Vita.it del 31-08-2018
Dislessia: le 10 cose da sapere prima dell’inizio della scuola
Oltre 250 mila bambini e ragazzi in età scolare hanno un disturbo specifico dell’apprendimento. Riconoscere i primi segnali di DSA è importante per evitare che l’esperienza scolastica diventi frustrante. Ecco un decalogo messo a punto dall’Istituto Serafico di Assisi.
Oltre 250 mila bambini e ragazzi in età scolare hanno un disturbo specifico dell’ apprendimento, per una percentuale stimata tra il 3 ed il 5% della popolazione scolare. Dislessia (disturbo specifico della lettura), disortografia e disgrafia (disturbo specifico della scrittura), discalculia (disturbo specifico del calcolo) emergono spesso a scuola: bambini e ragazzi incontrano ostacoli e difficoltà piuttosto importanti che rendono l’esperienza scolastica faticosa e frustrante, con molti disagi sul piano emotivo, che incidono negativamente sulla motivazione, sull’autostima, sull’immagine di sé e sul benessere generale, fino a innescare meccanismi di fuga da tutto quello che ha a che fare con la scuola. Anche le ripercussioni sulla famiglia sono importanti, in termini di conflittualità e di impegno. L’Istituto Serafico di Assisi lancia un decalogo di informazioni e consigli utili, redatto con il supporto degli specialisti del Centro di Ricerca InVita, per fornire a genitori ed insegnanti gli strumenti utili a riconoscere i primi segnali di DSA e di conseguenza intervenire in modo idoneo e tempestivo, dando a fili e alunni il giusto supporto, favorendone il successo scolastico e promuovendo lo sviluppo delle loro potenzialità, senza mai farli sentire inadeguati.
LE 10 COSE CHE GENITORI E INSEGNANTI DOVREBBERO SAPERE SUI DSA
1.Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Sebbene siano definiti “disturbi”, non sono una malattia. Hanno un’origine neurobiologica e dipendono dalle peculiari modalità di funzionamento delle rete neurali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non pregiudicano quindi le capacità cognitive e non sono causati né da deficit di intelligenza o sensoriali, né da problemi ambientali o psicologici: sono invece caratteristiche specifiche dell’individuo, così come ad esempio l’orecchio musicale o il senso dell’orientamento.
2.Quali sono i DSA?
Sulla base del tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia. La dislessia è il disturbo più comune: è il disturbo specifico della lettura, si caratterizza per la difficoltà nell’effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza. Tale difficoltà può avere ripercussioni sulla comprensione del testo scritto. La disortografia è disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nell’apprendere ed automatizzare le regole di conversione fonema-grafema e la corretta forma ortografica delle parole. La disgrafia è il disturbo specifico della componente esecutivo-grafica della scrittura: di natura motoria, inerente la difficoltà ad imparare a scrivere in modo fluido, armonico e leggibile a causa di un deficit nei processi di realizzazione grafica. La discalculia, infine, è il disturbo specifico delle abilità di calcolo, con difficoltà importanti nell’automatizzazione dei processi di calcolo sia mentale che scritto, nell’acquisizione e recupero dei fatti numerici (come le tabelline, gli “amici del dieci”, etc.) e, in generale, nel comprendere e operare con i numeri.
3.Come si riconoscono i DSA?
I DSA possono presentarsi da soli, associati tra loro, oppure con altri tipi di disturbo, come la difficoltà di coordinazione motoria e/o associati a disturbi dell’attenzione o del linguaggio. Per quanto riguarda i segnali legati alle abilità di lettura, generalmente un bambino/ragazzo con DSA manifesta difficoltà nella conversione grafema/fonema all’inizio della prima elementare, che si trasforma successivamente in una lettura lenta e frammentaria, con molte omissioni, inversioni, sostituzioni di fonema, invenzione di parole, scarsa comprensione del significato delle singole parole e poi dell’intero testo scritto. Per le abilità di scrittura, i primi segnali sono dati da una scarsa autonomia nella trascrizione delle parole, con la presenza di molti errori di tipo fonologico (ad esempio lo scambio di lettere, inversioni, omissioni) e, in seguito, lo scarso controllo delle regole ortografiche, la separazione adeguata delle parole, l’uso dell’apostrofo, il controllo delle omofone non omografe, oppure delle regole fonetiche (errori nell’uso delle doppie o degli accenti). Per la grafia, invece, i segnali sono dati dalle gravi difficoltà nel passare dallo stampato maiuscolo al corsivo, dall’incapacità a restare nel rigo, dall’imprecisione del tratto, dalla postura scorretta, dall’affaticamento, dalla lentezza, dalla leggibilità o meno. Per le abilità aritmetiche alcuni segnali sono dati dalle difficoltà che si manifestano inizialmente nel conteggio da 1 a 20, seguite da quelle nel conteggio all’indietro, nell’apprendimento mnemonico delle tabelline, nel calcolo a mente entro la prima e la seconda decina, nella comprensione del valore posizionale delle cifre.
4.Quando è possibile fare una diagnosi e perché è importante?
Effettuare una valutazione specialistica permette di capire se effettivamente si tratti di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. La diagnosi può essere fatta solo alla fine della seconda elementare per la letto-scrittura e alla fine della terza elementare per le abilità aritmetiche. Tuttavia, se si hanno dei sospetti, non è da escludere la possibilità di effettuare una valutazione specialistica prima dei tempi indicati, perché la presenza di una condizione di rischio più o meno grave, soprattutto se vi è un pregresso ritardo/disturbo del linguaggio o se ci sono persone con DSA nel nucleo familiare, richiede un intervento di recupero quanto più precoce possibile.
5.A chi bisogna rivolgersi per una diagnosi?
È consigliato consultare una struttura sanitaria specializzata nei disturbi del neuro-sviluppo e richiedere una valutazione specialistica che verrà fatta mediante specifici test. Ci si può rivolgere ai centri per l’età evolutiva dell’ASL o a centri privati accreditati dal Sistema Sanitario Nazionale per questo tipo di attività e abilitati alla diagnosi e alla sua eventuale certificazione.
6.Quali interventi specialistici sono utili al trattamento dei DSA?
Dopo aver effettuato una valutazione specialistica ed aver validato la diagnosi di un DSA, sarà compito dello specialista individuare il trattamento più efficace per ogni paziente. Ogni trattamento dovrà essere personalizzato e dovrà trovare supporto corale nella scuola attraverso la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
7.Qual è il ruolo della scuola in caso di diagnosi di un DSA?
Per garantire il diritto all’istruzione a tutti gli alunni con DSA, favorirne il successo scolastico anche attraverso misure didattiche di supporto e promuovere lo sviluppo delle loro potenzialità, la legge 170 del 2010 prevede la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il PDP è un progetto educativo e didattico commisurato alle potenzialità dell’alunno, che ne deve rispettare i tempi di apprendimento e ne deve valutare i progressi rispetto alle abilità di partenza. Al suo interno devono anche essere definiti tutti i supporti e gli accorgimenti con cui si intende sostenere l’alunno durante il percorso di studio, comprensivo delle misure dispensative e degli strumenti compensativi necessari alla realizzazione del successo scolastico.
8.Come si riconosce in un alunno un probabile Disturbo Specifico dell’Apprendimento?
Oltre alle già menzionate attenzioni da rivolgere alle abilità di lettura, di scrittura, di grafia e di calcolo è opportuno fare riferimento e considerare come ipotetici segnali di allarme anche una generale difficoltà nelle attività che richiedono l’uso di apprendimento mnemonico e problemi nell’imparare i rudimenti delle lingue straniere. Anche in questo caso, eventuali segnali difformi potrebbero essere oggetto da parte dei medici di un’accurata valutazione volta a chiarire se siano o meno elementi riconducibili ad un fenomeno di DSA.
9.Quali sono le attività più funzionali per un alunno con diagnosi DSA?
Durante le lezioni è sempre opportuno avere accorgimenti idonei nei confronti degli alunni con DSA. Per esempio, nel caso di uno studente al quale è stato diagnosticato un disturbo della lettura, bisognerà farlo sempre sentire a proprio agio, evitando forzature nella lettura, specialmente ad alta voce davanti ai propri compagni. Per uno studente al quale è stato diagnosticato un disturbo di disortografia, una strategia da evitare è quella di fargli ricopiare in forma corretta ciò che ha sbagliato a scrivere. Una valida alternativa è l’utilizzo del PC che, grazie al correttore ortografico, rappresenta uno strumento efficace nella selezione delle singole parole. Se l’alunno dimostra difficoltà nella memorizzazione delle tabelline, delle regole o delle formule, sarà necessario dispensarlo dallo studio memonico e permettergli di utilizzare tabelle di regole, formulari e mappe concettuali. Per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue straniere, le maggiori difficoltà si presentano nella scuola secondaria (perché l’approccio ludico di quella primaria è indicato per i bambini con DSA), pertanto si dovrebbe privilegiare la forma orale rispetto a quella scritta. In presenza di DSA, sarà inoltre preferibile l’utilizzo del vocabolario informatico per la ricerca di termini durante lo svolgimento dei compiti. Infine è raccomandato l’utilizzo degli strumenti compensativi funzionali come i sintetizzatori vocali e i creatori di mappe concettuali che vengono indicati dallo specialista in base alla diagnosi e permettono allo studente di diventare autonomo nello studio.
10.Come trattare l’argomento con i propri figli o alunni?
I bambini/ragazzi ai quali viene diagnosticato un DSA hanno bisogno di un aiuto in più per sviluppare un metodo di studio efficace e avranno quindi bisogno del supporto di uno specialista. Anche gli insegnanti dovranno adottare delle strategie appropriate e per fronteggiare tutte queste novità bisognerà spiegare con semplicità ai propri figli o studenti che le difficoltà riscontrate a scuola o nel fare i compiti riguardano solo alcuni ambiti specifici. Sarà quindi importante mettere in risalto che è comunque possibile trovare un modo alternativo di apprendimento, più adatto alle loro necessità. L’approccio migliore è quello di non allarmarli e spiegare loro che è molto importante conoscere se stessi per comprendere le principali difficoltà che riscontrano nello studio al fine di aiutarli a valorizzare ed esprimere al meglio il loro potenziale.
Per approfondimenti, l’Istituto Serafico di Assisi ha realizzato il quaderno “I disturbi specifici dell’apprendimento”.
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