Schola reformanda est. Oggi e non domani!

Schola reformanda est. Oggi e non domani!

di Umberto Tenuta

 

C’è un grido che arriva dagli studenti e dai genitori, prima che dalla stampa e prima che dalla società tutta:

 

“La scuola deve essere rinnovata, profondamente, nelle sue finalità, nella sua impostazione metodologica, nei suoi strumenti e nei suoi processi di valutazione.

Non può più andar avanti così!”

 

Tutti i figli di donna hanno diritto al successo formativo, diritto che si identifica con il diritto alla vita.

 

Questo diritto deve essere assicurato dai genitori, ma la società tutta, la Repubblica, le istituzioni più diverse e la scuola, primariamente, deve renderlo possibile-

Se uomini non si nasce ma si diventa, e si diventa, non attraverso un mero processo di sviluppo, così come dall’uovo fecondato nasce il pulcino, ma attraverso un processo di formazione che implica prioritariamente il protagonismo del soggetto e che non può realizzarsi senza il supporto di quello che da qualche decennio viene chiamato sistema formativo integrato, il quale comprende, assieme alla scuola, la famiglia, le chiese, le comunità locali, la società tutta, e non solo lo Stato, perché conosciamo bene, a cominciare dall’educazione spartana, per finire con l’assolutismo di ieri e di oggi, quali sono i rischi che si corrono quando la formazione delle nuove generazioni restano nelle mani esclusive dello Stato.

 

Ma su questo ci siamo già soffermati e ritorneremo a confrontarci con quanti la pensano diversamente da noi.

 

Per ora ci preme sottolineare che tutti i nati di donna hanno diritto alla loro piena formazione umana, perché <<nati non foste a vivere come bruti, ma per seguire virtù e canoscenza>>.

Si badi bene che il Poeta ha ben precisato: <<per seguire virtù e canoscenza>.

 

Ai  nostri giorni, questo diritto non sembra sia assicurato, né pienamente, né a tutti i nati di donna, come emerge chiaramente, non solo dalle statistiche,  ma anche e soprattutto dal contesto della convivenza sociale, civile, democratica.

 

C’è un grido che non possiamo far finta di non sentire.

È il grido della società tutta, ma è il grido soprattutto dei giovani che ogni giorno soffrono nelle scuole, nella società, nelle carceri.

 

Qualcuno potrebbe dire che si tratta di pochi soggetti, di situazione eccezionali.

Non vogliamo entrare nel merito e, facendo nostra la parabola della pecorella smarrita, diciamo che, anche ove si trattasse di casi isolati, di un solo soggetto, non potremmo non comportarci come il buon pastore.

 

E, allora, se quanto detto risulta confortato da tutte le diagnosi che i grandi e piccoli studiosi hanno fatto e vanno facendo da anni, da decenni e da secoli, allora rimbocchiamoci le maniche e, osiamo dire:

 

impegniamoci a rinnovare il sistema formativo integrato

di cui la scuola è istituzione focale

 

Nessuno che abbia delle responsabilità può tirarsi indietro!

 

 

Proposte operative 

Innanzitutto, chiediamo che quanti condividono questo discorso lo approfondiscano e lo sviluppino, anche attraverso interventi in questa rubrica.

Poi chiediamo a tutte le istituzioni educative, che già hanno raccolto il nostro precedente appello nell’articolo SCHOLA Reformanda est, a segnalare le loro iniziative e i loro progetti operativi.

 

Ci disponiamo a raccogliere tutte le proposte intese a rendere effettivo il diritto di tutti i giovani al loro successo formativo.

 

Pertanto, ci aspettiamo interventi propositivi, soprattutto da parte dei genitori, ma siamo certi che saranno numerosi anche gli interventi da parte degli uomini di scuola che con passione assolvono quotidianamente il compito di promuovere la piena formazione dei giovani.

È troppo grande la responsabilità che grava sugli educatori, quali sono primariamente i genitori e poi, in particolare, gli uomini di scuola, perché si possa rimanere sordi a questo pressante appello:

Schola reformanda est!

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