Dad, quasi 3 studenti su 5 “bocciano” il proprio istituto

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il 57% degli studenti delle scuole superiori che stanno svolgendo la didattica a distanza pensa che la propria scuola non abbia fatto passi avanti rispetto alla scorsa primavera. Anche larga parte dei professori sembrano “smarriti” agli occhi dei loro alunni riguardo le videolezioni. Circa 3 su 10 lamentano problemi strutturali.

Il sondaggio
Lo fa sapere il portale Skuola.net che ha intervistato 4mila studenti delle superiori alla fine della prima settimana del Dpcm attualmente in vigore, quello che indicava una quota minima per la Dad – almeno i 3/4 dell’orario – in licei, tecnici e professionali. La didattica a distanza in una manciata di giorni passa dal 75% alla 100% e torna protagonista assoluta delle giornate degli studenti, perlomeno di quelli più grandi. Considerando le regioni in cui i Governatori, per gestire meglio l’emergenza sanitaria, hanno disposto già negli scorsi giorni la chiusura totale degli istituti si può osservare – spiega il Skuola.net – come per 6 alunni su 10 non sia cambiato quasi nulla: il 29% dice che sin da subito – per scelta della scuola e non per contagi interni alle classi – ha svolto qualche giornata di lezione seguendo da casa, mentre il 31% lo aveva fatto comunque prima del decreto; solo per il 40% la Dad è stata una novità.

Il Dpcm, nelle regioni più a rischio, ha dunque inciso soprattutto sulla quantità delle ore, inevitabilmente lievitata. Diversa la situazione, ma non troppo, nelle aree in cui una parte della didattica si è potuta continuare a svolgere in presenza. Qui la maggioranza degli studenti (66%) ha svolto lezioni a distanza solo a partire dalla settimana appena trascorsa. Ma più di 1 su 3 si era già diviso tra scuola e casa, a seconda delle giornate: il 21% sin dall’inizio del nuovo anno, il 13% con il passare delle settimane. Inoltre, per quasi 1 su 5, la quantità di ore passate in Dad è rimasto invariato anche dopo il Dpcm del 24 ottobre (quindi già ne facevano almeno il 75%). Ma la prontezza delle scuole, almeno secondo gli studenti, è ancora lontana perché il 57% degli intervistati ancora oggi ‘boccia’ l’approccio che ha la propria scuola nei confronti della Dad: per il 21% da marzo non c’è stato alcun miglioramento, per il 36% giusto qualche passo in avanti. Un vero problema in vista del nuovo Dpcm. Solo il 43%, al contrario, si dice soddisfatto: il 30% dice che la scuola si è mostrata ben attrezzata ai blocchi di partenza, il 13% che l’organizzazione era buona già lo scorso anno.

Quanto ai docenti solo il 26% ha riscontrato, all’inizio dell’anno, un miglioramento dei professori con gli strumenti per dialogare con gli alunni anche ‘da remoto’; a cui si aggiunge un 12% che afferma di aver trovato insegnanti tecnologicamente pronti sin dalla prima ondata della pandemia. Il 62%, invece, non sembra convinto: al 46% sono apparsi un po’ più preparati (ma non troppo), per il 16% regna lo smarrimento. Circa 3 studenti su 10, inoltre, lamentano dei limiti strutturali: il 14% ha ancora guai con la connessione (assenza di rete fissa, scarsa velocità o giga contingentati), l’8% non ha un computer o un tablet personale per seguire le lezioni, il 7% ha problemi su entrambi i fronti. E un altro 30% ha rimediato giusto in tempo per l’avvio del nuovo anno. Con gli istituti che – conclude il portale – ancora una volta, non sono esenti da responsabilità: in più di 2 casi su 10, alla vigilia della prima campanella, la scuola non si è espressa sull’argomento cosicché l’aggiornamento della strumentazione, laddove c’è stato, è avvenuto per iniziativa individuale delle famiglie.