Stagione referendaria

La stagione referendaria può unire le generazioni e risollevare il dibattito pubblico

Si è concluso molto positivamente il primo lancio della legge di iniziativa popolare sulla carta dei diritti universali del lavoro e dei referendum promossi dalla CGIL e da alcuni Comitati sui temi della scuola e dell’ambiente. Nelle piazze abbiamo voluto raccontare il senso delle iniziative, in una fase difficile nella quale sono in gioco valori sociali, democratici e di sostenibilità ambientale fondamentali per la coesione del Paese. La stessa scadenza del voto del 17 aprile sul referendum sulle trivelle assume un valore fondamentale per cambiare il modello di sviluppo, combattendo ogni forma di inquinamento e la devastazione ambientale da parte degli interessi delle grandi lobby. Per queste ragioni domenica bisogna partecipare al voto e votare sì.
Non si tratta di referendum pro o contro Renzi, evitiamo di personalizzare ancora una volta questioni di estremo interesse pubblico, si tratta di abrogare norme che insieme a diversi soggetti organizzati dell’Italia politica, sindacale, e associativa abbiamo ritenuto pericolose, controproducenti e sbagliate. Era nostro diritto e dovere farlo, e lo abbiamo fatto.

Abrogazione delle norme relative all’estensione dei poteri dei dirigenti scolastici, ai comitati di valutazione, al cosiddetto buono scuola per gli istituti parificati e privati, e infine all’obbligatorietà delle ore di dell’alternanza scuola-lavoro: perché vogliamo abrogare queste norme specifiche? Perché abbiamo ritenuto che fossero gli aspetti più deleteri della legge sulla brutta scuola che riportano indietro le lancette dell’orologio della scuola pubblica italiana. A quasi un anno di distanza dalla sua approvazione quella legge è miseramente fallita e sta determinando un clima irrespirabile nelle scuole e nel Paese calpestando valori e principi costituzionali, a partire dalla funzione sociale della scuola, dalla libertà di insegnamento, dalla funzione dei contratti e della contrattazione, al diritto allo studio. E alcuni commentatori autorevoli si accorgono ora di alcune sbavature ideologiche della legge.

La stagione referendaria che si è aperta con questo weekend può risollevare il dibattito pubblico sulla scuola, unire generazioni e interessi sulla sua funzione sociale ed educativa. Facciamolo tutti insieme, studenti, docenti, personale scolastico, soggetti sociali, famiglie, e media. Vogliamo cambiare il modello di sviluppo dell’Italia partendo dalla funzione e dal valore della conoscenza per rendere il paese più uguale e più solidale.