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L’Ocse promuove il Jobs Act dell’Italia, ma la boccia su istruzione e fisco

da tuttoscuola.com

L’Ocse promuove il Jobs Act dell’Italia, ma la boccia su istruzione e fisco

L’Ocse promuove il Jobs Act del governo Renzi ma bacchetta l’Italia sul tema dell’istruzione, insistendo sulla sua mancanza di legame con il mondo del lavoro, invitando inoltre alla semplificazione del sistema fiscale. L’analisi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “Going for Growth (Alla ricerca della crescita)”, è stata presentata con qualche ora di anticipo sulla riunione del G20.

Nel suo classico rapporto annuale, l’Ocse ha accolto con favore le manovre dell’esecutivo, che hanno spostato “la protezione dai posti di lavoro al reddito dei lavoratori“, invitando al tempo stesso a rendere “più flessibili assunzioni e licenziamenti” e ad adottare “procedure legali più prevedibili e meno costose, supportate da una rete di protezioni sociali più ampia e da politiche attive per il mercato del lavoro“.

Meno positiva la valutazione sulla spesa destinata all’istruzione, scesa “ben sotto la media“, con l’indice puntato contro i cambi al vertice dell’agenzia di valutazione del ministero dell’Istruzione, tre in appena quattro anni. Secondo l’organizzazione, l’Italia “ha un basso rapporto tra qualità e costo” dell’istruzione, e “dovrebbe fare di più per migliorare le opportunità per i meno qualificati“. “Pur prendendo atto degli interventi avviati per potenziare l’istruzione tecnica post secondaria – ha aggiunto l’Ocse – questa dovrebbe essere ulteriormente rafforzata“.

Questo solo uno dei suggerimenti dispensati, insieme a quello di aumentare le tasse universitarie e introdurre un sistema di prestiti d’onore per gli studenti. Rimarcata quindi la debolezza del rapporto tra istruzione e mondo del lavoro nel Paese, che già era stata evidenziata nel rapporto intermedio “Ocse Education at a Glance”.

Bocciato il fisco, perché “il peso delle tasse per i lavoratori a basso salario è alto, il codice fiscale è troppo complicato e l’evasione è alta“. Un ultimo aspetto, questo, sul quale l’Ocse ha insistito molto, invitando il governo a ridurre le “distorsioni e gli incentivi a evadere“. L’organizzazione parigina ha incoraggiato l’Italia anche sul terreno delle privatizzazioni, che non hanno raggiunto gli obiettivi fissati negli scorsi anni.

Riforma per legge o per contratto? La Buona Scuola a un bivio. Pericoloso

da tuttoscuola.com

Riforma per legge o per contratto? La Buona Scuola a un bivio. Pericoloso

I giochi sembrano quasi fatti e i decreti della Buona Scuola sono ormai in dirittura d’arrivo, visto che tra due settimane al massimo, come annunciato dal premier, verranno pubblicati.

Non si parla più di un unico decreto, bensì, come fin dall’inizio si diceva, di un decreto legge (per i provvedimenti urgenti e straordinari come il piano di assunzioni) e di una legge-delega con tempi di approvazione e iter legislativi nettamente differenziati.

Per i sindacati della scuola la questione dei decreti sta diventando critica, non tanto per lo strumento che verrà adottato (decreto-legge o legge delega), né prioritariamente per i contenuti (che comunque sono considerati di notevole importanza), quanto per il metodo adottato che li ha esclusi completamente da qualsiasi confronto e trattativa preventiva.

In una nota unitaria Flc CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola hanno duramente criticato il comportamento del ministro Giannini, che ha ignorato la richiesta di aprire tavoli di confronto con i sindacati sui provvedimenti annunciati come imminenti dal governo.

“Non si regola per decreto il rapporto di lavoro – hanno detto i sindacati – si apra subito il confronto sulle proposte del governo riguardanti la scuola, che toccano sotto molti aspetti – a partire dalle retribuzioni – materie che la legge riserva alla contrattazione”.

Per i sindacati si tratta di un comportamento che pregiudica il corretto e proficuo svolgimento delle relazioni sindacali.

“I lavoratori della scuola – hanno scritto i sindacati alla Giannini – non meritano di subire ulteriori mortificazioni, il rifiuto del governo di discutere e confrontarsi nelle sedi negoziali previste per legge rende inevitabile la via della mobilitazione su obiettivi che da tempo i sindacati pongono al centro della propria iniziativa”.

L’incontro con la Giannini è fissato per il 16 febbraio prossimo, ma i tempi stretti per arrivare alla pubblicazione dei decreti sembra non lascino spazio alla trattativa vera e propria ma soltanto ad una informativa preventiva. Se, come tutto fa pensare, non vi sarà trattativa e spazio di modifica, si può essere certi che per la scuola si annuncia una primavera molto calda.

Gran Premio di Matematica Applicata 2015

Gran Premio di Matematica Applicata 2015:
sono 330 gli studenti in finale

Il 12 febbraio i migliori studenti si affronteranno nella seconda manche della gara promossa
dal Forum ANIA – Consumatori con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Milano, 10 febbraio 2015 – E’ partito il conto alla rovescia: giovedì 12 febbraio i migliori studenti delle scuole secondarie di II grado iscritte al Gran Premio di Matematica Applicata si affronteranno nella seconda manche di questa gara. La competizione, promossa dal Forum ANIA – Consumatori in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, vuole valorizzare le competenze matematiche degli studenti e avvicinarli all’aspetto più utile e concreto di questa disciplina.

Il Gran Premio, giunto alla sua XIV edizione, quest’anno ha coinvolto oltre 6.200 studenti di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria. La finale si svolgerà come di consueto nella sede dello storico Ateneo milanese e avrà come protagonisti i 330 ragazzi che si sono distinti durante la prima prova, svoltasi lo scorso 14 gennaio in ciascuno degli istituti partecipanti.

La seconda manche della gara vedrà i finalisti impegnati nella risoluzione di originali e divertenti quesiti a risposta multipla o risposta aperta: per questi ultimi, saranno determinanti nella valutazione l’originalità del percorso risolutivo e la chiarezza espositiva delle soluzioni elaborate dallo studente.

Il Gran Premio di Matematica Applicata si concluderà con una cerimonia di premiazione che si terrà il 7 marzo 2015 presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove i 40 studenti che avranno ottenuto i migliori punteggi verranno premiati insieme ai loro docenti, in presenza di rappresentanti del mondo accademico, del Forum ANIA – Consumatori e del settore assicurativo.

“Iniziative per la diffusione della cultura scientifica”

“Iniziative per la  diffusione della cultura scientifica”

on line l’elenco degli 87 progetti vincitori del bando

 

Sono 87 i progetti che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha deciso di finanziare fra quelli che hanno partecipato al bando “Iniziative per la promozione della cultura scientifica” emanato lo scorso luglio. Potevano concorrere scuole, soggetti pubblici e privati. L’elenco delle iniziative che hanno superato la selezione è da oggi on line sul sito del Miur.

Dal Festival della Statistica e della Demografia ai progetti di scambio fra Scuola e mondo della Ricerca, alle iniziative di potenziamento dei laboratori, passando per le masterclass di fisica e per la robotica impiegata per potenziare la didattica in licei e istituti tecnici e professionali. Sono alcune delle proposte promosse dagli esperti che hanno avuto accesso ai finanziamenti. I fondi disponibili ammontano a 3.720.000 euro. Nel dettaglio, sono 79 le iniziative vincitrici della categoria ‘Progetti annuali’, di questi 56 sono stati presentati da istituzioni scolastiche e 23 da soggetti, pubblici e privati, diversi dalle scuole. Sono infine 8 i progetti selezionati per la stipula di Accordi di programma.

Le domande approvate prevedono un’ampia partecipazione di soggetti: oltre alle scuole, Associazioni, Fondazioni e Società, Università, Musei scientifici, Enti di ricerca, Enti locali. Gli ambiti tematici affrontati dai progetti selezionati sono ampi e rispondono alle molteplici finalità del bando che, in particolare, chiedeva di favorire la promozione della divulgazione scientifica attraverso l’impiego di nuove tecnologie e di sviluppare sinergie stabili tra il mondo della Scuola e quello dell’Università e della Ricerca, anche con lo scopo di incentivare la formazione e l’aggiornamento professionale dei docenti italiani per una sempre più efficace didattica della scienza.

 

Ricerca, dal MIUR 1 milione di euro per l’agricoltura sostenibile

Ricerca, dal MIUR 1 milione di euro per l’agricoltura sostenibile

 La JPI FACCE – iniziativa intergovernativa, a cui partecipano 21 Paesi dell’Unione Europea e associati, volta a promuovere la ricerca nei settori dell’agricoltura, della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico – ha lanciato un bando nell’ambito del progetto ERA-NET Cofund FACCE SURPLUS, dedicato all’agricoltura sostenibile e resiliente per la produzione alimentare e non alimentare.

Dotato di un budget complessivo di 15 milioni di euro, il bando è cofinanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) con 1 milione di euro, di cui 500.000 euro di contributo alla spesa e 500.000 euro di credito agevolato.

Il bando ha lo scopo di migliorare la collaborazione e la cooperazione attraverso lo Spazio europeo della ricerca nel settore dei sistemi di trasformazione integrati e di produzione di biomassa sia alimentari sia non alimentari, inclusa la bioraffinazione. In questo modo, esso mira a sostenere l’innovazione e la creazione di valore dalla biomassa e dalle bioraffinerie in sinergia con l’intensificazione ecosostenibile della produzione di biomassa agricola, tenendo conto delle necessarie condizioni economiche, ambientali e sociali e della resilienza ai cambiamenti climatici.

La scadenza per la presentazione della proposta preliminare è fissata al 4 marzo 2015.

Giannini alle scuole: venite all’Expo, il mondo vi aspetta qui

da La Stampa

Giannini alle scuole: venite all’Expo, il mondo vi aspetta qui

L’obiettivo è portare due milioni di ragazzi italiani e stranieri all’Esposizione Universale fra l’1 maggio e il 31 ottobre prossimi
milano

Un invito a tutti i docenti,agli studenti, agli universitari e ai ricercatori a recarsi all’Expo è stato lanciato dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini a Milano in un video girato in occasione dell’evento “Expo delle idee”.

«Cari ragazzi, cari professori, cari insegnanti, fra 83 giorni parte Expo ed è già tutto pronto per portare in Italia e dall’Italia una vera cultura dell’alimentazione corretta – ha detto la Giannini – e per trasmettere al mondo il messaggio che la sostenibilità dipende da noi. Vi aspettiamo a Milano. Unitevi al nostro grande impegno per Expo, il mondo vi aspetta qui».

L’obiettivo, portare due milioni di ragazzi italiani e stranieri (attraverso i gemellaggi) all’Esposizione Universale fra l’1 maggio e il 31 ottobre prossimi.

«Questo sarà veramente l«Expo delle idee e per questo tutta la filiera della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, sarà attiva e protagonista», ha sottolineato il Ministro. Il Miur ha già avviato «una serie di progetti che puntano, da una parte, a portare la scuola ad Expo e, dall’altra, a portare Expo, come già avviene da molti mesi, nelle scuole italiane».

Scuola, Università e Ricerca hanno già cominciato a prepararsi per l’appuntamento milanese, fra concorsi per favorire i gemellaggi, percorsi didattici on line, adesione alle iniziative del Padiglione Italia.

Il Miur coordina il Tavolo di lavoro sull’Educazione alimentare che dovrà preparare un documento nazionale e le nuove Linee guida per la scuola. All’evento “Expo delle Idee” i responsabili di progetto del Miur, dirigenti scolastici ed esperti di settore si sono seduti attorno ad uno del 42 tavoli organizzati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali proprio per continuare il lavoro di stesura. Grazie al Protocollo con Expo e Padiglione Italia #labuonascuola si metterà in mostra a Milano: saranno raccontate più di 700 esperienze di eccellenza. Duemilacinquecento studenti della Lombardia, i “volontari per un giorno”, accoglieranno e aiuteranno le scuole italiane in visita ad Expo. Sono già più di duemila le squadre di studenti di 57 paesi che si stanno incontrando virtualmente sulla piattaforma “Together in Expo” (www.togetherinexpo2015.it). Gare e percorsi tematici on line stanno anticipando la partecipazione fisica delle scuole all’Esposizione Universale.

Grazie al portale, sono già stati attivati oltre 200 gemellaggi internazionali. Il concorso “La scuola per Expo” ha raccolto invece l’adesione di 1.500 istituti, con una partecipazione importante da parte delle scuole del Sud. Il Miur porterà ad Expo anche gli oltre cinquemila studenti che parteciperanno alle finali dei Campionati studenteschi a Torino.

Anche Confindustria sosterrà la partecipazione dei ragazzi all’Esposizione attraverso il progetto “Adotta una scuola per l’Expo2015”. Il Padiglione Italia ospiterà i Conservatori italiani per tre momenti musicali al giorno. E le Accademie di Belle Arti, l’Accademia Nazionale di Danza e l’Accademia di arte drammatica “Silvio D’Amico” metteranno in mostra le proprie eccellenze. Infine c’é il programma “#Vivaioricerca e Università”, una serie di eventi scientifici a cura del Centro nazionale delle Ricerche (Cnr) che si terranno al Padiglione Italia. Ventiquattro gli eventi in calendario. Dieci gli atenei italiani che stanno già realizzando progetti.

Valutazione prof e scuole più “aperte”, ecco le priorità di Giannini

da La Tecnica della Scuola

Valutazione prof e scuole più “aperte”, ecco le priorità di Giannini

Pubblicati i 24 punti su cui punterà il ministro nel 2015: a partire dalla “valutazione come strumento di miglioramento della scuola e di valorizzazione degli insegnanti”. C’è anche l’intento di aprire gli istituti “oltre l’orario delle lezioni, per lo sviluppo di progetti e per contrastare la dispersione scolastica”. Sul precariato: verrà ridotto drasticamente. Novità per l’Afam. Per gli alunni più competenze linguistiche, economiche e informatiche.

Il ministro Giannini pubblica le sue priorità politiche per il 2015. Lo fa attraverso un comunicato, nel quale annuncia che si tratta di 24 punti ben definiti. Tra questi, il responsabile del Miur ne indica alcuni, ritenuti evidentemente tra i più importanti: e dice che si “impegnerà nella promozione della valutazione come strumento di miglioramento della scuola e di valorizzazione degli insegnanti”. Si tratta di uno dei punti più caldi, oltre che contesi, di cui si parlerà sicuramente lunedì prossimo, 16 febbraio, nell’annunciato incontro con i sindacati.

Il titolare del dicastero di Viale Trastevere promette anche un “forte impegno a rendere la scuola sempre più “aperta”, anche oltre l’orario delle lezioni, per lo sviluppo di progetti e programmi dedicati e per contrastare la dispersione scolastica. Si punta poi ad una scuola digitale e dematerializzata, per semplificare i flussi di dati e promuovere nuove forme di insegnamento”.

Giannini annuncia che poi intenderà “promuovere e incentivare gli interventi in materia di edilizia scolastica, ridurre drasticamente il precariato fra i docenti e aumentare la formazione della classe insegnante, eliminare le ‘molestie’ burocratiche a cui sono sottoposti dirigenti scolastici e professori. E ancora, sostenere il percorso di internazionalizzazione degli atenei italiani e delle istituzioni dell’Alta formazione artistica musicale e coreutica (AFAM), sia dal punto di vista della mobilità degli studenti che di quella dei docenti. Rendere più agevole e appetibile l’accesso alla carriera accademica da parte dei giovani. Ripensare l’orientamento all’università e al mondo del lavoro. Migliorare la programmazione degli interventi nell’ambito della ricerca. Riaprire il confronto sul tema delle borse di studio universitarie”.

Sempre il ministro spiega che al centro dell’attività politica del 2015 vi sarà “anche il potenziamento delle competenze linguistiche, economiche e informatiche degli alunni e l’incremento del numero di studenti delle scuole secondarie che hanno accesso a percorsi di alternanza scuola-lavoro. Fra le priorità anche l’ottimizzazione degli spazi di autonomia degli istituti, attraverso l’attuazione dell’organico funzionale e l’incentivazione dell’utilizzo condiviso di risorse strumentali e umane tra reti di scuole”.

Tra gli obiettivi per il 2015 anche l’accelerazione della distribuzione delle risorse alle università su base meritocratica e il ricambio generazionale della classe docente. Le priorità del Miur proseguono con la riprogrammazione dell’orientamento universitario per assicurare un miglior collegamento tra mondo del lavoro e mondo accademico. Rendere più semplici le procedure di assegnazione delle risorse per la ricerca e quelle di programmazione, anche attraverso la creazione di Coordinamento Nazionale degli Enti pubblici di ricerca è un altro degli obiettivi indicati. Sempre nell’ambito della ricerca, verranno promosse politiche di mobilità dei ricercatori a tutti i livelli e, nell’ambito del quadro europeo, in linea con il programma “Horizon 2020”, saranno favoriti processi di apertura internazionale degli Enti pubblici di ricerca.

Gli istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica saranno non solo aiutati a migliorare i loro processi di internazionalizzazione, ma riformati nella struttura, con particolare riguardo all’offerta formativa e al reclutamento, e nella governance, per favorire un sistema di autonomia responsabile.

In Italia la spesa per l’istruzione è “scesa ben al di sotto della media”

da La Tecnica della Scuola

In Italia la spesa per l’istruzione è “scesa ben al di sotto della media”

A rilevarlo è l’Ocse con il rapporto “Going for Growth”, pubblicato il 9 febbraio: occorre fare di più per migliorare le opportunità dei meno qualificati e per il post diploma. Critiche al Belpaese anche per i numerosi cambi, “tre in quattro anni”, al vertice dell’agenzia per la valutazione della scuola. Coro di proteste.

Continua ad allungarsi la poco lusinghiera striscia di critiche all’Italia per la scarsità di investimenti in tema di istruzione pubblica. Stavolta a bacchettarla é stata l’Ocse: nel suo rapporto “Going for Growth“, pubblicato il 9 febbraio, l’organizzazione internazionale punta l’indice soprattutto sulla spesa per l’istruzione “scesa ben al di sotto della media” e critica i numerosi cambi, “tre in quattro anni”, al vertice dell’agenzia per la valutazione della scuola, avvicendamenti che – sostiene – possono compromettere l’efficacia della sua azione. Invita a fare di più per migliorare le opportunità dei meno qualificati e, pur prendendo atto degli interventi avviati per potenziare l’istruzione tecnica post secondaria, ritiene che questa debba essere ulteriormente rafforzata.

Quanto detto il 9 febbraio è, in realtà, una posizione in linea con quanto già emerso nel rapporto intermedio ‘Ocse Education at a Glance‘: “quando si guarda all’educazione dopo la scuola – aveva spiegato qualche settimana fa il responsabile dei programmi su innovazione e competenze Ocse, Andreas Schleicher – sono scettico, il legame fra educazione e mondo del lavoro é molto debole”. Tra i consigli dispensati dall’Organizzazione per la cooperazione economica europea oltre a quello di insistere sulla valutazione nella scuola Secondaria, anche il suggerimento di aumentare le tasse universitarie e introdurre un sistema di prestiti d’onore per gli studenti. Ricette “vecchie e fallimentari” sostengono però le associazioni studentesche.

“Come si può affermare – osserva Danilo Lampis, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – che la spesa italiana in istruzione è drasticamente insufficiente e che si devono migliorare le opportunità per i meno qualificati, se poi si dà indicazione di introdurre meccanismi di valutazione meritocratica per gli insegnanti, di appiattire l’istruzione tecnica post-secondaria sul tessuto produttivo attuale, di aumentare le tasse universitarie e di istituire un sistema di prestiti d’onore per finanziare gli studi? Non è questa la strada per una formazione di qualità e aperta a tutti”.

Anche secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli “la verità è che le politiche economiche e quelle per la formazione dei governi di sinistra non sono in grado di rilanciare lo sviluppo, né di offrire un futuro ai nostri ragazzi promuovendo meritocrazia e inclusione sociale”.

Anche per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “quanto rilevato dai dati nazionali ed internazionali è frutto di un’escalation di accordi a perdere, tesi al risparmio statale, di cui si sono resi protagonisti anche i sindacati più rappresentativi del settore scuola sottoscrivendo contratti che non tutelavano gli interessi dei lavoratori: basta dire che se quest’anno i fondi destinati al Miglioramento dell’offerta formativa sono stati di appena 642.770.000 euro per le oltre 8.400 scuole italiane, lo si deve a quel CCNL del 13 marzo 2013, all’art. 2, comma 1, che ha più che dimezzato i fondi destinati al Mof tre anni prima, quando erano stati assegnati 1.480 milioni di euro. Operazione ribadita poi questa estate”.

Cauto il commento di Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia, secondo cui investire significa “innanzitutto impiegare in modo efficiente ed efficace i fondi a disposizione. Per farlo – spiega – ribadiamo la necessità di applicare i costi standard, presupposto per liberare nuove risorse, di attuare una vera spending review del bilancio del Ministero e di introdurre seri criteri di rendicontazione delle spese e dei risultati”.

Il Pd, invece, si dice in disaccordo con i dati. “Per la prima volta dopo anni di tagli lineari si ricomincia a investire sulla scuola” sottolinea Simona Malpezzi. “Con il governo Renzi torna il segno ‘più’ davanti alla voce istruzione con un investimento di 3 miliardi per il personale docente, con potenziamento per l’alternanza scuola-lavoro e la formazione insegnanti”.

Revisione completa delle classi di concorso e anno di prova selettivo

da La Tecnica della Scuola

Revisione completa delle classi di concorso e anno di prova selettivo

Sono due punti fermi della “risoluzione Santerini” che in questi giorni è all’esame della Commissione Cultura della Camera. Il voto dei deputati arriverà a breve.

In questi giorni, in attesa di decisioni più precise, si moltiplicano le proposte riguardo le imminenti immissioni in ruolo nella scuola a partire dal settembre 2015.
Tra queste, la risoluzione dell’on. Milena Santerini, deputato del gruppo “Per l’Italia-Centro Democratico”, che approderà fra breve in 7ª commissione della Camera.
Primo obiettivo: Impegnare il Governo “ad utilizzare al meglio i 148 mila docenti da stabilizzare, dopo aver proceduto alla copertura dei posti vacanti e disponibili, disponendo che il nuovo organico non sia aggiuntivo bensì costituisca a tutti effetti espansione dell’organico e, per questo, sia stabile e fisso, correlato all’attuazione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche o loro reti”.
Per una migliore utilizzazione dei docenti la Santerini chiede di “operare per una complessiva revisione delle attuali classi di concorso finalizzata, in particolare, a garantire un ottimale utilizzo delle competenze professionali dell’organico superando le attuali rigidità”.
Precipua attenzione dovrà essere rivolta alla lotta alla dispersione scolastica per “assicurare che prioritariamente l’organico funzionale delle scuole consenta, oltre alla piena copertura delle supplenze, l’attuazione degli obiettivi di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e dell’integrazione, attraverso progetti stabili almeno di durata biennale”.

Le assunzioni dovranno garantire la fine della devastante pratica dell’interruzione della continuità didattica: con il “modificare i tempi delle procedure preparatorie dell’anno scolastico nella gestione del personale docente (mobilità,nomine in ruolo, conferimento supplenze annue/temporanee fino al termine delle attività) prevedendo come obiettivo finale di conferire prima dell’estate le supplenze annue e fino al termine delle attività, per permettere il regolare avvio dell’anno scolastico”.
Si insinua anche in questa risoluzione un pensiero quasi maligno: “La distribuzione di tale personale deve essere effettuata conseguentemente in base a criteri funzionali agli obiettivi di qualità del servizio scolastico e alle necessità delle singole scuole, affinché possano raggiungere gli esiti di efficacia formativa da loro stesse individuati, ponendo particolare attenzione alle aree a rischio di disagio minorile e a forte processo migratorio”.
Cioè, detto in soldoni, i nuovi assunti dovrebbero rientrare in un piano di aggiustamento di situazioni problematiche e le scuole potrebbero esprimere gradimenti in ordine alle competenze dei docenti. Questa l’idea, ma da qui alla sua attuazione ne passa.
Infine, la Santerini insiste sulla necessità di rendere più selettivo l’anno di prova, accompagnando  “la formazione in ingresso del personale docente immesso in ruolo con una decisa innovazione dell’anno di prova, nel corso del quale accertare il possesso delle competenze di base dei docenti assunti, rilevandone crediti e debiti formativi in base ai quali prevedere la formazione ed eventuali possibilità di rinvio o recessione del contratto; ed a rivedere altresì la composizione del Comitato di valutazione prevedendo, oltre al dirigente e ai docenti, anche figure esterne (quali docenti universitari e/o dirigenti tecnici)”.
Selezione del personale, lotta alla dispersione, efficacia formativa con i nuovi docenti. Dimenticando che tanto nuovi e in verde età, purtroppo e non per colpa loro, non sono più.

Da marzo sarà corrisposta l’indennità di reggenza ai DSGA

da La Tecnica della Scuola

Da marzo sarà corrisposta l’indennità di reggenza ai DSGA

L’assegno di 214 euro mensili avrà decorrenza 1° settembre 2012 fino al 31 agosto 2015

Con la nota n. 18 del 9 febbraio 2015, NoiPA informa che a far data dalla rata di marzo 2015 è stato istituito il codice assegno 746 riguardante la corresponsione dell’indennità di reggenza ai DSGA su due scuole, riconosciuta a seguito della sottoscrizione all’Aran del CCNL del 10 novembre 2014.

L’assegno avrà decorrenza dal 1° settembre 2012 e scadenza al 31 agosto 2015, per un importo di 214 euro mensili.

La nota chiarisce che, per l’attribuzione dell’indennità, le Ragionerie Territoriali potranno operare direttamente in base alle indicazioni fornite dalle scuole competenti.

Arriva la ‘task force’ UE per insegnare agli studenti a fare impresa

da La Tecnica della Scuola

Arriva la ‘task force’ UE per insegnare agli studenti a fare impresa

Si tratta di un progetto comunitario triennale che prenderà il via il 10 e 11 febbraio, quando a Bruxelles si svolgerà il primo incontro del Comitato di Gestione costituito da rappresentanti degli organismi partner Ue del progetto “Innovation cluster for entrepreneurship education”.

Arriva la ‘task force’ per insegnare agli studenti a fare impresa: l’iniziativa prenderà ufficialmente il via il 10 e 11 febbraio, quando a Bruxelles si svolgerà il primo incontro del Comitato di Gestione costituito da rappresentanti degli organismi partner europei del progetto “Innovation cluster for entrepreneurship education” (Icee), un’iniziativa europea per promuovere l’educazione all’imprenditorialità tra gli studenti, tramite creazione di mini-imprese,”cluster di innovazione” con i docenti, lezioni sul campo e database europeo con le migliori pratiche didattiche.

“Il progetto – spiega il Miur – prende il via da questo mese di febbraio anche nelle scuole italiane ed è frutto di una partnership comunitaria che vede coinvolti cinque stati dell’Unione Europea. Icee, infatti, è promosso da un Consorzio di cui è partner anche il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione. Nel Consorzio – che è guidato da Ja-Ye Europe – anche i Ministeri dell’Istruzione di Finlandia, Estonia, Lituania e Fiandre, gli istituti di ricerca Eastern Norway Research Institute, The Foundation for Entrepreneurship – Young Enterprise Denmark, Josip Juraj Strossmayer University in Croazia, e le strutture nazionali di JA-YE di Belgio, Finlandia, Italia, Estonia e Lituania”.
“Se metà della popolazione studentesca complessiva ricevesse una formazione pratica sulla creazione di impresa quando ancora frequenta la scuola, quale sarebbe l’impatto a livello individuale e sociale? Questa è solo una delle problematiche che verranno affrontate in questo nuova attività di studio che durerà tre anni”, anticipa Caroline Jenner, amministratore delegato di JA-YE Europe, il più grande fornitore europeo di programmi educativi sull’imprenditorialità.

“Il tema dell’educazione all’imprenditorialità è presente in numerose iniziative promosse da questa Direzione generale – spiega il direttore generale Carmela Palumbo del Miur -. In un momento di crisi nel settore lavorativo occorre guidare i giovani verso una visione versatile del lavoro che non può più essere lo stesso per tutta la vita ed occorre cercare forme di lavoro autonomo e diversificato. Già l’alternanza scuola-lavoro – aggiunge il direttore generale del Miur -, introdotta nei curriculi della scuola secondaria di secondo grado, è un passo per fare in modo che la scuola prepari i giovani a questa nuova visione del mondo del lavoro”.
Il progetto ha, appunto, una durata triennale (la conclusione è prevista a gennaio 2018 con l’analisi e la diffusione dei risultati) ed è promosso nell’ambito del programma Erasmus +.
Le scuole coinvolte in Italia saranno 20 tra licei e istituti tecnici e professionali nei tre anni di durata del progetto, lo scopo è quello di coinvolgere il maggior numero di docenti e studenti. Altrettante per ciascuno degli altri Stati del Consorzio. I criteri con i quali saranno selezionate verranno decisi nell’incontro del 10 febbraio a Bruxelles.
Attraverso l’uso di gruppi di controllo, sondaggi quantitativi, focus group qualitativi e interviste, un gruppo di ricercatori guidati dall'”Eastern Norway Research Institute” analizzerà i risultati di apprendimento degli studenti partecipanti, l’impatto sociale, il ruolo dell’insegnante e della scuola, e gli effetti sul sistema di educazione.
L’analisi approfondita delle strategie nazionali, degli strumenti in uso, la formazione e la valutazione dei docenti, formeranno la base dei “cluster di innovazione” che caratterizzeranno lo sviluppo di un “modello progressivo” che possa chiarire coml’educazione all’imprenditorialità possa essere realizzata a partire dalla scuola primaria, fino alla secondaria superiore. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio database di buone pratiche.
Numerose ricerche di settore hanno evidenziato l’impatto positivo dell’educazione all’imprenditorialità tra i banchi. I giovani che hanno partecipato a iniziative formative di questo tipo si sono successivamente rivelati più propensi a creare nuove imprese e più agevolati nello sviluppo di competenze che ne incrementano l'”occupabilità”. E la creazione di una “mini-impresa” è considerata come una delle più efficaci esperienze imprenditoriali che possono essere realizzate tra i banchi.
Lo stesso Piano di Azione “Entrepreneurship 2020” della Commissione Europea tra i suoi obiettivi prevede per ogni studente almeno un’esperienza imprenditoriale pratica prima di lasciare la scuola dell’obbligo. Attualmente, infatti, si stima che solo 1 giovane su 10 ha accesso a una simile esperienza all’interno della scuola. Ed è proprio per questo che uno dei propositi del progetto Icee è analizzare le azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo del 100 per cento stabilito dalle politiche dell’Unione Europea.
Per eventuali informazioni e chiarimenti si può contattare la segreteria della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione al numero di telefono: 06 5849 3170, oppure per email all’indirizzo:  dgosv.segreteria@istruzione.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Per la scuola digitale, il segreto sono i prof

da La Tecnica della Scuola

Per la scuola digitale, il segreto sono i prof

La rivoluzione tecnologica procede a rilento, tranne in quelle scuole dove le nuove tecnologie, nonostante le difficoltà, sono a pieno servizio della didattica

“Inizialmente il ministero ci aveva promesso un finanziamento di 5oo mila euro”,  racconta il vicepreside di un istituto superiore di Milano al Corriere della Sera, “ma in realtà i soldi effettivamente arrivati per digitalizzare la scuola sono stati la metà. Ma siamo riusciti a partire comunque. Certo, abbiamo dovuto aggiungere altri 250 mila euro dalle nostre casse, grazie anche al contributo dei genitori, 100 euro all’anno per ogni ragazzo”.

Grazie a quei contributi “oggi è in funzione una rete wi-fi e tutte le classi tranne le prime sono attrezzate con pc o tablet. I vantaggi? Tantissimi. Gli studenti hanno a disposizione un maggior numero di materiali per studiare. Internet è una risorsa inesauribile. Gli insegnanti, però, hanno davanti sfide nuove: devono riuscire a spiegare come scegliere sul web le fonti più autorevoli”.

In un’altra scuola del milanese, la preside è riuscita a portare la fibra ottica a scuola per una spesa di  250 mila euro dal Miur, ma con l’aiuto di altri 200 arrivati dalla Regione.

“Dobbiamo andare avanti su questa strada”,  dice la dirigente al Corriere. “Non possiamo pensare che oggi i ragazzi arrivino in classe e trovino gli insegnanti con il gessetto in mano. Noi organizziamo corsi di aggiornamento professionale per gli insegnanti. Ma molti di loro sono diffidenti, hanno competenze digitali scarse e pensano ancora di poter tenere solamente lezioni frontali come una volta. Sta a noi presidi fare leva sui docenti più entusiasti per rinnovare completamente la didattica”.

Anche il provveditore di Milano sulla stessa linea: “I finanziamenti vanno benissimo ma non basta dotare le scuole di grandi mezzi se poi in pochi sanno come usarli. Ecco perché gli istituti tecnici, abituati ai laboratori, sono in genere più avanti dei licei. Le scuole, insomma, dovrebbero sfruttare l’autonomia e fare rete per organizzare insieme la formazione per gli insegnanti”.

In 80 mila superano il concorso, ma stanno a casa

da La Tecnica della Scuola

In 80 mila superano il concorso, ma stanno a casa

Avevano superato il concorso e furono dichiarati idonei. Ma poi il governo abolì le province e ora per 80mila vincitori di concorso l’attesa è vana. La pubblica amministrazione non si smentisce

Inoltre le graduatorie, racconta La Stampa,  scadranno alla fine del 2016. E a questo punto gli “idonei” hanno deciso di scendere in piazza a protestare. Si sono organizzati in coordinamenti e  dopodomani mattina saranno a Roma, davanti a Montecitorio. Ci saranno quelli del Comitato 22 procedure per la giustizia di Roma e i vincitori e idonei per 300 posti per la ricostruzione in Abruzzo, il Comitato idonei al concorso del Comune di Napoli e quelli dell’Iacp, e poi gli amministrativi B1-Inps, gli operatori dei centri di formazione di Roma e quelli Giunta della Regione Campania, della Difesa, dell’Interno, gli allievi marescialli carabinieri e chi ha partecipato al concorso per 650 allievi agenti di polizia nel 2014.

In tutto, secondo le ultime stime del Formez, oggi gli idonei sono 84.040 (36.127 stanno nelle graduatorie degli enti locali e 31.277 nella sanità), presenti in 9225 differenti graduatorie, ma secondo alcune stime potrebbe essere anche il doppio.

In assenza di risposte si annuncia già un boom di ricorsi alla magistratura, scrive La Stampa, sino ad arrivare alla Corte di giustizia europea per contestare la violazione del principio di non discriminazione, visto che il governo ha previsto una deroga per i Beni culturali.

E la ministra della Funzione pubblica Madia? Lei aveva assicurato che era “intenzione del governo tutelare le aspettative degli idonei prima di procedere a nuove assunzioni”, ma poi con la legge di Stabilità, il quadro è cambiato completamente, ed ora si trova alle prese con una vera e propria bomba sociale innescata.

Split payment: ecco le istruzioni del Miur

da La Tecnica della Scuola

Split payment: ecco le istruzioni del Miur

Le istituzioni scolastiche in quanto titolari di conti presso la Banca d’Italia dovranno utilizzare il modello F24 enti pubblici.

Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha diramato con nota del 6 febbraio le istruzioni operative per il versamento dell’Iva dopo le novità introdotte dalla legge di stabilità 2015.

Le istituzioni scolastiche in quanto titolari di conti presso la Banca d’Italia dovranno utilizzare il modello F24 enti pubblici.

Il versamento dovrà avvenire entro il 16 del mese successivo a quello in cui l’imposta diventa esigibile, con le seguenti modalità:

 

• Distinto versamento dell’Iva per ciascuna fattura;

• Versamento cumulativo considerando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile.

 

Particolare attenzione sarà da dedicare alla verifica della corrispondenza tra i titoli emessi e le fatture da liquidare anche ai fini di eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate.

Giannini: le priorità politiche per il 2015

da tuttoscuola.com

Giannini: le priorità politiche per il 2015

Promuovere e incentivare gli interventi in materia di edilizia scolastica, ridurre drasticamente il precariato fra i docenti e aumentare la formazione della classe insegnante, eliminare le ‘molestie’ burocratiche a cui sono sottoposti dirigenti scolastici e professori. E ancora, sostenere il percorso di internazionalizzazione degli atenei italiani e delle istituzioni dell’Alta formazione artistica musicale e coreutica (AFAM)sia dal punto di vista della mobilità degli studenti che di quella dei docenti. Rendere più agevole e appetibile l’accesso alla carriera accademica da parte dei giovani. Ripensare l’orientamento all’università e al mondo del lavoro. Migliorare la programmazione degli interventi nell’ambito della ricerca. Riaprire il confronto sul tema delle borse di studio universitarie.

Sono alcuni dei 24 punti contenuti nell’Atto di indirizzo firmato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, che individua le priorità politiche per il 2015.

Sul versante della scuola il Miur si impegnerà nella promozione della valutazione come strumento di miglioramento della scuola e di valorizzazione degli insegnanti. Al centro dell’attività 2015 anche il potenziamento delle competenze linguistiche, economiche e informatiche degli alunni e l’incremento del numero di studenti delle scuole secondarie che hanno accesso a percorsi di alternanza scuola-lavoro. Fra le priorità anche l’ottimizzazione degli spazi di autonomia degli istituti, attraverso l’attuazione dell’organico funzionale e l’incentivazione dell’utilizzo condiviso di risorse strumentali e umane tra reti di scuole.

Il documento prevede inoltre un forte impegno a rendere la scuola sempre più “aperta”, anche oltre l’orario delle lezioni, per lo sviluppo di progetti e programmi dedicati e per contrastare la dispersione scolastica. Si punta poi ad una scuola digitale e dematerializzata, per semplificare i flussi di dati e promuovere nuove forme di insegnamento.

Quanto all’università tra gli obiettivi per il 2015 compare anche l’accelerazione della distribuzione delle risorse alle sedi su base meritocratica e il ricambio generazionale della classe docente. Le priorità del Miur proseguono con la riprogrammazione dell’orientamento universitario per assicurare un miglior collegamento tra mondo del lavoro e mondo accademico.

Rendere più semplici le procedure di assegnazione delle risorse per la ricerca e quelle di programmazione, anche attraverso la creazione di Coordinamento Nazionale degli Enti pubblici di ricerca, è un altro degli obiettivi indicati. Sempre nell’ambito della ricerca, verranno promosse politiche di mobilità dei ricercatori a tutti i livelli e, nell’ambito del quadro europeo, in linea con il programma “Horizon 2020”, saranno favoriti processi di apertura internazionale degli Enti pubblici di ricerca.

Gli istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica saranno non solo aiutati a migliorare i loro processi di internazionalizzazione, ma riformati nella struttura, con particolare riguardo all’offerta formativa e al reclutamento, e nella governance, per favorire un sistema di autonomia responsabile.