P.I., SU RINNOVO CONTRATTO RISPUNTA IL ‘VIZIETTO’ DEGLI 80 EURO

P.I., SU RINNOVO CONTRATTO RISPUNTA IL ‘VIZIETTO’ DEGLI 80 EURO

“In vista del referendum del 4 dicembre, il ministro Madia promette un rinnovo del contratto che non trova alcun riscontro nelle risorse stanziate dalla legge Finanziaria. E così, come il prestigiatore che estrae il coniglio dal cilindro, il Governo fa spuntare fuori magicamente 85 euro di aumento in busta paga per i lavoratori del pubblico impiego”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Fgu-Gilda degli Insegnanti, commenta l’incontro avvenuto oggi a Palazzo Vidoni tra il ministro della Pubblica Amministrazione e Cgil, Cisl e Uil sul rinnovo del contratto P.I. scaduto ormai da 7 anni.

“Nella Finanziaria i fondi destinati al pubblico impiego ammontano a 1 miliardo e mezzo in cui – specifica Di Meglio – rientrano anche le assunzioni del personale. Per il rinnovo del contratto, dunque, resteranno più o meno 900 milioni di euro che, divisi per i 3 milioni di lavoratori del settore, si tradurrebbero in circa 30 euro lordi a testa di incremento stipendiale. Come si arriva, dunque, agli 85 euro promessi dalla Madia? Semplice: – polemizza il coordinatore – rispunta il ‘vizietto’ renziano degli 80 euro, stavolta ‘arricchiti’ da altri 5 euro per qualche caffè in più da consumare al bar”.

“Dopo 7 anni in attesa per il rinnovo del contratto e con un potere di acquisto ormai ridotto all’osso – conclude Di Meglio – queste promesse basate sul nulla, dettate evidentemente dal prossimo appuntamento referendario, sono un’ulteriore offesa nei confronti dei dipendenti statali”.

La penna e la tastiera

La penna e la tastiera

di Maurizio Tiriticco

Da un po’ di anni la tastiera si dà tante arie! Non era così una volta, quando nacque alla fine del 1800 quando un tale inventò la macchina per scrivere! Ora queste macchine non ci sono più, ma per molti anni hanno fatto la loro bella figura in tutti gli uffici! E qualcuno l’aveva pure in casa, uno scrittore, ad esempio. E c’erano anche quelle portatili, più leggére, che un giornalista portava sempre con sé per scrivere i suoi articoli.

A quei tempi la maggior parte di noi scriveva con la penna e con la carta. Anche a scuola la maestra ci insegnava a tenere bene la penna in mano… la destra, sempre, altrimenti erano bacchettate… perché potessimo scrivere nel modo più chiaro possibile!

– Perché poi – ci diceva – c’è un’altra persona che deve leggere e, se non si scrivono chiaramente tutte le letterine, chi legge fa una fatica bestiale!

A quei tempi la tastiera era molto modesta! Sapeva che era solo uno strumento che scriveva letterine tutte eguali e invidiava la penna perché era sempre maneggiata con cura e ogni letterina scritta era sempre diversa da un’altra! E con la penna poi si facevano disegni, scarabocchi e tante altre cose ancora, e la tastiera moriva di invidia! Non era capace di tanto!

Ma poi qualcuno nel secolo scorso ha inventato un’altra macchina, più potente e più veloce, il computer. Sa fare tante cose e sa anche scrivere… ma come? Sempre con una tastiera! Così diversa dalla prima! Sa scegliere i caratteri, anche tutti diversi tra loro, li sa fare piccoli e grandi, anche a colori! E con la tastiera si può anche disegnare, navigare, in quel mondo meraviglioso che si nasconde dietro il video!

E questa tastiera, così rinnovata e perfezionata ha messo su una gran boria! E prende in giro la penna!

– Cara penna! Ora la pianterai di darti tante arie! Io so fare mille cose e tu no! E i bambini imparano presto ad usarmi! Ormai fin da piccoli sono armati di cellulari e di Ipad e con un colpo di polpastrello scrivono tutto quello che vogliono! E tu? Rimani sempre chiusa al buio dentro un astuccio e ne esci solo quando qualche maestra si ricorda che esisti, insieme con matite e pennarelli! Una volta i bambini si macchiavano con l’inchiostro! Era una disperazione per le maestre e per le mamme! Ora non più! Io sono pulita e tu? Sei la porcacciona di sempre! Fanno bene a metterti da parte!

– Hai proprio ragione, piagnucolò la penna! Nessuno più mi cerca! Non ho più futuro! Io ho a che fare solo raramente per qualche appuntino e tu, invece, navighi in ogni parte del mondo! Sai fare mille cose! Sono molto triste!

Ma un foglio bianco che stava lì vicino intervenne un po’ arrabbiato!

– Ma quale tristezza! La tastiera è solo una macchina! E si dà tante arie! Ce l’ha con le penne e anche con me! Vuoi sapere come mi trattano? Mi infilano in una risma appiccicato con centinaia di altri disgraziati come me! Poi ci infilano tutti insieme dentro un’altra macchina, che si chiama stampante: entro bianco e in un attimo esco tutto nero di inchiostro e non capisco nulla di quello che c’è scritto! E così per tutti gli altri disgraziati come me! Che bello, invece, quando ero scelto da una mano, poggiato su una scrivania, carezzato da te, penna mia! Mi scrivevi, mi cancellavi, poi riscrivevi e facevi pure qualche scarabocchio, qualche disegnino e mi divertivo tanto a giocherellare con te! Insomma io e te parlavamo, ci confidavamo! Io ti dicevo quando eri giunta alla fine della pagina e quando dovevi prendere una mia sorellina per continuare il tuo lavoro! Era bello, penna mia! Era bello! E sempre con tanta leggerezza! Ora sono tutto impacchettato con altri fogli e sapessi che dolore poi quando mi stracciano e mi buttano via! Se la tastiera ha sbagliato o la stampante è impazzita! Bei tempi, penna mia, quando ci carezzavamo io e te con tanta delicatezza!

– Allora, posso essere serena! Mi stai rincuorando! Non è finito il mio tempo!

– Non pensarci neanche! Non morirai mai! E sarai ricercata come una cosa rara e preziosa! Vedo già una bambina che ti cerca… ecco… ti prende leggermente tra le dita… comincia a scrivere! Che bello! Tra poco ogni parola, ogni lettera saranno carezze per me! Attenta però, bambina mia, quando metti i punti! A volte fanno male! Preferisco il solletico delle virgole!

La penna… per imparare a scrivere… e a pensare!

Inserimento in GaE congelati SSIS

Inserimento in GaE: l’Anief riapre le porte ai congelati SSIS

Vittoria piena dell’Anief in tribunale sull’annosa controversia che vede il MIUR negare il diritto ai docenti che avevano interrotto il percorso abilitativo delle Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario cui avevano avuto accesso prima del 2009 di essere inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento una volta conseguita l’abilitazione. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Patrizia Gorgo ottengono presso il Tribunale di Verbania una sentenza esemplare nella sua peculiarità che ribadisce come l’esclusione dei ‘congelati SSIS’ dalla possibilità di successivo inserimento nelle GaE risulta essere senza ombra di dubbio “previsione arbitraria, che non si giustifica nemmeno con la trasformazione delle graduatorie da permanenti ad esaurimento”.

All’edilizia scolastica 530 milioni

da Il Sole 24 Ore

All’edilizia scolastica 530 milioni

di Massimo Frontera

La legge di bilancio riserverà ulteriori risorse a favore dell’edilizia scolastica. Dopo i 100 milioni dell’Inail (si veda il «Sole 24 Ore» di ieri) il governo si prepara a stanziare risorse per sostenere l’attivazione dei 530 milioni di nuovi prestiti che la Bei, Banca europea degli investimenti, si è detta disposta a concedere all’Italia per la sicurezza nelle scuole.

Un protocollo d’intesa in questo senso è stato sottoscritto ieri a Roma dal premier Matteo Renzi, dal vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, e dall’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabio Gallia. Il premier ha voluto celebrare l’iniziativa nella giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole (dedicata alla memoria a Vito Scafidi, vittima del crollo di un controsoffitto in un liceo di Rivoli, esattamente otto anni fa) scegliendo la scuola Pablo Neruda, appena completata nella periferia di Selva Candida, a Roma.

La scuola romana è stata completata grazie a una delle iniziative a favore delle scuole, la misura “sbloccascuole”, cioè la possibilità, per l’ente locale, di investire risorse proprie in deroga al patto di stabilità. Renzi, rivolgendosi ai sindaci, ha ripetuto il suo mantra ricorrente in tema di scuole: «Tutto quello che sarà investito nell’edilizia scolastica sarà fuori dal patto di stabilità». Il premier ha poi nuovamente sollecitato i sindaci a «progettare». Tema sul quale ha insistito molto lo stesso vicepresidente Bei: «Abbiamo bisogno di buoni progetti, di una capacità progettuale di qualità da parte delle amministrazioni, soprattutto quelle locali, delle quali occorre rinforzare le competenze tecniche – ha detto – . Ripeto: le risorse finanziarie le abbiamo. Abbiamo bisogno di progetti e di programmi di qualità». Il vicepresidente Bei ha poi elogiato l’anagrafe dell’edilizia scolastica messa in piedi dal ministero dell’Istruzione: «Una eccellenza italiana all’avanguardia in Europa», ha detto.

Al protocollo d’intesa siglato ieri seguirà, nei prossimi giorni, la firma di un protocollo tecnico che dettaglierà il programma. Programma che rappresenta il proseguimento (potenziato) del piano “mutui Bei” che ha già attivato 905 milioni di euro di prestiti. Il governo aveva già previsto risorse per attivare ulteriori 240 milioni di mutui Bei, ma ora, grazie alla disponibilità della Banca a concedere fino a 530 milioni, deve cercare la copertura per altri 290 milioni. Finora il piano ha funzionato: «Il 90 % dei fondi disponibili è stato assegnato – ha riferito sempre il vicepresidente Bei – ed è previsto che entro l’ottobre del prossimo anno la dotazione sarà completamente allocata». La Bei concede i soldi alle amministrazioni locali a fronte di una rata annuale pagata dallo Stato per 30 anni. Scannapieco ha anche annunciato che l’ultimo Cda ha approvato il finanziamento (con lo stesso meccanismo) di un mutuo di 800 milioni per finanziare gli interventi di prevenzione contro il dissesto idrogeologico.

Nel caso delle scuole, un ruolo fondamentale lo svolge anche Cassa depositi e prestiti, che è il “front office” nel rapporto con le amministrazioni territoriali e locali. Attività che Cdp affianca alla sua mission storica, di banca di riferimento per le amministrazioni locali (si veda scheda a fianco). «Negli ultimi otto anni – ha riassunto l’ad Gallia – abbiamo erogato almeno 2,5 miliardi di finanziamenti all’edilizia scolastica». Sul meccanismo c’è la vigilanza e il monitoraggio del ministero dell’Istruzione. Altre misure sono invece seguite dall’unità di missione di Palazzo Chigi guidata da Laura Galimberti.

Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha ricordato che complessivamente per le scuole sono stati stanziati 7,2 miliardi di euro, con interventi in circa 20mila istituti, «la metà delle scuole del Paese». Il fondo unico del Miur da destinare all’edilizia scolastica è di 1,7 miliardi in 8 anni (dal 2017), ancora da assegnare.

Il premio di merito a un docente su tre “Ma arriverà tagliato”

da la Repubblica

Il premio di merito a un docente su tre “Ma arriverà tagliato”

Bonus per 250mila prof: però sarà liquidato solo l’80% Dubbi e

Corrado Zunino
Il ministero dell’Istruzione, lo scorso giugno, ha distribuito 380 milioni alle scuole italiane. Finanziamento per i premi ai migliori docenti. Le scuole italiane, prima dell’inizio del nuovo scolastico, ed entro il 31 agosto, hanno redistribuito i soldi ricevuti a 247.782 insegnanti delle venti regioni. Il 39 per cento del totale. Con le motivazioni più varie: “capacità di coordinamento”, “forti conoscenze linguistiche”, “spinta in avanti sulla didattica informatica”. Ma anche per aver portato i ragazzi a una mostra il sabato o aver trascritto i verbali dei consigli di classe. A Palermo, nel 42 per cento delle scuole, il bonus è stato assegnato in base a un’autocertificazione presentata dagli stessi insegnanti. Più in generale, i dirigenti scolastici — presiedendo il comitato di valutazione che ha scelto nomi e cognomi — hanno cercato di spalmare su più docenti possibili il premio al merito. E alla fine, seguendo i dati fin qui inediti del Miur, hanno alzato (una tantum) lo stipendio a 247.782 docenti in cattedra, appunto: più di uno su tre. Per tutta la stagione i presidi erano stati inseguiti dal sospetto (urlato) che avrebbero premiato parenti, amici e sottoposti fedeli. Hanno preferito allora allargare la base, per evitare nuove polemiche. È credibile pensare che alla fine del triennio della Legge 107 — che chiede, appunto, aggiornamenti ogni tre anni — quasi tutti gli insegnanti italiani potranno aver ricevuto il bonus.
A quanto ammonta il premio? In media, sono 23mila euro destinati a ogni scuola mentre, vista la possibilità di scelta dei presidi, ai singoli docenti è stata destinata una cifra (lorda) fortemente variabile: tra i 200 euro e i 1.800 euro, è la forchetta.
Quando sarà pagato, il premio? Ecco, qui è esploso l’ultimo caso, dopo il conflitto per la scelta dei criteri della scorsa primavera e il rifiuto di ritirare il premio da parte di alcuni docenti (caso esploso a fine giugno). Il primo appuntamento possibile per il pagamento in busta paga era annunciato per ieri, 22 novembre. Ma la Flc Cgil ha diffuso una nota preoccupata e al solito polemica in cui ha denunciato come il premio sarà pagato non per intero e che, chi non lo ha avuto ieri in busta paga, non lo prenderà più. Ha scritto il segretario della Flc, Mimmo Pantaleo: «Abbiamo appreso dalle scuole che il Miur assegnerà solo l’80 per cento del bonus docenti e lo erogherà solo se le segreterie riusciranno a inserire i dati, in una vera e propria corsa contro il tempo e contro il sistema informativo ministeriale, entro il 22 novembre».
È inaccettabile, ha detto Pantaleo: «La comunicazione alle scuole della nuova voce da inserire è arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì scorso e il sistema informatico è rimasto non funzionante fino a metà giornata del lunedì. Chi non è stato pagato il 22 novembre rischia di vedere il premio a marzo o ad aprile».
Il ministero ha risposto con un tweet rassicurante: “Tutti riceveranno il bonus e non è a rischio”. Quindi lo staff del ministro ha spiegato: le segreterie sono affaticate come sempre, ma chi non ha ricevuto i soldi in più a novembre li prenderà il 15 dicembre. Verseremo solo l’80 per cento proprio a causa del ricorso al Tar della Cgil. La scorsa settimana c’è stata la sentenza e sarà resa pubblica a ore. Se dovremo allargare il pagamento anche ai supplenti, come chiede il sindacato, allargheremo la distribuzione attingendo sempre da quei 380 milioni».

Paritarie in crisi nera, chiuse 400 scuole. Governo in soccorso: gli studenti costano poco

da La Tecnica della Scuola

Paritarie in crisi nera, chiuse 400 scuole. Governo in soccorso: gli studenti costano poco

Mentre un alunno della scuola secondaria statale costa 7.000 all’anno; per le scuole paritarie ci sono solo 150 euro a studente, il resto lo deve mettere la famiglia”.

A ricordarlo è stato il senatore Antonio De Poli, vicesegretario vicario UDC che in Senato, ha presentato un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in cui illustra “il quadro delle scuole paritarie che, negli ultimi anni, tra il 2012 e il 2015 ha subito un crollo di 100.000 iscritti, un calo di oltre il 9%“.

Per il senatore, l’aumento dei fondi prodotto dal Governo con la Legge di Stabilità (in tre anni si è arrivati a 500 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al 2014). Inoltre, arriveranno per la prima volta dei fondi per i docenti di sostegno anche per le paritarie. Oltre che l’incremento sensibile delle detrazioni fiscali delle famiglie sulle rette d’iscrizione: “le detrazioni fiscali vanno bene, aiutano le famiglie ma, purtroppo, se le paritarie sono in crisi, sono costrette o ad aumentare le rette o a chiudere i battenti”, ha tenuto a dire De Poli.

Per il rappresentante UDC non vi sono dubbi: “sulle scuole materne paritarie – che sono la ‘roccaforte’ delle paritarie con 586.000 iscritti – bisogna compiere uno sforzo in più”.

De Poli, infine, si è soffermato sulla crisi delle paritarie: “gli sforzi messi in campo dal Governo sono stati importanti ma, purtroppo, non hanno sortito gli effetti sperati: in 5 anni, stando alle cifre ufficiali, hanno chiuso i battenti ben 400 istituti paritarie su 13.000 esistenti in tutto il Paese. L’allarme lanciato dalle associazioni di riferimento non può essere ignorato: il governo si attivi raddoppiando, in Legge di stabilità, i fondidestinati in modo particolare alle scuole materneparitarie“. Che, aggiungiamo noi, rappresentano ben oltre la metà delle sedi scolastiche rivolte ai bambini tra 3 e 6 anni. E che se chiudessero i battenti, dovrebbero essere gestite tutte dallo Stato. I cui costi di gestione salirebbero. E non di poco.

Di scuole paritarie ha parlato anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 23 novembre, a un’interrogazione (Gigli – Des- CD) sull’argomento.

È “auspicata la partecipazione delle scuole Paritarie” al secondo bando del progetto “La scuola al centro”, ha sottolineato il responsabile del Miur.

Il secondo bando ha stanziato 240 milioni di euro a livello nazionale. Le scuole paritarie non sono state escluse da questo progetto, ma – ha spiegato il ministro – è stato consentito loro di partecipare in rete e in collaborazione con le istituzioni scolastiche statali.

La partecipazione in rete non solo è stata consentita, ma addirittura favorita attraverso la previsione di un punteggio premiale e aggiuntivo per quelle scuole statali che hanno dato vita a tale coinvolgimento.

Questo è il massimo, a normativa vigente che noi potessimo ottenere“, ha osservato il ministro, rispondendo in questo modo anche alle associazioni delle paritarie che continuano a denunciare la scarsità dei fondi a favore delle scuole non statali.

“Se poi questo non è avvenuto da parte delle scuole paritarie per mancanza di protagonismo o per problemi di natura tecnica, sarà mia cura analizzare i dati con attenzione e aiutare il sistema nella sua complessità a essere protagonista attivo”, ha concluso Giannini confermando quindi l’impegno del Governo sull’approvazione di provvedimenti che agevolino la parità tra istruzione pubblica e paritaria.

Superiori, con 40 milioni di fondi Pon arrivano orientamento consapevole e formazione prof

da La Tecnica della Scuola

Superiori, con 40 milioni di fondi Pon arrivano orientamento consapevole e formazione prof

Il ministro Giannini rassicura sull’orientamento scolastico: la scelta delle superiori dovrà sempre più diventare un “orientamento consapevole” degli studenti.

Rispondendo a un’interrogazione in materia, posta dai parlamentari Binetti e Bosco di Area Popolare, il ministro dell’Istruzione ha spiegato che nella scelta della scuola superiore il Miur “si sta attivando con due grandi piani”.

Durante il question time, il responsabile del Miur ha ricordato che già questa estate sono stati stanziati 2,3 milioni per il piano nazionale dell’Orientamento Scolastico. A questo primo stanziamento si aggiungeranno circa 40 milioni di fondi Pon, destinati anch’essi a facilitare il passaggio degli studenti tra i diversi livelli del sistema d’istruzione.

“Nello specifico – ha detto Giannini – è prevista una serie di attività svolte alle medie che prevedono azioni più innovative con attività laboratoriali precoci e una sorta di peer review, cioè il confronto con le esperienze dei ragazzi più grandi”.

“Il tutto – ha continuato il ministro – sarà accompagnato dalla formazione degli insegnanti e da un’attenzione particolare agli Its, gli istituti tecnici superiori. Non è un caso – ha concluso il ministro – che il Piano Industria 4.0 ha l’obiettivo di raddoppiare il numero degli iscritti a questi corsi”.

Vale la pena ricordare che l’Italia è in sensibile ritardo rispetto alla tabella di marcia tracciata dall’Unione Europea sul numero di studenti che abbandonano in età di obbligo scolastico: oltre il 17% contro il 10% massimo indicato da Bruxelles.

Alternanza Scuola Lavoro, ci pensa Adecco a “sistemare” gli studenti

da La Tecnica della Scuola

Alternanza Scuola Lavoro, ci pensa Adecco a “sistemare” gli studenti

La nota agenzia privata di selezione del personale apre il “Portale dell’Alternanza”, dedicato agli studenti che vogliono intraprendere un’esperienza di formazione professionale.

Si tratta quindi di privati che si occupano di inserimento lavorativo e non quindi di personale designato dal Miur.
A tal riguardo, l’Unione degli Studenti esprime il proprio dissenso: “Dopo la presentazione dei Campioni dell’Alternanza con aziende come McDonald’s e Zara dove poter fare l’alternanza arriva il ‘Portale dell’Alternanza’, presentato dal ‘Gruppo Adecco’ che si occupa di selezione del personale e, evidentemente, non di formazione – dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti-  che ha la funzione, in teoria, di far incontrare mondo della scuola e aziende ma l’impostazione risulta grave’’.

‘’Sul sito, prosegue Picci, emerge qual è la volontà di questo portale e l’impostazione: l’alternanza è funzionale solo ed esclusivamente a trovare un posto di lavoro già dalle scuole superiori e farsi scegliere dalle aziende. Dall’altro canto questo serve allle aziende per scegliere i propri lavoratori prima ancora che abbiano finito il proprio percorso formativo, con il vantaggio di non doverli retribuire.’’
‘’L’alternanza scuola-lavoro non è e non deve essere intesa come inserimento anticipato nel mondo del lavoro, conclude l’Unione degli Studenti, ma come metodo didattico che ha bisogno di un’impostazione diversa e una progettazione chiara, uno Statuto delle Studentesse e degli Studenti in Alternanza, un Codice Etico per le aziende che devono rispettare per essere luoghi idonei per questa esperienza’’.

Aggiornamento Istanze online: dal 1° dicembre chiusi alcuni servizi

da La Tecnica della Scuola

Aggiornamento Istanze online: dal 1° dicembre chiusi alcuni servizi

Il Ministero fa sapere la sospensione di alcuni servizi di Istanze Online a causa di un aggiornamento del software nei primi giorni di dicembre 2016 fino a nuova comunicazione.

Pertanto dal 1 dicembre fino alla conclusione dell’aggiornamento:

– non sarà possibile effettuare la Registrazione al servizio
– per gli utenti già abilitati il servizio funzionerà in modo limitato
– per gli utenti già abilitati che non si sono registrati con casella @istruzione non sarà possibile effettuare il recupero delle credenziali.

A tal riguardo, il Miur invita a completare le seguenti operazioni entro il 30 novembre:
– procedura di registrazione, altrimenti la registrazione in corso verrà annullata;
– validazione dell’indirizzo email privato modificato, altrimenti sarà necessario ripetere la procedura di abilitazione alla riapertura del servizio;
– rigenerazione del codice personale, altrimenti sarà necessario attendere la riapertura del servizio; – recupero delle credenziali in caso di necessità.

Sarà possibile invece usufruire dei servizi disponibili non coinvolti nell’operazione di aggiornamento.

Leggi la nota Miur (CLICCA QUI)

Alternanza Scuola Lavoro, cosa fare in caso di infortunio degli studenti?

da La Tecnica della Scuola

Alternanza Scuola Lavoro, cosa fare in caso di infortunio degli studenti?

Una delle questioni più spinose dell’Alternanza Scuola-Lavoro riguarda la normativa in caso di infortunio o malattia professionale degli studenti impegnati nelle attività.

L’INAIL, con la Circolare n. 44 del 21/11/2016, fornisce un quadro dettagliato sull’argomento.

In generale possiamo dire che gli studenti delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, anche privati, comprese le Università, sono assicurati obbligatoriamente presso l’INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
In particolare, gli studenti sono assicurati soltanto se svolgono:

• esperienze tecnico – scientifiche, esercitazioni pratiche e di lavoro;

• attività di educazione fisica nella scuola secondaria;

• attività di scienze motorie e sportive, nonché attività di alfabetizzazione informatica e di apprendimento di lingue straniere con l’ausilio di laboratori nella scuola primaria e secondaria;

• viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo.

La copertura assicurativa è esclusa per l’infortunio in itinere, ovvero quel infortunio occorso nel normale tragitto di andata e ritorno dal luogo di abitazione alla sede della scuola presso cui lo studente è iscritto.

La circolare poi precisa che nel caso degli studenti delle Scuole e delle Università Statali la copertura assicurativa avviene mediante il sistema della gestione per conto dello Stato di cui agli artt. 127 e 190 del T.U., mentre gli studenti delle scuole o degli istituti di istruzione di ogni ordine e grado, non statali, sono assicurati mediante il versamento di un premio speciale unitario, ai sensi dell’art.42 del T.U.

Infatti, la copertura antinfortunistica, per gli studenti delle scuole statali viene attuata mediante la gestione per conto dello Stato, mentre per gli studenti delle scuole non statali mediante il versamento di un premio speciale unitario, previa comunicazione, tramite l’apposito servizio online “Regolazione Alunni” del numero degli alunni e studenti che partecipano a esperienze tecnico scientifiche od esercitazioni pratiche o di lavoro o a progetti di alternanza scuola lavoro.
Per questi ultimi studenti, si legge sulla circolare, sono in corso le verifiche per un aggiornamento del premio, anche in relazione all’andamento infortunistico.

In caso di infortunio o malattia professionale, la denuncia deve essere fatta dal dirigente scolastico, se non diversamente specificato nella convenzione tra istituto scolastico e azienda.
Successivamente l’assicurato deve comunicare l’infortunio o denunciare la malattia professionale al suddetto soggetto.
“Nel caso in cui l’assicurato dia notizia dell’infortunio o della malattia professionale esclusivamente al soggetto ospitante, quest’ultimo dovrà notificare al dirigente scolastico l’evento occorso allo studente al fine di assicurare la dovuta immediatezza alla comunicazione delle assenze per infortunio o per malattia professionale, consentendo al soggetto obbligato di effettuare le relative denunce entro i termini di legge”.
Leggi la circolare integrale INAIL (CLICCA QUI)

Il Papa: “Troppi bimbi analfabeti, incomprensibile ingiustizia”

da La Tecnica della Scuola

Il Papa: “Troppi bimbi analfabeti, incomprensibile ingiustizia”

Papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì, la prima dopo la conclusione del Giubileo della Misericordia, si è rivolto, come sempre, agli ultimi del pianeta, agli emarginati, a chi soffre: “Pensiamo a quanti bambini soffrono ancora di analfabetismo, questo non si può capire, che in un mondo dove il progresso tecnico e scientifico sia arrivato così in alto, che ci siano bambini analfabeti, questo non si può capire, è una ingiustizia, quanti bambini soffrono di mancanza di istruzione. È una condizione di grande ingiustizia, intacca la dignità stessa della persona. Senza istruzione poi si diventa facilmente preda di sfruttamento e di varie forme di disagio sociale”..

“La Chiesa, nel corso dei secoli, ha sentito l’esigenza di impegnarsi nell’ambito dell’istruzione perché la sua missione di evangelizzazione comporta l’impegno di restituire dignità ai più poveri. Dal primo esempio di una ‘scuola’ fondata proprio qui a Roma da san Giustino, nel secondo secolo, perche i cristiani conoscessero meglio la sacra Scrittura, fino a san Giuseppe Calasanzio, che aprì le prime scuole popolari gratuite d’Europa, abbiamo un lungo elenco di santi e sante che in varie epoche hanno portato istruzione ai più svantaggiati, sapendo che attraverso questa strada avrebbero potuto superare la miseria e le discriminazioni. Quanti cristiani, laici fratelli e sorelle consacrate, sacerdoti, hanno dato la loro vita nell’educazione dei bambini e dei giovani. Ma questo è grande!”.

“Attraverso un lavoro semplice e poche strutture hanno saputo restituire dignità a tante persone! E l’istruzione che davano era spesso orientata anche al lavoro. Pensiamo a san Giovanni Bosco – sottolinea Francesco – che con quei ragazzi di strada e con l’oratorio preparava al mondo del lavoro. È così che sono sorte molte e diverse scuole professionali, che abilitavano al lavoro mentre educavano ai valori umani e cristiani. L’istruzione, pertanto, è davvero una peculiare forma di evangelizzazione. Più cresce l’istruzione e più le persone acquistano certezze e consapevolezza, di cui tutti abbiamo bisogno nella vita”.

Domande esami di Stato 2017: attenti alla scadenza del 30 novembre

da La Tecnica della Scuola

Domande esami di Stato 2017: attenti alla scadenza del 30 novembre

Anche quest’anno è fissata al 30 novembre la scadenza per la presentazione delle domande da parte dei candidati per l’esame di Stato 2017.

In particolare, la scadenza riguarda i candidati interni (alunni dell’ultima classe), i candidati esterni, gli alunni in possesso del diploma professionale di tecnico (Regione Lombardia e Province Autonome di Trento e Bolzano) e i candidati detenuti.

Il 31 gennaio 2017 rappresenta invece il termine ultimo di presentazione di eventuali domande tardive (di candidati interni ed esterni), limitatamente a casi di gravi e documentati motivi, quali gli eventi sismici che hanno colpito quest’anno l’Italia centrale. Sempre entro il 31 gennaio possono presentare domanda anche gli alunni della penultima classe per abbreviazione per merito(candidati interni).

Altra scadenza da ricordare è il 20 marzo, data entro la quale possono presentare domanda gli alunni con cessazione della frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2017 e prima del 15 marzo 2017 (candidati esterni).

Tutte le indicazioni per la presentazione della domanda sono contenute nella nota prot. n. 12474 del 9 novembre 2016, cui è allegato anche il fac-simile di domanda per i candidati esterni.

Job&Orienta 2016

Scuola e lavoro, il Miur a Job&Orienta con seminari, workshop e performance degli studenti

Un focus dedicato all’Alternanza scuola lavoro. Convegni e tavole rotonde per raccontare i percorsi in azienda realizzati dalle scuole e approfondire il passaggio dal mondo dell’istruzione e della formazione al mondo del lavoro e per raccontare il contrasto alla dispersione scolastica. E ancora, un seminario dedicato alle recenti novità per gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e al Piano Industria 4.0 presentato dal Governo. Tre dirette streaming. Ma anche eventi, workshop e performance degli studenti. Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarà presente da giovedì 24 a sabato 26 novembre, a Job&Orienta 2016, a Verona, con un programma ricco di appuntamenti.
Per il Miur, ad inaugurare la nuova edizione del Salone dell’orientamento, sarà il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini che – assieme al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti – parteciperà anche ad un talkshow con gli studenti (giovedì 24, dalle ore 11.00 alle ore 12.00, Auditorium Verdi). Presso lo stand del Ministero dell’Istruzione (percorso arancione – Educazione e Scuole – pad. 7) gli studenti potranno incontrare anche il Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi.
L’area espositiva del Miur ospiterà 22 Istituti Tecnici Superiori e 6 istituti scolastici che si sono distinti per il programma “Made in Italy – Un modello educativo”, nell’ambito del piano nazionale per la promozione della manifattura italiana, e per il concorso “New Design”, per la valorizzazione della tradizione progettuale del nostro Paese.
I ragazzi che hanno ancora dei dubbi sul proprio futuro potranno passeggiare all’interno del “Parco dell’orientamento” dove saranno indirizzati sul sentiero da intraprendere sulla base delle loro attitudini e competenze. La zona centrale dello stand sarà dedicata alla vita da studente. Lì si potranno conoscere tutte le attività, i progetti e le offerte proposte da “Io Studio – la Carta dello Studente” per il Diritto allo studio. Anche quest’anno i giovani potranno conoscere i #SuperErrori del Web, i simpatici personaggi del Safer Internet Centre Italia che spiegheranno, attraverso una serie di attività, le regole del corretto comportamento per navigare sicuri in rete.
Lo stand del Miur ospiterà anche uno spazio della Camera dei Deputati e del Senato in cui saranno presentate tutte le loro iniziative per gli studenti e le scuole.
Inoltre, nello spirito del rafforzamento della sinergia tra pubblico e privato, saranno proposti nuovi progetti nazionali premianti per gli studenti:
‘Lets App’: è realizzato con la collaborazione della Samsung e vuole avvicinare tutti gli studenti, anche quelli con scarse capacità informatiche, all’ideazione e realizzazione di una App per smartphone o tablet attraverso delle lezioni interattive online;

‘Vita da Studente’: è realizzato con Canon Italia per avvicinare i giovani alla fotografia e stimolarli alle arti visive e alla tecnica reportistica.

Gli eventi che potranno essere seguiti in diretta streaming collegandosi al portale del Miur (www.istruzione.it) sono:

OIL FOR BRAIN: SCUOLA_FORMAZIONE_LAVORO (giovedì 24, dalle ore 11 alle ore 12.30)

FOCUS ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Dati e prospettive (giovedì 24, dalle ored 14.30 alle ore 17)

ITS PER L’ITALIA 4.0 (venerdì 25, dalle ore 11 alle ore 13)

Il sito di Job&Orienta: http://www.joborienta.info/

Riforma PA in Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 24 novembre, ha approvato cinque decreti legislativi di riforma della Pubblica Amministrazione.


RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

1) Disciplina della dirigenza della Repubblica (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante disciplina della dirigenza della Repubblica ai sensi dell’articolo 11 della legge 7 agosto 2015, n.124. Sono stati acquisiti i pareri parlamentari e si è tenuto conto delle indicazioni del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata. Nello specifico, il sistema della dirigenza sarà costituito dal ruolo dei dirigenti statali, dal ruolo dei dirigenti regionali e dal ruolo dei dirigenti locali. Ogni dirigente può ricoprire qualsiasi ruolo dirigenziale; la qualifica dirigenziale è infatti unica. Alla dirigenza si accede per corso-concorso o per concorso.

2) Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante il Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale. Sono stati acquisiti i pareri parlamentari e si è tenuto conto delle indicazioni del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata. Nello specifico, al fine di garantire ai cittadini qualità e efficienza dei servizi  sono previsti, tra l’altro, modalità competitive per l’affidamento, costi standard e livelli dimensionali almeno provinciali degli ambiti di erogazione dei servizi.

3) Norme in materia di regimi amministrativi delle attività private (SCIA 2) (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo in materia di individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certificata di inizio attività (Scia), silenzio assenso e comunicazione e di definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti, al sensi dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Sono stati acquisiti i pareri parlamentari e si è tenuto conto delle indicazioni del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata. Nello specifico, il decreto provvede alla mappatura completa e alla precisa individuazione delle attività oggetto di procedimento di mera comunicazione o segnalazione certificata di inizio attività o di silenzio assenso, nonché quelle per le quali è necessario il titolo espresso e introduce le conseguenti disposizioni normative di coordinamento. Inoltre è prevista la semplificazione dei regimi amministrativi in materia edilizia.

4) Riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo recante attuazione della delega di cui all’articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n.124, per il riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Nello specifico, il provvedimento prevede un piano di razionalizzazione, in un’ottica di efficientamento, di efficacia e di riforma della governance delle Camere di commercio. Più nel dettaglio, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il numero complessivo delle Camere si ridurrà dalle attuali 105 a non più di 60 nel rispetto dei seguenti vincoli direttivi: almeno una Camera di commercio per Regione; accorpamento delle Camere di commercio con meno di 75mila imprese iscritte. Al fine di alleggerire i costi di funzionamento delle Camere, il decreto prevede 4 ulteriori azioni che riguardano: la riduzione del diritto annuale a carico delle imprese del 50%; la riduzione del 30% del numero dei consiglieri; la gratuità per tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori; una razionalizzazione complessiva del sistema attraverso l’accorpamento di tutte le aziende speciali che svolgono compiti simili, la limitazione del numero delle Unioni regionali ed una nuova disciplina delle partecipazioni in portafoglio. Il provvedimento introduce quindi maggiore chiarezza sui compiti delle Camere con l’obiettivo di focalizzarne l’attività su attività istituzionali evitando, al contempo, duplicazioni di responsabilità con altri enti pubblici. Viene infine rafforzata la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico, che attraverso un comitato indipendente di esperti valuterà le performance delle Camere di commercio. Nell’ambito di questo piano complessivo di razionalizzazione organizzativa ricade anche la rideterminazione delle dotazioni organiche di personale dipendente delle Camere di commercio con possibilità di realizzare processi di mobilità tra le medesime Camere e definizione dei criteri di ricollocazione presso altre amministrazioni pubbliche.

5) Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca (decreto legislativo – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, dell’istruzione, università e ricerca Stefania Giannini,  dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti, del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, della salute Beatrice Lorenzin, delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e dello sviluppo economico Carlo Calenda, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante norme di semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca ai sensi dell’articolo 13 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico, per la prima volta gli Enti pubblici di ricerca (Epr) avranno un riferimento normativo comune, che elimina molti dei vincoli gestionali previsti per la PA. Un sistema di regole più snello e più appropriato alle esigenze del settore. Il decreto prevede autonomia gestionale e statutaria per gli Enti, il recepimento della Carta europea dei ricercatori e più libertà nelle assunzioni dei ricercatori. Come accade già per le Università, gli Enti che hanno risorse per farlo potranno assumere liberamente entro il limite dell’80% del proprio bilancio. L’unico vincolo sarà il rispetto del budget.


Ricerca, Giannini: “Da Cdm ok definitivo a ‘Sblocca-Enti’”
Meno burocrazia, più autonomia gestionale

Via libera in Consiglio dei Ministri al decreto che semplifica l’attività degli Enti pubblici di ricerca (EPR), 21 in tutto, di cui 14 vigilati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si alleggerisce così il carico burocratico sugli Enti che avranno anche più autonomia nella gestione del budget e nell’assunzione del personale.
“Si tratta di un provvedimento molto atteso – sottolinea il Ministro Stefania Giannini -, un vero e proprio Sblocca-Enti. Enti che vengono finalmente equiparati alle Università in termini di autonomia statutaria e gestionale”.

Per la prima volta gli Enti pubblici di ricerca avranno un riferimento normativo comune, che elimina molti dei vincoli gestionali previsti per la PA. Un sistema di regole più snello e più appropriato alle esigenze del settore. Il decreto prevede anche il recepimento della carta Europea dei ricercatori per garantire più libertà di ricerca, portabilità dei progetti, valorizzazione professionale, adeguati sistemi di valutazione.

Assunzioni più libere, favorito il rientro dei cervelli
Per assumere ricercatori e tecnologi, italiani e stranieri, soprattutto giovani, gli Enti non dovranno più attendere l’autorizzazione del Ministero competente. Né avere un posto libero nella propria pianta organica. Come accade già per le Università, gli Enti che hanno risorse per farlo potranno assumere liberamente, entro il limite dell’80% del proprio bilancio. L’unico vincolo sarà il rispetto del budget. Vengono favorite la mobilità dei ricercatori, la portabilità dei progetti di ricerca, il rientro dei cervelli. Grazie al decreto lo sblocco del turnover al 100% scatterà già nel 2017, in anticipo di un anno.

Stop burocrazia
Gli Enti vengono svincolati dal ricorso obbligatorio al mercato elettronico per gli acquisti di attrezzature scientifiche, eliminati i controlli preventivi sui contratti per esperti e collaboratori professionali, regole più flessibili per le spese di missione.