni positive sul documento “La buona scuola” ma le federazioni chiedono più coraggio sul tema della formazione iniziale dei docenti

ROMA – Positiva l’immissione in ruolo di molti docenti, ma serve una “formazione seria ed adeguata” dei nuovi insegnanti di sostegno e un passo avanti sul tema della formazione iniziale ed obbligatoria in servizio dei docenti curricolari sulle didattiche inclusive. Sono le considerazioni espresse da Fand e Fish, le due principali federazioni di persone con disabilità, durante la riunione dell’Osservatorio ministeriale sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, incontratosi ieri e presieduto dal ministro Giannini.

In una nota congiunta, Fand e Fish affermano di aver apprezzato la prima stesura del documento governativo su una riforma complessiva del sistema scolastico italiano (“La Buona Scuola” del governo Renzi) e di averlo fatto per la parte che prevede l’immissione in ruolo di molti docenti, intervento che “garantirà una maggiore continuità didattica”. Al contempo però le federazioni hanno posto l’accento sulla necessità che i circa tremila docenti che diverranno insegnanti per il sostegno seguano una formazione seria e adeguata.

Positiva pure la valutazione del complessivo sistema di istruzione che si intende adottare. Esso però per Fand e Fish dovrà prevedere alcuni indicatori per valutare l’effettivo livello inclusivo delle singole classi e scuole. Dove invece il documento governativo, secondo le federazioni, deve essere integrato è sul tema della formazione iniziale ed obbligatoria in servizio dei docenti curricolari sulle didattiche inclusive: a tal proposito peraltro è stato emanato un decreto col quale si prevedono brevi corsi di aggiornamento a partire dal prossimo mese, con la collaborazione pure di esperti gratuiti delle due Federazioni. Per migliorare ulteriormente il documento governativo, Fand e Fish affermano che il ministro ha promesso che verrà integrata nel testo normativo una specifica proposta di legge per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica, proposta già predisposta dalle Federazioni in seno all’Osservatorio scolastico ministeriale.

I lavori dell’Osservatorio si sono conclusi con la comunicazione che il 3 dicembre la Giornata mondiale delle persone con disabilità verrà celebrata, oltre che in tutte le scuole, anche presso il Ministero dell’Istruzione alla presenza di vari Ministri e con un incontro col Capo dello Stato.


Scuola, l’Anief: lezioni iniziate ma molti disabili sono senza sostegno

Roma – Ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico un’alta percentuale di alunni disabili rimane senza l’insegnante di sostegno: la denuncia giunge dal Contact Center integrato per la disabilita’ “Superabile”, che raccogliendo testimonianze dirette …

Roma – Ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico un’alta percentuale di alunni disabili rimane senza l’insegnante di sostegno: la denuncia giunge dal Contact Center integrato per la disabilita’ “Superabile”, che raccogliendo testimonianze dirette ha denunciato che “tra tagli e ritardi, tra riorganizzazione e avvicendamenti vari, moltissime sono le famiglie di studenti con disabilita’ che hanno vissuto l’avvio di questo anno scolastico (come, ma forse anche piu’ dei precedenti) come un vero e proprio incubo”.

Al ‘Contact Center Integrato ‘Superabile” – costituito principalmente da un portale di informazione e di documentazione sulle tematiche della disabilita’, aggiornato quotidianamente, e da un call center gratuito di consulenza telefonica – sono giunte diverse segnalazioni scolastiche ancora irrisolte: “c’e’ Maria, la mamma che chiede solo un bagno adatto a suo figlio e personale capace di aiutarlo; c’e’ Alina, che non esita a chiamare i carabinieri e a denunciare il Comune, perche’ non puo’ tollerare che suo figlio sia abbandonato con la testa sul banco, senza nessuno che si curi di lui; c’e’ Patrizia, che i primi giorni di scuola li passa dietro il banco, insieme a suo figlio, visto che “gli insegnanti di sostegno e gli assistenti ancora non arrivano”. Ci sono, ancora, i genitori di Lorenzo, indignati che al loro ragazzo “siano lasciate solo le briciole del sostegno, da spartirsi con gli altri compagni disabili”.

Alcuni dirigenti del ministero dell’Istruzione, che dalla direzione generale per lo Studente e l’integrazione lavorano ogni giorno per costruire quella scuola inclusiva che tutti vorremmo, hanno giustificato tali inadempienze lamentando ritardi delle commissioni Asl preposte alla diagnosi e alla certificazione, aumento degli alunni disabili, rinuncia al sostegno da parte di docenti specializzati.

L’Anief ricorda al Miur che il primo vero motivo di questo stato di cose e’ legato alla mancata assunzione di 30mila docenti specializzati. Invece di considerare i posti effettivamente liberi, pari ad oltre 110mila insegnanti di sostegno a “copertura” dei quasi 230mila alunni disabili certificati, lo Stato ha continuato a mantenere come riferimento (applicandovi gli incrementi progressivi dal 75% al 100%) il contingente dell’anno scolastico 2006/07.

Che corrisponde a poco piu’ di 90mila posti di sostegno complessivi. È su questo parametro, conteggiato su un totale di soli 180mila alunni con disabilita’, che l’ex ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha stabilito i 26.684 posti da inserire nell’organico di diritto e convertire quindi in immissioni in ruolo nel corso di un triennio.

“La mancata assunzione di 30mila docenti- spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir- rappresenta il fallimento della Legge 244/2007, perche’ non si e’ riusciti a garantire il rapporto uno a due tra docenti di sostegno e alunni. Attuando un numero di assunzioni sottodimensionato, si e’ infatti continuato a tenere in vita un’alta percentuale di docenti specializzati precari. I quali, inevitabilmente, ogni anno sono quasi sempre costretti cosi’ a cambiare scuola. Ledendo in questo modo prima di tutto il diritto alla continuita’ didattica, che per gli alunni disabili – conclude il sindacalista Anief-Confedir – e’ ancora piu’ importante rispetto ai normodotati”.

L’Anief ricorda che su questo genere di problematiche va presa come riferimento la sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale, che ha annullato proprio i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, nelle parti in cui limitavano l’organico dei docenti al 70% di quello complessivamente attivato nell’a.s. 2006/07, negando in tal modo proprio la continuita’ didattica ai nostri alunni.

Il giovane sindacato ricorda, infine, di aver avviato l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”: l’obiettivo e’ garantire l’immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza gratuiti, di nuovi posti di sostegno in organico e il recupero delle ore negate agli alunni con disabilita’ grave riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/92. Il sindacato invita le famiglie e gli operatori della Scuola a vigilare sulle ore negate o non richieste – ma comunque spettanti in base alla normativa vigente e alle indicazioni delle commissioni mediche – scrivendo a sostegno@anief.net.