Servizio nelle scuole paritarie ai fini della mobilità

Servizio nelle scuole paritarie ai fini della mobilità: l’Anief vince ancora in tribunale. Pronti centinaia di ricorsi anche per la ricostruzione di carriera.

Continua la lunga serie di ordinanze favorevoli ottenute dall’Anief sul diritto al riconoscimento del punteggio nelle operazioni di mobilità per il servizio svolto nelle scuole paritarie Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Simona Fabbrini fanno centro anche presso il Tribunale del Lavoro di Livorno ottenendo in favore di un nostro iscritto la condanna del MIUR a “valutare, nella graduatoria per la mobilità a.s. 2016/17 e seguenti, il servizio di insegnamento svolto dal ricorrente in istituto scolastico paritario” con l’attribuzione del relativo punteggio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie viola la normativa primaria di riferimento che impone di valutarlo “nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali”. Questo vale sia per le operazioni di mobilità, sia per le graduatorie interne d’istituto sia, soprattutto, ai fini della ricostruzione di carriera per cui l’Anief ha già attivato uno specifico ricorso per sistemare questa ulteriore ‘stortura’ posta in essere illegittimamente dal MIUR”.

Rispetto della normativa comunitaria

Anche a Bari l’Anief ristabilisce il rispetto della normativa comunitaria: il docente precario ha diritto alle progressioni stipendiali e all’integrale ricostruzione della carriera
Anche presso il Tribunale del Lavoro di Bari l’Anief ottiene un soddisfacente successo a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola con ben quattro sentenze, di identico tenore, che riconoscono l’illegittimità dell’operato del MIUR nel non voler riconoscere ai docenti a tempo determinato le medesime progressioni stipendiali e i gli stessi diritti del personale assunto con contratti a tempo indeterminato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini ottengono ragione in favore di 4 nostri iscritti con il pieno riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità e all’immediato e integrale computo del servizio a termine ai fini della ricostruzione della carriera. MIUR condannato anche al pagamento di 6.800 Euro oltre accessori per le spese di giudizio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Professionalità e merito non si possono riconoscere solo “a posteriori” dell’immissione in ruolo e i tanti lavoratori con contratto a tempo determinato hanno diritto ad essere retribuiti secondo la propria esperienza e gli anni di servizio già maturati; anche la Corte di Cassazione lo ha ribadito fermamente e noi, ancora più fermamente, continueremo a chiedere giustizia per i precari anche nelle aule dei tribunali”.

Docenti di sostegno a pettine nelle GaE: sì dai giudici

da La Tecnica della Scuola

Docenti di sostegno a pettine nelle GaE: sì dai giudici

Sul sostegno, dopo le pronunce rese in sede cautelare (tra le altre dal Tribunale di Taranto e dal Tribunale di Caltagirone), arrivano le prime sentenze.

Quelle che dichiarano il diritto dei docenti che hanno conseguito il titolo di sostegno nel corso del triennio di validità delle graduatorie ad esaurimento, hanno dunque pieno diritto ad essere inseriti “a pettine” e non in coda negli elenchi aggiuntivi di sostegno.

Lo ha stabilito nei giorni scorsi il Giudice del lavoro del Tribunale di Genova con sentenza del 16 novembre, accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Dino Caudullo per conto di un docente inserito in coda nelle GaE lo scorso anno scolastico, dopo aver dichiarato il conseguimento del titolo di sostegno nella finestra di aggiornamento annuale delle graduatorie, secondo le previsioni del DM 325/215.

Il Tribunale di Genova ha rilevato che né il DM 235/2014, né il DM 325/2015 prevedono che i docenti che acquisiscono nel corso del triennio di validità delle Gae il titolo di sostegno debbano essere collocati in coda negli elenchi aggiuntivi di sostegno e, anche ove detta disposizione fosse stata prevista, sarebbe stata in ogni caso illegittima, alla luce dei chiari principi enunciati dalla Corte costituzionale con la nota sentenza n.41/2011, che ha ritenuto illegittime le code nelle graduatorie ad esaurimento.

Nel caso deciso dal Tribunale di Genova, il docente lamentava che, a causa dell’illegittimo inserimento in coda negli elenchi di sostegno, era stato assunto nella fase B del piano straordinario di assunzioni di cui alla L.107/2015 finendo per essere assegnato in Liguria, mentre avrebbe avuto diritto ad essere assunto nella fase zero, rimanendo quindi nella medesima provincia in cui risultava inserito nelle GaE.

Il Giudice del lavoro accogliendo il ricorso, ha dichiarato il diritto del docente all’inserimento a pettine negli elenchi aggiuntivi di sostegno e ad essere assunto a tempo indeterminato sin dalla fase zero.

Renzi e il rimpianto per la scuola: abbiamo speso tre miliardi ma sono tutti arrabbiati

da La Tecnica della Scuola

Renzi e il rimpianto per la scuola: abbiamo speso tre miliardi ma sono tutti arrabbiati

Il Governo Renzi ha compiuto mille giorni. Però i più importanti potrebbero essere i primi 15: quelli che porteranno al referendum costituzionale.

Il vero bilancio si farà a seconda dell’esito dell’urna del 4 dicembre. Se uscirà il ‘sì’, infatti, Renzi avrà compiuto il suo capolavoro. Perché avrà portato a termine quella che da tempo definisce la “madre di tutte le riforme”. In caso contrario, se prevarrà il ‘no’, il futuro dell’esecutivo tenderebbe al cupo

“Ma quel voto, non toglie niente a quanto fatto in questi mille giorni”, ha tenuto a dire il premier in conferenza stampa, tenuta a Palazzo Chigi. Renzi può mostrare con i numeri i suoi risultati: da quando Letta gli passò il testimone, nel febbraio del 2014, il Pil è salito dell’1,6%. Inoltre, “il Paese si è rimesso in moto”, dice: “è oggettivo”. “Non siamo ancora soddisfatti e qualcosa non ha funzionato”, come sulla scuola.

La scuola, appunto. Il cruccio di Renzi. Ecco ancora che dice: “ci sono tantissime cose che ho da rimproverarmi ma finalmente c’è un Paese che le cose le fa. Poi mi domando sempre come abbiamo fatto mettendo tre miliardi nella scuola a fare arrabbiare tutti. Evidentemente qualcosa non ha funzionato“.

Ora “nessuno mette in dubbio il fatto che oggettivamente l’Italia si è rimessa in moto”, ha aggiunto il capo del governo.

Qualche ora prima, il premier aveva parlato di scuola durante un seminario di Ap in Senato: “il lavoro che stiamo facendo è quello di attaccare i diplomifici. E chi come voi è da sempre favorevole alla scuola paritaria deve essere il più cattivo nell’attaccare i diplomifici, quelle scuole che hanno il titolo di scuola paritaria ma non lo meritano”, ha sottolineato Renzi.

Per poi aggiungere: “la settimana scorsa per la prima volta siamo andati a mettere in chiaro i numeri veri delle istituzioni scolastiche e al 9% di queste è stata revocata la titolarità di scuola paritaria. Naturalmente vincere il pregiudizio sul servizio pubblico che fanno ad esempio le scuole materne ed elementari è difficile: per lo Stato ove queste scuole smettessero di funzionare sarebbe un problema gigantesco”, conclude.

“Il mio impegno” per le scuole paritarie “è lo stesso di quando abbiamo presentato la legge di Bilancio”, ha assicurato Renzi.

Docenti per alunni 0-6 anni, Giannini: basta corsi abilitanti, sì formazione ad hoc

da La Tecnica della Scuola

Docenti per alunni 0-6 anni, Giannini: basta corsi abilitanti, sì formazione ad hoc

La legge delega sul reclutamento porterà grandi novità anche per chi vuole diventare educatore o maestro d’infanzia.

Lo ha detto il ministro per l’Istruzione Stefania Giannini, parlando a margine di un’iniziativa a Firenze.

La delega, ha spiegato il ministro, prevede due assi portanti, fondamentali: il passaggio per la prima fase, dalla culla ai 3 anni da una logica di servizio sociale come è oggi, ad una logica di prima fase educativa, un primo scalino nel processo di crescita e formazione dell’individuo.

Quanto alla copertura finanziaria del piano, Giannini ha detto che “ora c’è, con la Legge di Stabilità, su tutto il pacchetto le deleghe, e come ha detto il presidente del Consiglio, questa è una delle priorità”.

Sarà tutto il sistema educativo da 0 a 6 anni, a cambiare: per questo, “gli educatori dovranno essere preparati” ad hoc “e quindi presi (formati e reclutati n.d.r.) non più come oggi, ma da un percorso di formazione per la scuola dell’infanzia anche al nido“.

Si prevede, quindi, una formazione specifica per educatori e maestri che vorranno fare questo mestiere. Collegando queste dichiarazioni con quelle, sempre di Giannini, rilasciate a “Sette” (“formare ottimi insegnanti a partire dagli anni universitari, evitando corsi successivi a pagamento”, con tirocinio biennale post concorso), si comincia sempre più a delineare il percorso formativo di chi nei prossimi anni vorrà insegnare ai bambini in tenera età.

Mobilità, Giannini: nel 2017 non sarà straordinaria. Saltano le assegnazioni provvisorie in deroga?

da La Tecnica della Scuola

Mobilità, Giannini: nel 2017 non sarà straordinaria. Saltano le assegnazioni provvisorie in deroga?

Nel 2016 ci sono stati problemi, però ora “le cose si stanno sistemando” e nel 2017 andrà meglio, perché non ci sarà la mobilità straordinaria di quest’anno.

A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine di un’iniziativa a Firenze.

“C’è stato quest’anno l’aspetto della mobilità straordinaria, ben 207mila persone in mobilità – ha aggiunto – è chiaro che questo ha prodotto una fase di maggiore complessità organizzativa. Ma le cose ora si stanno sistemando”.

“Voglio dire che noi abbiamo iniziato, adesso, sia con i tavoli di concertazione sindacale che di studio delle varie fasi che andranno fatte da gennaio in avanti, perchè il prossimo avvio di anno scolastico, che pure si annuncia molto più tranquillo, non registri alcun piano di mobilità straordinaria, non abbia nemmeno un intoppo”, ha concluso il ministro.

Le parole di Giannini, quindi, fanno presagire un irrigidimento del Miur a proposito della deroga al blocco triennale della mobilità per i neo-assunti, su cui quest’anno si era derogato attraverso le assegnazioni provvisorie. Lo stesso motivo, assieme alla richiesta su singola scuola, che ha portato in settimana i sindacati ad abbandonare il tavolo delle trattative.

Concorsi riservati pure per non abilitati: in vista una fase transitoria?

da La Tecnica della Scuola

Concorsi riservati pure per non abilitati: in vista una fase transitoria?

Si starebbe facendo strada negli uffici di viale Trastevere l’idea di un nuovo mini-piano di concorsi riservati per gli insegnanti ancora in attesa di una cattedra: per quelli abilitati, ma anche  per i non abilitati. Così il terzo ciclo del Tfa, annunciato da oltre un anno, non vedrebbe mai la luce.

L’indiscrezione è del Fatto Quotidiano, secondo cui, visto che ci sono ancora docenti nel “guado” tra l’ultimo concorsone  e l’avvento del nuovo sistema di reclutamento  che non andrà a regime prima di 5-6 anni, il Ministero starebbe studiando una cosiddetta “fase transitoria”.

Ancora non c’è nulla di ufficiale, l’idea dovrebbe restare coperta almeno fino a dicembre. È nata in Parlamento, ma pian piano ha fatto breccia all’interno del Miur ed è diventata l’ipotesi più accreditata a cui ora stanno lavorando i tecnici. Una serie di concorsi riservati ai precari: a tutti, però, e non solo agli abilitati come si poteva pensare. Con delle differenze.

“Per gli insegnanti di seconda fascia, il concorso sarebbe più snello (si parla addirittura solo di un colloquio orale, senza prove scritte) e darebbe accesso direttamente al ruolo, attraverso il consueto “anno di prova”. Per gli insegnanti di terza fascia, invece, ci sarebbero dei test e una forte valutazione del servizio svolto: i vincitori in questo caso accederebbero al tirocinio di durata triennale, che nel nuovo sistema costituirà un momento di formazione-lavoro precedente alla stabilizzazione vera e propria. Questi concorsi verrebbero banditi, specifica sempre Il Fatto,  dopo l’assorbimento delle graduatorie dell’ultimo concorsone, quindi non prima del 2018; forse in maniera scaglionata, solo sulle materie e nelle Regioni più affollate e dove ce n’è bisogno.

La scelta di istituire un canale ad hoc anche per la terza fascia significherebbe chiudere subito e definitivamente il Tirocinio Formativo Attivo, che negli ultimi anni è stato l’unico strumento di abilitazione.

Inutile far partire un Tfa che nella migliore delle ipotesi, tra test e studi, si concluderebbe solo fra un paio d’anni. Questi concorsi riservati alla terza fascia rappresenterebbero la transizione più rapida al nuovo sistema, offrendo intanto un’occasione anche a chi non ha l’abilitazione; mentre chi è ancora iscritto all’università potrebbe già dal prossimo settembre conseguire i crediti per la didattica che permettono l’accesso al test per il nuovo corso-concorso.

Così concepita, la “fase transitoria” presenta più di un’incognita: i non abilitati sono tantissimi, forse troppi per predisporre prove riservate (la selezione sarebbe durissima); la valorizzazione del servizio rischia di penalizzare i più giovani, i neolaureati, che sono proprio quelli che andrebbero più tutelati (visto che gli altri hanno avuto diverse occasioni di abilitarsi in passato tra Ssis, Pas e Tfa). Senza dimenticare, precisa sempre Il Fatto,  le sicure rimostranze dei vincitori dell’ultimo concorsone, a cui il governo non ha fatto sconti. Tutti argomenti su cui riflettere. La strada, però, sembra tracciata.

Il 22 novembre la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole

da La Tecnica della Scuola

Il 22 novembre la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole

Il 21-22-23 novembre 2016, si terrà in tutti gli istituti scolastici italiani la prima Giornata nazionale della sicurezza.

La giornata è promossa dal Miur in collaborazione con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio per il coordinamento e impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); Protezione Civile; Cittadinanzattiva; Fondo Vito Scafidi; Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL); Banca europea per gli investimenti; Legambiente; Consiglio Nazionale dei Geologi; Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire); Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDiS); Associazione Vittime della scuola. Tutte realtà che saranno presenti nelle istituzioni scolastiche nei tre giorni di attività.

Edilizia scolastica accurata, adeguamento sismico, interventi di ristrutturazione mirati, diffusione della cultura della sicurezza, devono diventare parole d’ordine di ogni comunità scolastica e di ogni amministrazione.

Anche la Cassa depositi e prestiti è coinvolta nelle azioni e iniziative per garantire la sicurezza.
Ricordiamo che la Giornata per la sicurezza è stata istituita con la legge Buona Scuola e la data è stata scelta in ricordo del tragico incidente avvenuto nel 2008 al liceo “Darwin” di Rivoli. La Giornata prevede il ricordo di tutte le vittime della mancanza di sicurezza.

Pertanto, tutte le scuole sono state invitate ad organizzare attività didattiche, incontri, occasioni di confronto e di sensibilizzazione sui temi della sicurezza e della prevenzione dei rischi, durante le attività scolastiche ed extra scolastiche e in sinergia con i propri territori di appartenenza.
Inoltre, tutti gli istituti che aderiscono alla Giornata nazionale potranno partecipare ad una ‘caccia al tesoro’ on line sui temi della tre giorni. Le modalità di partecipazione saranno disponibili a breve sulla pagina http://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/giornata_sicurezza2016.shtml.

Lo scorso anno, attraverso il concorso #LaMiaScuolaSicura, il Miur ha chiesto ai ragazzi di produrre lo spot di accompagnamento della Giornata. È stato scelto quello dell’Istituto “Enrico Mattei” di Caserta. Mentre i ragazzi del Comprensivo “Ardea I” sono gli autori del logo della manifestazione.

Bonus 500 euro, SPID e utilizzo dei buoni spesa: le domande più frequenti

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro, SPID e utilizzo dei buoni spesa: le domande più frequenti

Come abbiamo già detto in precedenza, per accedere ai servizi della card docente di 500 euro per l’aggiornamento, i docenti devono ottenere l’identità digitale.

In attesa dell’apertura della piattaforma miur dedicata, per fare chiarezza, passiamo in rassegna le domande più frequenti che in questi giorni i nostri lettori ci stanno ponendo, fornendo delle risposte.

Che cos’è SPID?

SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è l’identità digitale composta da credenziali (nome utente e password) che permetterà di generare i buoni spesa per comprare un corso o servizio per l’aggiornamento del docente.

 

Dove ottengo lo SPID?

Per ottenere l’identità digitale su SPID è possibile seguire una delle procedure disponibili: InfoCertSielte, TIM e Poste Italiane.

Utilizzando InfoCert è necessario disporre di un PC con webcam ( il servizio costa 19,90 euro); si può anche andare di persona presso un Centro InfoCert ma in tal caso spesso ci si dovrà spostare di cento chilometri o anche più dalla propria città.
In alternativa ci si può registrare tramite Sielte ID, del tutto gratuito (fino al 31 dicembre 2016). Se hai un pc, tablet o uno smartphone dotati di webcam si può selezionare la modalità di riconoscimento online gratuita. Dopo aver inserito i dati sul sito di Sielte, seguendo le istruzioni degli operatori si completa la registrazione attraverso web cam, anche tramite videochiamata su facebook.
In alternativa si possono inserire i dati che richiesti sul sito Sielte e una volta concluse le operazioni ci si potrà recare in uno degli uffici per concludere la registrazione.

Per quanto riguarda il portale di TIM, per poter ottenere l’identità digitale è necessario invece disporre di una CNS (carta nazionale dei servizi), oppure di una firma digitale, da acquistare presso un provider privato, oppure di una carta di identità digitale (non tutti i Comuni sono attrezzati per rilasciarla).
Entro fine anno Tim intende adibire alcuni negozi fisici per il rilascio di Spid, in questo caso basterà la carta d’identità.
Attenzione però: il servizio di TIM è gratuito se ci si registra entro il 31 dicembre, ma l’identità digitale è gratuita per i primi due anni, poi si dovrà pagare sottoscrivendo un abbonamento annuale.
Infine, per registrarsi attraverso Poste Italiane, non è necessario possedere un conto corrente postale o avere a disposizione il Bancoposta e il relativo lettore. La procedura è gratuita e si può svolgere in tutta semplicità.
Infatti, c’è Poste Id che è gratuito per tutta la durata del contratto (24 mesi) per coloro che aderiranno al servizio entro il 31 dicembre 2016. Procedura di registrazione rapida (una decina di minuti) con richiesta anche in questo caso del documento di riconoscimento e del codice fiscale.

Ho smarrito le credenziali SPID. Come recuperarle?

Se hai richiesto SPID a Infocert segui la procedura di recupero: CLICCA QUI;

Se hai richiesto SPID a Poste Italiane segui la procedura di recupero: CLICCA QUI

Se hai richiesto SPID a Sielte segui la procedura di recupero: (username dimenticata) (password dimenticata);

Se hai richiesto SPID a Tim segui la procedura di recupero: (username dimenticata)  (password dimenticata)

Come gestire i buoni spesa?

Gli importi dei buoni verranno detratti dal proprio “portafoglio” esclusivamente al momento della validazione da parte dell’esercente (sia fisici che online). In qualunque momento si può decidere di annullare un buono non ancora validato e crearne un altro, sempre nel limite dei 500 €.

Cosa presentare al momento di un acquisto fisico di un servizio?

In attesa delle direttive ufficiali del Miur, possiamo dire che si presenterà la stampa del buono e presentarlo alla cassa. In alternativa, sempre alla cassa si mostrano i dati identificativi del buono direttamente dal cellulare o tablet, visualizzando presumibilmente un QR code o simile per permettere la validazione del buono spesa.
Come effettuare l’acquisto online di un servizio?

Stessa premessa, ovvero che ancora il Miur non ha dato delle disposizioni ufficiali, ma si può completare l’acquisto online indicando, durante il processo nel sito di vendita, che sarà personalizzato per ogni esercente registrato al programma, il codice del buono generato e che si vuole spendere per l’acquisto.

Bonus 500 euro: dietro l’annuncio c’è la fregatura?

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro: dietro l’annuncio c’è la fregatura?

Il premier ci ha educati a stare molto attenti agli annunci. Promesse reboanti: bonus formazione docenti, bonus giovani, in pensione tre anni prima. Ma dietro il titolo c’è sempre l’ostacolo, per non dire la fregatura. Ovvero una serie di paletti e condizioni che limitano o canalizzano l’offerta straordinaria.

I 18enni, per esempio, lamentano la ristretta platea di esercenti convenzionati dove poter spendere i loro 500 euro a testa, che complessivamente fanno 290 milioni di euro, “investiti” per sostenere la formazione culturale. Peccato che i giovani disoccupati siano ancora 2 milioni, e 100mila all’anno quelli che vanno all’estero.

Quanto al bonus di 500 euro per la formazione dei docenti di ruolo, precari esclusi, il meccanismo sembra studiato apposta per rendere tutto molto complicato. Il primo scoglio da superare è l’accreditamento per avere l’identità digitale. Tuttavia, se l’hanno fatto i 18enni, lo faranno anche i prof.  Ci vuole solo un po’ di tempo.

Il rischio della fregatura viene dopo. Una volta ottenuta l’identità digitale si può accedere all’applicazione web “Carta del docente” e, attraverso questa, sarà possibile avere dei buoni di spesa che “daranno diritto ad ottenere il bene o il serviziopresso gli esercenti autorizzati con la semplice esibizione”, come scrive il Miur. Una specie di voucher spendibili solo presso gli esercenti autorizzati.

È chiaro che la libertà di scelta sarà molto ridotta e canalizzata a priori. Si potranno pagare corsi di formazione, acquistare libri, riviste, biglietti di cinema e teatri, solo di quei soggetti che aderiscono alla convenzione e sono reperibili nella piattaforma. Non sarà possibile scegliere liberamente i prodotti editoriali o acquistare biglietti per spettacoli, pagando comodamente da casa con carta di credito o bonifico on line, come si poteva fare lo scorso anno, perché i soldi non sono più accreditati nel proprio conto corrente, ma si trovano nella piattaforma predisposta con l’elenco degli esercenti autorizzati. Fra un ostacolo e l’altro è prevedibile che molti docenti lasceranno perdere. Ma la restrizione non è l’unico aspetto.

Per capire come funzionerà forse è utile guardare la “18app”, l’applicazione destinata ai diciottenni. Come stanno spendendo i loro 500 euro di bonus in prodotti culturali? I giovani hanno fatto presto a capire che la convenienza sta nello spendibile subito. Inutile aspettare il concerto per il quale non potranno mai comprare il biglietto. Si sono buttati su Amazon.it che vende on line prodotti di elettronica, libri, musica, videogiochi, e che ha aderito immediatamente alla piattaforma. Spendono quasi tutto e subito in libri o altro per sé e per parenti e amici. Fra poco è Natale. È molto probabile che anche i docenti potranno fare acquisti su Amazon.it.

A questo punto però, per completezza di informazione, bisogna ricordare che Amazon è una delle più grandi aziende americane di commercio elettronico su scala mondiale, finita più volte nelle cronache per le condizioni di sfruttamento in cui lavorano i dipendenti, soprattutto giovani con contratti interinali, e perché paga le tasse in Lussemburgo.
I contestatori parlano di lavoro senza tutele e di schiavismo 2.0. Ma non la pensa così il premier Matteo Renzi, che fa fatto di tutto per avere il numero due di Amazon, il vicepresidente Diego Piacentini, in “distacco” presso palazzo Chigi, affidandogli l’incarico di Commissario straordinario per il Digitale. Il numero uno di Amazon, Jeff Bezos, è stato invece ricevuto con tutti gli onori da Renzi la scorsa estate a Firenze. Al centro dell’incontro “i nuovi investimenti” del colosso dell’e-commerce in Italia con nuovi  posti di lavoro per i giovani.

Pare di capire insomma che i vari bonus consentano di prendere più piccioni con una fava.

La mia scelta previdente: una guida alla pianificazione della pensione nel pubblico impiego

da La Tecnica della Scuola

La mia scelta previdente: una guida alla pianificazione della pensione nel pubblico impiego

È stata presentata nel corso del convegno “La pianificazione della pensione nel pubblico impiego”,  organizzato da Fondo Espero e da Fondo Perseo Sirio, “La mia scelta previdente”, la nuovaGuida alla pianificazione della pensione nel pubblico impiego, realizzata dai due Fondi.

Roberto Natoli, Presidente di Fondo Espero, ha ribadito la necessità di favorire la cultura previdenziale di tutti i lavoratori del pubblico impiego, al fine di permettere la pianificazione della vita lavorativa e, quindi, della vecchiaia. “Ci teniamo – ha detto Natoli – agli insegnanti dei nostri figli, agli operatori del pronto soccorso delle zone terremotate, a coloro che si impegnano a garantire i servizi pubblici a tutti i cittadini”.

La guida spiega cos’è la pensione obbligatoria, come funziona la previdenza complementare, le modalità di adesione, i benefici.

Conclude il documento una serie di FAQ.

Per ricevere una copia gratuita delle guida è sufficiente compilare il form su questa pagina.

TFA: ancora nulla di fatto fra Miur e sindacati. E Giannini pensa al futuro…

da La Tecnica della Scuola

TFA: ancora nulla di fatto fra Miur e sindacati. E Giannini pensa al futuro…

Lo scorso 16 novembre 2016, si è svolto un incontro al Miur tra Amministrazione e sindacati in merito alle deleghe previste dalla legge 107/2015.

L’occasione sarebbe dovuta essere propizia anche per parlare del nuovo sistema di reclutamento, ma anche della fase transitoria, con gli aspiranti candidati che aspettano dai primi mesi del 2016 l’apertura del terzo ciclo del Tfa.

Ma così non è stato e quindi ancora rimandato il discorso Tfa, presumibilmente per il 1° dicembre, giorno in cui è previsto il prossimo incontro fra Ministero e sindacati, che dovrebbe essere focalizzato proprio sulla delega relativa al nuovo sistema di reclutamento e alla fase transitoria, toccando (speriamo) anche il nodo dei TFA.

Nel frattempo, il ministro Giannini, nel corso di un’intervista a “Sette“, parla proprio dell’argomento, lasciando intravedere poche speranze per i candidati Tfa, affermando che “i corsi abilitanti Tfa e Pas sono fabbriche di illusioni, che hanno prodotto solo frustrazioni per chi li ha frequentati (pagando) e per chi vi ha insegnato”, aggiungendo inoltre che la delega alla Legge 107/15 “metterà ordine in questo campo: formare ottimi insegnanti a partire dagli anni universitari, evitando corsi successivi a pagamento”.

Renzi, alla scuola 3 Mld, ma qualcosa non ha funzionato

da tuttoscuola.com

Renzi, alla scuola 3 Mld, ma qualcosa non ha funzionato

A differenza dei governi precedenti, abbiamo messo tre miliardi nella scuola. Nonostante questo siamo riusciti a fare arrabbiare tutti. Bisogna essere bravi per riuscirci. Evidentemente qualcosa non ha funzionato“. Lo ha detto, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la presentazione dei mille giorni dell’esecutivo, e lo ha ripetuto poche ore dopo durante la trasmissione ‘Otto e mezzo’ di Lilly Gruber.

Non è la prima volta che il premier fa autocritica sulla politica scolastica. Vedremo se anche questa volta il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, cercherà di edulcorare il severo giudizio formulato dal premier, valorizzando i risultati, a suo giudizio almeno parzialmente positivi, della legge 107 e cercando di togliersi dalla scomoda posizione di ministro più a rischio in caso di rimpasto del governo.

Giannini su mobilità: le cose si stanno sistemando

da tuttoscuola.com

Giannini su mobilità: le cose si stanno sistemando
Puntiamo ad avvio nuovo anno scolastico senza alcun intoppo

Intervenendo oggi a Firenze sulla questione dei rifiuti di assunzioni della Buona scuola da parte degli insegnanti per incarichi troppo lontani da casa il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ha detto che  “le cose si stanno sistemando“.

C’è stato quest’anno l’aspetto della mobilità straordinaria, ben 207mila persone in mobilità – ha spiegato – è chiaro che questo ha prodotto una fase di maggiore complessità organizzativa. Ma le cose ora si stanno sistemando: voglio dire che noi abbiamo iniziato, adesso, sia con i tavoli di concertazione sindacale che di studio delle varie fasi che andranno fatte da gennaio in avanti, perchè il prossimo avvio di anno scolastico, che pure si annuncia molto più tranquillo, non registri alcun piano di mobilità straordinaria, non abbia nemmeno un intoppo“.