Giannini dichiarazione

Giannini dichiarazione

di Umberto Tenuta

 

I giovani non sono soggetti da selezionare ma figli di mamma di cui promuovere il successo formativo.

Onorevole ministra Giannini, le capacità ed i meriti non sono innati, perché il buon Dio non li fa piovere solo nelle case dell’oziosa (otium) casta dei ricchi e dei potenti.

Capaci e meritevole si diventa.

Come scrive il DOLL: <<Per capacità potenziali dei singoli noi intendiamo quelle potenzialità di grandezza imprevedibile, che possono scaturire dall’interno della personalità: potenzialità che possono venire sviluppate o ridotte col processo educativo… le capacità potenziali non sono considerate come delle qualità congenite nell’individuo, che divengono attuali attraverso un processo di maturazione su cui non influisce in alcun modo l’ambiente. Anzi, queste capacità si sviluppano e si “manifestano nello scambio dinamico di influssi fra l’individuo e il suo ambiente”. Vengono definite capacità “potenziali” perché sono un modo di essere dell’individuo, sono una capacità individuale di reagire positivamente e in modo praticamente imprevedibile: senza alcun preconcetto quanto ai …limiti delle capacità potenziali…. L’essenza della concezione ebraica e greca dell’uomo era invece di porre l’accento sulla personalità umana dotata di capacità potenziali illimitate, di considerare positivo il fatto che gli sviluppi della personalità umana sono imprevedibili…>>[1].

Capaci e meritevoli si diventa in virtù delle stimolazioni culturali e delle motivazioni che si ricevono sin dal grembo materno.

Certamente Hitler et CO la pensavano diversamente, e ne conosciamo le conseguenze.

Io non entro nel merito.

Dico solo che la nostra è una società che dovrebbe essere democratica, come professa il Presidente del consiglio Matteo Renzi.

Ovviamente, Ella non vuole mettersi contro il Presidente.

E, allora?

Allora, commento la Sua famosa dichiarazione.

“una scuola italiana che riconosca e valorizzi il merito”.

E no, esimia Professoressa!

Non si tratta di ri-−conoscere.

Il merito non preesiste ma si promuove, si favorisce, si assicura, con procedimenti educativi personalizzati, adeguati ai livello di partenza, ai ritmi ed agli stili di apprendimento di ogni singolo figlio di donna, nato nella regia o nel tugurio di periferia, ambedue degni di rispetto: maxima debet puero reverentia!

“Criteri e metodi secondo standard valutatativi…”

E no, Onorevole ministra Giannini, no e poi no.

Gli standard vanno bene per la FCA, per le aziende industriali, per la lavorazione dei metalli, del legno, della cellulosa, dei prodotti chimici…

Ma non per l’educazione, per la formazione dei giovani, l’uno diverso dall’altro nel suo patrimonio genetico, anche se figli della stessa madre e dello stesso padre, e pur diversi anche nei gemelli omozigoti, perchè l’uno stava a destra e l’altra a sinistra del grembo materno!

Ogni figlio di donna è diverso, unico, irripetibile sulla faccia della Terra!

Ella, onorevole ministra Giannini, è unica, irripetibile, da Guinnes dei Primati: sì, come Lei non c’è nessuna sulla faccia della Terra.

Come Lei, come Matteo, come me, non c’è nessuno sulla faccia della Terra, nè oggi, nè domani.

E, il parroco di Barbiana predicava che non c’è cosa più ingiusta che far le parti uguali tra diseguali, tra diversi.

No “egalitarismo”.

Ma uguaglianza delle opportunità formative. Non basta dichiarare che tutti sono eguali, ma dare a ciascuno secondo le proprie esigenze: unicuique suum!

Il suum di cui ha bisogno, le opportunità formative adeguate alla sua diversità, i trattamenti personalizzati: noi, uomini di scuola la chiamiamo personalizzazione educativa, che è un’altra cosa dalla individualizzazione dall’insegnamento.

“Controllo ispettivo”.

Io ho fatto l’ispettore per un trentennio e mi sono sempre  sforzato di fare una valutazione formativa: non andavo per verificare ma per promuovere.

E il buon direttore didattico YZX, appena mi vedeva arrivare, mi diceva: ispettò, ch’aggia fà.

Aveva imparato bene che io non andavo per riferire al Provveditore agli studi i provvedimenti punitivi.

Ai provveditori ho sempre chiarito che tutto si era accomodato, tranne un caso Si trattava di un caso di pedofilia, ma anche lì ho proposto un provvedimento di trasferimento d’ufficio, che voleva essere anch’esso di recupero.

“Centralismo”

Sì, d’accordo, autonomia vera e responsabilizzazione dei dirigenti scolastici: se la loro azienda scuola non è produttiva, se ne vanno a casa, e con lui tutti i suoi collaboratori.

“Deresponsabilizzazione”

E sì. Ma se foglia non si muove che dio non voglia?

Tutto nelle leggi, nei decreti ministeriali, nelle circolari!

Quale autonomia? Manco quella didattica, manco quella di acquistare tablet anziché LIM, regalate alle scuole e pagate dal MIUR.

Oh quante risorse dei PON per le attrezzature informatiche finite nei ripostigli delle scuole, pronte alla rottamazione per obsolescenza.

Su questo sono proprio d’accordo con Lei, onorevole ministra Giannini,.

Occorre responsabilizzare.

Una domanda, però.

Chi verifica?

Non certo l’INVALSI alle dipendenze del MIUR che di adempimenti burocratici ha stancato gli operatori scolastici.

Gli Ispettori Tecnici?

Chissà!

Al riguardo, però, viene da chiedersi: chi verifica la bontà dei prodotti industriali?

I consumatori!

E chi sono i consumatori della scuola?

Oddio, ma gli studenti, no?

Ma gli studenti sono minorenni!

E sì, ma i genitori godono dalla patria potestà.

E, allora?

Allora, lasciamo ai genitori la valutazione della scuola, magari riproponendo la dimenticata continuità educativa sulla quale fiumi di quattrini si sono pure spesi.

Ma, poi, onorevole ministra Giannini, ha visto mai in quali condizioni versa la scuola oggi, malgrado le LIM regalate alle scuole dalla Sua benemerita collega, alle scuole che nelle loro umide pareti non le potevano installare?

Onorevole ministra Giannini, la scuola italiana ha bisogno di un sussulto d’orgoglio da parte dei suoi operatori, di un sussulto che però può nascere solo da un riconoscimento concreto  del loro umile e grandioso lavoro, mirato a garantire il successo formativo, il pieno successo formativo, a tutti, sì a tutti, nessuno escluso, i giovani che ogni mattina entrano nelle aule.

Entrano nelle aule, non per essere mortificati nei banchi a due posti, immobili, in forzato silenzio, intenti ad ascoltare il pontifix maximum, là, in piedi, dietro la cattedra, davanti alla LIM, con le spalle agli studenti, che ne approfittano, giovani birbanti quali per loro fortuna sono ancora.

Mi perdoni, onorevole ministra Giannini, se birbante sono anch’io, alla mia poca veneranda età, ma zitto, come i suoi studenti, anch’io non so stare, perchè i suoi studenti troppo li ho amati nei miei quaranta e più anni di vita nella scuola, e ancora li amo, e piango con loro, quando essi piangono per un QUATTRO, per un CINQUE, per un SEI MENO.

 



[1] DOLL R. C., L’istruzione individualizzata, La Nuova Italia, Firenze, 1969, pp. XI, 19, 21.