da Il Sole 24 OreĀ
Passo avanti per la sperimentazione delle superiori a quattro anni
di Claudio Tucci
Passo avanti per la sperimentazione, la prima su scala nazionale, delle superiori a quattro anni (anzichĆ© i cinque canonici). La bozza di decreto che autorizza 100 prime classi degli istituti scolastici del secondo ciclo, quindi tutti: licei, tecnici, professionali, statali e paritari, ha ricevuto semaforo verde, seppur con una serie di osservazioni, da parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), lāorgano tecnico-consultivo del ministero dellāIstruzione. Il provvedimento potrĆ ora essere adottato dalla ministra, Valeria Fedeli (gli step successivi sono Corte dei conti e pubblicazione ufficiale). Le novitĆ , quindi, non arriveranno subito il prossimo anno (le iscrizioni si sono chiuse a febbraio); ma piĆ¹ realisticamente si partirĆ a settembre 2018.
Il progetto
Dopo alcuni esperimenti negli anni passati (avviati poi concretamente in appena una manciata di licei e istituti tecnici, parte statali e parte paritari) lāidea di approfondire progetti per accorciare la durata delle superiori fu rispolverata dallāex titolare del Miur, Stefania Giannini. Si studiĆ² a fondo la questione per diverso tempo, poi la la crisi del governo Renzi, accantonĆ² lāiniziativa. La bozza di decreto era comunque pronta, e la ministra Valeria Fedeli, al suo insediamento, decise di fargli comunque iniziare lāiter amministrativo. Che ora ha portato al primo āSƬā. Certo, il Cspi ha fissato dei paletti: ha chiesto che la sperimentazione sia fortemente presidiata dal ministero, con linee guida preventive e che ci sia una vigilanza attenta da parte degli ispettori (per evitare possibili abusi e scorciatoie); e che, soprattutto, non ci siano ripercussioni negative su offerta formativa e docenti (Ā«non ci sarĆ nessuna riduzione di organicoĀ», assicurano dal Miur).
In Europa ĆØ giĆ realtĆ la scuola superiore a 4 anni
Del resto, lāabbreviazione (di un anno) del percorso di studi permetterĆ di far uscire i ragazzi dalle aule a 18 anni, come avviene da tempo, in molti paesi europei (tra cui Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo, Ungheria, Romania – in Finlandia lāultima campanella suona, addirittura, a 17 anni). E aiuterĆ , anche, a contrastare lāabbandono scolastico: giĆ oggi, raccontano dal ministero dellāIstruzione, sono centinaia gli studenti che vanno allāestero al quarto anno di scuola.
La sperimentazione
La sperimentazione, delineata dalla bozza di decreto, Ā«ĆØ molto seriaĀ», ha commentato il sottosegretario, Gabriele Toccafondi. Il corso di studi āquadriennaleā dovrĆ garantire, anche attraverso la flessibilitĆ didattica e organizzativa, l’insegnamento di tutte le discipline previste dall’indirizzo di riferimento in modo da assicurare agli alunni il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e delle competenze previste per il quinto anno di corso (entro ovviamente il ānuovoā termine del quarto anno). Insomma, Ā«non ĆØ un nuovo indirizzo di studi, ma una vera e propria sperimentazione metodologica – ha spiegato Carmela Palumbo, a capo da anni della dg per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Miur -. Lāesame di Stato rimane lo stesso, e identico sarĆ anche il diploma finale conseguito dagli alunni. Il senso di questa iniziativa ĆØ capire se in quattro anni si riusciranno a raggiungere i medesimi obiettivi formativi di un percorso quinquennaleĀ».
La bozza di decreto prevede che le scuole interessate a partecipare alla sperimentazione dovranno presentare un progetto, caratterizzato da un elevato livello di innovazione didattica. Si potrĆ chiedere lāattivazione di prime classi con in media 25-30 alunni (saranno quindi bocciate aule con pochi studenti). Il percorso di studi āabbreviatoā dovrĆ poi prevedere un potenziamento delle lingue, anche attraverso la metodologia Clil; bisognerĆ valorizzare le attivitĆ laboratoriali e le tecnologie digitali; oltre ovviamente a un generale rafforzamento del curriculo, a partire dallāalternanza scuola-lavoro obbligatoria e attraverso la partecipazione a progetti di mobilitĆ internazionale. SarĆ necessario, inoltre, rimodulare il calendario scolastico ed eventualmente potenziare lāorario settimanale delle lezioni. Ā«Vogliamo progetti validi – ha tagliato corto Toccafondi -. In caso contrario, saranno scartatiĀ».