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Calendario Scolastico 2024/2025

Tutti a Scuola Cagliari, 16 settembre 2024


Il nuovo anno scolastico 2024-2025 ha inizio l’1 settembre 2024.

Ogni anno il Ministero emana un’ordinanza che contiene le date delle festività nazionali, uguali perle scuole di ogni ordine e grado.
L’ordinanza stabilisce anche la data di svolgimento della prova nazionale inserita nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo, comprese le sessioni suppletive.
Inoltre l’ordinanza stabilisce la data di inizio degli esami di Stato conclusivi del II ciclo di istruzione.

Le Regioni fissano la data di inizio e di fine delle lezioni nonché gli eventuali ulteriori giorni di chiusura delle scuole nel periodo delle festività natalizie e pasquali o in altri periodi.


Avvio anno scolastico 2024-2025
Ufficio di Statistica – Ministero dell’Istruzione e del Merito

Nell’anno scolastico 2024/2025 sono tornati sui banchi 7.073.587 studenti, distribuiti in 362.115 classi.
Nel 2024/2025, le bambine e i bambini della Scuola dell’Infanzia sono 785.056 e 2.170.746 quelli della Primaria. Frequentano la Scuola secondaria di I grado 1.498.498 studenti. Le ragazze e i ragazzi della Secondaria di II grado sono 2.619.287; di questi, il 51,4% frequenta un Liceo, il 31,8% un Istituto tecnico e il 16,8% un Istituto professionale.

Calendario Scolastico 2023/2024

Il nuovo anno scolastico 2023-2024 ha inizio l’1 settembre 2023.

Ogni anno il Ministero emana un’ordinanza che contiene le date delle festività nazionali, uguali perle scuole di ogni ordine e grado.
L’ordinanza stabilisce anche la data di svolgimento della prova nazionale inserita nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo, comprese le sessioni suppletive.
Inoltre l’ordinanza stabilisce la data di inizio degli esami di Stato conclusivi del II ciclo di istruzione.

Le Regioni fissano la data di inizio e di fine delle lezioni nonché gli eventuali ulteriori giorni di chiusura delle scuole nel periodo delle festività natalizie e pasquali o in altri periodi.

Ciascuna Istituzione scolastica può operare adattamenti del calendario regionale nell’ambito del proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa.


Scheda MIM (13.9.23)
Nomine in ruolo, cattedre disponibili per supplenze e semplificazione delle procedure digitali per l’avvio dell’anno scolastico 2023/2024

Calendario Scolastico 2021/2022

Il nuovo anno scolastico 2021-2022 ha inizio l’1 settembre 2021.

I calendari scolastici sono fissati dalle Regioni. Ciascuna scuola può operare adattamenti nell’ambito del proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa.


Ogni anno il Ministero emana un’ordinanza che contiene le date delle festività nazionali, uguali perle scuole di ogni ordine e grado.

L’ordinanza stabilisce anche la data di svolgimento della prova nazionale inserita nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo, comprese le sessioni suppletive.

Inoltre l’ordinanza stabilisce la data di inizio degli esami di Stato conclusivi del II ciclo di istruzione.

Le Regioni fissano la data di inizio e di fine delle lezioni nonché gli eventuali ulteriori giorni di chiusura delle scuole nel periodo delle festività natalizie e pasquali o in altri periodi.


Scuola, il 13 settembre al via in 9 Regioni e nella Provincia di Trento. Bianchi: “Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima”

Sono 7.407.312 le studentesse e gli studenti che siederanno tra i banchi delle scuole statali, quest’anno, in tutta Italia. Di questi, 277.840 sono alunni con disabilità, mentre sono 368.656 le classi per l’anno scolastico 2021/2022. Sono i dati principali sull’avvio del nuovo anno scolastico messi a disposizione dal Ministero. Nei prossimi giorni sarà pubblicato un ulteriore focus ancora più dettagliato.

“Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima – si legge nella lettera che il Ministro Patrizio Bianchi ha inviato alla comunità scolastica -. Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento a tutti voi, alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole. A voi tutti, i miei più vivi auguri per un sereno anno di lavoro e crescita, insieme”.

Nello specifico, quest’anno sono 846.775 gli alunni della scuola dell’infanzia statale, 2.313.923 quelli della primaria, 1.584.758 quelli della secondaria di I grado e 2.661.856 quelli della secondaria di II grado. Il 51% delle studentesse e degli studenti della secondaria di II grado frequenterà un Liceo, il 31,7% un Istituto tecnico e il 17,3% un Istituto professionale.

In particolare, il 13 settembre, rientrano a scuola 3.865.365 alunni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, oltre a quelli della Valle d’Aosta e della Provincia di Trento. Le lezioni sono già riprese il 6 settembre per gli studenti della Provincia di Bolzano, mentre inizieranno il 14 settembre per 192.252 alunni della Sardegna, il 15 settembre per 1.706.814 bambini e ragazzi delle Regioni Campania, Liguria,

Marche, Molise e Toscana, il 16 settembre per 829.028 studenti del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia. Gli ultimi a ritornare in classe saranno gli 813.853 alunni delle Regioni Calabria e Puglia, il 20 settembre.

Per quanto riguarda il personale scolastico, secondo i dati aggiornati alla data di oggi, risultano assunti, con contratto a tempo indeterminato, 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis). Risultano assunti anche 10.729 ATA. Sono poi 87.209 i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sul sostegno.

In allegato:

La lettera del Ministro Bianchi

Riordino Istruzione Professionale


Via libera il 21 dicembre 2017 in Conferenza Stato-Regioni all’intesa al Regolamento attuativo per il riordino dell’Istruzione professionale. Prende corpo, dunque, la riforma disegnata da uno dei decreti legislativi (il numero 61 del 2017) della legge 107 del 2015, la Buona Scuola. Per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca era presente il Sottosegretario Vito De Filippo.

“La revisione dell’Istruzione professionale ha l’obiettivo di dare una chiara identità a questi istituti, innovando e rendendo più flessibile la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’Istruzione tecnica che ha causato, in passato, la perdita di iscrizioni, e mettendo ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. Rilanceremo i laboratori, stanziando anche apposite risorse PON per rinnovarli, e sarà potenziato l’organico del personale docente, con quasi 48 milioni stanziati per l’anno scolastico 2018/2019 e ulteriori finanziamenti a regime. Possiamo davvero scrivere una nuova e importante pagina per queste scuole che possono e devono avere un ruolo centrale nel rilancio economico del Paese e che possono essere davvero laboratori territoriali di innovazione. Nelle prossime settimane, anche in vista delle iscrizioni, accompagneremo scuole e famiglie, informandole sul nuovo sistema e sulle sue opportunità”.

“Il rilancio dei professionali è un tassello decisivo della riforma varata nel 2015. Si tratta di novità attese per dare una risposta qualitativamente alta a chi oggi decide di intraprendere questo percorso di studi. Dopo l’intesa di oggi lavoreremo rapidamente per fare in modo che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico: a settembre 2018 è previsto il debutto dei nuovi percorsi”, aggiunge il Sottosegretario Vito De Filippo.

I percorsi saranno di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Il riordino punta ad una sempre maggiore personalizzazione degli apprendimenti in modo tale che le studentesse e gli studenti, attraverso un progetto formativo individuale, possano sviluppare e acquisire competenze che li aiutino nell’accesso del mondo del lavoro. Nel biennio vengono inseriti gli assi culturali, ovvero aggregazioni di insegnamenti omogenei che forniscono competenze chiave di cittadinanza alle giovani e ai giovani.

Le scuole potranno utilizzare le loro quote di autonomia, in relazione all’orario complessivo, per rafforzare i laboratori e qualificare la loro offerta in modo flessibile.

Per una informazione preliminare alle istituzioni scolastiche e alle famiglie in merito alle novità previste, in vista delle imminenti iscrizioni, il Ministero ha predisposto una circolare inviata a tutte le scuole con i punti principali del Regolamento approvato oggi. Il Ministero ha già avviato gli incontri informativi con gli Uffici scolastici regionali (USR) e stanziato oltre 1 milione di euro per l’accompagnamento della riforma: sono previsti, nei prossimi mesi, ulteriori incontri con gli USR e apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici.


Dall’anno scolastico 2018/2019, l’istruzione professionale cambia e si rinnova profondamente.

Per dare risposte alla domanda diffusa di una formazione di qualità e fornire opportunità sempre più interessanti alle giovani e ai giovani, il processo di riforma si concretizza in un nuovo modello organizzativo basato su:

  • Nuovi indirizzi: si passa da 6 a 11. Il profilo dei nuovi indirizzi è stato predisposto in modo innovativo e sempre più coerente con il sistema produttivo che caratterizza il “Made in Italy”.
  • Un nuovo modello didattico, basato sulla personalizzazione, sull’uso diffuso ed intelligente dei laboratori, su un’integrazione piena tra competenze, abilità e conoscenze.
  • Una didattica orientativa, finalizzata ad accompagnare e indirizzare le studentesse e gli studenti in tutto il corso di studi.
  • Maggiore flessibilità.
  • Materie aggregate per assi culturali.
  • Un biennio sostanzialmente unitario, seguito da un triennio finalizzato all’approfondimento della formazione dello studente.

I cambiamenti sono stati previsti dal decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017, con l’obiettivo di rilanciare l’istruzione professionale, puntando ad aumentare la qualità educativa e con l’obiettivo fondamentale di formare cittadine e cittadini di domani, aiutando le ragazze e i ragazzi a maturare autonomia, consapevolezza e responsabilità e ad acquisire strumenti per crescere e costruirsi un futuro in ulteriori percorsi di studio o direttamente nel mondo del lavoro.

Per perseguire questi obiettivi, il sistema scolastico e formativo investe risorse finanziarie e professionali. Grazie alla riforma ci saranno:

  • Più insegnanti tecnico-pratici, in piena integrazione con gli insegnanti curricolari.
  • Più fondi per laboratori ed attrezzature specialistiche.
    Una maggiore valorizzazione dell’autonomia scolastica.

L’istruzione professionale punta a diventare un laboratorio permanente di ricerca e di innovazione, in continuo rapporto con il mondo del lavoro, motore di sviluppo e di crescita.

22 aprile Incostituzionalità art. 8 L.R. Lombardia 7/12

La Corte Costituzionale, con Sentenza 22 aprile 2013, n. 76, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 8 della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione).

Riportiamo di seguito il testo dell’articolo:

«1. Alla L.R. 19/2007 è apportata la seguente modifica:

a) dopo il comma 2 dell’articolo 3 sono aggiunti i seguenti:

“2-bis. Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra la domanda delle istituzioni scolastiche autonome e l’offerta professionale dei docenti, a titolo sperimentale, nell’ambito delle norme generali o di specifici accordi con lo Stato, per un triennio a partire dall’anno scolastico successivo alla stipula, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, per reclutare il personale docente con incarico annuale necessario a svolgere le attività didattiche annuali e di favorire la continuità didattica.

2-ter. È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie provinciali ad esaurimento.

2-quater. Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale, sulla base dell’intesa di cui al comma 2-bis.

2-quinquies. La Giunta regionale relaziona semestralmente sulla sperimentazione alla commissione consiliare competente”».

26 marzo 38 milioni di euro per l’Edilizia scolastica

Il Ministro firma una direttiva che destina 38 milioni di euro per la costruzione di edifici realizzati secondo le nuove Linee guida per le architetture interne in linea con l’innovazione nella scuola.

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Di seguito il comunicato stampa:

Edilizia scolastica: 38 milioni di euro per interventi nelle scuole statali attraverso il fondo immobiliare

Il Ministro Profumo firma direttiva che coinvolge, attraverso protocolli d’intesa, Regioni o Enti locali

(Roma, 27 marzo 2013) Sono 38 i milioni di euro da destinare alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare. Lo prevede la nuova direttiva firmata oggi dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo. Si tratta di una iniziativa volta ad utilizzare la leva del fondo immobiliare per costruire le scuole del futuro.

Sono infatti state ridefinite le nuove Linee guida per le architetture interne delle scuole: non più solo aule, ma nuovi spazi di apprendimento in linea con l’innovazione nella scuola. Uno sguardo, quindi, verso il futuro strettamente collegato al più ampio piano di innovazione digitale delle scuole, di cui anche il recente DM sui libri di testo costituisce un tassello. La direttiva rappresenta anche un ulteriore passo in avanti nel programma pluriennale per l’edilizia scolastica, la sicurezza nelle scuole e la costruzione di plessi altamente tecnologici, così come avvenuto in Emilia Romagna dopo il terremoto. La sinergia e l’unione delle risorse tra MIUR, Regioni, edifici conferiti da Comuni, Provincie e Regioni, Fondi europei e beni confiscati dalla mafia può rappresentare un modello di rinascita economica per il Paese.

Il fondo immobiliare, da costituire attraverso una Società di Gestione del Risparmio appositamente individuata dall’Ente locale/Regione tramite procedure ad evidenza pubblica, è uno strumento finanziario destinato a realizzare le nuove strutture grazie alla valorizzazione degli immobili obsoleti, conferiti dall’Ente locale/Regione, e ad ogni ulteriore eventuale cofinanziamento.

Modalità di accesso ai fondi:
Per accedere ai contributi gli Enti locali/Regioni dovranno presentare richiesta, all’indirizzo di PEC: dppr@postacert.istruzione.it – entro il termine di 15 giorni dalla pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta Ufficiale, specificando l’importo del contributo richiesto ed inviando il modello di protocollo di intesa, nel quale dovranno essere espressamente indicati gli interventi da realizzare ed il relativo costo totale.

Il contributo è concesso previa valutazione della congruità della domanda, secondo lo stretto ordine cronologico di ricevimento delle richieste, fino ad esaurimento delle risorse disponibili e, per ciascun Ente locale/Regione, non può eccedere il 25% del costo totale previsto per la realizzazione degli interventi né essere superiore a quanto richiesto e, comunque, superare l’importo complessivo di 5 milioni di euro. Le risorse verranno modulate in rapporto all’entità del fondo.

Gli Enti locali e le Regioni che hanno diritto al contributo, dovranno successivamente sottoscrivere formalmente con il MIUR il Protocollo di Intesa.

Il protocollo d’intesa tra Miur ed Ente locale/Regione
Con la sottoscrizione del protocollo per poter accedere ai contributi l’Ente locale o la Regione si impegna a definire, promuovere ed attivare l’esecuzione di un progetto di edilizia scolastica, consistente:

  • nella realizzazione di interventi di rigenerazione del patrimonio immobiliare scolastico di competenza, destinato all’istruzione statale, che comprendano anche interventi di costruzione di nuovi edifici scolastici da destinare anch’essi all’istruzione statale;
  • nell’uso dello strumento del fondo immobiliare per la realizzazione dei suddetti interventi, da costituire attraverso una Società di gestione del risparmio, appositamente individuata dall’Ente locale/Regione tramite procedure ad evidenza pubblica. Al fondo saranno conferiti e/o apportati da parte dell’Ente locale /Regione, immobili da valorizzare, aree pubbliche per le nuove costruzioni ed ogni eventuale ulteriore cofinanziamento.

Cliccando sui seguenti link possono essere consultate le ultime innovazioni introdotte in materia di edilizia scolastica.

Le nuove scuole costruite in Emilia Romagna dopo il sisma:
http://www.iltempodellascuola.it

Le architetture della scuola del futuro:
www.indire.it/eventi/quandolospazioinsegna

Linee Guida Poli tecnico-professionali e I.T.S.

Il 26 settembre Stato, Regioni e Autonomie locali hanno raggiunto un’intesa sulle Linee Guida per i Poli tecnico-professionali e Istituti tecnici Superiori.

Di seguito il comunicato stampa del MIUR:

Linee Guida per Poli tecnico-professionali e I.T.S.

(Roma, 27 settembre 2012) Stato, Regioni e Autonomie locali hanno raggiunto ieri un’importante intesa sulle Linee Guida per consolidare e sviluppare i rapporti tra istituti tecnici, istituti professionali, centri di formazione professionale e imprese, con la definizione della “mappa” per collegare filiere formative e filiere produttive, la costituzione dei Poli tecnico-professionali a livello provinciale e il potenziamento del’autonomia e del ruolo degli Istituti tecnici Superiori (I.T.S.).
Il relativo decreto, che giunge dopo pochi mesi dall’entrata in vigore dell’articolo 52 della legge n.35/2012, è stato condiviso dal MIUR con il Ministero del lavoro e politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’economia, perché l’istruzione tecnica e professionale, attraverso un impegno comune, possa offrire più opportunità di occupazione per i giovani e per la crescita del sistema produttivo del Paese.
La mappa visualizza i collegamenti tra aree economiche e professionali, filiere produttive, cluster tecnologici, aree tecnologiche, ambiti e figure degli I.T.S., indirizzi degli istituti tecnici e degli istituti professionali, diplomi e qualifiche professionali. In questo modo i giovani e le loro famiglie, i soggetti del territorio e le imprese hanno – finalmente – una bussola per orientarsi.
Le Linee guida contengono gli standard per realizzare i Poli tecnico professionali, definiti a distanza di cinque anni dall’attuazione delle norme contenute all’articolo 13 della legge n. 40/2007, volute al tempo dai ministri Fioroni e Bersani, – ma rimasti sinora sulla carta. I Poli sono reti tra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale accreditati e imprese per favorire lo sviluppo della cultura tecnica e scientifica, l’occupazione dei giovani anche attraverso i percorsi in apprendistato e nuovi modelli organizzativi, come le scuole bottega e le piazze dei mestieri, di cui vi sono già alcune positive esperienze pilota in Lombardia e in Piemonte.
Con il decreto, oggetto della raggiunta intesa, viene fissata anche la composizione delle commissioni che esamineranno, a partire dal prossimo mese di giugno, gli studenti a conclusione dei percorsi biennali degli istituti tecnici superiori già funzionanti.
Nella fase 2009/2011 sono state già costituite 62 Fondazioni ITS che hanno attivato 80 percorsi, ai quali si aggiungono 71 nuove classi prime nel corrente anno scolastico. Si farà a tutti un check up per consolidare e sviluppare quelli che hanno già dimostrato di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e istituirne nuovi, ove è richiesto dalle imprese. Lo specifico Fondo, istituito con la legge finanziaria 2007, è stato dotato, per la prima volta con la recente legge n.135/2012, di un contributo stabile del MIUR, pari a 14 milioni di euro a partire dal 2013, in modo che i percorsi di specializzazione tecnica superiore degli ITS vadano a regime dal prossimo anno. Non ci potrà comunque essere, in ciascuna regione, più di un istituto tecnico superiore in relazione agli ambiti tecnologici indicati nella mappa, allo scopo di evitare inutili duplicazioni e integrare meglio tutte le risorse pubbliche e private disponibili sul territorio.
Anche il Presidente della Repubblica, in occasione dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico al Quirinale, ha elogiato le misure per collegare l’istruzione agli sbocchi lavorativi, per potenziare l’istruzione tecnica e la formazione professionale superiore in relazione alla realtà e produttività del Paese. Soprattutto ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare l’istruzione tecnica superiore, dando più autonomia e ruolo agli Istituti Tecnici Superiori (ITS), quali scuole speciali di tecnologia che devono rispondere a rigorosi standard per l’accesso ai contribuiti del Ministero dell’Istruzione e per il riconoscimento del Diploma di Tecnico Superiore

7 giugno Corte Costituzionale e Dimensionamento

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 147 del 4 giugno 2012, depositata il 7 giugno, esaminati i sette diversi ricorsi delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia, sulla legittimità costituzionale dell’articolo 19, cc. 4 e 5, d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, come modificata dall’art. 4, comma 69, della legge 12 novembre 2011, n. 183,

1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, comma 4, del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011:

«4. Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.».

2) dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 19, comma 5, del medesimo d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, nel testo risultante dalle modifiche introdotte dell’art. 4, comma 69, della legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2012):

«5. Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome».

 

4 aprile Concorsi di Istituto in Lombardia

Il 4 aprile il Consiglio della Regione Lombardia approva, con 43 voti a favore, 24 contrari e 1 astenuto, la Legge regionale su “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”.

In particolare l’art. 8 della legge regionale consente alle scuole statali, a livello sperimentale, di reclutare il personale docente con un concorso d’istituto, i cui criteri saranno stabiliti dalla Giunta regionale in accordo con il Governo nazionale.

Di seguito il comunicato stampa della Regione Lombardia:

Via libera alle nuove modalità di reclutamento degli insegnanti

(04.04.12) In Lombardia potranno essere le istituzioni scolastiche a reclutare direttamente il personale docente. E’ quanto prevede l’articolo 8 del progetto di legge 146 “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione” (relatore, Mario Sala, PdL),  approvato questa mattina a maggioranza dal Consiglio regionale.
La seduta si è aperta proprio con il dibattito e la votazione di questa norma, così come modificata da un emendamento dello stesso relatore Sala. Respinti invece tutti i sub emendamenti presentati, circa 60 firmati dall’Italia dei Valori. La nuova norma stabilisce che le Istituzioni scolastiche statali, a titolo sperimentale, possono organizzare concorsi per reclutare il personale docente, con incarico annuale, necessario a svolgere le attività e favorire la continuità didattica. Alla selezione, che avverrà – si legge – nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità, potranno partecipare gli insegnanti iscritti alle graduatorie provinciali fino ad esaurimento.
Nonostante la nuova formulazione renda migliore il testo dell’articolo – ha detto il Consigliere regionale Fabio Pizzul (PD) – restano comunque tutti i limiti e le criticità legate a questa scelta. Rimane dunque una forzatura che sarebbe stato meglio evitare nell’ottica di un impegno concreto verso una riforma sul tema del reclutamento degli insegnanti”. “L’articolo 8 – ha spiegato Luciana Ruffinelli (Lega Nord) – sta dalla parte della scuola, degli studenti e delle loro famiglie. Abbiamo preso tutte le precauzioni del caso: la sperimentazione partirà dopo un accordo col MIUR, si utilizzeranno solo gli insegnanti iscritti nelle graduatorie provinciali fino a esaurimento e saranno garantite imparzialità, trasparenza e pubblicità nella selezione”. “Mi pare che la proposta dell’opposizione – ha continuato il Capogruppo del PDL Paolo Valentinidi stralciare questa norma nell’ottica di una riforma sia solo ostruzionistica perché l’articolo 8 non è frutto di un blitz della maggioranza ma è da tre mesi che se ne parla”. “E’ vero che se ne parla da tre mesi – ha replicato Stefano Zamponi (Capogruppo IdV) – ma in questo caso si tratta esclusivamente di una volontà ideologica e rappresenta una presa di posizione di chi ha una concezione della scuola opposta alla nostra”.