Enciclopedie piccole enciclopedie crescono

ENCICLOPEDIE PICCOLE ENCICLOPEDIE CRESCONO

di Umberto Tenuta

 

Piccole enciclopedie crescono.

Si dice che Pico della Mirandola fosse una piccola enciclopedia vivente.

Ma, prima che una piccola enciclopedia, Pico della Mirandola era un filosofo e un grande umanista.

Gli Enciclopedisti pretesero di scrivere la più grande enciclopedia che al loro tempo si potesse scrivere.

E di enciclopedie ora sono piene le biblioteche e gli scaffali di casa nostra.

Ma le enciclopedie oggi non servono.

Oggi, peraltro, di enciclopedie sono pieni gli smartphone, i Tablet, i Phablet, i Netbook, i Notebook, oltre che i PC.

Le enciclopedie non servono a fare i servizi di casa, che oggi peraltro fanno i robot, non servono a fare la potatura della vigna, non servono per riparare il motorino di avviamento delle automobili…

Non servono per fare il vigile urbano, il medico, l’avvocato…

Non servono…

Per svolgere qualsiasi attività umana ci vogliono cuori grandi, teste ben fatte, mani abili.

Addio piccole enciclopedie viventi!

Addio nozioni di Geografia: fiumi, monti, laghi, mari, oceani… pianeti, stelle, soli…

Addio nozioni di Storia: Uomo preistorico, Assiri, Babilonesi, Fenici, Indiani, Greci, Romani… Battaglia di…, Guerra di…, Rivoluzione di…

Addio nozioni di Scienze fisiche: atomo, elettroni, protoni, neutroni, caduta dei gravi, principio di Archimede…

Creare piccole enciclopedie nelle memorie dei giovani è il compito della scuola?

Due secoli fa si pensava questo.

Ora basta un Tablet.

Ma anche un Tablet occorre saperlo usare, occorre sapere che cosa cercare, dove cercarlo, come cercarlo…

Ma allora?

La scuola ha un compito ben più importante!

Il compito della scuola è quello di formare uomini, uomini dal cuore grande, uomini dalla testa ben fatta, uomini con il corpo che obbedisce al cuore ed alla testa.

Perciò, occorre che la scuola coltivi i cuori, i cuori che amano il cuore degli altri, che amano il buono, il vero, la virtù.

La scuola deve formare innanzitutto uomini che sappiano amare gli altri uomini, gli uomini di tutte le terre, gli uomini di tutti i colori, di tutte le lingue, di tutte le religioni.

E poi occorre che la scuola curi la formazione di teste ben fatte, capaci di ragionare, capaci di effettuare operazioni logiche, capaci di cercare la verità, di inventarla, di costruire nuove conoscenze, nuove capacità, nuove virtù.

Occorre che la scuola non riempia le teste delle biografie e delle opere degli artisti, dei poeti, dei letterati, ma coltivi l’amore del bello, a cominciare dal bello di una poesia, di una farfalla, di un arco romano, della Pietà, della Divina commedia, dei Canti di Giacomo Leopardi, dei Sonetti di Ugo Foscolo, delle Odi barbare di Carducci…

E poi, occorre che la scuola coltivi l’amore di andare per cieli, per terre, per mari…

Oh quanti amori, quante capacità, quanti nuclei concettuali fondanti la scuola deve coltivare!

Se dai un pesce al tuo amico, lo hai sfamato per un giorno, ma se gli insegni a pescare lo hai sfamato per tutta la vita.

Ecco, la scuola deve fare amare la pesca e deve far imparare a  pescare.

Ma per imparare a pescare, alcuni saperi essenziali bisogna pure imparare!

Per avventurarsi nel mare, almeno la bussola occorre saper utilizzare.

La scuola deve aiutare i giovani a costruirsi le bussole delle varie discipline.

È questa l’alfabetizzazione culturale di cui già si parlava nei Programmi didattici per la scuola primaria del 1985!

Le rotte storiche, geografiche, scientifiche, aritmetiche, geometriche, algebriche, gli studenti se le costruiranno da soli.

Ora io sovra te corono e mitrio.

Altro che sacco vuoto da riempire!

È dovere della scuola aiutare i giovani a saper fare funzionare i loro cuori, a sapersi costruire una testa ben fatta, a sapersi formare un corpo bello.

Poi sù, non perdiamo più tempo −tempo prezioso per gli studenti, prima che per i docenti!− a riempire le loro teste di nozioni.

Gli studenti troveranno facilmente le nozioni nei libri, sui tablet, sugli orologi, sugli occhiali da sole.

Mica possono memorizzare tutto lo scibile umano nelle loro testoline!

Peraltro, non servirebbe a nulla.

Da qui a due lustri tutte le conoscenze umane saranno obsolete.

Se ci siamo preoccupati di creare delle enciclopedie viventi, non solo non abbiamo fatto l’unica cosa buona e grande che potevamo fare, cioè formare uomini dal cuore grande, dalla testa ben fatta, dei corpi belli, ma abbiamo persino osato distruggere nei giovani l’innato bisogno umano di seguir virtute e canoscenza.

Mai più da oggi, non da domani

Basta con le enciclopedie che riempiono gli zainetti dei giovani studenti, producendo scoliosi, lordosi, cifosi!

Basta con le enciclopedie che fanno odiare la scuola, che fanno odiare i docenti, che fanno odiare il sapere umano, la conoscenza e l’esperienza del vero, del bello e del buono.

Basta, per carità!

Un decreto della Ministra Giannini, soprafirmato da Renzi, vieti il nozionismo e punisca i trasgressori recidivi con la pena dell’esilio a vita dalle scuole!

A scuola si formano i cuori.

A scuola si formano teste ben fatte.

Non perdiamo più tempo con le enciclopedie dei libri di testo!

Bastano i nuclei concettuali fondanti delle diverse discipline, le strutture delle discipline, i concetti fondamentali, essenziali, costruiti dagli studenti e non esibiti dalle innumerevoli schede prefabbricate!

Ma, soprattutto, bastano le teste ben fatte, come le chiamava Edgard Morin, e bastano i cuori grandi!

Ma, innanzitutto, bastano i cuori grandi, ad imitazione di Papa Francesco!