Ostetriche nella scuola

OSTETRICHE NELLA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 215 La scuola è cambiata, è diventata il GREMBO NUMERO DUE.

Non fanno in tempo a tagliare il cordone che il bimbo entra nel nuovo grembo, il GREMBO della CULTURA, della cultura che sola lo fa divenire uomo.

Gestazione difficile, lunga e complessa che solo amorevoli Ostetriche appassionate sanno condurre felicemente in porto.

 

Oddio, quanto è duro a capirlo!

Vi sembra proprio che bastino due occhietti aperti, un nasino all’insù, due orecchie a ventola, una lingua puntuta, quattro arti come un asino per fare un uomo?

Se è stato agevole alla mammana spingerlo fuori e fare il nodo al cordone, non è altrettanto facile e breve farlo nascere uomo.

È un parto laborioso che speriamo sempre non doloroso.

E tu partorirai con dolore.

La mamma.

Non il bimbo, con l’aiuto dell’ostetrica!

Ostetrica e bimbo vanno d’accordo.

Dopo il figlio di Fenarete, ormai nella scuola le ostetriche sono di casa.

Via dalle cattedre i professoroni, via dalle LIM gli insegnanti, via i docenti con le assurde pretese di rendere docili le fiere del circo!

Ostetriche amorevoli si aggirano e di qua e di là spandono amore, stimolano, sollecitano, aiutano.

No, non usano il forcipe!

Non si può forzare il fiore a sbocciare.

Gli puoi offrire i capezzoli, ma non costringerlo a bere il latte.

Gli puoi offrire le caramelle ma non costringerlo a degustarle.

Gli puoi mettere i calzari ma non costringerlo a camminare.

Con le tue trombe gli puoi rompere i timpani ma non costringerlo ad ascoltare.

Gli puoi riempire la bocca di ricotta ma rischi di soffocarlo.

Gli puoi tirare le mani con i fili ma sarà solo una marionetta.

Solo Socrate questo l’aveva imparato dalla madre Fenarete, ostetrica dei tempi antichi.

Gli insegnanti no, continuano a produrre segni con la bocca e con le mani sulla LIM.

E perciò ora c’è un ricambio professionale.

Al posto degli insegnanti la Ministra assume ostetriche.

Solo per loro c’è posto nella scuola.

Avanti, avanti, avanti, qui c’è posto, c’è posto.

Solo per le ostetriche!

Ma sì, anche ostetrici.

Purché con laurea.

Ostetriche amorose che i bimbi se li mangiano con gli occhi.

La seconda gestazione è più lunga e più difficile della prima.

Là, nel grembo materno, tutto ha fatto madre Natura!

Proprio tutto no, qualche ninna nanna la mamma gliel’ha pure cantata, e qualche carezza non gliel’ha risparmiata.

Ma il bello viene nella seconda gestazione, quella che il bimbo lo aiuta a diventare un uomo coi bermuda ed una donna con la minigonna.

E là ti voglio!

Muoversi, camminare, andare di qua e di là, le vette scalare, saltare, danzare…

Agitare le manine, prendere il ciucciotto, accarezzare il viso della mamma, pizzicare le corde del violino, battere i tasti del pianofoforte, manovrare la cazzuala…

Aprire la boccuccia, succhiare i capezzoli, morderli anche, masticare la mortadella, balbettare, sillabare, chiamare la mamma sua, parlare, cantare…

Ascoltare la ninna nanna, Mozart e Back già nel grembo materno, …

Assaporare le caramelle a menta, il cioccolato fuso, la menta e lo zafferano, il Chianti e lo Champagne…

O di quante virtù il bimbo deve appropriarsi per nascere uomo.

Pensate che lo faccia solo, senza ostetriche?

No, mammine care, questo è una gestazione di nove anni.

Un tempo bastava la mammana.

Ora non basta una sola ostetrica.

Ce ne vogliono tante!

Tante e tutte brave.

Una per ciascuna delle virtù che deve far sue prima di nascere uomo!

 

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