Con l’app «Io» scuole e docenti saranno a portata di mano

da Il Sole 24 Ore

Con l’app «Io» scuole e docenti saranno a portata di mano

La pubblica amministrazione in un’app, per pagare con lo smartphone le tasse, leggere i referti medici, scoprire un blocco del traffico o magari ricordarsi dei colloqui tra professori e genitori. E’ questo l’ambizioso progetto a cui sta lavorando il Team digitale. L’idea è in fase
di sviluppo ma ha già un nome, “Io”, e da quest’estate inizieranno i primi test concreti.
La novità è stata lanciata nel corso del Forum Pa, che quest’anno ha centrato l’attenzione sui format “non convenzionali”, come il telelavoro, che coinvolge 4.200 mila dipendenti, 800 in più in un anno.

Tanti cambiamenti ma «nessuna rivoluzione», spiegano gli organizzatori. Ecco che, nonostante la cura dimagrante imposta alla Pa, gli statali costano a ciascun italiano 2.632 euro annui.

Oggi la sfida è rappresentata più che mai dal web e lo sa bene Diego Piacentini, passato da Amazon al Team per la trasformazione digitale. Piacentini si dice convinto delle
potenzialità di “Io”. «L’app permetterà di ridurre drasticamente i tempi degli adempimenti». Probabilmente, però, per l’entrata a pieno regime ci vorranno anni, si parla del 2022. Il progetto è anche legato alle innovazioni già avviate, come il Pin unico.
La app, infatti, non si può ancora scaricare (sarà gratuita) ma tra due mesi si dovrebbero attivare i servizi considerati prioritari con le amministrazioni con cui già si sta lavorando.

«Inviteremo i cittadini a partecipare al test», assicura il Team. Intanto il prototipo è visibile sul sito io.italia.it. Stando alla primissima versione, si potranno ricevere promemoria
dei pagamenti, ad esempio sulla scadenza della Tari, per poi sdebitarsi in tempo reale conservando le ricevute. Si potranno anche chiedere e ottenere in via diretta certificati come quelli di residenza. Insomma il tentativo è quello di far Comuni e ospedali più smart. Lo sforzo è già in corso sui dipendenti pubblici, con la sperimentazione del “lavoro agile”.

Secondo uno studio del Forum Pa cominciano infatti a farsi vedere gli effetti della riforma
Madia. Nel frattempo la spending review ha colpito: l’Italia ha meno travet di Germania o Francia. Ma per gli statali ciascuno paga «685 euro per la scuola e 104 per l’università, 638 per la sanità, 313 per gli enti locali, 110 per l’apparato ministeriale. Per tutti gli altri servizi restano 781» con «la ricerca che ci costa 95 centesimi l’anno, meno di un caffè».