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Gilda: no a un ‘merito’ targato Invalsi

da tuttoscuola.com

Gilda: no a un ‘merito’ targato Invalsi

La Fgu-Gilda degli Insegnanti boccia le nuove modalità di sviluppo della carriera dei docenti ipotizzate dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, nel Def.

Proprio nel momento in cui il rapporto Eurydice sulle remunerazioni dei docenti, riferito agli anni scolastici 2009-2012, rileva che la progressione degli stipendi in Italia è tra le più basse in Europa – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il Governo sta pensando di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il ‘merito’ attraverso un sistema di ‘valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera’, premiando cioè soltanto alcuni insegnanti, magari scelti con il metodo Invalsi“.

Su questo criterio “non siamo affatto d’accordo – continua il sindacalista – perchè significherebbe spostare risorse dagli scatti, cioè dallo stipendio di tutti, a un presunto merito per pochi che, peraltro, ancora non si sa come verrebbe valutato“. Per Di Meglio si tratta di “un’ipotesi addirittura peggiore rispetto a quella del ‘concorsaccio’ di Berlinguer, fallito grazie alla nostra mobilitazione“.

Comodato d’uso: 2 libri per classe

da tuttoscuola.com

Comodato d’uso: 2 libri per classe

Quanti libri si possono acquistare con gli 8 milioni di euro stanziati per il comodato d’uso? Secondo un’analisi condotta dal portale Skuola.net ipotizzando un prezzo medio di copertina di 15 euro, si arriverebbe a circa 533.000 testi.

Cifra ragguardevole, che però rapportata al numero di classi delle scuole medie e superiori, si traduce in circa 2 libri per ciascuna.

Ma non tutte le scuole ne beneficerebbero allo stesso modo. Infatti il finanziamento è diviso in due tranche. Nel 2013 2.7 milioni di euro andranno alle Regioni più disagiate: Abruzzo, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Puglia. Nel 2014 sono previsti 5.3 milioni complessivi per tutte le regioni. I fondi saranno poi distribuiti a ciascuna scuola in base al numero di alunni.

Quindi considerando che nelle suddette regioni ci sono 79.803 classi e 1.7 milioni di studenti tra medie e superiori, con la cifra prevista nel 2013 si potrebbero acquistare 2,25 libri per classe, con uno stanziamento di 1,56 euro per alunno. Nel 2014 invece, ripartendo le risorse su tutte le regioni, la media di testi per classe scende a 1,84 e il fondo pro capite a 1,24 euro per studente.

All’interno della singola scuola i libri in comodato saranno assegnati, come avviene già adesso laddove il servizio è attivo, agli studenti con reddito più basso e appartenenti alle classi dove la spesa dei libri è più elevata.

”I conteggi che abbiamo condotto aiutano a comprendere la reale dimensione di questo intervento – afferma Daniele Grassucci, Responsabile delle Relazioni Esterne di Skuola.net – che deve considerarsi, come anche già ribadito dal Ministero, un incentivo ad un sistema che comunque ha bisogno del contributo finanziario delle stesse scuole e degli enti locali per funzionare su larga scala. Comunque è apprezzabile sia l’intenzione sia la volontà di mettere a disposizione nuove risorse finanziarie dopo anni di tagli”.

Carrozza: in prima linea nella lotta alla violenza di genere

da tuttoscuola.com

Carrozza: in prima linea nella lotta alla violenza di genere

“Educare al rispetto dell’altro, al comportamento non violento, alla lotta alla sopraffazione è uno degli obiettivi della scuola italiana”.

È quanto ha dichiarato il ministro Maria Chiara Carrozza visitando ieri a piazza Montecitorio “15 22 Installazione”, rappresentazione teatrale scaturita da un progetto del Miur per portare nelle scuole il tema della violenza di genere.

“La scuola è in prima linea – ha precisato il Ministro – nella sensibilizzazione delle giovani generazioni su questi temi. La scuola deve essere una palestra dove apprendere il rispetto fra i generi, l’accettazione dei ruoli. C’è tanto lavoro da fare e la scuola è il luogo in cui farlo. È giusto che se ne parli con i ragazzi, visti i tanti fatti di cronaca a cui assistiamo”.

Il ministro ha poi sottolineato che “questa non deve essere solo una battaglia delle donne, ma anche degli uomini. E dirlo in piazza Montecitorio aiuta a sensibilizzare parlamentari e cittadini”.

Rassegna Stampa 27 settembre 2013

in primo piano

 
la Stampa  del  27-09-2013
PIU’ TECNOLOGIA (E DONNE) PER LA RIPRESA (S.Ricotta voza) [solo_testo] pag. 21
Italia Oggi  del  27-09-2013
GLI ASPIRANTI PROF RESTANO TALI [solo_testo] pag. 28
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
ATENEI, SOTTO ESAME IL “PLACEMENT” (G.Trovati) [solo_testo] pag. 53
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
DECRETO CARROZZA SOTTO LA LENTE DELLE IMPRESE (C.Tucci) [solo_testo] pag. 53
L’Unita’  del  27-09-2013
OGGI IN TUTTA ITALIA LA NOTTE DEI RICERCATORI (C.Pulcinelli) [solo_testo] pag. 18
 

ministro

 
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
ECONOMIA CON PIU’ TALENTI ROSA (S.Natoli) [solo_testo] pag. 49
la Repubblica – ed. Milano  del  27-09-2013
LA LINEA BOCCONI PIACE AL MINISTRO “BENE AIUTARE I TALENTI SENZA RISORSE” (T.De giorgio/L.De vito) [solo_testo] pag. 5
Italia Oggi  del  27-09-2013
APPUNTAMENTI – SI SVOLGERA’ DAL [solo_testo] pag. 27
 

ministero

 
Avvenire  del  27-09-2013
“IL DECRETO SULLA SCUOLA DIMENTICA LE PARITARIE” (P.Ferrario) [solo_testo] pag. 10
Avvenire  del  27-09-2013
Int. a G.Toccafondi: TOCCAFONDI: “TAGLI INGESTIBILI E IL MINISTRO CARROZZA LO SA” (P.Ferrario) [solo_testo] pag. 10
Corriere della Sera  del  27-09-2013
DONNE INGEGNERE, UNA RETE PER CAMBIARE (P.D’amico) [solo_testo] pag. 25
Libero Quotidiano  del  27-09-2013
IN CATTEDRA I PRECARI, NON CHI VINCE CONCORSI (G.Veneziani) [solo_testo] pag. 21
Libero Quotidiano  del  27-09-2013
PARADOSSO DEI TEST SCOLASTICI BOCCIATO CHI LI FA MEGLIO (S.Paliaga) [solo_testo] pag. 21
Il Giorno – Ed. Bergamo – Brescia  del  27-09-2013
VOTI AI PROF,BENE MA CON MODALITA’ CONDIVISE [solo_testo] pag. 11
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
L’ALTO ADIGE RILANCIA L’APPRENDISTATO (Cl.t.) [solo_testo] pag. 53
il Giornale  del  27-09-2013
TOLGONO IL TRICOLORE DAI RIFUGI ALTO ADIGE SEMPRE PIU’ TEDESCO (C.Gatti) [solo_testo] pag. 16
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  27-09-2013
PROFESSIONI ANTICHE APPROCCIO MODERNO (A.mill.) [solo_testo] pag. 16
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  27-09-2013
SPECIALIZZAZIONE TECNICA DI LATO LIVELLO [solo_testo] pag. 18
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  27-09-2013
LA BASILICATA PUNTA SULLA RETE DEI SAPERI (A.i.) [solo_testo] pag. 23
Libero Quotidiano  del  27-09-2013
DIVIETO DI FUMO: IL 50% DEI RAGAZZI NON LO RISPETTA [solo_testo] pag. 21
il Giornale  del  27-09-2013
QUANDO IL REMIGINO FA I CAPRICCI IN CLASSE (L.Cucchi) [solo_testo] pag. 27
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  27-09-2013
BIMBO VIOLENTO, LA CLASSE SI SVUOTA PER PAURA (M.De risi/M.Lombardi) [solo_testo] pag. 43
Sette (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
TEATRO PER APPRENDERE (G.Pacchiano) [solo_testo] pag. 105
Italia Oggi  del  27-09-2013
EDILIZIA SCOLASTICA, BANDO DI 33 MILIONI DALLA REGIONE SICILIA [solo_testo] pag. 35
Giornale di Sicilia  del  27-09-2013
PREGHIERA DI PADRE GARAU CONI BIDELLI “SI RISOLVA QUESTO GRAVE PROBLEMA” (S.Raccuglia) [solo_testo] pag. 31
Documenti Italie (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
GLI STUDENTI FANNO RIVIVERE GIOVANNI CON LORO PENSO CHE LA MAFIA SI BATTE (M.Falcone) [solo_testo] pag. 15
Documenti Italie (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
VINO E PASTA DALLE TERRE DELLA MAFIA (V.Marannano) [solo_testo] pag. 14
l’Espresso  del  03-10-2013
LA MATEMATICA? E’ IN ASIA (E.Manacorda) [solo_testo] pag. 110/13
Internazionale  del  03-10-2013
LA BOLLA DELL’ISTRUZIONE (B.NG) [solo_testo] pag. 41
Corriere della Sera  del  27-09-2013
AMORI, COMPITI, CITAZIONI DIARI VECCHI E NUOVI DALLA SMEMO AL GRILLINO (P.Di stefano) [solo_testo] pag. 27
Roma  del  27-09-2013
RETTORI: “FINIREMOCOME LA GRECIA” [solo_testo] pag. 7
il Mattino  del  27-09-2013
MEDICINA, IL SUD LASCIA SCOPERTI PIU’ DI 1.400 POSTI (M.Esposito) [solo_testo] pag. 11
Libero Quotidiano – Ed. Milano  del  27-09-2013
TEST ANNULLATO: AGLI STUDENTI 100 EURO A TESTA (F.Cavazza) [solo_testo] pag. 41
il Mattino  del  27-09-2013
L’UNIVERSITA’ AI RAGGI X ECCO IL SALONE DELLO STUDENTE (E.Buongiorno) [solo_testo] pag. 46
il Venerdi’ (la Repubblica)  del  27-09-2013
UNIVERSITA’, E’ SCOMPARSO IL PROF (R.Stagliano’) [solo_testo] pag. 48/52
Italia Oggi  del  27-09-2013
FORMAZIONE A MISURA D’IMPRESA (L.Capuozzo) [solo_testo] pag. 31
il Mondo  del  04-10-2013
PALEARI, APPLAUSI AL POSTO DEI VOTI (F.Sottocornola) [solo_testo] pag. 78
il Giornale – ed. Milano  del  27-09-2013
OGGI NAPOLITANO ALLA BOCCONI PER CELEBRARE LUIGI SPAVENTA (G.Della frattina) [solo_testo] pag. 1
l’Espresso  del  03-10-2013
IN CASA E’ DI RIGORE IL NERO (M.Sasso/G.Tizian) [solo_testo] pag. 126/27
Documenti Italie (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
UN CAMPUS NEL CUORE DELLA SICILIA (F.Cavadini) [solo_testo] pag. 21
Il Secolo XIX  del  27-09-2013
REGIONE IN PRIMA FILA PER L’ACCADEMIA LIGUSTICA (A.Berlangieri/P.Rossetti) [solo_testo] pag. 27
Avvenire  del  27-09-2013
OGGI IN TUTTA ITALIA TORNA “LA NOTTE DEL RICERCATORE” CENTINAIA DI EVENTI PER DIFFONDERE LA CULTURA [solo_testo] pag. 13
Corriere della Sera – ed. Milano  del  27-09-2013
IL GIORNO DELLA RICERCA (L.Beverina) [solo_testo] pag. 1
Corriere della Sera – ed. Milano  del  27-09-2013
GLI SCIENZIATI RISPONDONO (G.Caprara) [solo_testo] pag. 21
Corriere della Sera – ed. Roma  del  27-09-2013
NOTTE DEI RICERCATORI AL MUSEO ASTRONOMICO [solo_testo] pag. 16
la Repubblica – ed. Milano  del  27-09-2013
LA NOTTE DEI RICERCATORI TRA VIA PALESTRO E IL MUSEO (L.d.v.) [solo_testo] pag. 5
Documenti Italie (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
SICILIA-USA, TRAPIANTO D’ECCELLENZA (R.Corcella) [solo_testo] pag. 13
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  27-09-2013
ROMA HITECH (E.Assante) [solo_testo] pag. 21
Sette (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
ITALIANS-UN VERO LEADER DEVE FAR SOGNARE (D.Nebbia/B.Severgnini) [solo_testo] pag. 9
Corriere della Sera  del  27-09-2013
L’UOMO E LA MOSCA COMPAGNI DI VIAGGIO (C.Lalli) [solo_testo] pag. 45
Avvenire  del  27-09-2013
E’ NATO IN LABORATORIO IL KILLER DI LEUCEMIE E MIELOMI (V.Salinaro) [solo_testo] pag. 13
L’Unita’  del  27-09-2013
I GENI DELLA DIFESA (P.Greco) [solo_testo] pag. 18
 

pubblica  amministrazione  e  societa’

 
L’Unita’  del  27-09-2013
STOP AUMENTO IVA, NEL DECRETO ANCHE CIG E CORREZIONE DEFICIT (B.Di giovanni) [solo_testo] pag. 7
Corriere della Sera  del  27-09-2013
QUATTRO ITALIANI SU 5 CONTRARI ALLA CRISI E LETTA “CRESCE” (R.Benedetto) [solo_testo] pag. 6
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
I CONCORSI PER I PRECARI SI FARANNO ANCHE NEL 2016 (D.Colombo) [solo_testo] pag. 7
il Sole 24 Ore  del  27-09-2013
AGENDA DIGITALE, RITARDI DA 1 MILIARDO (A.Biondi) [solo_testo] pag. 50
il Tempo  del  27-09-2013
E L’ADDIO ALLE PROVINCE CI COSTERA’ 2 MILIARDI (D.Di santo) [solo_testo] pag. 3
Documenti Italie (Corriere della Sera)  del  27-09-2013
Int. a I.Lo bello: “PER I GIOVANI START UP ANDATA E RITORNO STUDI A MILANO, POI IL LAVORO A CATANIA” (D.Di vico) [solo_testo] pag. 7
l’Espresso  del  03-10-2013
FARCELA A VENT’ANNI (F.Sironi) [solo_testo] pag. 64/73
la Stampa  del  27-09-2013
LA CHIESA AL TEMPO DEL WEB (A.Spadaro) [solo_testo] pag. 1
la Stampa  del  27-09-2013
LAICI-CATTOLICI ORA SERVE UN PASSO AVANTI (G.Rusconi) [solo_testo] pag. 1
la Repubblica  del  27-09-2013
DAVVERO NON ESISTONO LA VERITA’ ASSOLUTE (L.Boff) [solo_testo] pag. 36
la Repubblica  del  27-09-2013
Int. a A.Maggi: SCONFIGGERE LA MORTE (F.Marcoaldi) [solo_testo] pag. 51
l’Espresso  del  03-10-2013
I NON CREDENTI E LA LORO COSCIENZA (E.Scalfari) [solo_testo] pag. 166
 
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

Ricerca, Carrozza: bisogna attrarre le ragazze verso lo studio delle materie scientifiche

Ricerca, Carrozza: bisogna attrarre le ragazze verso lo studio delle materie scientifiche

Il nostro paese deve “aver cura del talento femminile e permettere a tutte le donne di sprigionare le loro energie intellettuali e professionali”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, intervenendo al convegno ‘Donne, scienza e tecnologia: dal talento femminile un’opportunità per l’Italia’, organizzato da Valore D a Milano.
“C’è bisogno di combattere gli stereotipi negativi e offrire modelli positivi alle ragazze italiane, per attrarle verso la ricerca e lo studio delle materie scientifiche e tecnologiche. Partiamo da un principio rassicurante e da un incoraggiamento a darsi da fare: il destino dell’Italia non è segnato dal declino. Partiamo dalla base: dalla scuola. Lunedì – ha ricordato Maria Chiara Carrozza – ho avuto l’onore di partecipare alle celebrazioni per l’inizio dell’anno scolastico al Quirinale con il Presidente Napolitano. Il Capo dello Stato ci ha ricordato un dato positivo per le nostre studentesse, in un contesto negativo per il nostro sistema educativo. Mi riferisco alla dispersione scolastica, che colpisce molto di più la popolazione studentesca maschile di quella femminile. L’Italia si trova in ritardo rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020, che prevede una riduzione della dispersione scolastica sotto il 10% entro il 2020: siamo al quart’ultimo posto, ma il divario con il dato medio europeo è più accentuato per la componente maschile (20,5% contro 14,5%), in confronto a quella femminile (14,5% contro 11,0%). Allo stesso tempo, gli ottimi risultati delle nostre studentesse a scuola non ricevono ancora un adeguato riconoscimento professionale e sociale, a partire dal lavoro, se consideriamo l’ampio divario tra l’occupazione femminile in Italia (e in particolare al Sud) e nel resto d’Europa. Con questa situazione dobbiamo essere severi e rigorosi – ha sottolineato il Ministro -. Come possiamo incentivare la partecipazione femminile nel mondo del lavoro, nel mondo della scienza, nel mondo dell’impresa, riconoscere i talenti femminili e dare loro spazi adeguati? Qui è importante considerare il ruolo delle istituzioni per la crescita e per il cambiamento. Un cambiamento che riguarda l’Italia, anzitutto – ha aggiunto il Ministro – ma coinvolge tutta l’Europa, visto che anche la Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di puntare sul potenziale delle donne. Penso al potenziale imprenditoriale, visto che le donne attualmente sono solo un terzo degli imprenditori europei. Penso anche al potenziale della ricerca. Ho visto, come potete immaginare, moltissimi uomini e pochissime donne in ruoli dirigenziali soprattutto nelle imprese e nel mondo delle banche. Faccio un’esortazione, su questo: recuperiamo la creatività italiana, la parte sana del nostro individualismo, e la capacità di ribellarci all’omologazione. Qualcosa di sbagliato ci sarà nella società se non ci sono donne nei ruoli di vertice. Le statistiche europee della pubblicazione She Figures ci dicono che, anche se le ragazze laureate sono il 59% del totale, le donne professori ordinari sono solo il 20%”. Una cifra “che scende ancora, se consideriamo chi dirige un’università o istituzione di ricerca. Questo è chiaramente un problema culturale – ha detto Carrozza – Per me è paradossale che ciò avvenga nel mondo della ricerca e della cultura dove si dovrebbe essere ‘faro’ per la società e non fanalino di coda. Nel 2014 ci sarà un’inversione di tendenza con un recupero sul blocco parziale del turn over che porterà all’apertura di nuove posizioni. Dobbiamo migliorare la nostra capacità di attrarre giovani talenti creando un ambiente favorevole alla loro carriera, in funzione della carta europea del ricercatore. Il mio compito, come ricercatrice e come Ministro, è quello di fare tutto il possibile per rafforzare le istituzioni della conoscenza nel nostro Paese. I dati sulla competitività italiana – ha chiuso il Ministro – sono drammatici, denotano arretratezza culturale, istituzionale e organizzativa, e’ il momento di dire che non accettiamo più questa regressione e che esigiamo un cambiamento, a partire da noi stessi, e dal nostro lavoro quotidiano”.

Il Salone dello Studente

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Il Salone dello Studente

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, partecipa alla I edizione del Salone dello Studente di Lamezia Terme, appuntamento di grande rilievo per l’orientamento scolastico e professionale, dedicato ai giovani studenti chiamati a compiere una scelta post-diploma.

L’evento si terrà a Lamezia Terme, il 3 e 4 ottobre presso gli spazi fieristici della  Fondazione Mediterranea Terina,  dove il Miur sarà presente con un proprio spazio espositivo nel quale proporre materiali e informazioni su temi specifici e attuali del panorama educativo e formativo italiano, con particolare attenzione alle tematiche dell’orientamento.
Le tappe de Il Salone dello Studente:

26 e 27 febbraio 2013 – Monza, Autodromo di Monza;
19 e 20 marzo 2013 – Milano, Superstudio Più;
18 e 19 aprile 2013 – Firenze, Stazione Leopolda
3 e 4 ottobre 2013 – Lamezia Terme, Fondazione Mediterranea Terina
16, 17, 18 ottobre 2013 – Bari, Fiera del Levante
13, 14 e 15 novembre 2013 – Roma, Fiera Roma
4 e 5 dicembre 2013 – Pescara, Palacongressi d’Abruzzo
12 e 13 dicembre 2013 – Catania, Le Ciminiere

Per maggiori informazioni
www.salonedellostudente.it
www.universitaly.it

Scuola: arriva piano Ue per incentivare competenze digitali

da ANSA

Scuola: arriva piano Ue per incentivare competenze digitali

50-80% bambini mai usato Tic in classe, Italia indietro

(ANSA) – BRUXELLES, 25 SET – Nell’epoca in cui tutti i bambini sono ormai dei ‘nativi digitali’, nelle scuole europee tra il 50 e l’80% di loro non usa né ha mai usato tecnologie digitali per imparare né sviluppato quelle competenze che saranno loro necessarie in futuro. Per questo l’Ue ha deciso di correre ai ripari e ha lanciato un nuovo Piano d’azione, ribattezzato ‘Opening up education’, per incentivare l’innovazione e le competenze digitali nelle scuole e anche nelle università, in modo da formare in modo adeguato le nuove leve a quelle capacità che da qui al 2020 saranno necessarie nel 90% dei posti lavoro. In Italia, che occupa la parte medio-bassa della classifica, in quarta elementare solo 26% dei bambini utilizza le Tic in oltre il 25% delle lezioni. Mai così male, però, come il Lussemburgo o il Belgio, dove le nuove tecnologie sono usate in modo costante rispettivamente solo dal 6% e dal 13% dei bambini. Sembra irraggiungibile il 75% dell’Irlanda, prima della classe, come il 65% e il 61% rispettivamente di Malta e Cipro, e addirittura il 58% della Turchia. Bruxelles, tramite i fondi di Erasmus+ e Horizon 2020, intende quindi mettere a disposizione di istituti, insegnanti e alunni le risorse necessarie per innovare i metodi di insegnamento e apprendimento, con risorse educative online, infrastrutture a partire dalla banda larga, cooperazione tra le diverse realtà educative e affrontando il problema del copyright. E anche sostenendo le università a sviluppare i cosiddetti Mooc (Massive Open Online Courses, ovvero corsi online aperti e di massa), che consentono l’accesso all’istruzione in qualsiasi luogo e momento e con qualsiasi dispositivo. Ormai, infatti, ”non è sufficiente capire come utilizzare un’applicazione o programma, abbiamo bisogno di giovani che siano in grado di creare i propri programmi”, ha sottolineato la commissaria Ue all’educazione Androulla Vassiliou. ”Il mio sogno – ha aggiunto la collega all’agenda digitale Neelie Kroes – è avere solo aule digitali entro il 2020” perché ”l’istruzione deve rimanere in contatto con la realtà, non può costituire un universo parallelo”. Primo passo, la messa online di ‘Open Education Europa’, un portale (www.openeducationeuropa.eu) dove sono disponibili gratuitamente risorse educative in tutte le lingue. E’ previsto invece per inizio 2015 il lancio di Epale, la piattaforma elettronica per l’apprendimento degli adulti in Europa.   (ANSA).

Quando l’«educazione di genere» entrerà a scuola?

da Corriere.it

Quando l’«educazione di genere» entrerà a scuola?

di Carlotta De Leo

«Il rispetto si impara a scuola. Mi auguro che il ministero dell’Istruzione consideri l’ipotesi di far divenire le questioni di genere oggetto di insegnamento». La proposta di Laura Boldrini, presidente della Camera, non è casuale: arriva dalla piazza davanti Montecitorio dove mille studenti hanno partecipato al progetto «15 22», una grande installazione contro la violenza sulle donne e per un’eduzione al rispetto dei generi voluta proprio dal Ministero dell’Istruzione. E questo proprio quando, dietro i portoni del Palazzo, è iniziata la discussione, in commissione Affari Costituzionali, delle modifiche al decreto sul femminicidio del governo.

«Le questioni di genere e la violenza sulle donne non riguardano solo le donne, perché è un problema soprattutto maschile– aggiunge Boldrini-  Fa bene la scuola ad investire in questo campo. La società si è evoluta rapidamente e gli uomini devono poter stare accanto alle donne in questo processo di emancipazione».

E poi un invito tutto per le  ragazze: «Dovete lavorare sulla vostra autostima: lo studio, l’impegno e la preparazione sono gli unici valori che contano. E non ci sono scorciatorie».

Insomma, il presidente della Camera si augura l’inserimento di una nuova materia: l’educazione di genere. Una presa di posizione lodevole, ma praticabile in un sistema che ha eliminato l’educazione civica dalle scuole medie e superiori?

Forse, reintroducendo quest’ora (o meglio due) a settimana si potrebbe partire dalla Costituzione per spiegare l’importanza basilare del rispetto delle differenze tra uomo e donna. E magari abbandonare le leggi per buttarsi in una lettura critica e approfondita dei giornali che quotidianamente riportano notizie di discriminazioni, bullismo, stalking e femminicidio.  Ma anche questioni che riguardano il loro futuro professionale: le quote rose in politica e nei consigli di amministrazione, la disparità di trattamento salariale, la difficile conciliazione tra maternità e lavoro (ormani quasi esclusivamente precario).

Sono argomenti che i ragazzi chiedono di affrontare in classe (ma anche a casa). Emergenze che anche loro vogliono contribuire ad affrontare.

 E dopotutto, la battaglia contro la violenza è per lo più una crociata culturale. E prima si inizia e più risultati si otterranno. Necessario, però, un investimento. Di tutti.

«Risorse, bisogna lottare per le risorse» incoraggia la Boldrini. Di fronte non ha un’insegnante qualunque, ma il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Il nodo delle risorse è prioritario. Come quello della formazione dei docenti, i primi a essere chiamati in campo anche su questo fronte.

«La scuola è già in prima linea sulle questioni di genere e progetti come quello portato in piazza Montecitorio ne è l’esempio» rivendica la Carrozza. «Per sconfiggere la violenza e la discriminazione sulle donne ci vuole un messaggio forte. E nella scuola c’è la consapevolezza che da qui deve partire un messaggio culturale di rispetto, di un modo di stare insieme che rifiuti la violenza di genere in ogni sua forma» aggiunge.

Genitori e insegnanti, pensate che oggi i vostri figli/alunni ricevano una educazione di genere adeguata? E cosa si può fare, tutti insieme?

«Sezioni primavera» senza regole La denuncia del Ministero

da Corriere.it

«Sezioni primavera» senza regole La denuncia del  Ministero

Mancato rispetto del rapporto 1 a 10 fra educatore e bambini,  esternalizzazione dei servizi. Così si rischia di snaturare la missione delle classi-ponte per la fascia tra i 24  e i 36 mesi. Nel mirino del rapporto soprattutto le scuole paritarie

Valentina Santarpia

Sezioni primavera nel mirino del ministero dell’Istruzione: in una circolare diramata qualche giorno fa, il ministro Maria Chiara Carrozza ha dato una strigliata ai direttori degli uffici scolastici regionali, affinché vigilino sul rispetto dei parametri nelle 1600 classi dedicate ai bambini trai 24 e i 36 mesi, circa 25 mila in tutta Italia. Le criticità sono messe nere su bianco: in primo luogo, il mancato rispetto del rapporto 1 a 10, che prevede appunto che nelle classi “ponte” tra l’asilo nido e la scuola materna ci sia un educatore almeno per ogni 10 bambini. Un rapporto che viene violato in una sezione su quattro, per ammortizzare i costi: “una conclusione preoccupante”, scrive il gruppo di lavoro istituito dal ministero sulle sezioni primavera, visto che “la certezza del rapporto 1:10 deve costituire uno degli obiettivi primari del passaggio a sistema del servizio educativo delle sezioni primavera, quale condizione per assicurarne la qualità”. Altro punto problematico l’iscrizione dei bambini che non compiranno 24 mesi entro il 31 dicembre, come invece prevede il protocollo: una prassi che rende le sezioni ponte facile rifugio dei bambini non ammessi all’asilo nido. Da evitare poi l’esternalizzazione dei servizi, a cui sono ricorse negli ultimi anni centinaia di scuole in deficit di organico. Ma anche il rispetto degli orari massimi e minimi per il funzionamento e la genericità del progetto educativo. Il messaggio suona forte e chiaro: alle sezioni ponte andranno i 12 milioni promessi per quest’anno scolastico, che il ministro punta a far diventare 20 entro il prossimo anno scolastico. Ma la loro funzione non deve essere snaturata.
Le sezioni ponte sono nate nel 2007 come classi sperimentali, destinate ad accogliere i bambini tra i due e i tre anni, che avrebbero compiuto i tre anni nel corso dell’anno scolastico e che quindi sarebbero stati troppo grandi nell’asilo nido e troppo piccoli rispetto ai colleghi della scuola dell’infanzia .Tanto per capirci, un bambino tra i due e i tre anni spesso ha ancora l’abitudine di dormire il pomeriggio: un’opportunità che le sezioni ponte offrono (o dovrebbero offrire), a differenza delle materne che non possono garantire spazi adeguati. Ma quando dalla regia nazionale si è passati all’autonomia regionale, le cose hanno iniziato a complicarsi, come dimostra un monitoraggio sull’anno scolastico 2010-2011. E le sezioni ponte sono diventate, a seconda dei casi, le classi dove piazzare i bambini che non rientravano nelle graduatorie dell’asilo nido o della scuola dell’infanzia; oppure le facili prede della scuole paritarie, che ospitano la fetta più grossa (60%) delle classi ponte, e che spesso hanno eluso i parametri fissati dall’intesa Stato-Regioni per far quadrare i conti: basta aggiungere un bambino alla classe per avere un contributo statale maggiore, sforando però così i criteri fissati per la sezione ponte, e quindi incidendo sul progetto didattico. L’ideale sarebbe che le sezioni ponte fossero affiancate alle classi comunali e statali: ma le strutture non hanno spazio, e così solo il 20% delle sezioni ponte è ospitato dalle scuole dell’infanzia statali e il 13,4% dalle scuole comunali, mentre un 14,4% viene collocato negli asili nido. Esiste anche un 5% gestito da privati in convenzione con i Comuni.
Ma c’è di più: oltre a queste situazioni “ufficiali”, il monitoraggio ha rilevato, soprattutto a carico di scuole dell’infanzia statali e comunali, altre situazioni di sezioni primavera appaltate ad agenzie esterne (come le cooperative di servizio) , pur rimanendo formalmente in capo alle scuole pubbliche. Si tratta di 250 sezioni, quasi il 18% del totale, collocate soprattutto al Centro Italia (le Marche in prima fila), ma molto diffusa anche al Nord ovest, dove il 70% delle sezioni ponte risulta affidato in gestione a servizi esterni, in Sardegna, Piemonte e Umbria, dove invece sono le sezioni comunali ad essere totalmente affidate all’esterno. Cosa significa? Che, per quanto sia comprensibile che le difficoltà nel reperire educatrici spinga ad appaltare il servizio all’esterno, di fatto appaltare la didattica di queste classi all’esterno è una prassi “non prevista dall’accordo” che “può costituire un elemento critico del nascente sistema educativo – come rileva il monitoraggio – in quanto non consente il controllo effettivo dei requisiti di qualità richiesti dal soggetto titolare del servizio”.
L’anarchia in cui spesso vivono le sezioni ponte emerge anche da tutta un’altra serie di parametri: sezioni con prolungamento dell’orario oltre le nove ore (soprattutto al Nord, dove le donne-mamme in genere lavorano più che al Sud), bambini troppo piccoli o troppo grandi rispetto ai criteri, contratti per il personale diversi da una regione all’altra, orari di servizio e rapporti di lavoro stabiliti di volta in volta senza criteri specifici, persino titoli di studio e retribuzioni differenti: per fare un esempio, mentre i laureati sono presenti soprattutto nelle scuole statali, più del 55% del personale in servizio nelle scuole paritarie possiede il diploma di istituto magistrale o scuola magistrale. Persino l’organizzazione del servizio cambia, in base alla collocazione geografica: le sezioni del Nord funzionano cinque giorni a settimana, quelle del Sud sei. E anche le rette possono essere totalmente diverse: nel 5% delle classi (concentrate tra Basilicata, Sicilia, Campania e Molise) non si paga niente, nel 10% il contributo è minore di 50 euro, mentre la media nazionale oscilla tra i 195 e i 134 euro al mese. Ma è evidente, rileva la task force tecnica del Miur, che minori entrate significano qualità peggiore e personale mal retribuito e scontento. La vivibilità delle sezioni primavera deriva anche dagli spazi, che risultano molto differenziati: se quasi sette sezioni su dieci dispongono di bagni dedicati, nelle Isole questo avviene nella metà dei casi. Se due terzi delle classi “ponte” hanno locali ad hoc per il cambio dei bambini, nelle Isole succede nel 53% dei casi. E solo due scuole su tre hanno aree dove far riposare i bambini, mentre tre su quattro dispongono di spazi specifici per il gioco. E poi, ci sono le lunghe liste di attesa, soprattutto nelle regioni meridionali: “una spia- sottolinea il rapporto finale del monitoraggio – di una situazione di mancanza di servizi per la prima infanzia sul territorio (asili nido, altre sezioni primavera, scuole dell’infanzia)”.

In Europa 1 bambino su 4 non usa strumenti digitali

da LaStampa.it

In Europa 1 bambino su 4 non usa strumenti digitali

E molti insegnanti di scuole primarie e secondarie non si considerano capaci di usare le tecnologie
Bruxelles

Un bambino su quattro, in Europa, frequenta scuole prive degli adeguati strumenti digitali.

A dirlo è un rapporto della Commissione europea, che ha lanciato oggi un piano d’azione, chiamato “Open up Education”, per affrontare il problema dell’educazione digitale, «requisito indispensabile per accedere al 90% dei posti di lavoro che esisteranno nel 2020».

Una percentuale di studenti europei tra il 50% e l’80% non hai mai usato testi digitali, software per gli esercizi, podcast, giochi per apprendere e simulazioni. Allo stesso tempo, molti insegnanti di scuole primarie e secondarie non si considerano capaci di usare le tecnologie digitali.

Gli studenti lettoni, lituani e cechi sono quelli con il maggior accesso a internet in Europa (90% o più), contro i greci e i croati che hanno percentuali dimezzate (intorno al 45%).

Lo stesso problema si presenta anche per la formazione universitaria che manca ancora di strumenti digitali di affiancamento alle classiche lezioni frontali.

Addio agli scatti automatici? I sindacati puntano i piedi

da Tecnica della Scuola

Addio agli scatti automatici? I sindacati puntano i piedi
di Alessandro Giuliani
Dopo la Flc-Cgil, escono allo scoperto gli altri rappresentanti dei lavoratori. La Cisl Scuola chiama a raccolta i firmatari del Ccnl, per “smarcare” il contratto dai limiti posti oggi dalla mancanza di risorse. Per la Fgu-Gilda l’ipotesi di abolire gli aumenti in busta paga è addirittura peggiore del ‘concorsaccio’ che nel 2000 costrinse Berlinguer alle dimissioni. Anief: Brunetta ha fatto scuola, nessun Governo aveva messo zero euro sul ‘piatto’ del rinnovo contrattuale.
I sindacati non sembrano averla presa bene. L’aggiornamento del DEF 2013, sottoscritto dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, attraverso cui d’ora in poi la valorizzazione del personale dovrebbe passare per “un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio”, viene considerato un pessimo prologo alla trattativa sul rinnovo del contratto. Dopo l’immediato no della Flc-Cgil e della Uil Scuola, le puntualizzazioni dell’Ugl Scuola, è la volta degli altri rappresentanti dei lavoratori.
Il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, nella sua relazione al Consiglio Generale Nazionale, riunito il 23 settembre a Roma, rivendica “non un negoziato sulla sola parte normativa (quella economica è bloccata sino alla fine del 2014 n.d.r.), ma sull’intero corpo contrattuale. Parte economica compresa”.
La proposta su cui la Cisl Scuola sta lavorando, anche in previsione dell’importante appuntamento unitario del prossimo 28 ottobre (riunione congiunta dei direttivi nazionali delle sigle firmatarie del contratto), è un tentativo di “smarcare” il contratto dai limiti posti oggi dalla mancanza di risorse.
“Dobbiamo rivendicare intanto – sottolinea Scrima – il principio del reinvestimento di eventuali risparmi, avendo chiarito in premessa che non ci si riferisce in ogni caso a tagli, di cui proprio non si discute. Dobbiamo poi costringere la parte pubblica a mettere ‘nero su bianco’ gli impegni che dovranno trovare posto nei prossimi documenti di programmazione economico finanziaria, al di là dei vincoli normativi oggi esistenti”. Scrima conclude con un appello al Governo: “provveda nel più breve tempo possibile a predisporre l’atto di indirizzo per aprire il negoziato”.
Anche la Fgu-Gilda degli Insegnanti boccia le nuove modalità di sviluppo della carriera dei docenti: “proprio nel momento in cui il rapporto Eurydice sulle remunerazioni dei docenti, riferito agli anni scolastici 2009-2012, rileva che la progressione degli stipendi in Italia è tra le più basse in Europa, – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il Governo sta pensando di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il ‘merito’ attraverso un sistema di ‘valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera’, premiando cioè soltanto alcuni insegnanti, magari scelti con il metodo Invalsi. Un criterio – continua Di Meglio – sul quale non siamo affatto d’accordo perché significherebbe spostare risorse dagli scatti, cioè dallo stipendio di tutti, a un presunto merito per pochi che, peraltro, ancora non si sa come verrebbe valutato. Si tratta di un’ipotesi addirittura peggiore rispetto a quella del ‘concorsaccio’ di Berlinguer, fallito – ricorda il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda – grazie alla nostra mobilitazione”.
Il sindacato invita dunque i docenti alla mobilitazione affinché siano pagati gli scatti di anzianità del 2012 e del 2013 e siano stanziati i fondi per il rinnovo del contratto di lavoro. “Se poi il Governo vuole premiare il merito – conclude Di Meglio – metta a disposizione risorse nuove nel bilancio dello Stato”.
Non meno severo è il giudizio dell’Anief: “Non era mai accaduto che il Governo italiano – scrive il sindacato autonomo – negasse in toto gli aumenti stipendiali del personale della scuola previsti per legge: pur mettendo sul ‘piatto’ della trattativa risorse sempre meno corpose, da quando è stato privatizzato il rapporto di lavoro nel pubblico impiego, con il decreto legislativo 29/93, non avevamo mai dovuto commentare un Esecutivo che non mettesse da parte un euro per cercare di allineare la busta paga di docenti, Ata, educatori, Dsga e dirigenti scolastici al costo della vita”.
“Quel che sta accadendo oggi, a quattro anni dall’approvazione del decreto legislativo 150/09, imposto dall’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, è che i nostri governanti – continua l’Anief – non si limitano più a tagliare risorse dal MOF, già abbattuto di un quarto rispetto a quello di appena un anno fa, ma già ragionano con la logica del prossimo contratto. Quando gli scatti scompariranno, per fare spazio ad un “merito” legato ai risparmi fatti in casa e alla performance individuale”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, quindi “quello che vuole fare il Governo è sempre più chiaro: erogare gli scatti di anzianità al personale della scuola non più attraverso l’allocazione di risorse aggiuntive ma, avvalendosi della legge Brunetta, ricavando fondi dalla stessa scuola, da destinare solo ad una parte del personale. Quella parte che avrà dimostrato di meritarlo, tramite performance adeguate. Un po’ come accade in azienda“. Anche stavolta l’Anief non ha dubbi: visto che il legislatore non ha fatto il suo dovere, i lavoratori si rivolgeranno al giudice.

Ugl: nel Decreto Scuola dimenticate le risorse per il rinnovo del contratto e le assunzioni Ata

da Tecnica della Scuola

Ugl: nel Decreto Scuola dimenticate le risorse per il rinnovo del contratto e le assunzioni Ata
di A.G.
Il sindacato plaude alle misure approvate dal CdM, ma non risparmia critiche: rimane prioritaria la copertura immediata di tutti i posti vacanti in organico di diritto del personale non docente, un piano pluriennale di investimenti e un progetto di snellimento dell’informatizzazione delle scuole. L’Anief intanto ritorna sulle parole di Napolitano: la scuola trattata peggio di tutti i comparti della PA.
“Il decreto sulla scuola va nella giusta direzione, ma restano ancora questioni irrisolte a partire da tutte quelle problematiche legate al reclutamento del personale, nonché allo stanziamento delle risorse economiche destinate alle istituzioni scolastiche”. Così l’Ugl Scuola si è espresso nel corso dell’audizione presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 1574 , di conversione in legge del decreto-legge n. 104 del 2013, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
“Misure come la riduzione del costo dei libri, la possibilità di concedere in comodato d’uso i testi o di utilizzare le edizioni precedenti, l’introduzione di contributi e benefici grazie al welfare dello studente e la digitalizzazione degli istituti scolastici, vanno nella giusta direzione, ovvero quella di valorizzare un settore strategicamente importante come quello della scuola, oltre ad essere un valido contributo al contenimento del fenomeno della dispersione scolastica. In merito però al piano triennale che prevede l’assunzione di 69 mila insegnanti – prosegue l’Ugl – sono necessari ulteriori chiarimenti, in particolar modo per quanto riguarda la tempistica e le modalità di attuazione. Ci dispiace inoltre constatare che non ci sia alcun riferimento al rinnovo del contratto nazionale”.
“Pur valutando positivamente il via libera all’assunzione a tempo indeterminato di oltre 26 mila insegnanti di sostegno, è necessario allo stesso tempo prevedere tempi celeri per la stabilizzazione del personale Ata. Del resto, occorre tener presente che la riduzione degli organici ha notevolmente aumentato i carichi di lavoro del personale Ata, che si trova, troppo spesso, a non poter far fronte alle esigenze delle istituzioni scolastiche. Resta prioritaria la copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto,con decorrenza immediata, senza dimenticare inoltre l’urgenza di un piano pluriennale di investimenti e di un serio progetto di snellimento delle procedure informatizzate delle scuole”.
Più di un rappresentante del Governo ha fatto capire che va colto, nel provvedimento, uno sforzo a cambiare direzione: dopo i tagli degli ultimi sei-sette anni si sarebbe voltato pagina. Anche il Capo dello Stato ne ha parlato durante il suo intervento al Quirinale, in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico. Ma rimangono diversi “buchi” da colmare. Anche perché di danni ne sono stati fatti tanti. L’Anief ha colto l’occasione, commentando positivamente le parole di Napolitano, di ricordare che “a partire dal 2006 l’istruzione pubblica italiana è stata privata di 200mila posti, che corrispondono a 1 docente e Ata ogni 12 di ruolo e addirittura a 1 dirigente scolastico o Dsga ogni 4 in pianta stabile. Il sindacato lo aveva denunciato un anno fa, mettendo a confronto il numero degli aventi diritto al voto delle Rsu scelte nel 2006 nelle scuole (oltre 1 milione e 200mila) con quelli dello scorso anno, quando la quantità di votanti crollò ad appena 1 milione. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “quanto detto dal Presidente della Repubblica rappresenta dunque una resa dei conti, un’ammissione, su un’opera di abbattimento degli organici che nessun’altra amministrazione pubblica ha subìto. Con conseguenze che i nostri ragazzi stanno pagando quotidianamente attraverso un’offerta formativa ridotta e inadeguata”.

Il 26 docenti precari in piazza per chiedere più garanzie occupazionali

da Tecnica della Scuola

Il 26 docenti precari in piazza per chiedere più garanzie occupazionali
di P.A.
Per il 26 settembre a Roma è prevista una manifestazione organizzata dal Coordinamento nazionale dei docenti, allo scopo di protestare contro l’assenza di garanzie occupazionali del Tfa. Le promesse non mantenute e c’è chi vorrebbe un albo professionale
Gli attuali 11 mila docenti, che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento tramite il Tfa, parlano di promesse disattese da parte del ministero dell’Istruzione. In particolare, puntano il dito contro la priorità d’impiego che al momento viene data a chi già possiede una certa anzianità di servizio, anche senza abilitazione. I neo abilitati, però, rivendicano il diritto a tale priorità e poi si sentono abbandonati, in quanto la loro abilitazione non consente una immediata spendibilità lavorativa, mettendoli in attesa dell’apertura delle nuove graduatorie prevista per il 2014.
Da qui, secondo Rino Di Meglio, coordinatore del sindacato degli insegnanti Gilda, sarebbe auspicabile un sistema di reclutamento differente dalle graduatorie, che qualcuno individua nella creazione di un albo dedicato. Per il momento, come si legge nel comunicato stampa ufficiale di questi vincitori del concorso, l’obiettivo è ottenere dal ministero un impegno scritto a varare entro l’inizio di ottobre un provvedimento che dia un’adeguata sistemazione a tutti. Questo sarebbe utile a evitare almeno in parte le anomalie dell’attuale sistema di reclutamento (come l’assegnazione di supplenze temporanee a docenti non abilitati), visto che le graduatorie dei non abilitati sarebbero numericamente superiori rispetto agli 11 mila abilitati con Tfa.
La manifestazione, seconda a quella del 7 settembre che ha registrato l’intervento di 600 interessati sempre a Roma, è stata organizzata davanti alla sede del Miur dalle 10 alle 14. Prima, intorno alle 8.30, una delegazione dei docenti Tfa   è previsto sia ricevuta dalla commissione Cultura del parlamento in audizione informale per discutere dello status giuridico del titolo.

Olimpiadi della matematica e Olimpiadi della fisica

da Tecnica della Scuola

Olimpiadi della matematica e Olimpiadi della fisica
Le due competizioni, rivolte agli studenti delle scuole di istruzione secondaria di II grado, sono organizzate dall’Unione matematica italiana (Umi) e dall’Associazione per l’insegnamento della Fisica (Aif), in collaborazione con il Miur, e sono articolate in diverse fasi.
L’Unione matematica italiana (Umi) con la collaborazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e l’autonomia scolastica, organizza le Olimpiadi della Matematica.
La competizione ha, come scopo principale, quello di far crescere fra i giovani l’interesse per la matematica, dando loro l’opportunità di affrontare problemi un po’ diversi, nella forma, da quelli incontrati a scuola.
La gara sarà anche l’occasione di confronto fra ragazzi provenienti dalle scuole di tutta Italia. In allegato la lettera di invito del Presidente dell’Umi, Carlo Ciliberto, rivolta alle scuole. Il calendario della manifestazione e le modalità di partecipazione sono disponibili per la consultazione sul sito http://olimpiadi.dm.unibo.it/ . Le gare promozionali relative ai “Giochi di Archimede” sono in programma il 27 novembre 2013, mentre l’appuntamento conclusivo (dopo le fasi nazionali) con le Olimpiadi internazionali della Matematica si terrà tra il 3 e il 13 luglio 2014 a Cape Town (Sud Africa).

Sempre in collaborazione con il Miur, l’Associazione per l’insegnamento della Fisica (Aif) organizza la XXVIII edizione delle Olimpiadi della Fisica, alla quale gli Istituti di istruzione secondaria di II grado sono invitati ad iscriversi. Si tratta, infatti, di una competizione a carattere individuale rivolta a studenti della scuola secondaria superiore che mostrano particolare inclinazione per gli studi scientifici. Le Olimpiadi della Fisica si articoleranno secondo il seguente calendario: 11 dicembre 2013: Gare di Istituto 18 febbraio 2014: Gare Locali 9 – 12 aprile 2014: Gara Nazionale – Senigallia 7 – 15 luglio 2014: XLV IPhO – Astana (Kazakistan) In allegato il bando di partecipazione. Per ulteriori informazioni sulla competizione consultare il sito internet http://www.olifis.it/ .

“Indispensabile lo studio di un’altra lingua. I Giovani sono angosciati”

da Tecnica della Scuola

“Indispensabile lo studio di un’altra lingua. I Giovani sono angosciati”
“Va moralizzato il tema dei concorsi: servono concorsi nazionali con commissioni nazionali e responsabilità diretta dei commissari”. La ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, come già segnalato in altro articolo, non nasconde, intervenendo ad un Forum all’Ansa, il grande problema che riguarda i concorsi per i ricercatori nelle università, specialmente in alcune facoltà
E tocca il tema delle “baronie” nelle università italiane, cioè dei docenti che riescono a tramandarsi posti e potere e che trattano gli studenti come fossero propri “vassalli”. “I giovani medici, in particolare – rivela Carrozza – sono esasperati. Il settore della Medicina è quello in cui ricevo più proteste, anche se la mia è solo un’impressione, non parlo sulla base di dati. Nelle facoltà di Matematica, per esempio, non ci sono lamentele. Ci sono settori in cui essere o non essere professore in quella materia può cambiare la vita in termini di salari e quindi a maggior ragione devono esserci concorsi trasparenti”. La ministra vede l’unica strada accessibile nella istituzione di commissioni nazionali, “uno dei problemi dei concorsi è il livello di responsabilità: tanto più sono intermediati, e non si risponde a nessuno, tanto più si opera con superficialità. Penso di chiamare i presidenti dei corsi di laurea in Medicina e i rettori delle più grandi università di Medicina per avere una risposta: hanno ceduto al ministero questa responsabilità come se fosse una questione di tipo amministrativo-burocratico, ma questo non è un problema del ministro, il mondo dei medici deve dare indicazioni su come si formano i medici”. Inoltre, “l’università va fatta per trovare lavoro e in questo deve fare un salto di qualità, l’università e la scuola sono mezzi per l’istruzione e per provvedere a se stessi e alla famiglia. Questo non significa farsi dettare da Confindustria il programma, ma il dialogo col mondo del lavoro serve, è fondamentale. Occorre che ci sia un patto tra chi si iscrive all’università e gli atenei stessi, i programmi universitari devono essere connessi con il mondo del lavoro”. Nel mondo della scuola, “il percorso per accedere all’insegnamento dovrà avere come primo pilastro la formazione, poi ci dovrà essere una pista unica che porta al concorso”. Naturalmente ci sono anche le “graduatorie ad esaurimento” perché vanno tenuti presenti i diritti acquisiti. Per Carrozza, è fondamentale, per una buona formazione, che si studi “bene una lingua straniera, tento che vorrei che non si doppiassero più i programmi in tv”. “Il percorso per accedere all’insegnamento dovrà avere come primo pilastro la formazione, poi ci dovrà essere una pista unica che porta al concorso”. Ha continuato la ministra, che, però, ha assicurato di tenere ben presenti anche le graduatorie a esaurimento. E sui tirocini formativi (Tfa) ha aggiunto: “È importante stabilire prima il numero di professori di cui abbiamo bisogno, per non formarne di più che poi non possono entrare in ruolo. Ho trovato stratificazioni di normative, ma ho capito anche che sono state illuse molte persone che si ritrovano un titolo che non possono spendere”.
Il suo auspicio è che ci sa una tv con “meno programmi doppiati”, anzi con tutti i programmi in lingua originale, in modo che i ragazzi italiani possano apprendere bene una seconda lingua, in particolare l’inglese. La ministra vede poi i giovani di oggi “disorientati e angosciati. La dispersione scolastica ne è una dimostrazione. L’elevato numero di fuori corso negli atenei significa che non sappiamo orientarli e assisterli, c’è sfiducia nella politica, con una banalizzazione nel rapporto tra politica e cittadini come quando vengono contate quante sono le auto blu che, è evidente, non sono il problema vero della politica italiana”. “Abbiamo bisogno di giovani che abbiano una mentalità nuova la politica deve essere di servizio, non pensando di fare carriera ma volendo dare; abbiamo bisogno di onestà intellettuale”.