Educazione alla cittadinanza: la materia non materia

da tuttoscuola.com

Educazione alla cittadinanza: la materia non materia

di Luciano Corradini
Ho letto con sollievo e con un filo si speranza l’iniziativa di Treelle, ripresa da Tuttoscuola sul rilancio dell’educazione alla cittadinanza, con qualche proposta concreta. Vorrei ricordare che secondo la ricerca compiuta proprio da Treelle, su un campione di ex studenti dai 19 ai 25 anni, pubblicata nell’aprile 2009, fra le materie ritenute più importanti compare l’educazione civica (“diritti e doveri dei cittadini, funzionamento dello Stato italiano e dell’Unione europea”): essa è collocata dai giovani al quarto posto, dopo l’inglese, l’italiano, l’informatica. Non è un cattivo “piazzamento”, rispetto alla matematica, alle scienze, alla storia, alla filosofia, alla musica. Nonostante questi dati e molti autorevoli richiami al dovere d’insegnare secondo Costituzione e la Costituzione (fra tutti autorevole, preciso, insistito quello del presidente Napolitano), la questione ordinamentale è restata incerta, per ragioni che ho più volte affrontato in serrati dibattiti, in ben quattro gruppi di lavoro ministeriali, oltre a più lungo e intenso lavoro affrontato in merito  dal CNPI (ai tempi del Governo Dini-Lombardi), dandone anche notizia alla stampa e in alcuni libri.

Che cosa si poteva fare, sulla base dei risultati deludenti dell’educazione civica di Moro, varata e accolta con tanto entusiasmo,negli anni ’60, poi lasciata languire senza adeguati approfondimenti e aiuti ministeriali? Impegnarsi a rinforzare l’educazione civica perché producesse finalmente frutti di consapevolezza e di responsabilità (cosa che cercammo di fare con Lombardi, col documento  Educazione civica e cultura costituzionale e con un curricolo continuo, rimasto nel cassetto di Berlinguer), o abolirla per scarso rendimento? Le due alternative si sono rivelate entrambe difficili da argomentare, perché sostenerle significava da un lato apparire antidemocratici, dall’altro apparire velleitari, con la pretesa di appesantire il curricolo scolastico con nuove ore e con nuovi contenuti d’insegnamento. Il Ministero ha scelto una terza strada: quella di raccomandare la trasversalità, di promuovere protocolli d’intesa, progetti con relativi concorsi, incoraggiamento di iniziative volontarie, ma nessun obbligo per docenti e studenti, nessun diritto, nessun dovere di render conto delle conoscenze dei fondamentali testi fondativi della Repubblica, dell’Unione europea e dell’ONU. Raccomandazione della “trasversalità”, affidata a docenti di buona volontà, impegno solenne di promuovere “conoscenze e competenze” relative a Cittadinanza e Costituzione”, ribadita nelle Indicazioni nazionali, questo sì, ma di fatto giuridicamente si regredisce rispetto alla legge 169/2008, neppure citata dalla 107, che dimentica addirittura di nominare la parola Costituzione.

Sembra che si torni alla stagione dei Progetti Giovani, senza il pathos e le legittimazioni costituzionali di quegli anni.

Durante il veloce percorso parlamentare voluto dal Governo per attuare il grande progetto della “buona scuola”, cercai in vario modo di mettere a disposizione il lavoro fatto nelle istituzioni in circa mezzo secolo sull’educazione civica, poi diversamente denominata, ma non effettivamente rivitalizzata. Scrissi anche una lettera ad una deputata che conosco e stimo, per ricordare che esiste negli archivi della Camera un disegno di legge presentato da un valoroso gruppo di parlamentari, che allora fu sconfitto, ma che poi si trovò a guidare la maggioranza del Governo ora in carica. Di fatto questo disegno di legge voleva completare il rachitico decreto legge Berlusconi-Gelmini, che  era stato convertito nella legge 169/2008, senza la consistenza di una disciplina, di un voto, di un quadro amministrativo dignitoso. Ecco il testo della lettera.

“Gentile onorevole Ghizzoni,

ho riletto la Proposta di legge 2135/2009, di cui Lei è stata cofirmataria con l’on Coscia. La mia viva speranza è che voi, ora in prima linea nel processo legislativo (salvo l’arrivo della “fiducia” che troncherebbe tutto il vostro sforzo di questi giorni), vogliate ricuperare quel prezioso testo, di cui mi permetto di riportare qua sotto l’art. 1.

« Art. 1. – (Cittadinanza e Costituzione).

– 1. Nel primo e nel secondo ciclo

di istruzione le conoscenze e le competenze

relative alla convivenza civile e alla

cittadinanza sono acquisite attraverso la

disciplina denominata “Cittadinanza e Costituzione”,

individuata nelle aree storicogeografica,

storico-sociale ed economicogiuridica

e oggetto di specifica valutazione.

Nella scuola dell’infanzia tale acquisizione

è realizzata mediante appositi percorsi

formativi finalizzati all’insegnamento dei

valori di rispetto degli altri, di solidarietà

e di condivisione.

2. Nell’ambito del monte ore complessivo

già previsto per le aree di cui al

comma 1, alla disciplina “Cittadinanza e

Costituzione” è attribuito un monte ore

annuale di trentatré ore.

3. Con decreto del Ministro dell’istruzione,

dell’università e della ricerca è determinato

il contenuto dell’insegnamento

di cui al comma 1. In sede di revisione

degli ordinamenti scolastici si procede al

raccordo della disciplina di cui al citato

comma 1 con le altre discipline del curricolo,

tenuto conto della trasversalità

delle tematiche che la caratterizzano.

4. All’attuazione di quanto previsto al

comma 1 si provvede con le risorse

umane, strumentali e finanziarie disponibili

a legislazione vigente ». Da mezzo secolo lavoro per l’attuazione dell’odg Moro (1947), votato all’unanimità e per difendere e arricchire il dpr Moro 1958 sull’educazione civica, che ho insegnato anche nella Sua Carpi.

Continuo a girare l’Italia, a mie spese, su richiesta di docenti e studenti di buona volontà, mentre la parola Costituzione non compare neppure come titolo nelle Indicazioni nazionali e nei relativi orari, mentre le premesse alle Indicazioni di storia parlano di “focalizzare lo studio della Costituzione italiana, dell’Unione europea e delle grandi organizzazioni internazionali:::” Si precisa che “uno spazio adeguato  dovrà essere riservato al tema della cittadinanza e della Costituzione repubblicana, in modo che, al termine del quinquennio liceale. lo studente conosca bene i fondamenti del nostro ordinamento costituzionale, quali esplicazioni valoriali delle  esperienze storicamente rilevanti del nostro popolo…”.

Perderò anche questa ultima battaglia, ma le battaglie valgono per quello che costano, non per quello che rendono. Auguri. Luciano Corradini”

(PS. Di fatto la legge 107/2015 non nomina mai né la legge 169/2008 su Cittadinanza e Costituzione, né la stessa parola Costituzione italiana.