«Troppi genitori pensano all’educazione fai-da-te da casa»

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

«La mia scuola, l’istituto comprensivo «Sestu» (Cagliari) è stato costruito negli anni ’80; e questo, almeno ai tempi del coronavirus, si è rivelato un vantaggio. Ho aule gradi, in media di 48/50 mq, e riuscirò a portare in classe, in sicurezza, il migliaio di studenti iscritti, tra infanzia, primaria, e scuola media. Anche perché al primo ciclo l’insegnamento da remoto non è previsto. Le lezioni restano di 60 minuti – ha spiegato la preside Alessandra Patti, che fa parte del gruppo Avanguardie educative, sempre attivo in questi mesi -. La mattina, ho previsto tre ingressi scaglionati, alle 8, alle 8,30 e alle 9. Mantenendo le 5 ore di didattica in classe, utilizzerò anche il sabato, per gli alunni delle medie».

Si è saputa organizzare bene…

In questo, ho avuto meno problemi. Anche sui banchi. Nel 90% delle aule ho a disposizione banchi “a rombo”, con lati di un metro e 10 centimetri. Ciò mi ha consentito di fare sedere, distanziati, due alunni a banco. Il 9% di banchi è a rotelle, li abbiamo dal 2015 e sono molto comodi, specie nei laboratori. Il restante 1% di banchi è monoposto. Per queste ragioni, al commissario Domenico Arcuri non ho chiesto nuovi banchi.

La città metropolitana l’ha aiutata?

Sì. All’amministrazione comunale ho chiesto gli arredi per la scuola dell’infanzia e di completare quelli a primaria e media. Parliamo di uno scarso 20 per cento di nuove dotazioni, che mi stanno arrivando. In Sardegna il calendario prevede l’avvio del nuovo anno scolastico il 22 settembre, ma si inizierà il 24, visto che gli istituti sedi di seggio elettorale saranno riconsegnati per quella data. Mi sono organizzata anche per il servizio mensa a favore degli alunni
del tempo pieno e dell’infanzia:
faranno il lunch box al banco, non si tratta di un panino, ma di un pasto
vero e proprio confezionato in una vaschetta. Igiene e sanificazione saranno garantite quotidianamente.

Per quanto riguarda gli organici?

Al momento, mi mancano docenti, soprattutto gli insegnanti di sostegno. È un nodo non di oggi, ma di anni. Solo alla primaria ne mancano 17. Sono fiduciosa però che fino al 24 settembre arriveranno. Una criticità che sto notando è che diverse famiglie vorrebbero non mandare i propri figli a scuola per paura del virus e optare per l’educazione parentale. Io credo che il ritorno a scuola, in massima sicurezza, sia utile ai ragazzi anche dal punto di vista pedagogico e relazionale. Quest’estate, mi creda, sono stata oberata di lavoro. Ma credo nella scuola e sto dando il mio contributo per riaprirla al meglio che sia possibile.