Amor che a nullo amato amar perdona

174 Amor che a nullo amato amar perdona di Umberto Tenuta

CANTO 174 MAESTRA, MAESTRA SEMPLICEMENTE, SEMPLICEMENTE INNAMORATA

«Se il nostro pensiero e le nostre parole

debbono muovere l’attività del discepolo,

bisogna che qualcosa di vivo che è in noi

passi nello spirito di lui

come scintilla di fuoco

ad accendere altro fuoco»

(F. Enriques)

 

Qual è il fine dell’educazione?

Mica riempire le teste di inutili nozioni, presto, prestissimo obsolete!

Poveri studenti alle prese con le mnemotecniche più aggiornate per ricordare formule e cronologie!

Anche le filastrocche dell’infanzia vengono recuperate e presentate sugli ipad!

E nessuno si accorge della contraddition che nol consente!

È il fin del poeta la meraviglia.

Sì, la meraviglia, lo stupore, l’amore.

Amore che il bimbo si porta sin dal grembo materno, quando ne rovistava le pareti per amor di conoscenza.

Amor che il bimbo manifesta aprendo gli occhi cisposi al mondo che gli si squaderna nei suoi mille colori.

Amore che la mamma saggia ha coltivato assecondando la sua innata curiosità di tutto conoscere, di tutto comprendere, di tutto amare.

Amore che la Maestra innamorata, filosofa, storica, geografa, scienziata, letterata, matematica… accende!

«Se il nostro pensiero e le nostre parole

debbono muovere l’attività del discepolo,

bisogna che qualcosa di vivo che è in noi

passi nello spirito di lui

come scintilla di fuoco

ad accendere altro fuoco»

(F. ENRIQUES)

Non siamo noi ad imprimere le conoscenze nella mente degli studenti!

Se imprimere si potesse, tutti gli studenti sarebbero competenti.

Le nostre infuocate parole debbono incendiare l’intelligenza degli studenti perchè l’universo sapere conquistino.

Ed allora andate a casa, voi che non avete intelletto d’amore!

Andate a casa voi che non avete cuore!

A scuola resto io, maestra innamorata.

Io che amo le vestigia storiche delle regine egizie.

Io che amo le odi di Anacreonte.

Io che amo i versi d’amore infuocati di Saffo.

Io che amo le …

Chiare, fresche et dolci acque,

ove le belle membra

pose colei che sola a me par donna;

gentil ramo ove piacque

(con sospir mi rimembra)

a lei di fare al bel fianco colonna;

erba e fior che la gonna

leggiadra ricoverse

co l’angelico seno;

aere sacro, sereno,

ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse

Io, donna innamorata, innamoro i mie studenti, studenti, figli d’amore, cupidi di sapere, miei compagni alla gioia di essere, di vivere, di amare ogni cosa che il disio miri.

Io non ho bisogno delle bacchette di Lula.

Io, coi miei occhi innamorati, incendio i cuori!

È meglio che il Dirigente non entri nella mia stanza di scuola.

È meglio che non resti esterrefatto dallo spettacolo d’amorosi sensi che dentro si manifesta, toccando, palpando, manipolando gli oggetti dei nostri amori.

Abituato ai volti cadaverici, non sa veder oltre il perinde ac cadaver!

E noi siamo la gioia!

Canta la gioia

Canta la gioia! Io voglio cingerti

di tutti i fiori perché tu celebri

la gioia la gioia la gioia,

questa magnifica donatrice!

Canta l’immensa gioia di vivere,

d’esser forte, d’essere giovine,

di mordere i frutti terrestri

con saldi e bianchi denti voraci,

di por le mani audaci e cupide

su ogni dolce cosa tangibile,

di tendere l’arco su ogni

preda novella che il desìo miri,

e di ascoltare tutte le musiche,

e di guardare con occhi fiammei

il volto divino del mondo

come l’amante guarda l’amata,

e di adorare ogni fuggevole

forma, ogni segno vago, ogni immagine

vanente, ogni grazia caduca,

ogni apparenza ne l’ora breve.

Canta la gioia! Lungi da l’anima

nostro il dolore, veste cinerea.

Lungi da noi il Dolore dei Voti mai fatti, dei Cinque del mancino, della Schiena scostumata rivolta ai compagni!

Di cenere noi non ci copriamo il volto, il nostro volto bello, rosso come i pomodori d’agosto!

Assieme, Io Maestra Innamorata −sì, questo è il mio nome, il nome col quale mi chiamano i miei innamorati, i miei studenti tutti di me innamorati!− assieme, io ed i miei innamorati, assieme noi cantiamo la gioia, la gioia infinita, la gioia di tutto amare l’universo Sapere, l’universa Scienza, l’universo Amore che regge il cielo e l’altre stelle.

Beh, che volete?

Non te la sai immaginare, tu Matusa, una maestra innamorata?

Venite, venite da me, innamorerò anche voi!

E la Scuola, la nostra Scuola, tutta la nostra Scuola sarà un tripudio d’Amore!

 

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