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CCNL Scuola

CCNL Scuola. L’ILLUSIONE DEGLI AUMENTI STIPENDIALI

Dopo oltre 6 mesi di attesa, ieri giovedì 18 gennaio 2024 è stato finalmente sottoscritto definitivamente il nuovo CCNL, già scaduto il 31.12.2021.

Giornali e comunicati sindacali hanno sbandierato aumenti medi di oltre 100€ mensili per il personale docente e ATA, magari dimenticando di precisare che questa cifra ingloba l’aumento già avuto a fine 2022.

Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza sugli effettivi incrementi stipendiali previsti da questo nuovo contratto.

Oltre la ridicola Una tantum [63,84€ per i docenti e 44,11€ per gli ATA] prevista dall’art. 75, l’art. 74 del CCNL prevede un aumento di alcune voci contrattuali “a valere dal 2022”, davvero singolare per un contratto scaduto già il 31.12.2021[780€ annui per l’indennità del DSGA; da 10,30 a 16,10€ mensili per la RPD e da 6,70 a 7,40 mensili per il CIA] e finalmente – dopo oltre 15 anni – l’art. 80 prevede un aumento, questo “a valere dal 1° gennaio 2024”, di solo il 10% [ma per i “funzionari” di oltre il 20%] dei compensi orari per le attività aggiuntive, ma questo senza aumentare il F.I.S., in questo modo il risultato sarà quello di diminuire le ore da svolgere. Analogo il caso delle posizioni economiche del personale ATA: l’art. 79 aumenta i compensi [+100€ prima posizione e +200€ seconda posizione], ma non l’aumento delle risorse complessive. Così si determinerà un minor numero di “posizioni”, specialmente quelle dei collaboratori scolastici.

Comunque, la situazione salariale continua a essere quella che denunciamo da anni e che ha determinato la situazione sintetizzata dalla tabella sottostante, il personale docente e ATA ha perso decine di punti percentuali di potere d’acquisto, il DSGA ha faticosamente mantenuto il proprio, mentre è stata “premiata” la figura del dirigente scolastico, garante della trasformazione della Scuola da istituzione pubblica a soggetto para-imprenditoriale.

CCNL “Istruzione e Ricerca” 2019-2021

CCNL “Istruzione e Ricerca” 2019-2021 del 18 gennaio

“Finalmente oltre un milione e 300 mila lavoratori di scuola, università, ricerca, AFAM hanno il CCNL di lavoro rinnovato”.
Così il 18 gennaio CGIL nazionale e FLC CGIL in merito alla firma all’Aran, del CCNL ‘Istruzione e Ricerca’ 2019-2021, ma aggiungono che “per la sottoscrizione definitiva, arrivata a distanza di ben sei mesi dalla firma dell’ipotesi contrattuale, è stato necessario attendere il lunghissimo iter di certificazione da parte degli organismi di controllo, una inaccettabile enormità burocratica”.

“Le nuove disposizioni entrano in vigore da venerdì 19 gennaio, salvo diversa prescrizione per alcuni specifici istituti contrattuali come indicato nello stesso testo”.

APPROFONDIMENTI

SCUOLA

UNIVERSITÀ

RICERCA

AFAM

“Abbiamo sottoscritto il nuovo CCNL – sottolineano CGIL e FLC – avendo ricevuto pieno mandato dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto, iscritti/e non iscritti, che sono stati democraticamente consultati con una amplissima campagna di assemblee svoltesi in oltre 9.000 luoghi di lavoro tra scuole, università, accademie e nei conservatori”.
“Ora – proseguono CGIL e FLC – invieremo subito la disdetta del CCNL appena sottoscritto al fine di avviare le trattative per il rinnovo del triennio contrattuale 2022-2024 già prossimo alla scadenza. La nostra priorità assoluta sarà l’incremento degli stipendi in rapporto all’inflazione al fine di tutelare pienamente il potere d’acquisto delle retribuzioni”. “Per queste ragioni – concludono – il Governo dovrà fare la sua parte, incrementando le risorse previste dalla legge di Bilancio 2024, rispondendo così alla condizione salariale dei lavoratori e delle lavoratrici della conoscenza”.

È flop della filiera tecnologico professionale

Scuola, è flop della filiera: la proposta Valditara rimane al di sotto delle precedenti sperimentazioni

Roma, 16 gennaio – Dalle prime verifiche effettuate dai nostri delegati sui luoghi di lavoro, la Filiera tecnologico professionale, che impone la sperimentazione quadriennale per istituti tecnici e professionali, raggiunge a stento il 5,7% delle scuole di riferimento. Infatti, nelle regioni sinora da noi monitorate – Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli, Toscana, Umbria, Sicilia e Sardegna – su 981 istituti, solo 56 hanno aderito alla proposta Valditara.

Al netto delle nostre considerazioni anche le 100 sperimentazioni annunciate da Valditara rappresentano un risultato risibile, soprattutto perché ottenute a fronte di una grande campagna mediatica, di pressioni istituzionali e di camuffamento dell’operazione di riduzione della durata del percorso scolastico. Se consideriamo che nel 2021 il tentativo del ministro Bianchi di raggiungere mille scuole quadriennali si era fermato a 243 richieste, il progetto Valditara, con le sole 100 scuole preannunciate, rappresenta un autentico fallimento ed è la dimostrazione che il percorso abbreviato non trova consenso nelle scuole italiane.

La FLC CGIL ha contestato dalla prima ora l’impianto culturale proposto da questa pericolosa riforma, finalizzata a costruire un percorso abbreviato che, dopo un diploma conseguito in quattro anni, consente l’iscrizione al biennio dell’ITS creando una formazione di ridotta qualità, con meno ore di didattica generale e più ore di PCTO e apprendistato. Le bocciature espresse dai consigli di istituto e dai collegi dei docenti ci danno ragione e ci confermano che avevamo visto giusto nel rappresentare una scuola consapevole del proprio ruolo, fondata su una democrazia interna che ha saputo argomentare scelte di qualità e di garanzia del diritto allo studio e, infine, farsi valere!

Concorso ordinario dirigenti scolastici: attestazione lodevole servizio

Concorso ordinario dirigenti scolastici: il lodevole servizio nella scuola equivale al servizio senza demerito

A seguito della nostra richiesta il MIM chiarisce che nella scuola il lodevole servizio equivale al sevizio prestato senza demerito. Non è dunque più necessaria alcuna attestazione.

Facendo seguito alla nostra richiesta il MIM chiarisce ciò che per noi era scontato: il servizio lodevole non deve essere attestato. Pertanto non è più necessario acquisire alcuna attestazione estranea alla normativa scolastica. Da domani la piattaforma per l’acquisizione delle domane di partecipazione al concorso per dirigente scolastico sarà aggiornata.

Prendiamo atto con soddisfazione dei chiarimenti pervenuti dal Ministero che vanno nella direzione delle semplificazione delle procedure da noi richiesta.


Concorso ordinario dirigenti scolastici: preferenze in caso di parità, l’attestazione del lodevole servizio deve essere eliminata. I sindacati scrivono al MIM

Nella scuola non esiste il servizio lodevole ma il servizio senza demerito. I requisiti per partecipare al concorso prevedono il superamento dell’anno di prova e un servizio di almeno cinque anni, due condizioni che attestano il possesso della preferenza da parte di tutti i candidati.

Con una richiesta unitaria dei responsabili nazionali della dirigenza scolastica, la FLC CGIL, unitamente a CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA E SNALS CONFSAL, ha segnalato al Capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, dott.ssa Carmela Palumbo, il corto circuito che si sta verificando nella compilazione della domanda di partecipazione al concorso per dirigente scolastico rispetto alla dichiarazione del possesso delle preferenze in caso di parità.

Il DPR 82/2023, che ha sostituito l’art. 5 del DPR 487/94, prevede un nuovo sistema di preferenze tra cui, alla lettera D), aver prestato lodevole servizio a qualunque titolo, per non meno di un anno, nell’amministrazione che ha indetto il concorso.

Nella piattaforma che acquisisce le istanze di partecipazione al concorso, per assegnare la suddetta preferenza il sistema richiede di indicare necessariamente gli estremi dell’attestazione del servizio lodevole (numero e data dell’atto, ente che ha rilasciato la certificazione), attestazione di cui non si comprende bene la natura e che i dirigenti scolastici non ritengono di dover rilasciare, chiedendo chiarimenti da parte del ministero.

La normativa scolastica non fornisce alcuna indicazione sulla natura del servizio lodevole né attribuisce al solo dirigente scolastico il compito di attestarlo.

Lo stesso articolo 448 del Testo Unico DLgs 297/1994 prevede che, anche in caso di valutazione del servizio richiesta dal docente stesso al comitato di valutazione, la stessa non si conclude con un giudizio complessivo, né analitico, né sintetico.

Inoltre, già in precedenza, il ministero, nelle avvertenze alla tabella di valutazione dei titoli allegata al DM 50/2021, relativo al rinnovo delle graduatorie di istituto terza fascia ATA, aveva precisato che il lodevole servizio per non meno di un anno era equiparato al servizio prestato senza demerito per non meno di un anno.

Con la richiesta unitaria inviata al Ministero, la FLC CGIL insieme a CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL, ha chiesto di modificare la piattaforma ed eliminare l’obbligo di indicare gli estremi di un’attestazione, consentendo ai candidati di dichiarare il possesso della preferenza D) mediante la sola apposizione del flag nella corrispondente casella.

Auspichiamo un intervento tempestivo che faccia chiarezza sull’argomento e restituisca la necessaria serenità a tutti i partecipanti.

Continueremo a seguire la situazione e a segnalare al ministero le tante richieste di chiarimenti che ci giungono in questi giorni.

Autonomia differenziata: appello al Senato

Autonomia differenziata. FLC CGIL e sindacati fanno appello al Senato: fuori Istruzione dal DDL Calderoli

Roma, 9 gennaio 2024 – Un appello sottoscritto dalla FLC CGIL e da tutti i maggiori sindacati rappresentativi del mondo dell’Istruzione è stato inviato oggi al presidente del Senato e a tutti i Senatori in vista dell’iter di discussione sul disegno di legge 615 sull’autonomia differenziata (DDL Calderoli) il cui avvio è previsto il prossimo 16 gennaio.

L’appello contiene una richiesta condivisa da tutte le organizzazioni sindacali: “La piena salvaguardia del carattere unitario e nazionale del nostro sistema pubblico di istruzione”, che deve perciò restare fuori dal dal processo di regionalizzazione avviato dal Governo.

I sindacati, a nome delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentano, manifestano infatti grande preoccupazione “in merito agli esiti deprecabili, che possono determinarsi ove giungesse a compimento l’iter del DDL n.615 contenente “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma della Costituzione”, si legge nella lettera – appello.

In particolar modo preoccupano le ricadute sulla scuola. Infatti, continua l’appello, “attraverso le intese regionali si prevede che si possa giungere a far diventar le norme generali sull’istruzione – oggi legislazione esclusiva dello Stato – oggetto di legislazione concorrente. Altro non significa “regionalizzare” e quindi differenziare le norme che disciplinano le finalità della scuola e che – al contrario – dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme”.

Facendo appello alla Costituzione, la FLC e gli altri sindacati ricordano che essa attribuisce al sistema scolastico “valenza necessariamente generale ed unitaria che identifica un ambito di competenza esclusivamente statale”.

Per le organizzazioni sindacali: “Esiste un tema che chiama direttamente in causa la missione principale della scuola ovvero la costruzione della cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano la convivenza democratica. Questo ruolo del sistema di istruzione statale sarebbe inevitabilmente pregiudicato da una scelta regionalistica e territorialistica. Per queste molteplici ragioni crediamo che tutto ciò vada scongiurato”.

La richiesta esplicita dei sindacati è una sola: “Si tenga la scuola ‘organo costituzionale’ fuori dal processo tracciato dal DDL n. 615. Perché nella scuola – unica nelle finalità, nazionale nell’ordinamento, uguale nei diritti dell’alunno – risiede la nostra appartenenza alla comunità nazionale, il nostro orgoglio di essere europei in quanto italiani e italiani in quanto europei”, si conclude l’appello.


Assicurare continuità al lavoro del personale ATA

Scuola: assicurare continuità al lavoro del personale ATA

Roma, 3 gennaio – Con gli ultimi provvedimenti ministeriali stiamo assistendo a notevoli passi indietro rispetto a quello che abbiamo chiamato processo di semplificazione delle procedure amministrative e su cui il medesimo Ministero ha assunto nell’aprile del 2023 precisi impegni che non vengono rispettati.
Ci riferiamo ad alcune recenti misure che vanno in direzione esattamente opposta al cammino della semplificazione.

Innanzitutto la continuità del rapporto di lavoro per i collaboratori scolastici assunti per l’implementazione del PNNR e Agenda Sud ha una durata limitata per nulla coerente con lo sviluppo temporale dei progetti che si proiettano fino al 2026.

In secondo luogo, per quanto riguarda le proroghe delle supplenze degli Assistenti Amministrativi e Tecnici, tutta l’operazione mostra il suo carattere aleatorio dal momento che le risorse sono limitate e, secondo la massiva comunicazione inviata alle scuole, non sempre sono in grado di coprire interamente lo scopo per cui sono state stanziate.

Ancora, non si può non registrare il passo del gambero nella gestione delle risorse finalizzate alla corresponsione degli stipendi degli Assistenti in proroga, giacché l’erogazione delle retribuzioni viene scaricata interamente sulle segreterie mentre ormai da tempo era acquisito che a farsene carico dovesse essere esclusivamente NoiPa.

E infine, rimane il vergognoso trattamento riservato a molti supplenti che, come ogni anno, ultimi fra gli ultimi, devono attendere, da settembre fino a gennaio, la retribuzione maturata in quattro mesi di lavoro. E sì che nell’aprile del 2023 il Ministero dell’istruzione aveva messo nel suo “Piano delle semplificazioni” il superamento definitivo di tale situazione entro dicembre 2023.

La FLC CGIL chiede: la proroga senza discriminazioni dei contratti ATA, Collaboratori e Assistenti, fino a tutto il 2026; la certezza delle risorse da garantire con il primo strumento normativo utile; l’erogazione tempestiva degli stipendi del personale supplente docente  e ATA; la presa in carico dell’erogazione degli stipendi anche per i supplenti prorogati su PNRR da parte di NoiPa, essendo tale incombenza un’attività che non compete alle scuole che, in quanto comunità educante, anche sul piano amministrativo, ha come finalità quella di assicurare in primo luogo la didattica e l’istruzione.

Decreto sulla formazione dei docenti

Scuola, FLC CGIL: ritirare il decreto sulla formazione dei docenti

Roma, 22 dicembre 2023 – Nella giornata di oggi si è svolto, su richiesta della nostra organizzazione, un confronto al MIM sulla formazione del personale docente. L’intenzione del Ministero è quella di introdurre la formazione “incentivata” per decreto, ignorando totalmente sia le prerogative contrattuali sulla formazione del personale, che le competenze in merito degli organi collegiali. 

Le materie che riguardano la formazione e la carriera del personale della scuola si regolano per contratto e quelle che attengono alla programmazione delle attività, compresa la formazione, competono agli organi collegiali. 

Consideriamo inaccettabile un modello di valutazione degli insegnanti basato sulla “condotta professionale” e sul rendimento degli alunni e che ripropone addirittura la performance, peraltro esclusa per legge nelle istituzioni scolastiche. Queste modalità oltre a essere inammissibili contrattualmente, sono quanto di più lontano dalla realtà delle condizioni di lavoro del personale docente.

Il decreto per la FLC CGIL va ritirato e subordinato all’apertura delle trattative sindacali di rinnovo del Contratto per il triennio 2022-24. Riteniamo infatti che, invece di esercitarsi in improbabili percorsi che avranno effetti solo dal 2032, il Ministero dovrebbe dedicarsi al reperimento delle risorse per il rinnovo, alla elaborazione dell’atto di indirizzo e alle indicazioni, anche sulla formazione, da trattare in negoziato.
Evitando di riesumare schemi vecchi di vent’anni, il Governo trovi le risorse per il recupero dell’inflazione che ha già eroso gli ultimi incrementi contrattuali.

Insieme: la scuola è vita

Scuola, lavoro e crescita. Accanto al Ministro per raggiungere gli obiettivi. 

Presentato il progetto UGL Scuola: “Insieme: la scuola è vita”

 

“Una giornata importante e indicativa quella del 21 dicembre di quest’anno. Da un lato abbiamo presentato al Ministro Giuseppe Valditara il progetto: Insieme, la scuola è vita”, un’idea per potenziare la scuola realizzando dei veri e propri centri di cultura e socializzazione offrendo una corretta opportunità di conoscenza e di esperienza ai giovani fornendo, attraverso l’istituzione scolastica, un importante impulso ai territori affinchè valorizzino le proprie risorse e le proprie tradizioni. Dall’altro l’approvazione, alla Commissione Cultura al Senato, del Disegno di Legge sulla riforma dell’istruzione tecnica professionale attraverso la quale il ministro Valditara continua nel suo condivisibile impegno di costruzione di una scuola di qualità, funzionale al domani dei nostri ragazzi e del Paese”.

A parlare è il Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, subito dopo l’incontro con il Ministro. “Siamo in un momento molto importante per la nostra nazione e per la l’Istituzione Scolastica. Dopo tante chiacchiere e pochi fatti, ci troviamo al cospetto di un’occasione da non perdere, quella di poter affrontare temi e prospettive per la crescita delle nuove generazioni e di conseguenza per la rinascita economica e produttiva del Paese. Il Progetto che abbiamo presentato va in questa direzione. La scuola,oltre alla didattica, deve essere messa nelle condizioni di essere vero motore per una corretta socializzazione da realizzare in una stretta, strettissima, sinergia con il territorioin cui insiste. Noi crediamo che ogni luogo, ogni parte del Paese, abbia un potenziale da valorizzare, una tradizione da non dimenticare e ampie capacità produttive se ben individuate. Ecco, noi immaginiamo una scuola, una rete scolastica, che vada oltre quello che è oggi, che funga da stimolo per i ragazzi, che combatta la dispersione, ma rappresenti anche un incentivo per le varie realtà locali spesse volte immutabili nel proprio trascinarsi”.

Il Segretario Nazionale Cuzzupi specifica anche come il progetto “Insieme, a scuola è vita” sia diverso da altre iniziative: “La nostra proposta è caratterizzata da una serie di attività e iniziative utili a spingere i giovani a maturare una cosciente motivazione delle loro scelte futurerafforzando il ruolo educativo, d’inclusione e di orientamento della scuola in un’ottica di sviluppo economico-sociale-produttivo. L’istituzione scolastica è in grado di farlo, nel suo corpo annovera professionalità uniche, ricche di volontàe pronte a misurarsi con la realtà puntando a quella che lo stesso Ministro definisce “formazione di qualità tesa a rendere più competitivo il sistema impresa”. Sino ad oggi i tentativi messi in atto hanno prodotto discreti risultati ma più d’immagine che di sostanza. Noi vorremmo che fosse il contrario”.

Federazione Nazionale UGL Scuola

Contratto Istruzione e Ricerca 2019-21

Contratto Istruzione e Ricerca 2019-21, Fracassi: bene approvazione del CdM, ora aumentare risorse per triennio 2022-24

Roma, 19 dicembre – “Esprimiamo soddisfazione perché finalmente, con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, sono stati superati i primi due step relativi all’iter di certificazione del CCNL relativo al triennio 2019-2021. Auspichiamo che l’ultimo passaggio, di competenza della Corte dei Conti – 5 mesi per il controllo di Mef e Dipartimento di Funzione Pubblica sono una vera enormità burocratica – avvenga in tempi rapidi. Questo contratto riguarda quasi 1 milione e 300 mila lavoratrici e lavoratori dei settori scuola, università, ricerca e Alta formazione artistica e musicale, ancora in attesa di ricevere gli ultimi aumenti di un triennio scaduto già da molti anni”, dichiara Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.

“Bene, dunque, che si chiuda questa partita e che si possa aprire il tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL 2022-2024, ma con risorse adeguate al dato dell’inflazione nel triennio di riferimento. Infatti, per riconoscere il lavoro fatto dal personale del comparto Istruzione e Ricerca in questo periodo di
inflazione altissima, le risorse stanziate in legge di bilancio dal Governo Meloni sono insufficienti e andrebbero considerevolmente aumentate”, conclude Fracassi.

Attacco hacker al sistema NoiPa

Scuola, attacco hacker al sistema NoiPa: vigiliamo su regolarità pagamento supplenti

Roma, 19 dicembre 2023 – Dopo la notizia relativa all’attacco hacker che ha colpito i servizi della Pubblica Amministrazione e ha coinvolto anche il sistema NoiPa da cui dipende il pagamento degli stipendi del personale della scuola, abbiamo voluto accertarci che la garanzia data da NoiPa circa il regolare pagamento degli stipendi riguardasse anche i supplenti saltuari.

NoiPa assicura che a fine dicembre tale pagamento ci sarà, ma che per una parte dei supplenti il pagamento potrebbe slittare a gennaio, causa le consuete disfunzioni (!).

Vogliamo augurarci che, una volta tanto, dietro le nostre costanti pressioni, tali disfunzioni vengano rapidamente superate e che venga assicurato il pagamento degli stipendi a tutto il personale precario di cui un numero considerevole non riscuote lo stipendio da settembre 2023. 

In caso contrario ancora una volta verrebbero discriminati proprio quei lavoratori e quelle lavoratrici che più degli altri hanno bisogno della retribuzione, non potendo godere di una continuità del contratto.

La FLC CGIL continuerà a seguire da vicino la vicenda affinchè venga garantita a tutte e tutti la retribuzione dovuta.

Dati di adesione Sciopero 7 dicembre 2023

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO E AREA ISTRUZIONE E RICERCA

Settore scuola

Sciopero dell’intera intera giornata del 7 dicembre 2023 indetto da Cobas Scuola Sardegna

Dati di adesione

In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 146/90 e successive modifiche e integrazioni, si comunicano i dati definitivi di adesione allo sciopero del personale docente, educativo, dirigente e ATA, e digitati dalle istituzioni scolastiche nell’apposito programma di rilevazione presente sul portale SIDI.

A tal proposito risulta che i dati definitivi dello sciopero in questione sono i seguenti:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 5.936 su un totale di 8.373 (70,89%);
  • per quanto attiene il personale, gli aderenti allo sciopero sono stati 8.242, cioè l’1,04% di 790.674 unità di personale tenuto al servizio. Questo numero non comprende le 99.280 unità di personale assente per altri motivi (es: malattia, ferie, permesso, etc…).

Riconosciuta alla Scuola la dovuta autorevolezza

Riconosciuta alla Scuola la dovuta autorevolezza e garantito il necessario sostegno ai suoi operatori

Quello che accade in questo periodo fa rabbrividire. La scuola, i ragazzi, le famiglie stesse sono coinvolte sempre più in spirali di violenza che rasentano l’assurdo. Docenti maltrattati, aggressività palese tra giovani, abbandono di ogni sorta di rispetto verso le cose e verso le persone sono solo una parte degli esempi che potremmo portare. Adesso siamo di fronte ad un bivio decisivo per l’istituzione scolastica e non solo: o si cerca immediato rimedio a questa sorta di deriva comportamentale o ci troveremo al cospetto di una escalation incontrollabile che dalle giovani generazioni arriverà inevitabilmente in ogni aspetto della Società”

Queste le parole del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, nell’analizzare gli ultimi episodi violenti che si sono evidenziati nella scuola e tra compagni di scuola.

“Parlare di queste cose fa male, tanto male. Ma ora, accanto alla costernazione e all’amarezza, è il momento di prendere atto che serve un’inversione di rotta precisa e decisa. Il Ministro Valditara con la Direttiva dello scorso novembre scorso relativa alla “Educazione alle relazioni” ha fornito un input molto importante in merito alle necessità di attivare azioni educative mirate alla cultura del rispetto. Accanto a ciò occorre però che siano stabiliti importanti e immutabili principi per rimettere il tutto nei corretti binari”.

Il Segretario Nazionale, comunque, non si limita ad enunciazioni di sorta, ma definisce con precisione il suo pensiero in merito: “Il primo e irrinunciabile presupposto è quello di assicurare alla scuola il proprio ruolo di autorevolezza che non significa certo un ritorno a vecchi canoni bensì ad un riconoscimento intrinseco del valore educativo offerto dai docenti e da tutto il personale impegnato nell’Istituzione. I docenti, i dirigenti, il personale ATA, nell’ambito delle proprie mansioni hanno tutti una responsabilità enorme che è quella di contribuire alla formazione delle giovani leve e, quindi, della nostra Italia. Un compito che lo Stato deve preservare e sostenere attraverso una costante e continua opera sinergica tra Ministero e strutture territoriali. Accanto a ciò occorre ribadire il concetto che l’istituzione scolastica, oltre alla didattica, deve contribuire anche ad un’adeguata educazione sociale e questo non può né deve essere un principio negoziabile. Le stesse famiglie – continua Cuzzupinon possono esondare dai propri ambiti e, in una dialettica certo aperta e democratica, occorre lasciare ai docenti e ai dirigenti il compito di valutare e indicare i percorsi da seguire, compresi eventuali provvedimenti disciplinari assunti non come mera punizione, ma come stigmatizzazione di un comportamento non corretto. Forse per qualcuno potremmo persino apparire anacronistici, ma l’esperienza, la capacità di ascoltare il personale scolastico, le famiglie e gli stessi ragazzi insieme all’’analisi di ciò che accade impone questo discorso, ne va del futuro del nostro Paese e dei nostri figli”.  

Federazione Nazionale UGL Scuola

Riforma filiera tecnologica e professionale

Scuola, riforma Valditara della secondaria di secondo grado. Cgil e FLC: il Governo ritiri una proposta dannosa per gli alunni e le alunne e per l’intero Paese


Roma, 5 dicembre – In occasione dell’audizione presso la Commissione Istruzione del Senato della Repubblica svoltasi oggi 5 dicembre sul disegno di legge “Filiera tecnologica e professionale” riguardante la riforma della scuola secondaria di secondo grado, la CGIL e la FLC CGIL hanno espresso un giudizio fortemente negativo sulla proposta e hanno invitato il Governo a ritirarla nell’interesse del Paese e della scuola.

“I tratti negativi del disegno di legge emergono con tutta evidenza e ci fanno dire che da essa non può che conseguire un generale impoverimento dell’impianto culturale del sistema di istruzione oltre che una sovrapposizione di percorsi già in essere con durate e curricoli diversi”. Così il segretario confederale della CGIL Christian Ferrari e la segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi.

“Il percorso di studi – proseguono – viene ridotto di un anno con la pretesa di voler assicurare più formazione con minor tempo scuola; agli alunni verrebbe proposto un accesso al lavoro già al biennio del secondo ciclo di istruzione, in piena età dell’obbligo, attraverso l’incremento di percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) o di attività in apprendistato; si equipara il non equiparabile laddove vengono messi sullo stesso piano la formazione professionale regionale, il percorso quadriennale, quello quinquennale ai fini dell’accesso agli ITS”.

“La scuola viene avviata verso una condizione ancillare nei confronti delle aziende – aggiungono Ferrari e Fracassi – sia perché le aziende forniranno una quota di docenti con contratto d’opera con ricadute sulla qualità della didattica e della professionalità, sia perché esse coprogetteranno l’offerta formativa e didattica in spregio alle norme vigenti sull’autonomia scolastica e sugli organi collegiali”.

“La sperimentazione che viene proposta ai fini della riforma batte inoltre strade già rivelatesi fallimentari: l’ultima in ordine di tempo prevista dal DM 344/21 sta ricevendo una dura replica della realtà dal momento che, dai dati forniti dallo stesso Ministero, risulta che solo 243 scuole sulle 1000 potenziali hanno chiesto di sperimentare il modello del ‘diploma in 4 anni’ e che le 192 sperimentazioni sono passate a 175 classi già dall’anno scolastico successivo. E si vuole, peraltro, iniziare la sperimentazione dall’anno scolastico 2024-2025 quando le iscrizioni scadono il 31 gennaio 2024: si pretendono dunque dalle famiglie e dagli alunni iscrizioni al buio e con scuole all’oscuro di tutto”, sottolineano i due dirigenti sindacali.

Per Ferrari e Fracassi: “La scuola non appartiene al Governo pro tempore, ma è patrimonio di tutto il Paese. Per questo crediamo che ci siano ancora i tempi per cercare una più ampia condivisione con il mondo della scuola su questo disegno di legge rinviando la sua attuazione e ritirandolo”.

“Occorre infatti un profondo ripensamento soprattutto sugli aspetti didattici e culturali che sono alla base della tenuta della nostra scuola e del nostro Paese, all’insegna della libertà di insegnamento, della collegialità, della condivisione delle scelte e della trasparenza”, concludono.