Salute mentale, soldi finiti

Salute mentale. “Soldi finiti, molti milanesi con disagio non possono proseguire i percorsi di inclusione”
Redattore Sociale del 15/06/2023

MILANO. “Mai come quest’anno la chiusura del bilancio del Comune di Milano è stata difficile e ha comportato, in vari ambiti, scelte dolorose e tagli. Tra questi, non fanno eccezione le risorse del Welfare e in particolare quelle che da anni sostengono i progetti di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo delle persone con disagio mentale”. Ad affermarlo è il coordinamento milanese del terzo settore per la salute mentale, composto da più di trenta enti del privato sociale (cooperative sociali, fondazioni, associazioni di familiari e di utenti). È presente, con i propri referenti, nel Tavolo Permanente sulla Salute Mentale del comune di Milano, nell’Organismo di Coordinamento sulla Salute Mentale dell’Ats Città Metropolitana di Milano e nel Forum milanese del Terzo settore.

Secondo il coordinamento e le associazioni firmatarie della nota, “i tagli impattano sia sul Fondo Sociale che il Comune mette a disposizione dei Centri Psicosociali – gestiti dai Dipartimenti di Salute Mentale milanesi per realizzare i tirocini lavorativi e per i sussidi ai cittadini in particolare difficoltà economiche – sia sui progetti territoriali a titolarità dei Dipartimenti di Salute Mentale milanesi e gestiti spesso in collaborazione con gli enti del Terzo Settore”.

“Numerose cittadine e cittadini, proprio in questi giorni, stanno ricevendo comunicazione dell’interruzione del proprio progetto di inclusione o della drastica diminuzione delle risorse a disposizione – continuano le associazioni -. Allo stesso tempo, anche gli operatori che da inizio anno sono ingaggiati sui vari interventi non sanno se vedranno riconosciuto economicamente il loro lavoro. Lavoro che, nonostante il mancato rinnovo delle convenzioni in atto e i continui rinvii delle decisioni circa la continuazione degli interventi in corso, non si è mai interrotto nel rispetto della dignità e necessità degli assistiti e dell’etica professionale di operatrici e operatori”.

L’auspicio è che l’amministrazione comunale “possa rendersi conto immediatamente della gravità di questa scelta e riesca, già dall’imminente assestamento di bilancio di giugno, a trovare le risorse necessarie per riavviare i progetti e garantire le risorse economiche del Fondo Sociale”.

“Altrettanto importante è riavviare un processo di co-programmazione tra il Comune di Milano – continua il coordinamento -, i Dipartimenti di Salute Mentale e gli Enti del Terzo Settore che rimetta al centro del dibattito cittadino il tema del disagio mentale che in questi ultimi anni, anche a seguito della pandemia e della crisi economica, si è notevolmente trasformato e aggravato”.

Il Coordinamento milanese del Terzo Settore sulla Salute Mentale e Cgil e Uil manifestano tali preoccupazioni anche a seguito delle numerose richieste di sostegno arrivate in questi ultimi mesi.
I soggetti firmatari si impegnano a sensibilizzare la cittadinanza e chiederanno di incontrare i capigruppo dei partiti in Consiglio Comunale.