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Mancata pubblicazione online delle graduatorie di istituto. Ma l’art. 32, L. 69/09, è chiaro

da Tecnica della Scuola

Mancata pubblicazione online delle graduatorie di istituto. Ma l’art. 32, L. 69/09, è chiaro
di Aldo Domenico Ficara
L’articolo 32 della legge n. 69/2009 al comma n 1 dice: “a far data dal 1° gennaio 2010 (termine prorogato al 1° gennaio 2011) gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati”.
Inoltre lo stesso articolo al comma 5 afferma:: “A decorrere dal 1° gennaio 2011 e, nei casi di cui al comma 2, dal 1? gennaio 2013, le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale”.  Di seguito si riporta l’intero articolo 32 con tutti i suoi sette commi:
Art. 32. (Eliminazione degli sprechi relativi al mantenimento di documenti in forma cartacea) 1. A far data dal 1º gennaio 2010, gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati. 2. Dalla stessa data del 1º gennaio 2010, al fine di promuovere il progressivo superamento della pubblicazione in forma cartacea, le amministrazioni e gli enti pubblici tenuti a pubblicare sulla stampa quotidiana atti e provvedimenti concernenti procedure ad evidenza pubblica o i propri bilanci, oltre all’adempimento di tale obbligo con le stesse modalità previste dalla legislazione vigente alla data di entrata in vigore della presente legge, ivi compreso il richiamo all’indirizzo elettronico, provvedono altresì alla pubblicazione nei siti informatici, secondo modalità stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per le materie di propria competenza. 3. Gli adempimenti di cui ai commi 1 e 2 possono essere attuati mediante utilizzo di siti informatici di altre amministrazioni ed enti pubblici obbligati, ovvero di loro associazioni. 4. Al fine di garantire e di facilitare l’accesso alle pubblicazioni di cui ai commi 1 e 2 il CNIPA realizza e gestisce un portale di accesso ai siti di cui al medesimo comma 1. 5. A decorrere dal 1º gennaio 2010 e, nei casi di cui al comma 2, dal 1º gennaio 2013, le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale, ferma restando la possibilità per le amministrazioni e gli enti pubblici, in via integrativa, di effettuare la pubblicità sui quotidiani a scopo di maggiore diffusione, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio. 6. Agli oneri derivanti dalla realizzazione delle attività di cui al presente articolo si provvede a valere sulle risorse finanziarie assegnate ai sensi dell’articolo 27 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, e successive modificazioni, con decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie 22 luglio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 28 settembre 2005, al progetto «PC alle famiglie», non ancora impegnate alla data di entrata in vigore della presente legge. 7. È fatta salva la pubblicità nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e i relativi effetti giuridici, nonché nel sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 6 aprile 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2001, e nel sito informatico presso l’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, prevista dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
Per questo motivo stanno sorgendo dubbi amministrativi sul fatto della mancanza di pubblicazione on line delle graduatorie di istituto, utili alle future mobilità del personale indicato in soprannumero

Compensi accessori: cosa si può pubblicare?

da Tecnica della Scuola

Compensi accessori: cosa si può pubblicare?
di Reginaldo Palermo
Tabelle dei compensi accessori: una questione complessa e complicata anche se l’art. 6 del CCNL non dovrebbe prestarsi ad equivoci. Forse basterebbe una interpretazione autentica.
La questione dei compensi accessori liquidati dalle istituzioni scolastiche e della pubblicazione integrale di tabelle con tanto di nomi, cognomi e importi continua ad animare il dibattito sindacale.  Nei giorni scorsi avevamo dato notizia di una decisione del Garante per la Privacy che ha sanzionato l’Amministrazione penitenziaria per aver consegnato a RSU e sindacati il prospetto completo dei pagamenti. Nelle motivazioni, il Garante spiegava che tale procedura è possibile solo qualora sia espressamente prevista dal CCNL. FGU-Gilda è intervenuta sulla questione argomentando che la delibera del Garante riguarda un ben preciso comparto ma soprattutto che il CCNL prevede invece la pubblicità dei compensi. A noi sembra che la questione sia un po’ più complessa e articolata. Intanto va detto che le argomentazioni del Garante possono essere tranquillamente estese ad altri comparti del pubblico impiego per quanto compatibili. C’è poi da osservare che l’ art. 6 del CCNL stabilisce che sono materia di informazione successiva i “nominativi del personale utilizzato nelle attività e progetti retribuiti con il fondo di istituto” oltre che la “verifica dell’attuazione della contrattazione collettiva integrativa d’istituto sull’utilizzo delle risorse”. In proposito bisogna rilevare che il CCNL parla espressamente di “nominativi” e non di compensi e, come è noto, in giurisprudenza vale il principio generale che la legge “dixit quod voluit”: in altri termini se nel CCNL si fosse voluto rendere pubblci i compensi, lo si sarebbe scritto chiaramente. E’ pur vero che ci sono stati casi di giudici del lavoro che – proprio su questa materia – hanno accolto in larga misura l’interpretazione sindacale motivando tale decisione con il fatto che in tale modo si tutela il legittimo interesse della parte sindacale di conoscere con precisione l’ammontare delle risorse contrattuali impiegate e quelle non spese. Ma è del tutto evidente che tale interesse risulta tutelato anche nel caso in cui il dirigente scolastico fornisca a RSU e rappresentanti sindacali un prospetto riassuntivo in cui gli importi sono aggregati. Per esempio, se il contratto di un istituto comprensivo prevede l’impegno di 3.000 euro per attività connesse con la continuità fra i diversi ordini di scuola, potrebbe essere sufficiente che il d.s. fornisca l’elenco nominativo del personale impiegato in quella attività e l’importo complessivo liquidato per quella voce.
Certamente però la questione è complessa e ben si presta a sviluppare il contenzioso. Paradossalmente il d.s. che decida di fornire prospetti completi (nomi, cognomi e importi) per evitare che la questione finisca di fronte al giudice del lavoro, correrebbe però il rischio di essere sanzionato dal Garante per la Privacy se un dipendente decidesse di ricorrere a tale autorità. Vista la delicatezza della materia, non sarebbe quindi una cattiva idea se Aran e sindacati fornissero una interpretazione autentica del punto, in modo da evitare vertenze e tensioni all’interno delle istituzioni scolastiche.

Albo pretorio e registro on line: atti dovuti per le scuole

da Tecnica della Scuola

Albo pretorio e registro on line: atti dovuti per le scuole
di Lucio Ficara
Lo prevede espressamente il DL 95 del 2012. Ma le scuole non ancora in regola sono davvero molte. Ministero e USR dovrebbero forse fare una accurata ricognizione sullo “stato dell’arte”
Viviamo ormai in una società ampiamente informatizzata, dove le informazioni e la trasparenza con cui esse devono essere date sono elementi cardine per tutti gli individui.  La Pubblica Amministrazione ed anche le scuole, che non dobbiamo scordare gestiscono i fondi d’Istituto e quelli europei, sono chiamate, da obblighi di legge, a cui non possono sottrarsi, a pubblicare negli albi pretori on line dei loro siti web istituzionali tutte le informazioni rivolte agli utenti e agli stessi dipendenti pubblici, che nel caso delle scuole sono rappresentati dal personale scolastico docente e non docente. Per cui ogni scuola dovrebbe dotarsi di albi pretori on line, in cui pubblicare i bandi dei progetti POF, i bandi dei progetti PON e POR, graduatorie interne d’Istituto, contrattazioni d’Istituto, organici di diritto e di fatto. In buona sostanza tutti gli atti che un tempo venivano pubblicati nel vecchio albo cartaceo, dovrebbero essere resi disponibili on line.  Infatti è utile ricordare che, a partire dal primo gennaio 2011 al fine di promuovere il progressivo superamento della pubblicazione in forma cartacea, gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati.  A tal proposito bisogna ricordare che, a partire dall’inizio di questo anno solare, gli atti amministrativi pubblicati all’albo cartaceo non hanno più effetto legale, proprio perché è ormai obbligatoria la loro pubblicazione all’albo pretorio on line della scuola. Ovviamente è fatta salva da questa disposizione di legge tutto ciò che viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che rappresenta pienamente il mezzo legittimo della pubblicità legale.  Stesso ragionamento deve essere fatto per la trasparenza dovuta dai docenti per quanto riguarda la valutazione dei propri alunni, che dovrebbe essere registrata elettronicamente su i registri on line della scuola.  Quali sono le leggi che regolano l’obbligatorietà per la scuola di avere un albo pretorio on line accessibile e il registro on line anche esso accessibile?  L’obbligatorietà dell’albo pretorio on line è imposto dall’art.32 della legge n.69/2009, mentre l’obbligo di registrare on line i voti delle prove scritte e orali degli alunni e di redigere le pagelle online è scritto nell’ art. 7 del D.L n.95/2012, convertito nella legge n.135/2012, infatti in tale legge si , prevede che a decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, le pagelle ed i registri vengano redatti on line, con successive comunicazioni alle famiglie via mail.  Facendo un giro sulla rete si scoprono invece siti istituzionali, anche di scuole di grande tradizione storico-culturale, scarsamente accessibili, contrariamente alla legge Stanca n. 4/2004; per non parlare di scuole che o non posseggono albo pretorio on line o in tale albo hanno riportate notizie che con gli atti amministrativi nulla hanno a che fare.  Nell’albo pretorio on line di qualche scuola abbiamo trovato persino il codice iban del conto corrente sul quale gli utenti dovrebbero versare i contributi per l’iscrizione scolastica.  Ma che trasparenza sarebbe questa?  Sarebbe bene che il ministro dell’istruzione, i direttori generali degli USR, i coordinatori degli ambiti provinciali, sollecitino i dirigenti scolastici al rispetto delle norme vigenti in tema di trasparenza e pubblicazione degli atti amministrativi imposti dalla legge.

Cedric Villani: ecco come la matematica abbatte i muri

da Tecnica della Scuola

Cedric Villani: ecco come la matematica abbatte i muri
di P.A.
Il genio della matematica al Wired Next Fest racconta come, attraverso le equazioni, è riuscito a creare ponti tra geometria, economia e fisica. “ I matematici condannati a vedere il mondo solo attraverso dei riflessi: le astrazioni e le equazioni”.
Cédric Villani, pubblica daily.wired.it/, è direttore dell’ Istituto Henri Poincaré e vincitore nel 2010 della prestigiosa medaglia Fields, che ha vinto soprattutto per i suoi lavori nelle teorie cinetiche dei gas e dei plasmi. Tema dell’incontro del Wired Next Fest sono state le barriere, intese come muri che separano le diverse discipline. Compito del matematico è abbatterli. Villani è un sicuramente quello che si può definire un personaggio eclettico. Sempre ben vestito, ama indossare una spilla a forma di ragno nel bavero della giacca. Adora i manga, non usa l’ automobile e si rifiuta di prendere gli ascensori. Per lui, la sua passione per la matematica è quasi erotica e il suo pantheon personale è popolato da personaggi le cui scoperte, apparentemente astratte, hanno rivoluzionato la nostra vita quotidiana. È proprio con tre dei suoi eroi personali che comincia. Il primo è Bernhard Reimann, ideatore della geometria ellittica, la geometria della superficie di una sfera, dove il tragitto più rapido tra due punti non è quello diretto, ma potrebbe essere una curva. “ Questo principio, che sembra astratto, viene applicato tutti i giorni per la navigazione sulla superficie terrestre e per calcolare le rotte attraverso il Gps”, spiega Villani. Il secondo matematico è l’autore di quella formula di cui Villani è uno dei massimi esperti mondiali e che nella sua autobiografia Il teorema vivente (Rizzoli) definisce “ la più bella del mondo”: l’ equazione di Boltzmann. Ludwig Boltzmann, fisico austriaco, ha sviluppato la teoria cinetica dei gas. “ Le particelle dell’aria attorno a noi sono miliardi e miliardi di molecole che rimbalzano continuamente. Una specie di caos che tuttavia grazie a Boltzmann riusciamo a prevedere con precisione, attraverso la sua formula dell’ entropia”, racconta Villani. Anche in questo caso le sue scoperte vivono intorno a noi. Per esempio, la sua equazione è utilizzata per i motori delle automobili, per studiare come l’aria si muove nel motore. L’ultimo caso, forse il più spettacolare, è il matematico russo Leonid Kantorovich. Ha lavorato su concetti molto astratti come l’analisi funzionale, ma anche a temi molto concreti come il trasporto ferroviario oppure il calcolo della tariffazione dei taxi. Ma il suo capolavoro è quello che gli ha fatto vincere il Nobel per l’economia nel 1975: l’allocazione ottimale delle risorse. “ Spiega qual è il miglior modo per distribuire la produzione in modo da spendere meno risorse possibili nel trasporto delle merci ai consumatori”, sottolinea Villani. Anche in questo caso si può vedere come il potere dell’astrazione ti consenta di risolvere diversi problemi contemporaneamente quando identifichi la formulazione corretta.
Questi tre uomini sono accomunati dal fatto di aver superato enormi ostacoli. Proprio grazie alle loro scoperte, Villani è riuscito, assieme ad alcuni collaboratori, ad abbattere le mura che separano le diverse discipline scientifiche e ad applicarle in un modo del tutto inedito. Il risultato è l’ esperimento del gas pigro, che Villani racconta così: “ Siamo partiti da un gas con una certa densità, in alcune zone maggiore e in altre più bassa. Poi abbiamo deciso che volevamo portare il gas a una nuova configurazione. Nell’obbedirti e spostare le molecole verso la nuova densità, il gas è pigro. Non vuole spendere troppe energie e quindi sposta le particelle nel modo più economico possibile, come nel mondo di Kantorovich. Mentre il gas svolgeva questo processo, abbiamo misurato la sua entropia, il suo disordine, usando la formula di Boltzmann. Se l’entropia in funzione del tempo ha una curvatura positiva, verso l’alto, allora incontriamo Reimann”. Quindi, in questo esperimento, tre teorie sono unite in un modo inaspettato. La morale della sua lezione è che se fai dei collegamenti tra diversi campi, tutta la conoscenza accumulata in una disciplina la puoi riciclare nell’altra. Improvvisamente sei più ricco di sapere, come uno scienziato che ha scoperto un nuovo modo di vedere il mondo.

Rassegna Stampa 1 – 3 giugno 2013

IN PRIMO PIANO

 
   
la Repubblica  del  02-06-2013  
IL PASTICCIO DEI BONUS PER LA MATURITA’ LICEI PENALIZZATI, FAVORITI TECNICI E PRIVATE (S.Intravaia) [solo_testo] pag. 18  
la Repubblica  del  03-06-2013  
BONUS MATURITA’, INTERVIENE IL MINISTRO “RISCHIO CAOS, CORREGGERO’ IL SISTEMA” (C.z.) [solo_testo] pag. 17  
la Nazione – ed. Empoli  del  03-06-2013  
IL MINISTRO CARROZZA AI NEO-DICIOTTENNI “NON ASTENETEVI, SCEGLIETE L’IMPEGNO” [solo_testo] pag. 5  
la Stampa  del  01-06-2013  
SPESA PER RICERCA AI MINIMI COSI’ L’ITALIA NON INNOVA PIU’ (R.Talarico) [solo_testo] pag. 4  
la Stampa  del  02-06-2013  
IN DIECI ANNI SONO FUGGITI 316 MILA GIOVANI “CERVELLI” (R.mas.) [solo_testo] pag. 5  
   

MINISTRO

 
   
Il Tirreno – Ed. Pontedera  del  03-06-2013  
“I GIOVANI SONO AI MARGINI STA A NOI PORTARLI AL CENTRO” [solo_testo] pag. 11  
Il Tirreno  del  03-06-2013  
CARROZZA: “LA SCUOLA HA SUBITO TROPPI TAGLI” [solo_testo] pag. 24  
L’Unita’  del  03-06-2013  
TREDICI ALUNNI INTOSSICATI IL MINISTERO: “ISPEZIONI” [solo_testo] pag. 9  
il Tempo  del  03-06-2013  
BIMBI INTOSSICATI A SCUOLA IL MINISTRO ORDINA ISPEZIONE [solo_testo] pag. 11  
Il Tirreno – Ed. Pisa  del  02-06-2013  
PISANI NELLE STANZE DEL POTERE ROMANO (G.Campanella) [solo_testo] pag. 14/15  
Il Tirreno – Ed. Pisa  del  02-06-2013  
IL LEGAME COL PREMIER NATO SUI CAMPATI DI PORTA A LUCCA [solo_testo] pag. 15  
Il Tirreno – Ed. Pisa  del  02-06-2013  
VECCHI CAPO DELLA SEGRETERIA DEL MINISTERO DI CARROZZA [solo_testo] pag. 15  
Il Tirreno – Ed. Pisa  del  02-06-2013  
NUOVI ALBERI SUL MONTE SERRA [solo_testo] pag. 22  
La Padania  del  02-06-2013  
IL “BONUS MATURITA'” CHE FALSA GLI ACCESSI NELLE UNIVERSITA’ DISCRIMANDO IL NORD [solo_testo] pag. 7  
Il Tirreno – Ed. Pisa  del  01-06-2013  
IL MINISTRO CARROZZA INCONTRA GLI STUDENTI [solo_testo] pag. 15  
La Nazione – Ed. Livorno  del  01-06-2013  
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE CARROZZA CHIUDE OGGI IL FESTIVA! “QUANTO BASTA” [solo_testo] pag. 9  
Gente  del  11-06-2013  
MA LE SCUOLE SONO DAVVERO INAGIBILI ? (M.Carrozza) [solo_testo] pag. 13  
   

MINISTERO

 
   
Giorno/Resto/Nazione  del  03-06-2013  
SCUOLA, LA CARROZZA BOCCIA I BONUS MATURITA’ (L.Salvi) [solo_testo] pag. 5  
il Mattino  del  02-06-2013  
TEST NUMERO CHIUSO, E’ LITE SUL BONUS MATURITA’ (S.Sapio) [solo_testo] pag. 11  
la Repubblica – ed. Milano  del  03-06-2013  
LE REGOLE DEL MINISTERO PUNISCONO GLI STUDENTI DELLE SCUOLE PIU’ SERIE (I.Pessina) [solo_testo] pag. 5  
Domenica (Il Sole 24 Ore)  del  02-06-2013  
RAGAZZI, ESERCITATE LA RAGIONE (C.Cantillo) [solo_testo] pag. 28  
il Messaggero  del  02-06-2013  
MATURITA’ LA CARICA DEI COPIONI HI-TECH (A.Campione) [solo_testo] pag. 16  
il Messaggero  del  03-06-2013  
“NIENTE FERIE” PROTESTANO I COMMISSARI DEL CONCORSONE (A.camp.) [solo_testo] pag. 14  
Io Donna (Corriere della Sera)  del  01-06-2013  
“QUESTA MATURITA’ E’ INUTILE” E I PRESIDI LA RIFORMANO COSI’ (C.Lacava) [solo_testo] pag. 37/38  
il Messaggero  del  03-06-2013  
IL FLOP DELLA SCUOLA SOLO DUE PC PER OGNI CLASSE (A.Camplone) [solo_testo] pag. 14  
il Gazzettino  del  03-06-2013  
EDITORI AL TAR:NO AI TESTI DIGITALI [solo_testo] pag. 9  
Italia Oggi Sette  del  03-06-2013  
MONTESSORIANI DOC (F.Grossi) [solo_testo] pag. 42  
la Repubblica  del  03-06-2013  
WELFARE, UN PRIMATO E IL SUO CONTRARIO (M.Pirani) [solo_testo] pag. 23  
il Messaggero  del  03-06-2013  
DA MORRICONE A MANNOIA: “PIU’ MUSICA TRA I BANCHI” [solo_testo] pag. 14  
Corriere della Sera  del  01-06-2013  
UTILE O SIMBOLICO, ELOGIO DEL REGALO ALLA MAESTRA (S.Colombo) [solo_testo] pag. 49  
Avvenire  del  02-06-2013  
INSEGNANTI E GENITORI ALLEANZA “CORRESPONSABILE” (R.Carnero) [solo_testo] pag. 2  
Avvenire  del  01-06-2013  
FORMAZIONE PROFESSIONALE, L’ESEMPIO DI BOLZANO QUI SCUOLA E IMPRESA SI PARLANO. E L’OCCUPAZIONE VA (D.Andreatta) [solo_testo] pag. 5  
Domenica (Il Sole 24 Ore)  del  02-06-2013  
IL PREMIO AGLI STUDENTI [solo_testo] pag. 41  
Corriere della Sera  del  01-06-2013  
GELMINI: “SELEZIONE DEI DOCENTI, I CAVILLI CHE CI OSTACOLANO” (M.Gelmini) [solo_testo] pag. 26  
Corriere della Sera  del  03-06-2013  
NOI SCIENZIATI, AFFLITTI DA SNOBISMO (G.Remuzzi) [solo_testo] pag. 20  
la Repubblica  del  01-06-2013  
SE PERFINO L’UNIVERSITA’ ORA E’ MADE IN CHINA (G.Visetti) [solo_testo] pag. 1  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  03-06-2013  
NUMERI & PROPOSTE (Ba.mill.) [solo_testo] pag. 36  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  03-06-2013  
UNIVERSITA’ COSTO E QUALITA’: CHI OFFRE IL RAPPORTO MIGLIORE (I.Trovato) [solo_testo] pag. 36  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  03-06-2013  
ANALISI GIOVANI E STAKANOVISTI L’IDENTIKIT DEI NUOVI LAUREATI (B.Millucci) [solo_testo] pag. 37  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  03-06-2013  
TRE LINGUE IN TASCA: E IL LAVORO VA (P.Caruso) [solo_testo] pag. 37  
Corriere della Sera  del  02-06-2013  
LA RIVOLTA CONTRO IL PROF CHE SI DICHIARA A UNA SUA STUDENTESSA (F.Caccia) [solo_testo] pag. 21  
il Messaggero  del  02-06-2013  
L’UNIVERSITA’, I DISSERVIZI E LA RASSEGNAZIONE DEGLI STUDENTI (L.Scaraffia) [solo_testo] pag. 22  
Corriere della Sera  del  01-06-2013  
“SCARICARE DALLE TASSE LA META’ DELLA SPESA IN LIBRI” (Ar.to) [solo_testo] pag. 31  
Nova24 (il Sole 24 Ore)  del  02-06-2013  
RICERCA, PECCATO DISTRARSI (F.Cerati) [solo_testo] pag. 9  
Eventi (Sole 24 Ore)  del  03-06-2013  
RICERCA E INNOVAZIONE, I MOTORI PER RILANCIARE L’ECONOMIA [solo_testo] pag. 8  
la Stampa  del  03-06-2013  
LA START UP CHE SCOPRE SUBITO I TUMORI (A.Ciattaglia) [solo_testo] pag. 27  
Corriere della Sera  del  02-06-2013  
IN MARCIA CON I BEAGLE “STOP AGLI ESPERIMENTI” (P.Marelli) [solo_testo] pag. 22  
Corriere della Sera  del  02-06-2013  
L’INGEGNERE ITALIANO CHE DA’ LA SUPER-CONNESSIONE AL MONDO (E.Segantini) [solo_testo] pag. 23  
Italia Oggi Sette  del  03-06-2013  
TUTTE LE OCCASIONI OLTRECONFINE [solo_testo] pag. 41  
Affari&Finanza (la Repubblica)  del  03-06-2013  
LE SPIN-OFF ACCADEMICHE ANTARES IL CASO DI SCUOLA (A.Di minin) [solo_testo] pag. 27  
Nova24 (il Sole 24 Ore)  del  02-06-2013  
VIRUS DELL’AIDS, GLI SCIENZIATI RIVELANO LA SUPER-CORAZZA (F.Cerati) [solo_testo] pag. 9  
   

PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE  E  SOCIETA’

 
   
il Sole 24 Ore  del  01-06-2013  
RECORD DI GIOVANI DISOCCUPATI (M.Meneghello) [solo_testo] pag. 8  
Giorno/Resto/Nazione  del  03-06-2013
GIOVANI VIA DALL’ITALIA, LETTA SI SCUSA E METTE MANO ALLA RIFORMA FORNERO (M.Palo) [solo_testo] pag. 4/5
Giorno/Resto/Nazione  del  03-06-2013
Int. a S.Trapani/E.Cocchi: “DA CATANIA A BERLINO: QUI LA MIA IDEA HA VINTO” IN DIECI ANNI 316MILA CERVELLI ALL’ESTERO (R.Giardina/M.Sabattini) [solo_testo] pag. 4
la Repubblica  del  02-06-2013  
UN MILIARDO L’ANNO PER GLI UNDER 25 (R.Mania) [solo_testo] pag. 1  
la Repubblica  del  03-06-2013  
Int. a S.Camusso: “BENE IL PIANO UNDER 25 DEL GOVERNO MA INCENTIVI SOLO PER CONTRATTI STABILI” (R.Mania) [solo_testo] pag. 9  
la Stampa  del  03-06-2013  
A CACCIA DI UN POSTO CON INTERNET (R.e.) [solo_testo] pag. 31  
il Mattino  del  01-06-2013  
Int. a L.Bini smaghi: BINI SMAGHI: “SENZA RIFORME L’ITALIA MUORE SCUOLA E BUROCRAZIA I MALI DEL MEZZOGIORNO” (A.Chello) [solo_testo] pag. 3  
Giorno/Resto/Nazione  del  02-06-2013  
Int. a P.Celli: CELLI E IL LAVORO CHE NON C’E’ “CORAGGIO RAGAZZI, INVENTATELO” (N.Encolpio) [solo_testo] pag. 6  
Nova24 (il Sole 24 Ore)  del  02-06-2013  
COORDINATORE CERCASI PER L’AGENDA DIGITALE (L.De biase) [solo_testo] pag. 9  
il Sole 24 Ore  del  02-06-2013  
PER IL DOSSIER DIGITALE REGIA A PALAZZO CHIGI (C.fo.) [solo_testo] pag. 5  
   
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 
   

2 GIUGNO: MINISTRO CARROZZA CONSEGNA COSTITUZIONE AI DICIOTTENNI

2 GIUGNO: MINISTRO CARROZZA CONSEGNA COSTITUZIONE AI DICIOTTENNI

“Tra i tanti testi che avete letto e leggerete nel vostro percorso di studi e di vita, sono certa che la Costituzione conserverà un posto speciale. Nei suoi articoli sono custoditi i valori più alti della nostra Repubblica che oggi celebriamo, i fondamenti della convivenza civile che sapranno guidarvi nelle vostre scelte di domani. Buona Festa della Repubblica”.

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, in occasione della Festa del 2 giugno, consegnando una copia della Costituzione ai ragazzi del comune di Buti (Pisa) che compiono diciotto anni.

La professione degli insegnanti. Un profilo sbiadito

da Tuttoscuola

La professione degli insegnanti. Un profilo sbiadito

di Benedetto Vertecchi

(Tuttoscuola, XXXVIII, 529, 2013, pp. 16-17)

Vale la pena, prima di entrare nel vivo della riflessione che occupa la gran parte del testo che segue, avviare un’operazione di ripulitura del linguaggio corrente nel campo dell’educazione scolastica. È opportuno, infatti, evitare l’uso di parole che fanno ricorso a un registro improprio (per esempio, quiz invece di quesito) o che, prese a prestito da altre lingue, sono impiegate solo per parte del significato originale, come test invece di prova. Test si riferisce, infatti, a qualunque tipo di prova, strutturata o non strutturata che sia, mentre nell’uso nostrano si è operata una sineddoche, che ne limita il significato all’indicazione delle sole prove strutturate. Dirò, entrando nel merito della riflessione che intendo sviluppare, che la prima selezione dei candidati al concorso per l’insegnamento è consistita nel sottoporli a una prova strutturata. Si chiedeva, per ciascuna domanda, di riconoscere la risposta corretta fra le quattro proposte. S’intende che le altre tre (distrattori) avevano solo l’intento di evitare un riconoscimento troppo facile. In breve, si trattava di una prova organizzata secondo il modello cosiddetto a scelta multipla, i cui primi esempi incominciarono a essere proposti all’attenzione dei cultori di problemi educativi, oltre mezzo secolo fa, da studiosi attenti agli sviluppi della ricerca educativa internazionale, e in special modo di quella valutativa, come Aldo Visalberghi e Luigi Calonghi. Vale la pena di riprendere alcune delle riflessioni sulle quali Visalberghi si soffermava in Misurazione e valutazione nel processo educativo (Milano, Comunità, 1955) [1]. Nella valutazione occorre distinguere, innanzi tutto, le procedure attraverso le quali si rilevano i dati relativi alle prestazioni fornite da chi è sottoposto alla prova (misurazione, o assessment) dal giudizio che si esprime a partire da tali dati (valutazione). La misurazione può essere più o meno accurata, effettuata in modo tradizionale o tramite il ricorso a strumentazioni di varia complessità. Tuttavia, è la valutazione che dà significato ai dati. In altre parole, il più perfezionato strumentario per la misurazione degli apprendimenti serve a poco se utilizzato prescindendo da una definizione accurata degli intenti dell’attività che si sta svolgendo, in funzione dei quali si procede all’espressione di un giudizio.

Nel caso della selezione dei candidati all’insegnamento, l’attenzione dei commentatori, ma anche quella di molti dei candidati, si è rivolta soprattutto agli aspetti tecnici delle prove, al loro contenuto, al modo in cui i quesiti erano formulati. In breve, il dibattito ha riguardato soprattutto la misurazione, lasciando sullo sfondo, o trascurando del tutto, la valutazione. Eppure, dal mio punto di vista, ciò che è accaduto è qualcosa di estremamente importante per il fatto che ha ridisegnato il profilo professionale degli insegnanti. Non che sulla prova non si potessero esprimere riserve: in particolare, se prescindiamo dalla modernizzazione consistente nell’uso della rete per la presentazione dei quesiti, per l’acquisizione delle risposte e per il calcolo dei punteggi, si è trattato di proporre varianti di modelli consueti e utilizzati per selezioni da operare in contesti molto diversi, dall’ammissione ai corsi di studio universitari ai concorsi per il reclutamento di personale da parte delle aziende. Proprio a partire da questa costatazione ci si dovrebbe chiedere – e in questo modo entreremmo nel vivo di una riflessione valutativa – quale fosse il profilo di insegnante implicito nella selezione effettuata.

Se le medesime procedure di selezione, che comportano l’uso di uno strumentario affine, sono utilizzate in relazione a esigenze diverse, la prima conclusione cui si può giungere è che non si tratta di procedure per definire le quali abbia rilevanza l’attività che dovrà essere svolta. In pratica, se avessimo a disposizione le prove e disponessimo degli elenchi di chi ha raggiunto la soglia richiesta, ma non disponessimo di alcuna informazione di contorno (ovvero, non sapessimo che la prova è stata sostenuta nell’ambito di un concorso per il reclutamento di personale per le scuole), non saremmo in grado di delineare per quale ragione un così gran numero di persone abbia accettato di sottoporsi ad un rituale così stressante. Il profilo implicito nelle prove è, infatti, troppo sbiadito perché da esso si possa inferire che lo scopo da conseguire era quello di provvedere le scuole d’insegnanti.

Ci si deve chiedere, allora, per quale ragione, dovendosi selezionare personale per svolgere funzioni che, almeno per alcuni aspetti, sono chiaramente definibili, si sia incominciato sottoponendo i candidati a una prova cui corrisponde un profilo del tutto sbiadito. Possiamo ipotizzare più risposte, che nel complesso offrono un quadro tutt’altro che positivo del nostro sistema educativo:

– la prima è che lo Stato, dovendo assumere personale per le scuole, mostra di non avere nessuna fiducia nella certificazione degli studi che garantisce, riconoscendone il valore legale. La prova di selezione iniziale ha avuto, infatti, il carattere di un controllo del possesso di conoscenze di base, corrispondenti a un profilo di livello molto inferiore a quello nominalmente attestato dai titoli richiesti per la partecipazione al concorso. Se questo è vero, si dovrebbe incominciare col rivedere radicalmente i modi attraverso i quali le università certificano gli studi (e, ovviamente, anche l’organizzazione e i contenuti dei corsi di studio);

– la seconda richiede che, a partire dalle domande, si individuino gli elementi che compongono la cultura desiderata per gli insegnanti. Si direbbe che ci si trovi di fronte ad una richiesta di conoscenza globalizzata, i cui elementi costitutivi sono, grosso modo, quelli sui quali da un paio di decenni insistono con particolare enfasi le analisi dell’Ocse. Il fatto è che tali analisi hanno come criterio di riferimento lo sviluppo economico e, come criterio valutativo, la considerazione di livelli delle prestazioni osservate nel breve periodo. Nel caso dell’insegnamento è difficile pensare che una logica di breve periodo possa costituire un criterio per la definizione di un profilo desiderato. Ciò per due buone ragioni: da un lato il profilo deve sostenere l’attività degli insegnanti in un tempo lungo, quello in cui svolgeranno la loro professione, dall’altro anche il profilo degli allievi dovrà essere pensato in funzione di esigenze che si manifesteranno in un tempo lungo, quello della vita;

– c’è, infine una terza risposta, nella quale confluiscono anche molte delle considerazioni esposte per le altre due: si direbbe che non si consideri più l’insegnamento come una professione intellettuale, nella quale il sapere e il saper fare siano strettamente collegati. Si suppone che gli insegnanti dispongano di una cultura modesta, certificata da titoli cui si riconosce scarso credito, e di un minimo di sapienza professionale, almeno in parte acquisita partecipando ad attività delle quali sono responsabili le medesime istituzioni nei confronti delle quali si manifesta così scarsa fiducia. In altre parole, si sancisce il declassamento della professione degli insegnanti. Gli interventi sul funzionamento delle scuole da parte potere esecutivo, anche se apparentemente rivolti a favorire la modernizzazione del sistema educativo, costituiscono nei fatti la negazione dell’autonomia affermata sul piano dei principi. Gli insegnanti finiscono con l’assumere funzioni esecutive che non comportano la necessità di formulare un progetto originale, volto a indirizzare l’educazione verso traguardi desiderati.

Se a qualcosa sta servendo il concorso in atto (al di là della stabilizzazione, purtroppo solo per una parte modesta dei candidati, del rapporto di lavoro) è che anche in Italia, come ha denunciato – con riferimento agli Stati Uniti – Noam Chomsky in un articolo pubblicato sul New York Times, siamo di fronte a un disegno di disgregazione del sistema educativo pubblico. Si stanno ricreando steccati che troppo frettolosamente si erano considerati abbattuti. Le scelte che riguardano la professione degli insegnanti sono la cartina di Tornasole che rivela quale sia l’orientamento della politica scolastica.

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[1] Il testo può essere liberamente acquisito in formato digitale dalla biblioteca virtuale del Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica (DiPED), ora disattivato – in applicazione della sedicente riforma Gelmini – all’indirizzo http://www.diped.it/spazio-gutenberg.

In pensione una docente di “Quota 96” per sentenza del giudice del lavoro di Roma

da Tecnica della Scuola

In pensione una docente di “Quota 96” per sentenza del giudice del lavoro di Roma
di Pasquale Almirante
La sentenza del giudice del Lavoro di Roma è del 27/8/2012, ma solo da poco si è conosciuta perché la docente aveva presentato ricorso individuale. Il Giudice ne riconosce il pieno diritto e la pone il quiescenza dal 1° settembre 2012
Una sentenza, quella del giudice del Lavoro di Roma, che incoraggia e sprona i circa 3.500 lavoratori della scuola di “Quota 96” ad andare aventi nella battaglia per il riconoscimento del loro diritto alla pensione, benché ormai l’anno scolastico volga al termine e il 31 agosto è prossimo. Le motivazioni del giudice di Roma, che ha permesso alla docente di andare in pensione avendo maturato i diritti, è la seguente: “Il Giudice del lavoro del Tribunale di Roma accerta il diritto della ricorrente ad essere collocata in quiescenza dal 31.8.2012 con trattamento pensionistico dal 1.9.2012, disponendo che l’amministrazione consenta l’espletamento delle attività per ottenere il trattamento pensionistico in tempo utile. Condanna l’Amministrazione resistente alla refusione delle spese di lite che liquida in euro 1.250,00 oltre accessori” . E nelle motivazioni della sentenza, il giudice fa proprio riferimento alla specificità della scuola e della continuità didattica. “E’ proprio questo il caso della scuola in cui il DPR 351/98 stabilisce che, a prescindere dal momento della maturazione dell’anzianità legislativa richiesta, il diritto al collocamento a riposo decorre dal successivo primo settembre, ossia previa conclusione dell’anno scolastico”.
Argomentazione quella del giudice di assoluta saggezza e correttezza giuridica, anche perché, aggiunge: “Dal momento che la nuova legge (Fornero n.d.r.) si occupa esclusivamente della riforma dei requisiti del trattamento pensionistico e non anche dei problemi connessi alla sua decorrenza deve ritenersi che tale ultimo aspetto continui ad essere regolato dalla vecchia normativa in base alla quale è sempre risultata pacifica nel comparto scuola la distinzione tra momento di maturazione del diritto a pensione e momento della sua decorrenza, coincidente con la fine dell’anno scolastico successivo”. Si potrà dire a questo punto, e tutto il personale della scuola incappato nelle superficiali e affrettate maglie della Legge Fornero lo dice dal primo momento: e ci voleva tanto per capirlo? E infatti, non era già nei gangli dell’assoluta ordinarietà del diritto, il fatto che i dipendenti del Miur subiscono il torto evidente e lapalissiano di aspettare la fine dell’anno scolastico per andare in pensione, anche se lo hanno maturato prima? Contestualmente, l’avvocato del Comitato “Quota 96” sta operando proprio su questo specifico versante per fare invalidare la legge o comunque per intervenire, se la politica mantiene i suoi impegni col personale della Quota 96, “con normativa secondaria, ripartendo proprio dalla circolare della Funzione pubblica ove nell’ultimo capoverso non chiarisce la situazione del personale della scuola, limitandosi a ricordare che la scuola ha una unica “finestra” di uscita collegata alla durata dell’anno scolastico. La successiva circolare del Miur, nell’applicare la normativa Fornero per il personale della scuola, “richiama la circolare della Funzione Pubblica, quasi a non volersi assumere responsabilità in merito alla corretta applicazione della normativa.” I lavoratori della scuola “Quota 96” fra l’altro contano anche sui provvedimenti giurisdizionali favorevoli ai ricorrenti, come il parere pro-veritate del Prof. Imposimato e l’Ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale da parte del Tribunale di Siena, a cui si aggiunge anche questa sentanza del Giudice del Lavoro di Roma.  Tutti elementi questi che portano a ritenere che possano essere le motivazioni giuridiche per una diversa applicazione “prima facie” della normativa Fornero che ha interessato, per la scuola, 2 diversi anni scolatici – 2011/2012 e 2012/2013.

In Molise gli esclusi dal concorso a cattedra si organizzano

da Tecnica della Scuola

In Molise gli esclusi dal concorso a cattedra si organizzano
di Aldo Domenico Ficara
Avevamo già scritto in un articolo del 26 maggio che c’erano malumori tra gli esclusi dal concorso a cattedra in Molise.
Infatti, il post concludeva così: “Si può affermare senza essere smentiti che mentre il concorso per dirigenti scolastici in molte regioni naviga a vista sotto il peso di ordinanze del Consiglio di Stato e sentenze del Tar Lazio e Tar periferici, il concorso a cattedra inizia a rivolgere lo sguardo alle aule della giustizia amministrativa con il possibile rischio di un suo annullamento“. Non siamo stati smentiti, nonostante alcune testate di informazione scolastica si affrettavano a etichettare l’articolo come allarmistico, perché solo due giorni dopo (28 maggio 2013) nel corso di una riunione presso lo studio legale Iacovino in Via Berlinguer, 1 a Campobasso, è stata sancita la costituzione del Comitato per la tutela degli esclusi dalla prova orale del Concorso docenti 2013 o Comitato degli aspiranti docenti. Le prerogative del Comitato sono le seguenti: Individuare eventuali irregolarità commesse dalle commissioni nominate dall’Ufficio Scolastico Regionale del Molise per la selezione di n. 11 docenti destinati alla scuola dell’Infanzia e n. 26 docenti riservati alla Primaria. La prima fase della selezione è consistita in una prova nazionale computer-based, elaborata cioè al computer e corretta da un apposito software. L’aver superato la prova preselettiva con un punteggio di almeno 35/50, ha consentito l’accesso ad una seconda fase selettiva, a carattere regionale. È in questa fase, consistita nella compilazione per iscritto di quattro brevi elaborati, che sembra essere venuta meno l’oggettività che la commissione giudicatrice deve cercare sempre e comunque di garantire. Numerose possibili irregolarità sono emerse dopo che decine di accessi agli atti avanzati all’Usr del Molise hanno consentito agli esclusi di esaminare giudizi e voti assegnati agli elaborati. Il Comitato si propone di condurre una battaglia legale per accertare la veridicità delle paventate irregolarità, facendo emergere i responsabili di una eventuale procedura concorsuale pubblica viziata. È compito del presidente coordinare le attività di concerto con gli altri soci, indire riunioni in base alle necessità del momento e promuovere una campagna di adesione al comitato. Nulla vieta a tale comitato di assumere autonome iniziative come l’organizzazione di conferenze e l’attivazione di un forum telematico di informazione per i soci.
All’occorrenza il presidente si fa portavoce dei soci che segnalano problemi e situazioni poco chiare rispetto alla partecipazione al Concorso docenti 2013, perché è giusto che tutti si sentano rappresentati e ascoltati.

Università, “bonus” n. chiuso: determinante la media voti nell’istituto, ma dell’anno prima

da Tecnica della Scuola

Università, “bonus” n. chiuso: determinante la media voti nell’istituto, ma dell’anno prima
di Alessandro Giuliani
La novità si evince dai criteri di valutazione pubblicati dal Miur: il voto conseguito alla maturità, almeno 80/100, sarà ponderato con quelli della singola sede dell’a.s. precedente. Protestano gli studenti: così si discriminano i candidati non solo di città diverse, ma anche di istituti della stessa città. Chiesto l’avvio di un tavolo di discussione. Ma luglio è dietro l’angolo.
Il Miur ha finalmente reso pubblici i criteri di valutazione riguardanti il “bonus maturità”, introdotto negli ultimi giorni di gestione dell’ex Ministro Profumo, il 24 aprile scorso attraverso apposito decreto ministeriale, che avrà un’incidenza notevole sul punteggio finale da assegnare ai candidati ai corsi di laurea a numero chiuso. Il bonus, dai 4 ai 10 punti, come già si sapeva verrà assegnato, in proporzione, solo a coloro che hanno concluso le superiori con un voto che va da 80 a 100 centesimi. Ma la novità dell’ultima ora è che il voto di diploma va ponderato anche rispetto alla media dei voti conseguiti nello stesso istituto scolastico nell’anno scolastico precedente e non nell’anno in cui si è conseguito il diploma. Quindi in questa prima selezione varranno quelli del 2011/12.
Secondo Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu, si tratta di una notizia tutt’altro che positiva, perché “confrontando il calcolo dei percentili nella tabella pubblicata dal Ministero, si notano subito le disparità non solo tra città diverse, ma anche tra istituti della stessa città. Queste discriminazioni, sommate all’anticipo dei test a luglio e al sempre ostico sistema di risposte a crocette, scoraggiano sempre più gli studenti e impediscono loro di accedere alla facoltà scelta”.
L’Udu coglie l’occasione per ribadire la richiesta al ministro Carrozza di un tavolo di discussione “per superare questo sistema iniquo di selezione aprioristica affinchè si possa garantire realmente il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”.
Anche per Daniele Lanni, portavoce della Rete degli Studenti medi, il regolamento del Miur è da rivedere attraverso un confronto con i rappresentanti degli studenti: “l’esame di Stato già di per sè ha tantissimi problemi, e spesso e volentieri non riesce minimamente a valutare correttamente gli studenti per quel che vale il loro percorso di studi. Dare una ulteriore importanza al voto di maturità rende questa ingiustizia ancora più grande, e stabilisce delle nuove barriere al mondo della conoscenza, che già non è un mondo aperto a tutti”.
Luglio è però vicino. È davvero difficile che le modifiche possano essere accolte ed attuate prima di questa nuova tornata selettiva. Già l’avvio del confronto, però, sarebbe una buona notizia.

Maturità, on line il 3 giugno gli elenchi delle commissioni

da LaStampa.it

Maturità, on line il 3 giugno gli elenchi delle commissioni

L’esame al via il 19 giugno con la prima prova scritta di italiano
roma

Sale l’ attesa sia per tra gli studenti che tra i professori per lunedì 3 giugno quando  saranno disponibili sul sito www.istruzione.it gli elenchi delle commissioni degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione.

 

Già dalle prime ore di domani, tuttavia, secondo quanto riferisce una nota inviata dal ministero dell’Istruzione a Direttori degli uffici scolastici regionali, segreterie scolastiche e provveditorati agli studi, si potranno consultare, attraverso l’accesso al sistema informatizzato del Sidi, le composizioni delle commissioni, per visualizzare i commissari esterni e presidenti di commissione.

 

La riunione preliminare di insediamento delle commissioni è fissata al 17 giugno.

 

È confermato anche quest’anno l’utilizzo del “plico telematico” per l’invio alle scuole delle tracce per la prima e seconda prova scritta (nonché, ove prevista, quarta prova) dell’esame di maturità.

 

La prima prova scritta (quella di italiano, uguale per tutti gli indirizzi) è in calendario per mercoledì 19 giugno, la seconda (quest’anno i ragazzi del classico dovranno cimentarsi con il latino, gli studenti dello Scientifico dovranno vedersela con la Matematica e i ragazzi del Linguistico con una lingua straniera) giovedì 20 giugno e la terza (il quizzone) lunedì 24 giugno.

 

Il giorno successivo saranno ancora impegnati i maturandi dei licei e degli istituti tecnici presso i quali è presente il progetto sperimentale Esabac e quelli dei licei con sezioni a opzione internazionale spagnola e tedesca.

La “voglia e la capacità di studiare” è scritta nel Dna

da LaStampa.it

La   “voglia e la capacità  di studiare” è scritta nel Dna

 Alcune varianti genetiche  sarebbero collegabili ai conseguimenti accademici e scolastici
roma

Un  maxistudio internazionale pubblicato su Science  ha individuato le “radici genetiche” della predisposizione a studiare.

 

Sono stati analizzati i Dna di oltre 125mila individui e rintracciate alcune varianti genetiche collegabili ai conseguimenti accademici intesi come gli anni di studio e la conquista di un diploma di laurea.

 

Lo studio è stato condotto dal consorzio Social Science Genetic Association Consortium (SSGAC), che include ricercatori di mezzo mondo.

Il campione di individui coinvolto è per dimensioni senza precedenti, spiega David Cesarini della New York University, altrimenti questo studio non sarebbe possibile.

 

Gli esperti hanno analizzato a tappeto il Dna del campione   “diviso” per anni e titoli di studio conseguiti e trovato alcune varianti genetiche collegabili ai conseguimenti accademici e scolastici.

 

Siamo certo lontani dalla scoperta di quanto mai inverosimili “geni dell’istruzione” o geni che decidano il destino di “asino” o “secchione” di una persona, ma rintracciare varianti geniche legate ai risultati scolastici potrebbe mettere sulla via della scoperta di geni legati ad apprendimento, memoria e disturbi dell’apprendimento.

Revoca domande di mobilità: occhio alla scadenza

da Tecnica della Scuola

Revoca domande di mobilità: occhio alla scadenza
di L.F.
C’è tempo fino al 10 giugno per revocare le domande di mobilità già presentate.
É utile ricordare che il termine ultimo per la comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado è stato fissato, nell’ordinanza ministeriale n.9 del 13 marzo 2013, al 20 giugno prossimo. Nella stessa ordinanza all’art.5 comma 2 è scritto che è consentita la revoca delle domande di movimento presentate. La richiesta di tale revoca deve essere inviata tramite la scuola di servizio o presentata all’Ufficio territorialmente competente rispetto alla provincia di titolarità dell’interessato ed è presa in considerazione soltanto se pervenuta non oltre il decimo giorno prima del termine ultimo, previsto per ciascuna categoria di personale nell’art. 2 della su citata O.M., per la comunicazione al SIDI dei posti disponibili. Quindi nel caso specifico delle scuole secondarie di secondo grado, la revoca è consentita entro e non oltre il 10 giugno prossimo. Dai vari ambiti territoriali italiani è pervenuta, ai dirigenti scolastici, una nota dove si rammenta questa scadenza e la normativa relativa. Cosa succede se l’istanza di revoca è inviata successivamente al 10 giugno 2013? In questo caso le istanze possono essere prese in considerazione solo per gravi motivi validamente documentati ed a condizione che pervengano entro il termine ultimo, previsto per ciascuna categoria di personale nell’art. 2 della presente O.M., per la comunicazione al SIDI dei posti disponibili, nel caso specifico delle scuole secondarie di secondo grado fissato per il 20 giugno. Qualora fossero state presentate più domande di movimento (trasferimento, passaggio ruolo o passaggio cattedra), si può anche decidere di revocare una domanda e lasciare un’altra richiesta. In tal caso si deve dichiarare esplicitamente e chiaramente per quali domande si chiede la revoca. In mancanza di tale precisazione la revoca si intende riferita a tutte le domande di movimento. Queste date, del 10 giugno e comunque inderogabilmente quella del 20 giugno, riguardano anche chi deve presentare domanda, perché individuato soprannumerario, di trasferimento. Infatti in molte province italiane, l’individuazione dei soprannumerari per le scuole secondarie di secondo grado sta avvenendo proprio in questi giorni. I dirigenti scolastici sulla base della dotazione organica di diritto assegnata, stanno procedendo all’individuazione dei docenti soprannumerari e li stanno invitando, entro cinque giorni dalla loro individuazione, alla presentazione della domanda di trasferimento, che ricordiamo dovrà essere presentata in modello cartaceo.

Supplenti messi in ferie d’ufficio: ma è legittimo ?

da Tecnica della Scuola

Supplenti messi in ferie d’ufficio: ma è legittimo ?
di L.F.
Arrivati alla fine dell’anno scolastico si ripropone la questione delle ferie del personale supplente. Per il momento le norme contrattuali sono ancora in vigore.
Le domande che i dirigenti scolastici si stanno ponendo sulla concessione delle ferie dei docenti precari, con contratto fino al termine delle attività didattiche o delle lezioni, sono molteplici.  Pagare o non pagare le ferie ai docenti supplenti con contratto fino al 30 giugno? Bisogna obbligatoriamente mettere in ferie, nei giorni di giugno dopo la fine delle lezioni e gli scrutini o durante le festività di Natale o Pasqua, un docente precario con contratto fino al termine delle attività didattiche, in modo da non monetizzare le sue ferie?  La risposta la troviamo nell’art. 54 della legge 24.12.2012 n° 228, che disapplica le norme contrattuali sulle ferie dei precari a partire dal primo settembre 2013.  La formulazione dell’articolo di legge fa dunque intendere che per questo anno scolastico per le ferie dei precari bisogna fare riferimento ancora a quanto previsto dagli articoli 13 e 19 del vigente CCNL/ Scuola che prevedono il pagamento delle ferie non godute.  Quindi, per questo anno scolastico, le ferie del personale assunto a tempo determinato sono proporzionali al servizio prestato. Qualora la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato sia tale da non consentire la fruizione delle ferie maturate, le stesse saranno liquidate al termine dell’anno scolastico e comunque dell’ultimo contratto stipulato nel corso dell’anno scolastico.  La fruizione delle ferie nei periodi di sospensione delle lezioni nel corso dell’anno scolastico non è obbligatoria. Pertanto, per il personale docente a tempo determinato che, durante il rapporto di impiego, non abbia chiesto di fruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle lezioni, si dà luogo al pagamento sostitutivo delle stesse al momento della cessazione del rapporto.  Questa norma contrattuale decadrà dal prossimo anno scolastico ai sensi dell’art. 1  comma 56 della legge di stabilità 2012 e verrà sostituita dalle disposizioni di cui al comma 54  che prevedono che il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative.  Durante la rimanente parte dell’anno la fruizione delle ferie è consentita per un periodo non superiore a sei giornate lavorative subordinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.  Dunque, se il dirigente scolastico, in questo scorcio d’anno, dovesse applicare la norma di mettere in ferie d’ufficio il docente precario, obbligandolo a fruire di giornate di ferie non richieste, in modo da non pagarle, compirebbe un atto contrario alla legge vigente.

Concorso dirigenti scolastici Toscana: Consiglio di Stato annulla decisione TAR

da Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici Toscana: Consiglio di Stato annulla decisione TAR
di R.P.
Per ora i dirigenti assunti dal 1° settembre 2012 restano al loro posto. La decisione di merito è prevista per il 2 luglio prossimo
La vicenda (senza fine) del concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici continua E’ di queste ore la notizia che la VI Sezione del Consiglio di Stato, con una serie di decreti monocratici datati 30 maggio 2013, ha accolto le istanze cautelari del Minsitero dell’Istruzione e dell’USR della Toscana decidendo così di sospendere gli effetti delle decisioni già assunte dal TAR in merito al concorso svoltosi in quella regione. Il prossimo appuntamento è già stato fissato per il 2 luglio 2013 quando la Camera di consiglio si riunirà per decidere sul merito della questione. Per intanto i docenti assunti nel ruolo dei dirigenti scolastici a partire dal 1° settembre 2012 restano al loro posto.