Leggere in mezzo al grano

185 LEGGERE IN MEZZO AL GRANO di Umberto Tenuta

CANTO 185 LEGGERE RACCOGLIERE COGLIERE CONOSCERE COMPUTARE AMARE LEGARE LE ARISTE DEL GRANO

 

L’etimologia del verbo leggere è da ricondursi al latino legere, che trova affinità nel greco λέγω (lego), con il significato di raccogliere o dire.  

Leggere significa fondamentalmente raccogliere, ma il termine ci suggerisce un significato che va oltre la semplice ripetizione meccanica di suoni.

Infatti, la radice leg è alla base del termine lògos, che racchiude in sé svariati significati (parola, discorso, causa, ragione…).

Può?ertanto, la lettura può essere considerata come un’azione che coinvolge la totalità della persona, la quale “raccoglie”, e in particolar modo la sua capacità di cogliere il significato profondo di ogni cosa.

Leggere, raccogliere, cogliere assieme, legare, collegare…

Legare, collegare i grafemi, i significanti, e coglierne i significati.

Leggo il sorriso sul tuo volto e capisco che sei contenta.

Leggo nuvole nere in cielo e capisco che pioverà.

Leggo le braccia di un uomo che si agitano nel mare e capisco che sta affogando.

Leggo la tua fronte corrugata e capisco che sei in pensiero.

Leggo che alle tre arance ne aggiungi altre due e capisco che ora ne hai cinque.

Leggo che il sole è a metà del cielo e capisco che è ora di andare a pranzo.

Leggo sulle tue labbra i fonemi A M O R E e capisco che mi stai chiamando!

Che altro è leggere se non raccogliere i segni, i simboli, le parole, i discorsi, la realtà tutta, presente, passata e futura?

Leggiamo sulle labbra i fonemi, sulla carta i grafemi, sullo schermo le immagini…

Altro che imparare a compitare sul sillabario!

Flatus vocis. Prima leggere e poi capire.

No, signori miei!

Leggere è capire, comprendere, prendere assieme.

Significante e Significato,sempre assieme.

Grafema, fonema, semantema!

Legge il bimbo appena legge il sorriso della mamma sua.

Mi guardò, Francesco, dietro il vetro della nursey, e mi sorrise.

Aveva letto ch’ero il nonno suo!

E così lesse il mondo nei primi suoi anni di vita.

Ed alla scuola dell’infanzia lesse i fonemi inglesi sulla bocca dell’Inglesina che non conosceva l’italiano.

Arrivato alla scuola degli elementi del sapere, non riuscì più a legarli, a collegarli.

Costretto a leggere, collegò al libro la costrizione, la pena, la sofferenza.

Così imparò, imparò e come imparò, imparò a odiare la lettura.

E le Fiabe di Perrault, le Novelle di Andersen, Pinocchio non lesse.

Non legge.

Nemmeno a pagarlo!

Lui che alla vista di un foglietto da 5 euro sgrana tutt’e due gli occhi suoi belli.

Amore!

Il primo amore non si scorda mai!

E se non è stato amore, ma fatica, pena, dolore?

Si odia.

Difficile scordare il primo amore.

Ma ancora più difficile togliere dal cuore il primo dolore!

Ma tu, Candida, hai trovato la soluzione.

Col tuo candore, pari al loro, li innamori sin dal primo giorno di scuola!

Entri nell’aula col tuo sorriso.

Li saluti e li accarezzi, come facevi col bimbo tuo caro, bello e grande.

Con la mano dispensi i baci, anche quelli Perugina.

Non prendi il sillabario ma cominci a novellar di fate e cherubini, principesse sul pisello e scarpette su misura.

Mica dici che insegnerai a leggere, a scrivere e a far di conto!

La tua aula è una gioia di forme, di colori, di suoni, di campi di grano.

Ci sono le API nell’ARNIA sulla mensola.

C’è la BARBY col suo Barbecue.

C’è la CASA della Barby.

C’è la Campana che Canta din don dan.

C’è l’Emilia nel prato d’Erbe profumato.

C’è il mondo, il mondo dei tuoi bambini!

Te lo ricordi dal Millenovecentocinquantacinque.

Parli e fai parlare.

Le parole ti escono dalla bocca e volteggiano nell’arcobaleno, novella Fata Morgana, che i bimbi leggono nell’aria.

Leggi le favole belle della loro infanzia e la gioia ti esce dal tuo cuore rosso.

Hai segnato i loro volti sulle falangette delle tue dita.

Ognuna delle tue bimbe vi si legge.

Legge già!

Miracolo di una Maestra fatata.

Hanno imparato a leggere le tue bambine.

Ed ora amano andare a leggere in mezzo al grano.

Leggono con amore, per ore ed ore.

Leggono le fiabe del loro amore, leggono le spighe del grano senatore, leggono la vita loro ch’è uno splendore.

Grazie, Candida, la zappa del tuo agricoltore fatica non costa!

 

Fine della Prefazione.

A domani l’Introduzione!