S. Naspini, I Cariolanti

Naspini sulla via del male…

di Antonio Stanca

A quarantaquattro anni Sacha Naspini ha scritto un buon numero di racconti e romanzi che hanno avuto traduzioni in molti paesi stranieri. Scrive pure per il cinema e collabora con le attività di alcune case editrici.

  E’ nato a Grosseto nel 1976 e a quando aveva trent’anni risalgono le sue prime prove narrative. Saranno caratterizzate, come le altre che verranno di seguito, da atmosfere cupe, situazioni violente, personaggi esasperati, parole crude, immagini raccapriccianti, da tutto quanto contribuisce a rendere drammatica, tragica una situazione, una vicenda, una storia. Stando a dichiarazioni dell’autore egli scriverebbe del male del mondo per mettere in evidenza quanto bisogno c’è di bene, direbbe dell’odio per far capire che serve l’amore.

La sua maniera ritorna nel romanzo I Cariolanti del 2009, che quest’anno è stato ristampato dalla E/O di Roma. L’opera finisce come inizia: si parte da quando Bastiano era un bambino che, durante la seconda guerra mondiale, viveva nascosto con i genitori in una buca scavata nel terreno tra i boschi della Marchigiana poiché il padre non aveva voluto partire per il fronte, e si giunge a quando Bastiano è diventato un uomo di cinquantacinque anni che, dopo tante, infinite peripezie,è tornato in quel posto, in quella buca a vivere come allora, tra ristrettezze e stenti di ogni genere, con i mezzi, i modi di allora, da primitivo.

  Della vita di Bastiano scrive, quindi, Naspini, nel romanzo, della serie di disavventure, di disgrazie che lo perseguiteranno ma anche di sue azioni cattive, malvagie. Queste sarebbero da attribuire ai suoi impulsi, propri di chi è nato e cresciuto a contatto con la natura,con gli animali, ad essi è finito per assomigliare, come essi è finito col fare. Spietato, feroce, crudele apparirà Bastiano in alcune sue azioni, in alcuni suoi comportamenti. E di questo Naspini comincerà a direquando farà uscire quella famiglia da quella buca,quando la mostrerà rientrata nella vicina loro vecchia casa, quando farà vedere come Bastiano, che adesso è un adolescente, si comporta con gli altri, con il mondo che si trova intorno. Qualunque esperienza abbia, quella dell’amore per la piccola Sara, del carcere per colpa del padre, della guerra partigiana che ha preferito al carcere, del lavoro nei campi dei tedeschi, del fuoriuscito, dello sbandato, di una sorella, sua gemella, ritrovata vedova e ricca della quale non aveva mai saputo e che i genitori avevano “venduto” a ricchi signori del posto a causa della loro miseria, dell’amore per la bella Rosa, che in casa della sorella lavora, ognuna di queste esperienzeandrà male e a volte sarà Bastiano a volerlo, sarà lui l’artefice del male, il colpevole.

  Sembrerebbe una maledizione, una sventura, ma nel libro si dice spesso che “lui è nato di traverso” e vive di traverso, sempre, cioè, dalla parte sbagliata, sempre privo di una regola, di una misura, di un ordine. Il male fa parte delle sue cose, rientra tra i suoi pensieri, le sue azioni senza che lo faccia soffrire, che gli procuri pentimento. Era nato, si era formato nel male e così sispiega quel che pensa, quel che fa. Si sente quasi chiamato a continuare una condizione che gli è propria.

Non è la prima volta che Naspini scrive di situazioni, di personaggi così inclini alla violenza, al terrore e non è la prima volta che dichiara di farlo per dimostrare quanto più del male sia preferibile il bene. Non si è ancoraaccorto che la via del bene non passa necessariamentedal male! Che può essere un’altra!