Oggi «No Dad day», contro la didattica a distanza

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«È ora di fare un gesto, sia pure simbolico, per smetterla di fingere che questo anno scolastico sia stato svolto e abbia un valore. È ora di dare un avvertimento per settembre: non siamo più disposti a continuare con la didattica a distanza». Il Comitato Priorità alla Scuola accoglie la proposta partita da tanti gruppi e luoghi diversi, (Firenze, Lamezia Terme, Ravenna, Roma e altri) e invita a un’astensione massiccia dalla didattica a distanza sostenendo oggi, 3 giugno, il «No Dad day». Tra i comitati e le associazioni che hanno indetto la protesta, con appuntamenti anche in varie piazze, anche i “Lavoratori Autoconvocati scuola”, il gruppo “Genitore Attivo”, o i blog delle mamme torinesi.

Una protesta nata e cresciuta sui social, con pagine Facebook che l’hanno rilanciata, ma anche con il passaparola, con le tante lettere-appello inviate alle classi dalle famiglie contrarie alle didattica a distanza.

Una protesta che si innesta nel complesso processo di elaborazione delle regole per la ripartenza a settembre, con il premier Giuseppe Conte che per domani ha convocato una incontro con la ministra Lucia Azzolina, i sindacati, i rappresentanti degli studenti delle scuole paritarie ma anche Protezione Civile, Upi e Anci per fare un punto in vista delle attività scolastiche a settembre. Con l’obiettivo, ribadisce il ministro, di riportare tutti, bambini e ragazzi, a scuola in presenza, senza didattica a distanza per i più grandi.

Ma per i comitati del «No Dad day», questo impegno non è ancora sufficiente: «Con questa astensione – spiega il Comitato Priorità alla Scuola – ribadiamo quello che diciamo da aprile: a settembre le scuole vanno riaperte, tutte, di ogni ordine e grado, per tutti, senza riduzione di orario, senza turni, senza didattica mista, senza esternalizzazioni di metà del tempo-scuola. Non c’è più tempo: il governo deve reperire e mettere a disposizione tutte le risorse necessarie: occorre investire in spazi adeguati e in misure di prevenzione, aumentare massicciamente il personale docente e ata. Non può scomparire dalle priorità di governo ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie, mentre si propone la riduzione del tempo scuola e si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all’arbitrarietà dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di didattica a distanza (già dalla scuola media). E’ inammissibile che lo Stato destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola pubblica solamente un miliardo e mezzo in due anni. Non accetteremo niente di tutto questo».