Dislessia: le 10 cose da sapere prima dell’inizio della scuola

Vita.it del 31-08-2018

Dislessia: le 10 cose da sapere prima dell’inizio della scuola

Oltre 250 mila bambini e ragazzi in età scolare hanno un disturbo specifico dell’apprendimento. Riconoscere i primi segnali di DSA è importante per evitare che l’esperienza scolastica diventi frustrante. Ecco un decalogo messo a punto dall’Istituto Serafico di Assisi.

Oltre 250 mila bambini e ragazzi in età scolare hanno un disturbo specifico dell’ apprendimento, per una percentuale stimata tra il 3 ed il 5% della popolazione scolare. Dislessia (disturbo specifico della lettura), disortografia e disgrafia (disturbo specifico della scrittura), discalculia (disturbo specifico del calcolo) emergono spesso a scuola: bambini e ragazzi incontrano ostacoli e difficoltà piuttosto importanti che rendono l’esperienza scolastica faticosa e frustrante, con molti disagi sul piano emotivo, che incidono negativamente sulla motivazione, sull’autostima, sull’immagine di sé e sul benessere generale, fino a innescare meccanismi di fuga da tutto quello che ha a che fare con la scuola. Anche le ripercussioni sulla famiglia sono importanti, in termini di conflittualità e di impegno. L’Istituto Serafico di Assisi lancia un decalogo di informazioni e consigli utili, redatto con il supporto degli specialisti del Centro di Ricerca InVita, per fornire a genitori ed insegnanti gli strumenti utili a riconoscere i primi segnali di DSA e di conseguenza intervenire in modo idoneo e tempestivo, dando a fili e alunni il giusto supporto, favorendone il successo scolastico e promuovendo lo sviluppo delle loro potenzialità, senza mai farli sentire inadeguati.

LE 10 COSE CHE GENITORI E INSEGNANTI DOVREBBERO SAPERE SUI DSA

1.Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Sebbene siano definiti “disturbi”, non sono una malattia. Hanno un’origine neurobiologica e dipendono dalle peculiari modalità di funzionamento delle rete neurali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non pregiudicano quindi le capacità cognitive e non sono causati né da deficit di intelligenza o sensoriali, né da problemi ambientali o psicologici: sono invece caratteristiche specifiche dell’individuo, così come ad esempio l’orecchio musicale o il senso dell’orientamento.

2.Quali sono i DSA?
Sulla base del tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia. La dislessia è il disturbo più comune: è il disturbo specifico della lettura, si caratterizza per la difficoltà nell’effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza. Tale difficoltà può avere ripercussioni sulla comprensione del testo scritto. La disortografia è disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nell’apprendere ed automatizzare le regole di conversione fonema-grafema e la corretta forma ortografica delle parole. La disgrafia è il disturbo specifico della componente esecutivo-grafica della scrittura: di natura motoria, inerente la difficoltà ad imparare a scrivere in modo fluido, armonico e leggibile a causa di un deficit nei processi di realizzazione grafica. La discalculia, infine, è il disturbo specifico delle abilità di calcolo, con difficoltà importanti nell’automatizzazione dei processi di calcolo sia mentale che scritto, nell’acquisizione e recupero dei fatti numerici (come le tabelline, gli “amici del dieci”, etc.) e, in generale, nel comprendere e operare con i numeri.

3.Come si riconoscono i DSA?
I DSA possono presentarsi da soli, associati tra loro, oppure con altri tipi di disturbo, come la difficoltà di coordinazione motoria e/o associati a disturbi dell’attenzione o del linguaggio. Per quanto riguarda i segnali legati alle abilità di lettura, generalmente un bambino/ragazzo con DSA manifesta difficoltà nella conversione grafema/fonema all’inizio della prima elementare, che si trasforma successivamente in una lettura lenta e frammentaria, con molte omissioni, inversioni, sostituzioni di fonema, invenzione di parole, scarsa comprensione del significato delle singole parole e poi dell’intero testo scritto. Per le abilità di scrittura, i primi segnali sono dati da una scarsa autonomia nella trascrizione delle parole, con la presenza di molti errori di tipo fonologico (ad esempio lo scambio di lettere, inversioni, omissioni) e, in seguito, lo scarso controllo delle regole ortografiche, la separazione adeguata delle parole, l’uso dell’apostrofo, il controllo delle omofone non omografe, oppure delle regole fonetiche (errori nell’uso delle doppie o degli accenti). Per la grafia, invece, i segnali sono dati dalle gravi difficoltà nel passare dallo stampato maiuscolo al corsivo, dall’incapacità a restare nel rigo, dall’imprecisione del tratto, dalla postura scorretta, dall’affaticamento, dalla lentezza, dalla leggibilità o meno. Per le abilità aritmetiche alcuni segnali sono dati dalle difficoltà che si manifestano inizialmente nel conteggio da 1 a 20, seguite da quelle nel conteggio all’indietro, nell’apprendimento mnemonico delle tabelline, nel calcolo a mente entro la prima e la seconda decina, nella comprensione del valore posizionale delle cifre.

4.Quando è possibile fare una diagnosi e perché è importante?
Effettuare una valutazione specialistica permette di capire se effettivamente si tratti di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. La diagnosi può essere fatta solo alla fine della seconda elementare per la letto-scrittura e alla fine della terza elementare per le abilità aritmetiche. Tuttavia, se si hanno dei sospetti, non è da escludere la possibilità di effettuare una valutazione specialistica prima dei tempi indicati, perché la presenza di una condizione di rischio più o meno grave, soprattutto se vi è un pregresso ritardo/disturbo del linguaggio o se ci sono persone con DSA nel nucleo familiare, richiede un intervento di recupero quanto più precoce possibile.

5.A chi bisogna rivolgersi per una diagnosi?
È consigliato consultare una struttura sanitaria specializzata nei disturbi del neuro-sviluppo e richiedere una valutazione specialistica che verrà fatta mediante specifici test. Ci si può rivolgere ai centri per l’età evolutiva dell’ASL o a centri privati accreditati dal Sistema Sanitario Nazionale per questo tipo di attività e abilitati alla diagnosi e alla sua eventuale certificazione.

6.Quali interventi specialistici sono utili al trattamento dei DSA?
Dopo aver effettuato una valutazione specialistica ed aver validato la diagnosi di un DSA, sarà compito dello specialista individuare il trattamento più efficace per ogni paziente. Ogni trattamento dovrà essere personalizzato e dovrà trovare supporto corale nella scuola attraverso la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).

7.Qual è il ruolo della scuola in caso di diagnosi di un DSA?
Per garantire il diritto all’istruzione a tutti gli alunni con DSA, favorirne il successo scolastico anche attraverso misure didattiche di supporto e promuovere lo sviluppo delle loro potenzialità, la legge 170 del 2010 prevede la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il PDP è un progetto educativo e didattico commisurato alle potenzialità dell’alunno, che ne deve rispettare i tempi di apprendimento e ne deve valutare i progressi rispetto alle abilità di partenza. Al suo interno devono anche essere definiti tutti i supporti e gli accorgimenti con cui si intende sostenere l’alunno durante il percorso di studio, comprensivo delle misure dispensative e degli strumenti compensativi necessari alla realizzazione del successo scolastico.

8.Come si riconosce in un alunno un probabile Disturbo Specifico dell’Apprendimento?
Oltre alle già menzionate attenzioni da rivolgere alle abilità di lettura, di scrittura, di grafia e di calcolo è opportuno fare riferimento e considerare come ipotetici segnali di allarme anche una generale difficoltà nelle attività che richiedono l’uso di apprendimento mnemonico e problemi nell’imparare i rudimenti delle lingue straniere. Anche in questo caso, eventuali segnali difformi potrebbero essere oggetto da parte dei medici di un’accurata valutazione volta a chiarire se siano o meno elementi riconducibili ad un fenomeno di DSA.

9.Quali sono le attività più funzionali per un alunno con diagnosi DSA?
Durante le lezioni è sempre opportuno avere accorgimenti idonei nei confronti degli alunni con DSA. Per esempio, nel caso di uno studente al quale è stato diagnosticato un disturbo della lettura, bisognerà farlo sempre sentire a proprio agio, evitando forzature nella lettura, specialmente ad alta voce davanti ai propri compagni. Per uno studente al quale è stato diagnosticato un disturbo di disortografia, una strategia da evitare è quella di fargli ricopiare in forma corretta ciò che ha sbagliato a scrivere. Una valida alternativa è l’utilizzo del PC che, grazie al correttore ortografico, rappresenta uno strumento efficace nella selezione delle singole parole. Se l’alunno dimostra difficoltà nella memorizzazione delle tabelline, delle regole o delle formule, sarà necessario dispensarlo dallo studio memonico e permettergli di utilizzare tabelle di regole, formulari e mappe concettuali. Per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue straniere, le maggiori difficoltà si presentano nella scuola secondaria (perché l’approccio ludico di quella primaria è indicato per i bambini con DSA), pertanto si dovrebbe privilegiare la forma orale rispetto a quella scritta. In presenza di DSA, sarà inoltre preferibile l’utilizzo del vocabolario informatico per la ricerca di termini durante lo svolgimento dei compiti. Infine è raccomandato l’utilizzo degli strumenti compensativi funzionali come i sintetizzatori vocali e i creatori di mappe concettuali che vengono indicati dallo specialista in base alla diagnosi e permettono allo studente di diventare autonomo nello studio.

10.Come trattare l’argomento con i propri figli o alunni?
I bambini/ragazzi ai quali viene diagnosticato un DSA hanno bisogno di un aiuto in più per sviluppare un metodo di studio efficace e avranno quindi bisogno del supporto di uno specialista. Anche gli insegnanti dovranno adottare delle strategie appropriate e per fronteggiare tutte queste novità bisognerà spiegare con semplicità ai propri figli o studenti che le difficoltà riscontrate a scuola o nel fare i compiti riguardano solo alcuni ambiti specifici. Sarà quindi importante mettere in risalto che è comunque possibile trovare un modo alternativo di apprendimento, più adatto alle loro necessità. L’approccio migliore è quello di non allarmarli e spiegare loro che è molto importante conoscere se stessi per comprendere le principali difficoltà che riscontrano nello studio al fine di aiutarli a valorizzare ed esprimere al meglio il loro potenziale.

Per approfondimenti, l’Istituto Serafico di Assisi ha realizzato il quaderno “I disturbi specifici dell’apprendimento”.

Il “tempo” del caregiver

Redattore Sociale del 31-08-2018

Il “tempo” del caregiver. Una mamma: 3.100 ore trascorse nella sala d’attesa

La testimonianza e l’appello di Veronica Asara, mamma di due bambini nello spettro autistico, che ieri in un post su Facebook ha fatto il calcolo delle lunghe ore “in attesa”, raccontando la “vita da mamma caregiver” e chiedendo riconoscimento, tutele e soprattutto “una rete di sostegno adeguata”.

ROMA. “Approssimativamente sono 3.100 le ore della mia vita trascorse nella sala d’attesa di un centro di riabilitazione. Fino ad ora” Cioè, in otto anni, cioè da quando il primo figlio ha iniziato il suo percorso riabilitativo. E’ un calcolo approssimativo ma molto significativo quello che ha fatto Veronica Asara, 42 anni, mamma di due bambini nello spettro autistico e presidente, a Olbia, dell’associazione “SensibilMente onlus”. Quattro fredde cifre e un’istantanea, scattata nella sala d’attesa, per raccontare “una vita da mamma caregiver”, spiega. Il posto non ha mancato di suscitare reazioni e commenti, di mamme ma anche di papà che vivono una condizione simile, nel silenzio e nell’invisibilità, nella totale mancanza, in Italia, di tutele e riconoscimenti per un’attività che impegna non meno di un lavoro.

“Le altre mamme, che come me accompagnano i figli e sostano nelle sale d’attesa, hanno commentato dicendo che anche loro ne hanno passate più o meno lo stesso o di più e c’è chi dice che ci spetterebbe uno stipendio, una pensione o addirittura un vitalizio – racconta oggi Veronica – A conti fatti e sempre approssimativi, tremila ore sono tre anni di un lavoro part time. Così la riflessione è presto fatta: a quanto ammonta il costo, collettivo e personale, del mancato reddito di un caregiver? E in termini di qualità della vita, a quanto ammontano le perdite?”

Domande ed esperienza da cui scaturisce una riflessione a tutto tondo sui “tempi” del caregiver e sulle sue inascoltate necessità. “Le ore trascorse nelle sale d’attesa non sono, ovviamente, le uniche spese nel proprio ruolo di cura. Nel mio caso specifico, le ore che i miei figli passano al centro rappresentano un terzo del loro impegno riabilitativo, i restanti due terzi si svolgono a casa e a scuola. Cosa vuol dire avere la casa sempre piena di operatori? Che diventano gente di casa, persone di famiglia, senza dubbio, ma significa anche che ogni giorno, il tuo tempo è scandito dalla presenza di altre persone”.

Ma il “tempo del caregiver” è anche quello speso nei progetti personalizzati dei bambini, che “ vanno pianificati, stesi, discussi, aggiustati cammin facendo e questo comporta riunioni, follow up con gli operatori che si svolgono a cadenze regolari oltre eventuali urgenze. Anche queste sono ore dedicate alla cura e non computate”. E poi c’è il tempo, tanto tempo, da dedicare alla scuola, “a partire dall’iscrizione e dalla produzione dei relativi documenti: il verbale 104, la diagnosi funzionale… Presenti tutto l’occorrente e poi, occhi aperti, bisogna sapere se la copertura del sostegno è adeguata alle esigenze di tuo figlio ché altrimenti c’è da organizzare un ricorso. Altri documenti, altro impegno, altro tempo. Poi ci sono i glh, gli incontri con le insegnanti, le pratiche per l’assistente educativa e infine, la speranza di trovare persone umanamente valide che abbiano a cuore i progressi di tuo figlio. E sulla scuola – assicura Veronica – più di una volta si passano notti insonni”. C’è poi il tempo della burocrazia, “fatto di servizi sociali, inps, uffici di vario genere”.

Ma c’è anche il tempo della routine quotidiana e soprattutto “la necessità di mantenere un barlume di normalità a cui aggrapparsi con ogni forza”. Perché “dietro una mamma caregiver, c’è una donna che chissà dove si è nascosta, dimenticata e persa nella memoria d’altri tempi che non solo si è dimenticata di sé aldilà dei suoi figli e la sua famiglia, ma che non trova il tempo per tornare ad esistere e, quando ci riesce, qualcuno o qualcosa arriva a redarguirla ché il ruolo ‘sacro’ della cura di questi figli venuti non proprio perfetti, non si può lasciare per frivolezze tipo la cura di sé e del proprio aspetto, ad esempio. Tra l’altro, ogni tanto rispunta l’accusa di essere mamma frigorifero, che magari lo avevi messo al mondo che era a posto, poi l’hai guastato e vuoi pure truccarti e andare a mangiarti una pizza con le tue amiche?”

Il problema è che “c’è un microcosmo intorno alla disabilità, che ancora oggi fa della famiglia l’unica area gravitazionale. In tutto questo, in Italia, la figura del caregiver non è giuridicamente riconosciuta a differenza del resto d’Europa. Giace, in chissà quale cassetto di chissà quale ufficio parlamentare, un disegno di legge che non si è fatto in tempo ad approvare nella precedente legislatura. Chissà se questo nuovo Parlamento lo troverà il coraggio di affrontare questo tema così urgente – si domanda Veronica – Rispetto al neonato Ministero per la famiglia e disabilità mi sorge il dubbio già dalla sua definizione: rimarrà la disabilità ancora, solo una questione di famiglia?”.

In chiusura, a scanso di equivoci, Veronica Asara rende esplicito il suo appello: “Il ruolo del caregiver a mio parere, andrebbe tutelato non elargendo retribuzioni o simili, ma consentendo al caregiver stesso di trovare il giusto equilibrio tra il suo ruolo di cura e quello sociale oltre la famiglia. Ciò si può fare solo con una rete di sostegno adeguata. È questa rete sociale che deve funzionare a sostegno: il resto sono scuse per chi vuole soldi facili”. (cl)

NOMINE IN RUOLO: “VACANTI MOLTI DEI 57MILA POSTI ANNUNCIATI”

NOMINE IN RUOLO, GILDA: “VACANTI MOLTI DEI 57MILA POSTI ANNUNCIATI” 

“Speravamo di sbagliarci e invece risulta ampiamente fondato l’allarme sulle nomine in ruolo che abbiamo lanciato all’inizio di agosto. Molti docenti che, legittimamente, pensavano di aver guadagnato il ruolo, resteranno parcheggiati ancora un anno come supplenti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i ritardi e la confusione che stanno caratterizzando le operazioni di immissione in ruolo in tutta Italia.

“La mancata approvazione delle graduatorie nei termini stabiliti, cioè entro oggi, – dichiara Di Meglio – lascerà scoperte numerose cattedre e non consentirà, quindi, di mantenere fede all’impegno assunto dal Governo di assumere a tempo indeterminato oltre 57mila docenti. Inoltre la fretta ha fatto sì che molte graduatorie venissero approvate in via provvisoria e con molti errori, il più frequente dei quali l’assegnazione di punteggi inferiori rispetto a quelli maturati dai candidati. Risultato: è tutto da rifare”.

Non mancano casi di graduatorie pubblicate in notturna come, per esempio, a Napoli, dove questa notte è stata pubblicata la graduatoria per il Fit per il sostegno alle scuole secondarie di primo grado con convocazione per le nomine questa mattina alle 10.30 ad Avellino. A Bologna la situazione non è migliore: stanotte convocazione per la classe di concorso AJ56 (pianoforte, ndr) per le 9 di questa mattina. In Lombardia il sistema telematico è andato in tilt: ha operato fino alla scelta degli ambiti e poi si è arrestato, costringendo a procedere senza supporto informatico e all’ultimo minuto per la scelta delle scuole. Addirittura in alcune province si sta procedendo ancora con le assegnazioni provvisorie e gli utilizzi.

“Il personale negli uffici scolastici territoriali sta lavorando a ritmi serrati, ma gli organici sono ridotti all’osso. La macchina amministrativa – conclude Di Meglio – dimostra ancora una volta di non essere in grado di gestire questa enorme mole di lavoro e come ogni anno a farne le spese sono insegnanti e studenti”.

Genova, crollo del ponte Morandi: gli editori doneranno i libri di testo agli alunni delle famiglie colpite

Genova, crollo del ponte Morandi: gli editori doneranno i libri di testo agli alunni delle famiglie colpite

“Gli editori italiani  sono pronti a donare i libri scolastici agli alunni che sono stati coinvolti dal crollo del ponte Morandi di Genova”. Lo ha comunicato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi.
Dopo le iniziative intraprese in passato per  aiutare per il terzo anno scolastico consecutivo gli studenti dei 140 Comuni colpiti dal terremoto nell’Italia centrale e a Ischia, gli editori di AIE continuano a essere al fianco delle famiglie e confermano così il loro costante impegno a sostegno del  diritto allo studio.

“Ci siamo già attivati insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per definire le modalità che consentano di dare corso alle donazioni”, ha precisato il presidente del gruppo Educativo di AIE, Giovanni Bonfanti.

NOTERELLE IN MARGINE ALLA PROSSIMA RIFORMA

NOTERELLE IN MARGINE ALLA PROSSIMA RIFORMA

Comunicato dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante

Ed ecco che anche il presente Ministro – il simpatico e garbato Marco Bussetti – non rinuncia all’idea di passare alla storia patria e dichiara: “presenteremo anche noi la nostra riforma”. Ed ecco che noi semplici insegnanti dovremo semplicemente subirla, poiché nessuno ci chiederà un parere. Quest’ultimo lo fornirà, a suo tempo, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, e sarà un paludato parere, pieno di caute distinzioni, di ellissi, reticenze ed eufemismi. Del resto pochi sanno bene questo consesso chi lo componga, quando si riunisca e cosa faccia. Forse, neppure esiste. Lo forniranno di certo i sindacati, e sarà un parere inteso a rafforzare il loro già tracimante potere (per quanto eroso dalla disaffezione degli iscritti) diramato attraverso i gangli delle RSU, i rituali delle delegazioni, le code dei patronati, gli arcani delle segreterie: niente che abbia neppure lontanamente a che fare con il quotidiano, maledetto e bellissimo lavoro dello stare in classe. Un parere lo daranno anche i partiti: quelli della sinistra riprenderanno la stucchevole litania della laicità e dei fondi alle parificate, quelli della destra non sapranno cosa riprendere non essendosi mai seriamente occupati di scuola, e scopiazzeranno (al solito) qualche passo del programma del PD.

Rimarrebbero le Associazioni: hanno il know how, ma sono tradizionalmente poco loquaci. Ci permettiamo quindi noi di AESPI (che in verità abbiamo sempre parlato) di dire la nostra, per notulas, in modo sintetico, anzi più laconico di Leonida alle Termopili.

Ogni riforma scolastica dovrà mettere in primo piano la condizione professionale degli insegnanti. Ecco perché tutte le riforme posteriori a quella di Giovanni Gentile hanno fallito: perché si occupavano d’altro, di almanaccare l’architettura dei cicli e dei percorsi, di privatizzare l’istituzione, di introdurre metodologie didattiche fallimentari.

L’insegnante deve preparare con cura le sue lezioni, entrare in classe e svolgerle in un contesto di rispetto, attenzione, interesse per la cultura e per le persone. Questo e solo questo è la scuola: tutto il resto è contorno, e deve esistere solo in funzione della fase precedente.

La scuola non è un’azienda, ma una comunità umana con una configurazione gerarchica sui generis intesa allo sviluppo e alla diffusione della cultura e alla promozione dell’uomo. Ogni sua riduzione alla struttura aziendale la snatura.

Poiché la situazione disciplinare della scuola è drammatica, è necessaria una revisione dello “Statuto delle studentesse e degli studenti” nella  direzione di una gestione ordinata e proficua della lezione.

Il massiccio afflusso nelle classi di studenti di lingua e cultura diversa dalla nostra non costituisce di per sé “una risorsa” come proclama certo facile buonismo, ma produce problematiche in ordine all’effettivo svolgimento dei programmi e alla qualità del lavoro in classe, con abbassamento generalizzato dei livelli. È dunque necessario dilatare, per i giovani nuovi italiani, i tempi dello studio della nostra lingua a loro dedicati, con intervento di personale specializzato o quanto meno fortemente motivato.

È opportuno verificare che i Piani Individualizzati per le varie disabilità vengano posti in essere per accertati motivi. Oggi talvolta lo sono, talvolta no.

E infine:

Prima Regola Aurea: più aumentano gli oneri burocratici, più il bravo insegnante si demoralizza e perde ogni motivazione a svolgere la sua professione, diventa un travet.

Seconda Regola Aurea: se le prerogative del Dirigente si dilatano, in misura proporzionale si  contraggono quelle del docente. Ne deriva che, poiché le prerogative del Dirigente sono oggi massimamente estese, quelle del docente sono minime, con nocumento di quanto alla prima noterella, la più importante di tutte.

Ora valuti Lei, signor Ministro …

Alfonso Indelicato

Responsabile della Comunicazione dell’AESPI

Cattedre, aule, merito: 20 anni di inizi in salita

da Il Sole 24 Ore

Cattedre, aule, merito: 20 anni di inizi in salita

di Claudio Tucci

È il 1999, la scuola scopre l’autonomia e si perfeziona il doppio canale di reclutamento dei docenti ancora oggi vigente, 50% dei posti disponibili da coprire attraverso concorsi, il restante 50% attingendo da graduatorie, chiamate allora permanenti. Le novità fanno fatica a decollare, e all’inizio del nuovo anno, 2000/2001, molti prof salgono in cattedra ben l’oltre l’inizio delle lezioni. Il 1999 è anche l’anno in cui Luigi Berlinguer prova a introdurre un po’ di merito tra gli insegnanti: il “concorsone” vine osteggiato anche da una parte del sindacato che prima lo aveva appoggiato e così, tra scioperi e proteste, in pieno periodo di iscrizioni, viene ritirato. È Mariastella Gelmini, dieci anni più tardi, a rispolverare progetti per valorizzare i docenti, subito però boicottati, e cassati, due anni dopo, da Francesco Profumo. Con la Buona Scuola di Renzi, nel 2015, ci si riprova con 200 milioni: tentativo oggi largamente inattuato nelle scuole e una parte di quei fondi dirottata, a inizio 2018, sugli aumenti stipendiali del nuovo contratto (che vanno indistintamente a tutti).

In 20 anni, come abbiamo provato a sintetizzare nel grafico, ogni suono della prima campanella ha coinciso con criticità e problemi, spesso ricorrenti (tra pochi giorni si assisterà al solito caos tra nomine in ritardo, anche per il cambio delle regole sulle supplenze, rispetto degli obblighi vaccinali, plessi fatiscenti, boom di reggenze dei presidi, che supereranno quota 1.700). Disservizi e burocrazia quasi sempre a difesa del sistema, e a discapito di famiglie e studenti.

L’elenco è lungo. Nel 2003, per esempio, Letizia Moratti, affiancata dal sottosegretario, Valentina Aprea, prova a dare una scossa, introducendo l’alternanza scuola-lavoro, specie nei tecnici e professionali, e puntando sulle famose tre “i”, inglese, impresa, informatica. La risposta non si fa attendere, con proteste e levate di scudi sindacali. L’idea di una scuola “senza valorizzazione e valutazione” esplode nel 2004: complici commissioni d’esame composte unicamente da membri interni, la maturità di quell’anno vede assegnare agli studenti voti molto generosi. A essere “di manica larga”, ed è un’altra polemica ricorrente, è il boom dei “100 e lode” al Sud; giudizi puntualmente “corretti al ribasso” dalle prove oggettive (test Ocse-Pisa e Invalsi), come ricordato anche su questo giornale dall’esperto di education, Giorgio Allulli.

Se un anno il problema è il personale tecnico-amministrativo cronicamente carente (in mezz’Italia mancano Ata per tenere aperti i laboratori) o le classi sovraffollate o il tetto del 30% di alunni stranieri, l’anno successivo ci si mette il dibattito sull’obbligo scolastico. Siamo nel 2007, e Beppe Fioroni, per disfare le scelte del precedente governo, fissa il paletto a 16 anni (Valeria Fedeli, lo scorso anno, propone di elevarlo a 18, rivedendo i cicli). Sempre nel 2006 tornano le commissioni miste negli esami di Stato, e l’anno successivo le graduatorie dei precari da permanenti diventano a esaurimento. Un mero cambio di nome, visto che, tra sentenze e sanatorie, le Gae sono ancora vive e vegete, sancendo, di fatto, l’impossibilità per i giovani laureati di conquistare una cattedra. Non è un caso che l’età media dei nostri prof è di 51,2 anni, al top negativo in Europa.

Con Mariastella Gelmini, nel 2008, c’è la riforma delle superiori, il debutto degli Its e il taglio di 87mila cattedre. La reazione? Sciopero generale, il 31 ottobre 2008, a ridosso del nuovo anno. Nel 2012 è la proposta di Francesco Profumo di portare da 18 a 24 ore l’orario di lezione dei docenti a scatenare polemiche e proteste alla ripresa delle lezioni; nel 2016, con il “liberi tutti” sulla mobilità, i ragazzi trovano, a settembre, le cattedre vuote, in alcuni casi fino a dicembre, visto che cambiano istituto oltre 200mila docenti (un quarto dell’intero corpo insegnante). Nel 2017 viene svelato il numero di posti vuoti al Nord: 22.087, matematica, italiano, lingue e sostegno, coperti da supplenti annuali. Tra pochi giorni, con l’avvio del 2018/2019, protesteranno le maestre. Mentre è già in cantiere l’ennesimo restyling della maturità, annunciato dal neo titolare del Miur, Marco Bussetti, per assegnare meno peso all’alternanza. Con buona pace di un mondo del lavoro che corre verso il 4.0, e una scuola che, invece, continua ad arroccarsi.

Fissate tra marzo e aprile 2019 le prove nazionali Invalsi

da Il Sole 24 Ore

Fissate tra marzo e aprile 2019 le prove nazionali Invalsi 

Sul sito del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è disponibile l’ordinanza firmata dal ministro Marco Bussetti con il calendario rettificato e definitivo delle prove nazionali Invalsi per la secondaria di I e II grado.

Queste le date:
Prove nazionali per gli alunni delle classi III della secondaria di I grado:
▪dall’1 al 18 aprile 2019

Prove nazionali per gli alunni delle classi V della secondaria di II grado:
▪dal 4 al 30 marzo 2019

L’ordinanza recepisce la comunicazione che l’Invalsi (qui il comunicato dell’Istituto) ha inviato al Miur con il calendario definitivo che rettifica quello precedentemente comunicato al ministero.

Ritorno a scuola, l’acquisto dei libri è il primo pensiero per il 40% degli italiani

da Il Sole 24 Ore

Ritorno a scuola, l’acquisto dei libri è il primo pensiero per il 40% degli italiani 

La principale preoccupazione degli italiani che si stanno preparando per il ritorno a scuola è sostenere la spesa d’acquisto del materiale necessario (40%), seguita dall’organizzazione e dagli orari (20%) e dalla necessità di riprendere il ritmo, ossia riprendere a studiare, a fare i compiti e ad alzarsi presto per andare a scuola (12%).
Entrando nel merito degli acquisti, l’83% del campione concorda con il fatto che la principale criticità relativa al “Back to school” sia lo spendere il meno possibile, il 73% è spinto dalla necessità di trovare tutto l’occorrente in modo facile e in un unico posto e dalla possibilità di acquistare i libri nella versione corretta e i materiali giusti quali, ad esempio, quaderni e strumenti per il disegno.
Sono le principali evidenze emerse dalla ricerca condotta da Human Highway per Amazon.it su un campione rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni che si connette con regolarità a Internet almeno una volta alla settimana e realizzata in occasione del “Back to school” e dell’apertura del negozio online “Back to school” (http://www.amazon.it/ritorno-a-scuola). In questa sezione i clienti, oltre a trovare forniture scolastiche e materiale didattico, hanno la possibilità di inserire la classe dello studente (scuola e sezione) per acquistare tutti i libri assegnati per l’anno scolastico ormai alle porte.
La preoccupazione dello spendere il meno possibile per il materiale riguarda tutte le tipologie di studenti (dalla scuola primaria a quella secondaria di II grado) e raggiunge i picchi del 90% tra i genitori degli studenti delle scuole medie ed elementari.

Acquistare i libri corretti
Al crescere del grado scolastico, i desideri dei figli rappresentano una preoccupazione minore (70%) rispetto ad aspetti più pratici, come quello di non riuscire a trovare la versione corretta dei libri (73%) e acquistare i materiali giusti richiesti dagli insegnanti (73%).
In particolare, l’acquisto dei libri nella versione corretta diventa poi un problema annoso per chi è alle prese con la scuola media (78%) e per chi deve affrontare le superiori (73%). Tra le altre criticità che le famiglie italiane si trovano ad affrontare per il ritorno sui banchi dei propri figli, per il 68% è il pensiero di ricevere tutto l’occorrente prima dell’apertura della scuola, ed evitare code infinite in cartoleria (65%).

Quaderni (67%), libri (60%) e astucci – comprensivi di penne e matite – (43%) sono i prodotti che verranno maggiormente acquistati dagli intervistati. A sorpresa, le scarpe, che verranno acquistate dal 38% degli intervistati, superano gli zaini (37%) tra i best seller. Seguono poi diversi prodotti di abbigliamento che battono dizionari (20%) e calcolatrici (14%).

Oltre all’investimento nei libri di testo, l’inizio del nuovo anno scolastico prevede che le voci di spesa maggiormente gravose siano quelle sostenute per gli zaini (17%, in particolare per chi andrà alle elementari) e per i vestiti (15%), seguiti da quelle per i trasporti pubblici (5%, soprattutto per i ragazzi della scuola secondaria di II grado) e per le tasse di iscrizione (4%).

Analizzando le scelte future di spesa in base al grado scolastico, l’acquisto dell’astuccio perde di importanza nell’approdo alle scuole superiori (2° prodotto che verrà maggiormente acquistato per gli studenti della scuola primaria, 5° per quelli della scuola secondaria di II grado), mentre cresce l’importanza dei libri, delle scarpe e della calcolatrice.
I prodotti di elettronica restano in fondo alla lista degli acquisti, segno di un’adozione ancora limitata in ambito scolastico.

Quanto conta il parere dei figli
I prodotti scolastici e soprattutto l’abbigliamento verranno scelti prevalentemente dai figli stessi nel 40% e nel 35% dei casi, rispetto alla decisione del solo genitore che risulterà decisiva del 27% e nel 24% degli acquisti.
Nella decisione dello zaino, la voce dei figli sarà fondamentale per il 57% degli intervistati, mentre per l’astuccio conterà per il 54% e per i quaderni sarà determinante per il 42%.
Nell’abbigliamento, invece, il parere dei figli sarà determinante per tutti i prodotti, in particolare per la tuta da ginnastica (scelta dai figli nel 39% dei casi e nel 21% dai genitori) e per le scarpe (38% vs 23%).
I genitori prevedono di avere più voce in capitolo nell’elettronica. In questa categoria, in media, la scelta verrà fatta dai soli genitori nel 46% dei casi rispetto al 33% in cui decideranno i figli. Fa eccezione l’acquisto dello smartphone: in questo caso il parere dei figli sarà preponderante (38% vs 34%).

Dove avverranno gli acquisti
Considerando tutti i prodotti scolastici, il 58% degli intervistati prevede di effettuare l’acquisto in un negozio fisico. Un dizionario su tre (32%) e uno zaino e un libro su quattro (27% e 26%) verranno acquistati via e-commerce. Per quanto concerne gli altri prodotti scolastici, esclusi zaini, libri, dizionari, quaderni e astucci, il 21% verrà acquistato solo online, il 17% sia sul canale fisico che via online e il 58% in negozio. Nell’abbigliamento, il negozio fisico avrà ancora un ruolo rilevante grazie alla possibilità di provare i vestiti: il 71% degli acquisti avverranno nel punto vendita, il 19% sul canale fisico e online e il 7% solo online.

Gli acquisti dei prodotti di elettronica avverranno online per il 42% degli intervistati. Questo vale soprattutto per l’acquisto di smartphone (58%) e e-reader (59%). Il 20% del campione dichiara invece che utilizzerà entrambi i canali mentre il 35% di rivolgerà al solo negozio fisico per poter vedere di persona e toccare con mano i prodotti e per vivere l’esperienza di acquisto insieme al figlio.

Il 34% del campione dichiara di effettuare acquisti online per evitare le code infinite in cartoleria mentre il 34% lo fa per avere il tempo da dedicare agli acquisti per l’intera famiglia.

Invalsi, date definitive prove per la secondaria. Comunicato Miur

da Orizzontescuola

Invalsi, date definitive prove per la secondaria. Comunicato Miur

di redazione

Date definitive per le prove Invalsi per l’a.s. 218/19. Per la prima volta la prova si svolgerà nelle classi V della scuola secondaria di II grado. Si comincia dal 4 marzo 2019.

Le date per le prove nazionali

Prove nazionali per gli alunni delle classi III della secondaria di I grado:

  • dall’1 al 18 aprile 2019

Prove nazionali per gli alunni delle classi V della secondaria di II grado:

  • dal 4 al 30 marzo 2019

Il comunicato Miur

Tutte le date

L’Invalsi ha anche comunicato

tutte le date pubblicate per l’anno scolastico 2018/19, suddivise per ordine di scuola e per classi campione e non campione.

Queste le date:

  • II primaria (prova  cartacea ):
    • Italiano:  6 maggio 2019
    • Prova di lettura  solo per le classi campione :  6 maggio 2019
    • Matematica:  7 maggio 2019
  • V primaria (prova  cartacea ):
    • Inglese:  3 maggio 2019
    • Italiano:  6 maggio 2019
    • Matematica:  7 maggio 2019
  • III secondaria di primo grado (prova al  computer – CBT ): Italiano, Matematica e Inglese:
    • classi  NON campione :  dall’1 aprile 2019 al 18 aprile 2019
    • classi  campione :  dal 9 aprile 2019 al 12 aprile 2019
  • II secondaria di secondo grado (prova al  computer – CBT ): Italiano, Matematica
    • classi  NON campione :  dal 6 maggio 2019 al 18 maggio 2019
    • classi  campione :  dal 7 maggio 2019 al 10 maggio 2019
  • V secondaria di secondo grado (prova al  computer – CBT ): Italiano, Matematica e Inglese
      • classi  NON campione :  dal 4 marzo 2019 al 30 marzo 2019
      • classi  campione :  dal 12 marzo 2019 al 15 marzo 2019

Contratto scuola, per Bussetti va rinnovato: basta con i docenti passivi

da La Tecnica della Scuola

Contratto scuola, per Bussetti va rinnovato: basta con i docenti passivi

Carta Docente bonus 500 euro e concorsi: giovedì 6 settembre incontro al Miur

da La Tecnica della Scuola

Carta Docente bonus 500 euro e concorsi: giovedì 6 settembre incontro al Miur

Precari scuola, tutte le info per i neoassunti

da La Tecnica della Scuola

Precari scuola, tutte le info per i neoassunti

Educazione&Scuola Newsletter n. 1092


Educazione&Scuola Newsletter n. 1092

Agosto 2018 – XXIII Anno

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Notizie

Valutazione dei Dirigenti scolastici

Prorogate al 31 agosto 2018 le funzioni per la compilazione online del Portfolio del Dirigente scolastico

Codice Privacy e Assunzioni in CdM

Codice Privacy, accessibilità siti web e assunzioni nel Consiglio dei Ministri

Mobilità 2018-2019

Il 3 agosto è il termine per la presentazione delle domande di Utilizzazione e Assegnazione provvisoria per il Personale ATA

Audizione Ministro nelle 7e Commissioni

Prosegue l’1 agosto l’illustrazione da parte del Ministro alle 7e Commissioni delle Linee programmatiche del suo dicastero

Norme

Nota ARAN 29 agosto 2018, prot.n. 15209

Contrattazione integrativa sui criteri generali per la determinazione del c.d. “bonus merito” – soggetti e contenuto

Nota 28 agosto 2018, AOODGPER 37856

Anno scolastico 2018/2019 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo ed A.T.A.

Decreto Dipartimentale 28 agosto 2018, AOODPIT 1206

Sede regionale di destinazione articolo 4 Decreto Ministeriale prot. n. 635 del 27 agosto 2015

Ordinanza Ministeriale 24 agosto 2018, AOOUFGAB 600

Calendario delle festività e degli esami per l’a.s. 2018/2019

Decreto Dipartimentale 23 agosto 2018, AOODPIT 1204

Assegnazione, per l’anno scolastico 2018/2019, delle sedi regionali di destinazione ai soggetti inseriti nell’elenco di cui al D.D.G. prot. n. 1203 del 21 agosto 2018

Decreto Dipartimentale 21 agosto 2018, AOODPIT 1203

Elenco unico dei soggetti di cui all’articolo 4 del Decreto Ministeriale n. 635 del 27 agosto 2015

Nota 20 agosto 2018, AOODGPER 36820

Graduatorie di istituto personale docente ed educativo. D.D.G. 11/07/2018 n. 1069. Apertura funzioni POLIS per l’inserimento del titolo di specializzazione per il sostegno e per la scelta delle sedi …

CS INPS 14 agosto 2018

Nessuna prescrizione per la copertura previdenziale dei dipendenti pubblici

Avviso 10 agosto 2018, AOODGRUF 16383

Nota 10 agosto 2018, AOODGRUF 16401

Interventi assistenziali a favore del personale dell’Amministrazione Centrale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Anno 2018

Decreto Direttoriale 9 agosto 2018, AOODGRUF 1382

Proroga bando per la selezione dei progetti di lavoro agile nel Miur

Legge 9 agosto 2018, n. 96

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignita’ dei lavoratori e delle imprese

Nota 8 agosto 2018, AOODPIT 2700

Una via italiana per il Service Learning

Nota 8 agosto 2018, AOODGOSV 14176

Attuazione articolo 14, decreto legislativo n. 65/2017. Titoli di accesso alla professione di educatore dei servizi educativi per l’infanzia

Nota 2 agosto 2018, AOODGPER 35085

Periodo di formazione e di prova per i docenti neo-assunti. Indicazioni per la progettazione delle attività formative per l’a.s. 2018-2019

Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (1.8.18)

Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa 2018-2019

Rubriche

in Bacheca della Didattica

Elegia del Corpo Docente

di Giuseppe Adernò

L’Autonomia scolastica per il successo formativo

Documento di lavoro del Gruppo di lavoro istituito con DD 24 maggio 2017, n. 479

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

 

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 62
a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca

 

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Non Vedo Non Sento Non Parlo

di Vincenzo Andraous

Il carcere delle parole senza vergogna

di Vincenzo Andraous

in LRE di Paolo Manzelli

Epigenetica e crono biologia

di Paolo Manzelli

Professioni olistiche della salute

Firenze, 13-14 ottobre 2018

in Recensioni

Il Cubosofico

di Ada Fiore

S. Casati Modignani, Festa di famiglia

di Antonio Stanca

A. Donate, Il club delle lettere segrete

di Mario Coviello

A. Dikele DiStefano, Chi sta male non lo dice

di Antonio Stanca

R. Saviano, La paranza dei bambini

di Mario Coviello

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Una Raccomandazione per la nostra scuola

di Maurizio Tiriticco

Anno scolastico nuovo! Scuola nuova?

di Maurizio Tiriticco

L’incultura degli Italiani

di Maurizio Tiriticco

La pedagogia, questa sconosciuta!

di Maurizio Tiriticco

Conversando

di Maurizio Tiriticco

Competenze di fine obbligo, edizione 2018

di Maurizio Tiriticco

Uso dei reattivi per lo sviluppo dell’apprendimento

di Maurizio Tiriticco

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