Maturità, l’ultimo anno avrà più peso

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Il puzzle della maturità 2020 è quasi completo. Ai tasselli rivelati nei giorni scorsi dalla ministra Lucia Azzolina – e che delineano un’unica prova orale, da svolgere in classe a gruppi di 5 e capace di attribuire 40 punti sui 100 totali – altri se ne aggiungeranno nelle prossime 48 ore. Quando sono attese le ordinanze ministeriali su esami di Stato e valutazione in cui verrà ribadito il ruolo centrale del «documento del 15 maggio», che sarà redatto dal consiglio di classe (in via straordinaria quest’anno entro il 31) e che fisserà i confini del programma scolastico entro cui potrà svolgersi il colloquio a cui saranno sottoposti i 463mila maturandi italiani a partire dal 17 giugno. Fermo restando il ruolo centrale dell’italiano e della materia di indirizzo (greco/latino al Liceo classico o matematica/fisica allo scientifico) che dovevano essere oggetto delle due prove scritte saltate a causa del coronavirus.

I punti fermi

La prima certezza riguarda la data. La maturità comincerà martedì 17 giugno quando si sarebbe dovuto tenere il compito d’italiano. I ragazzi saranno interrogati a gruppi di massimo 5 al giorno. Nell’aula al momento della discussione potrà esserci al massimo una decina di persone tra i sei commissari interni, il presidente esterno, il candidato e un paio di testimoni. Anche se i dettagli su distanziamento e dispositivi di protezione saranno oggetto di un apposito protocollo ancora da scrivere è presumibile che tutti dovranno indossare la mascherina e rispettare la distanza di un metro. Durante il colloquio – che durerà circa un’ora – il ragazzo potrà abbassarla. A confermarlo è stata la stessa Azzolina parlando di «modello Camera» per l’esame.

Un altro punto fermo riguarda il punteggio. L’orale da solo varrà 40 punti e il curriculum scolastico 60. In proporzioni inverse rispetto al 60 (spalmati su due scritti e orale)/40 previsti prima della pandemia. Non ci saranno buste da sorteggiare né tesine. Si partirà da una domanda sulla materia di indirizzo concordata con i prof e poi si spazierà sul resto del programma svolto quest’anno – in classe fino al 4 marzo e poi da casa grazie alla didattica a distanza – nei confini fissati dal documento del 15 maggio (quest’anno del 31). A cominciare dall’italiano. Si spiega così la previsione, nell’ordinanza sulle commissioni, che tra i 6 membri ci siano i prof di italiano e della materia (o delle materie) di indirizzo. Confermati inoltre i passaggi su alternanza scuola-lavoro, finché è stata possibile svolgerla, e su Cittadinanza e Costituzione, inclusa l’esperienza di convivenza con l Covid-19.

I rebus da sciogliere

Fin qui le certezze. Ma la prossima maturità ha ancora aspetti da chiarire. Il primo riguarda come si declineranno i 60 punti del curriculum degli ultimi tre anni (quando i punti erano 40 erano divisi così: 12 il terzo anno, 13 il quarto, 15 il quinto). Ora che si sale a 60, mantenendo più o meno la stessa proporzione, i punti potrebbero dunque essere 18 il terzo anno, 19 il quarto e 23 quinto; oppure 18-20-22. Quindi su 60 punti l’ultimo anno peserebbe per 22-23.

Un altro riguarda le commissioni d’esame. Già in diverse scuole i docenti, soprattutto over 55enni, sono sul piede di guerra per via dei rischi sanitari a cui andrebbero incontro con l’orale in presenza. In caso di defezioni di massa, si potrebbe prima attingere ai prof della stessa scuola e poi eventualmente chiamare in corsa i supplenti. Anche la stessa scelta dei docenti delle commissioni, che andava fatta dal consiglio di classe entro il 30 aprile, rischia di riservare qualche sorpresa. Di norma, si scoraggiano insegnanti in più commissioni; tuttavia, essendo alcune materie da esterne diventate interne, in qualche scuola potrà accadere che i docenti individuati appartengano a più commissioni e che si creino sovrapposizioni, tali da richiedere sostituzioni. Cosa significa? Che gli studenti potrebbero trovarsi a effettuare il colloquio su materie diverse da quelle previste a gennaio.