Concorso presidi Lombardia: la scuola Lombarda è stata abbandonata

La vicenda della mancanza di presidi in quasi 500 scuole statali della Lombardia è finita nel modo peggiore: nonostante le promesse di venerdì scorso, il Ministro Carozza non ha presentato al Consiglio dei Ministri di ieri il testo del provvedimento urgente a favore delle scuole senza preside.
Ora la palla passa all’Amminisatrazione Scolastica Lombarda che deve assegnare tutte quelle scuole in reggenza ai dirigenti scolastici in servizio. Quasi 500 di loro dovranno dirigere due scuole, molte delle quali sparse in numerosi plessi e comuni e saranno costretti a fare i commessi viaggiatori  invece che i presidi.
Un danno abbondantemente prevedibile, denunciato, da oltre un anno da DiSAL, ricadrà non solo sul notevole gravame di lavoro per chi già dirige una scuola, ma anche su tutti gli interessati, docenti, personale, studenti e famiglie.
Attorno, il silenzio generale, con l’eccezione di qualche articolo nelle pagine lombarde di due quotidiani. Il silenzio di politici e sindacati; addirittura la contrapposizione tra gli stessi politici, ben diversamente dalla capacità dimostrata dai politici siciliani, comunque la si voglia vedere, nell’affrontare quattro anni fa un problema simile.
Resta un serio problema sullo sfondo: chi è veramente interessato alla scuola, al valore ed alla buona organizzazione del servizio pubblico dell’Istruzione, alla sua qualità  ?
Resta l’amaro in bocca, tenendo conto che per due anni l’Amministrazione Scolastica romana e milanese avrebbe potuto “rimboccarsi le maniche” evitando così i danni attuali.
Domani i presidi di DiSAL, che stavano valutando con i colleghi interessati l’obiezione di coscienza alle reggenze, decideranno il da farsi: per anni tutti loro  hanno profuso energie e lavoro  doppio per far  funzionare le scuole loro affidate.

Il presidente regionale Roberto Fraccia
Il presidente nazionale Roberto Pellegatta

Decreto scuola del Governo

Decreto scuola del Governo / Le indicazioni Uil

Di Menna: Il Governo deve ritornare sulle scelte fatte su contratto e scatti. Misure urgenti per i precari della scuola.

 

Copertura con nomine in ruolo su tutti i posti disponibili in organico di diritto: è quanto previsto dal piano triennale delle immissioni in ruolo nella scuola. Un piano avviato nel 2009 e giunto al terzo anno con l’approvazione, nei giorni scorsi, della terza tranche di assunzioni per 12 mila insegnanti.
Il punto – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – è che, anche quest’anno ci saranno insegnamenti che funzioneranno con contratti precari, questo perché non tutti i posti disponibili vengono coperti con immissioni in ruolo. Può succedere, ad esempio che, un posto di matematica venga ricoperto – stabilmente – per diversi anni – da un insegnante che ha sempre un contratto precario. Procedere in questo modo significa creare nuovi precari su posti stabili –  spiega Di Menna.
Lì vanno fatte le nomine. Il piano triennale va così reiterato per i prossimi tre anni.
Esiste poi una quota di posti in organico di fatto, circa 30 mila – precisa Di Menna – per la quale la Uil ha fatto da tempo una proposta: creare un organico funzionale, pluriennale. In tale ambito va data attuazione al decreto che prevede le reti di scuole.

Contratto e scatti: così si penalizza ingiustamente la scuola due volte
Il Governo ha deciso non solo il blocco del contratto ma addirittura, solo per la scuola – chiarisce Di Menna – di prendere le risorse finanziarie già stanziate per le anzianità e per la valorizzazione.  E’ inaccettabile.
Va data attuazione al pagamento del terzo anno degli scatti di anzianità relativi al precedente triennio.

Decreto scuola del Governo. Tre cose concrete: inidonei, quota ’96 e organico funzionale
Le misure approvate ieri dal governo non riguardano la scuola, per la quale l’esecutivo ha in programma un decreto ad hoc. Aspettiamo questo provvedimento – commenta il segretario Uil Scuola – per ora solo annunciato. E’ prevista per domani una informativa da parte del ministero dell’Istruzione.
Suggeriamo tre temi concreti che in quel provvedimento dovranno trovare soluzione: personale inidoneo, quota ’96 e l’organico funzionale.
Per la scuola occorre un piano di investimenti, che riequilibri il rapporto tra spesa per istruzione e spesa pubblica,spostando risorse da sprechi e privilegi e indirizzandole al sistema scolastico, come avviene in tutti i paesi europei.
Su tutte le questioni, contratto, precariato, sostegno all’innovazione – commenta Di Menna ci attendiamo, insieme agli altri sindacati scuola, una convocazione da parte del Governo. Sarebbe davvero incomprensibile un ulteriore silenzio da parte dell’esecutivo.

Il prossimo 5 settembre ci sarà una riunione di tutti i sindacati scuola per una valutazione congiunta e per decidere, in assenza di risposte e di soluzioni dei problemi, iniziative di mobilitazione. Rassicuriamo che resta escluso il primo giorno di lezione che deve svolgersi nella più ampia serenità e auspichiamo una responsabilità da parte del governo anche perché non è di un contrasto con tutto il mondo della scuola che il Governo e il Paese hanno bisogno.

 

PRECARIATO NELLA SCUOLA / situazione delle nomine annuali al 1° settembre 2013
Dopo le immissioni in ruolo…
14.161                               i posti di insegnamento stabili
su cui si fanno nomine con contratto precario annuale
30.916                               i posti di insegnamento in organico di fatto
su cui si fanno nomine con contratto precario annuale
3.620  i posti di organico disponibili per il personale amministrativo e tecnico  coperti con contratti precari, in quanto non sono state , inspiegabilmente, autorizzate le immissioni in ruolo

 

336 POSTI AGGIUNTIVI DI PERSONALE ATA PER LE SCUOLE DELL’EMILIA ROMAGNA

A.S. 2013/14 – 336 POSTI AGGIUNTIVI DI PERSONALE ATA PER LE SCUOLE DELL’EMILIA ROMAGNA

Sono complessivamente 336 i posti aggiuntivi di personale ATA autorizzati per fare fronte alle
situazioni di complessità e per sostenere le scuole terremotate.
Rispetto al precedente a.s. 2012/13 l’incremento di posti aggiuntivi è stato del 56%. Nel 2012 infatti i
posti aggiuntivi autorizzati erano stati 215.
Nel dettaglio:
– 155 di questi posti aggiuntivi (di cui 149 collaboratori scolastici, 4 assistenti amministrativi e 2
tecnici) sono stati autorizzati dall’USR per garantire il regolare funzionamento dei servizi scolastici.
– 181 ulteriori posti sono stati autorizzati dal Ministero per rispondere alle specifiche esigenze
derivanti dall’emergenza sisma del maggio 2012 (34 posti a Bologna, 50 a Ferrara, 81 a Modena e 16
a Reggio Emilia).
Con queste assegnazioni in totale il personale ATA in regione nel prossimo a.s. 2013/14 sarà dunque
di 13.266 unità.
“Queste ulteriori assegnazioni di personale” – afferma il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico
Regionale per l’Emilia Romagna Stefano Versari – “sono prova della costante attenzione che
l’Amministrazione Centrale ed il mio Ufficio riserva alle situazioni di difficoltà, laddove si presentano.
Oltre al personale docente è infatti indispensabile che ogni istituzione scolastica disponga di
collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e di tecnici in quantità adeguata per garantire la
regolare attività delle segreterie, la funzionalità delle aule e dei laboratori, il funzionamento di tutti i
servizi scolastici. Si tratta di un incremento estremamente significativo” – conclude Stefano Versari –
“che si realizza per la prima volta da anni ed in un contesto di gravi ristrettezze del Paese. Per questi
motivi non posso che esprimere soddisfazione.”

Nomine personale ATA, Assistenti Amministrativi e Assistenti Tecnici: ci risiamo!

Nomine personale ATA, Assistenti Amministrativi e Assistenti Tecnici: ci risiamo!

A distanza di un anno, il Parlamento non ha ancora deciso sul transito dei docenti inidonei e degli ITP C555 – C999 e il MIUR corre ai ripari pubblicando la nota 8468 del 26-08-2013 con la quale dà le prime indicazioni per il conferimento delle supplenze per l’a.s. 2013/14.

Nessun problema per le nomine dei collaboratori scolastici, se non per il contingente dei posti da immettere in ruolo relativo all’a.s. 2013/14, mentre per gli Ass. Amm. e Ass. Tecn. niente ruoli ed incarichi annuali. Il MIUR propone nuovamente le nomine fino all’avente titolo, in attesa di definire la questione inidonei.

Positiva la nota nella parte in cui ha deciso di attribuire i posti dalle graduatorie permanenti, ma rimane da chiarire la possibilità per il personale di ruolo in altro profilo di utilizzare l’art. 59 del CCNL.

Mentre le altre OO.SS. danno per scontata la possibilità per tale personale di utilizzare l’art. 59 per assumere un incarico fino all’avente titolo, ANIEF chiede al MIUR di emanare una nota esplicativa, così come già accaduto nel 2008, che in maniera inequivocabile tale possibilità.

La nota n. 13561 del 28 agosto 2008 recitava: “Trattandosi di supplenze temporanee conferite su posti disponibili entro la data del 31  dicembre e fino al termine dell’anno scolastico, è fatta salva la possibilità di accettazione di rapporti di lavoro a tempo determinato da parte del personale A.T.A. di ruolo ai sensi dell’art. 59 del C.C.N.L. 2006/2009.”

La nota esplicativa richiesta è necessaria al fine di evitare comportamenti difformi su tutto il territorio nazionale. Se da un lato il MIUR con questa nota vuole evitare le migliaia di conciliazioni che come ANIEF abbiamo visto risolvere positivamente per tutto il personale ATA interessato, il problema “inidonei” rimane e per questo chiediamo al governo una rapida soluzione.

ANIEF non ci sta, il personale ATA è stanco di iniziative tampone che le OO.SS. concordano con l’amministrazione e per questo intende continuare la battaglia per evitare il transito degli inidonei nei profili ATA.

Il decreto interministeriale violerebbe due direttive comunitarie nel trasferimento di tale personale nei ruoli ata, che possono pure ricorrere ad adiuvandum per evitare la cancellazione di 3.582 posti. Contestata anche la mancata attivazione di percorsi abilitanti per i sovrannumerari prevista dalla legge. Richiedi le istruzioni operative per aderire a riconversione@anief.net e discutere la richiesta di sospensione non appena sarà emanato il decreto interministeriale.

Stabilizzazione precari: inadeguati i provvedimenti annunciati dal Governo

Stabilizzazione precari: inadeguati i provvedimenti annunciati dal Governo

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

I provvedimenti annunciati sulla pubblica amministrazione per quanto riguarda i comparti della conoscenza pur rappresentando un passo in avanti sono inadeguati a garantire la stabilizzazione di tutti i precari.

La norma che introduce ordinarie procedure concorsuali, prevedendo il riconoscimento della professionalità del lavoro precario, è infatti poco utile a parità di vincoli e risorse. Il percorso “speciale” per il reclutamento fino al 31 dicembre 2015, con l’utilizzo del 50% delle risorse assunzionali per concorsi interamente riservati è ugualmente molto poco incisivo rispetto al numero attuale di precari.

A fronte della grande enfasi posta dal Presidente del Consiglio sulla necessità di una selezione è inaccettabile che si costringono i precari di università e ricerca a un ennesimo concorso anche laddove hanno già superato prove concorsuali ed esistendo strumenti contrattuali di tenure track che dovrebbero essere esigibili.

Consideriamo importante l’annunciata normativa su INGV che rappresenta la possibilità di risolvere effettivamente una problematica che si trascinava da anni come sollecitato dalle organizzazioni sindacali più e più volte anche con uno sciopero recente. Vogliamo però sottolineare che esistono anche altre situazioni di emergenza che meritano immediata attenzione.

È inoltre inconcepibile l’ennesima distinzione nelle procedure di reclutamento tra enti di ricerca vigilati dal MIUR e altri enti.

La FLC CGIL darà battaglia per ottenere le necessarie modifiche nel percorso di approvazione dei provvedimenti.

Genitori, ribellatevi! Il Titanic scuola riparte e affonda

da Il Fatto Quotidiano

Genitori, ribellatevi! Il Titanic scuola riparte e affonda

di Alex Corlazzoli

Se fossi un genitore mi preoccuperei molto dell’inizio di questo anno scolastico. Non mi curerei troppo di quale diario o astuccio comprare o di sapere con quali compagni mio figlio vivrà i prossimi anni alle medie ma sarei ansioso di sapere che insegnanti avrà, se saranno in classe al suono della campanella, se sarà per l’ennesima volta il solito maestro giostra che arriva e cambia di anno in anno senza mai assicurare continuità didattica.

Se fossi un genitore mi fermerei a riflettere sulla storia di Virginia Taranto, la 55enne precaria della scuola che nei giorni scorsi ha tentato di darsi fuoco davanti a Montecitorio perché dopo 15 anni di attesa e speranza ancora non sa se il 31 agosto, alla scadenza del suo contratto, avrà un lavoro. Quante Virginia siamo in Italia?

Mamme e papà forse non sanno che molti dei loro maestri tra il 29 e il 30 agosto, abbandoneranno le loro famiglie, i loro figli, i loro paesi per migrare al Nord alla ricerca di una cattedra in un paesino qualunque del Piemonte, del Veneto o della Lombardia.

Mamme e papà forse non sanno che nessuno ci chiederà al primo giorno di scuola un curriculum per sapere cosa abbiamo fatto, che esperienza abbiamo ma ci diranno: “C’è un buco in seconda, sei ore di sostegno e un’ora di alternativa alla religione. Lei andrà lì”.

E i bambini? Nessuno ci dirà chi sono, che difficoltà hanno, che famiglia hanno alle spalle: ci butteranno in classe come se fosse una catena di montaggio e via. L’importante è far ripartire l’industria dell’obbligo con tanto di passerella annuale del Ministro, foto del provveditore scolastico e benedizione del Presidente della Repubblica che i ragazzi non sanno nemmeno chi sia.

Se fossi un genitore di un ragazzo diversamente abile andrei a leggermi sui siti degli uffici scolastici provinciali le disponibilità di posti messe a disposizione per il sostegno: in provincia di Cremona, per esempio, ci sono 42 cattedre per i posti cosiddetti comuni (le materie curriculari) e 136 per il sostegno, messe a disposizione dei precari. Questo significa che molti, che non hanno la specializzazione, che magari non hanno alcun desiderio di insegnare ad un bambino con difficoltà, che non hanno mai avuto a che fare con l’autismo o altro, per la pagnotta, prenderanno quel posto. Alla faccia dei vostri figli!

Se fossi un padre o una madre proverei a pensare al fatto che in Svezia e in molti altri Paesi d’Europa gli insegnanti vengono reclutati dalle municipalità e dalle scuole mentre in Italia i risultati di un concorsone che ha illuso migliaia di persone (a proposito: ma che dicono Francesco Profumo e Marco Rossi Doria?), saranno disattesi perché la macchina burocratica del Ministero non ha provveduto in tempo a elaborare le graduatorie per le classi di concorso (gruppi di materie, per i non addetti ai lavori). E via con l’ennesimo ricorso. Qualcuno (giustamente) lo vincerà e l’insegnante in cattedra sarà costretto a cedere il posto e i bambini a cambiare docente.

E poi ci sono quelli neo laureati in scienze della formazione primaria costretti a fare un corso di otto mesi (da pagare) per avere l’abilitazione come se una laurea non fosse già abbastanza.

Se fossi un genitore in questi giorni prenderei carta e penna per scrivere al Ministero, scenderei in piazza, andrei in uno dei tanti uffici scolastici provinciali a vedere ciò che accade perché ciò che conta in una scuola non è solo avere la sezione con i banchi sistemati e le classi ridipinte ma un maestro che abbia la passione, che desideri ritornare tra i suoi ragazzi, che stia bene nel posto dove insegna. 

La nostra era la scuola della Montessori e di Mario Lodi, della maestra Teresa che ogni anno ritrovavamo ad aspettarci. Oggi è la scuola del precario numero 99, senza volto, senza storia. E’ un Titanic che parte anche quest’anno ma continuerà ad affondare.

Le nuove tecnologie a scuola utili per il corpo e per la mente

da LaStampa.it

Le nuove tecnologie a scuola utili per il corpo e per la mente

roma

Le nuove tecnologie multimediali a scuola possono essere un aiuto contro problemi di postura e dolori articolari, frutto di zaini sempre più pesanti, e un’opportunità di sviluppo cognitivo per i ragazzi. Tablet e schermi tv al posto dei libri cartacei e della lavagna convincono gli esperti, neuropsichiatra e ortopedico, sull’uso delle innovazioni ormai di impiego quotidiano anche sui banchi di scuola.

«Questi dispositivi consentono un’utilizzo polifunzionale dell’informazione e i ragazzi sono pronti. Inoltre, sono d’aiuto per affrontare casi di dislessia, favorendo l’apprendimento di questi ragazzi più in difficoltà a scuola. Oltre ad eliminare il carico spesso molto pesante degli zaini. Un co-fattore di problemi anche gravi alla schiena». Lo spiegano all’Adnkronos Salute Stefano Vicari e Guido La Rosa, responsabili il primo della Neuropsichiatria infantile e il secondo dell’Ortopedia dell’Ospedale pediatrico Bambino  Gesù di Roma.

A dire addio alla zavorra di libri appesa alla schiena, ora sostituita da pratici tablet, sono 7 istituti olandesi che hanno avviato un progetto di scuola digitale partito oggi. «È un’iniziativa che si adatta alle esigenze delle nuove generazioni – approva il neuropsichiatra – agevolando i bambini che vivono difficoltà lessicali, fanno fatica a scrivere o leggere. Già da tempo si sperimentano tablet e programmi di video-scrittura, ma realizzare una classe completamente “digitale” è un salto in avanti. Una motivazione in più per un giovanissimo che vive l’ambiente scolastico con meno coinvolgimento».

“Comprimere” uno zaino scolastico che può arrivare a pesare 10-12 chili in un tablet, «non può che essere un bene per il fisico di ragazzi ancora in una fase di sviluppo – afferma l’ortopedico – che al massimo dovrebbero portare sulle spalle un carico equivalente al 10% del proprio peso corporeo».

«I ragazzi sono pronti – aggiunge Vicari anche se occorre vigilare sull’uso delle nuove tecnologie perché devono essere strumenti finalizzati al sapere e non la soluzione definitiva che occupa l’intera giornata del bambino. La sua fantasia e creatività – chiosa – devono avere la possibilità e la libertà di spaziare anche in altri mondi, non solo in quello digitale».

«Anche se sostanzialmente non è scientificamente dimostrato che gli zaini pesanti siano associate a patologie come la scoliosi – osserva La Rosa – perché l’incidenza effettiva di questa patologia è del 7 per mille nella popolazione sana, mentre gli zaini sono portati da centinaia di migliaia di adolescenti. Non dobbiamo però sottovalutare gli atteggiamenti posturali sbagliati che possono indurre. Ad esempio – prosegue l’ortopedico – portare molti chili su una sola spalla produce alla lunga delle asimmetrie scomposte. Un problema che poi va affrontato con una ginnastica specifica».

Secondo Vicari, «i giovani oggi ricevono grandi stimoli dal multitasking fin da piccoli e – sottolinea – si è osservato come questo cambi il cervello. Un salto che è già avvenuto in passato con l’arrivo del libro, che trasformò l’organizzazione cerebrale delle popolazioni. Oggi quindi la multimedialità cambia il modo di vivere ed è una fase in cui non ci si deve chiudere, ma va affrontata con equilibrio e ottimismo».

«Attenzione – ricorda La Rosa – a non sottovalutare la postura corretta anche quando si è davanti un computer o si maneggia un tablet. Anche dopo aver abbandonato lo zaino, come hanno fatto in Olanda, vanno tenuti una certa accortezza e uno schema motorio preciso quando ci si siede di fronte un monitor. Altrimenti – conclude – anche la tecnologia può tradirci».

Assunzioni, il 27% resta al palo

da ItaliaOggi

Assunzioni, il 27% resta al palo

Via libera a 11.268 immissioni, ma non tutte le graduatorie del concorso sono pronte. I vincitori dovranno aspettare almeno un altro anno

di Carlo Forte  

Le graduatorie dei concorsi a cattedre che non saranno approvate definitivamente e pubblicate entro la fine del mese non potranno essere utilizzate per le immissioni in ruolo appena autorizzatr: 11.268. E quindi, almeno per quest’anno, i vincitori di concorso rimarranno fuori e gli uffici dovranno continuare a scorrere le graduatorie dei concorsi del 2000 e, in alcuni casi, addirittura quelli del 1992.

Secondo quanto risulta a Italia Oggi, il 73% delle procedure concorsuali dovrebbe andare a buon fine entro il 31/08; il 22% rischia di andare fuori perché le prove orali non sono ancora state terminate, mentre il 5% è già matematicamente fuori tempo massimo. I ritardi sono concentrati in massima parte in Toscana e Sicilia. Ciò non vuole dire che i neovincitori rimarranno fuori per sempre. Dal ministero dell’istruzione rassicurano che dovranno attendere solo il prossimo anno. «Rimane comunque garantito per i vincitori del concorso indetto con D.D.G. 82/2012» si legge nell’allegato A della circolare applicativa del decreto sulle immissioni in ruolo «il diritto all’assunzione nel triennio di validità delle relative graduatorie di merito, in base al numero dei posti previsti nell’Allegato 1 del bando». É bene precisare che questa regola si applica però solo ed esclusivamente alle tipologie di posto o di cattedra per le quali le graduatorie del nuovo concorso ordinario non saranno approvate in via definitiva in tempo utile. In tutti gli altri casi il problema non si pone. Perché le nuove graduatorie sostituiranno quelle vecchie e i vincitori dei relativi concorsi andranno in cattedra già dal 1° settembre prossimo. Non tutto è perduto, però, per i vincitori delle selezioni che si sono svolte nelle regioni dove non si riuscirà a concludere in tempo le procedure. Le graduatorie dei nuovi concorsi, infatti, rimarranno in piedi 3 anni (sempre che dopo tre anni venga bandito un nuovo concorso un nuovo concorso, altrimenti la vigenza è sine die). E nei tre anni di vigenza, l’amministrazione garantirà comunque l’assunzione dei vincitori di concorso. Sempre che ci siano autorizzazioni ad assumere. Intendendo per vincitori coloro che, in quanto utilmente collocati in graduatoria, matureranno il diritto di essere immessi in ruolo fino alla concorrenza del numero dei posti o cattedre, che erano stati messi a concorso all’atto dell’emanazione del bando. Non è previsto il recupero per compensazione dalle graduatorie a esaurimento negli anni successivi, perché quest’anno (salvo esaurimento della vecchia graduatoria del concorso di riferimento) le immissioni in ruolo da concorso saranno effettuate comunque scorrendo la vecchia graduatoria (sempre che non sia stata approvata la graduatoria definitiva del nuovo concorso). Per quanto riguarda le procedure di utilizzo delle graduatorie, esse seguiranno la regola generale dell’alternanza. E dunque, il 50% delle immissioni in ruolo sarà effettuato traendo gli aventi titolo mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi (vecchie o nuove che siano). Il restante 50% verrà effettuato tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. In sede di individuazione degli aventi titolo all’assunzione e tempo indeterminato, gli uffici dovranno tenere conto delle riserve previste dalla legge 68/99 e delle priorità garantite della legge 104/92. Pertanto, il 50% delle assunzioni dovrà essere destinato agli invalidi e agli orfani per servizio, fino alla concorrenza, rispettivamente, del 7% e dell’1% dell’organico. E dopo avere individuato gli eventi diritto all’assunzione, le amministrazioni dovranno dare la priorità nella scelta della sede agli aspiranti che sono portatori di handicap oppure assistono un parente disabile. In ogni caso, le immissioni in ruolo non potranno essere effettuate sui posti e sulle cattedre dove gli uffici scolastici abbiano disposto l’utilizzazione di docenti in esubero, così come previsto dall’articolo 14, comma 17 del decreto legge 95/2012. A fronte di 25.367 posti in organico di diritto (e di 8095 esuberi), il ministero dell’istruzione attuerà 11.268 assunzioni:1274 saranno disposte nella scuola dell’infanzia (a fronte di 2822 cattedre vacanti e disponibili); 2161 nella scuola primaria (contro 4855 disponibilità e 89 esuberi); 2919 nella secondaria di I grado (7557 disponibilità e 357 esuberi); 3136 nella secondaria di II grado a fronte di 6881 disponibilità e 7445 esuberi); 68 educatori (contro 152 disponibilità e 96 esuberi).

Grande fuga dei presidi rinunciano per stress

da Il Messaggero

Grande fuga dei presidi rinunciano per stress

C’è una situazione di incertezza totale nella scuola e si scarica tutto sui dirigenti – sostiene Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil

  IL CASO ROMA
Sono manager. Le scuole le loro aziende. Hanno pesanti responsabilità. Devono fare i conti ogni giorno con risorse sempre più limitate, con personale ridotto all’osso, con genitori sempre più esigenti. Devono saper leggere i bilanci e conoscere il linguaggio giuridico, pensare alla didattica e progettare percorsi di studio. Insegnanti, ma anche contabili e soprattutto burocrati. Sono i dirigenti scolastici, i “Ds” come li chiamano nelle aule, i presidi come venivano chiamati prima della riforma dell’autonomia scolastica, che li impegna con nuove responsabilità amministrative, giuridiche e non solo didattiche.
IL CONCORSO
Fino a qualche anno fa un lavoro ambito. Troppo pesante ora. E c’è chi inizia a lasciare. Nonostante la tanta fatica fatta per arrivare a guidare una scuola. Un fenomeno che sta crescendo. In tanti preferiscono tornare a fare i prof. Solo per fare qualche esempio, in Umbria l’anno scorso hanno rinunciato in tre. Nel Lazio due. Altri due in Piemonte. Tutti giovani, appena immessi in ruolo con l’ultimo concorso del 2011. «C’è una situazione di incertezza totale nella scuola e si scarica tutto sui dirigenti – sostiene Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil -. Il problema è che i presidi si sono trasformati da organizzatori didattici a cardinali amministrativi». «Quando abbiamo chiesto ai due dirigenti del Lazio perché lasciavano – racconta Mario Rusconi, vice presidente nazionale dell’Associazione nazionale dei presidi, l’Anp – ci hanno risposto che si sentivano abbandonati dall’amministrazione, pressati dai sindacati interni e dagli enti locali che non davano ascolto alle loro esigenze».
BUSTA PAGA
Il vantaggio economico, poi, non sembra sufficiente. Un preside guadagna circa seicento euro in più rispetto allo stipendio dei docenti. In media 2.600 euro netti al mese con una scuola dai 1.200 alunni in su. Un insegnante delle scuole superiori di 50 anni percepisce sui 2.000 euro. Ma le responsabilità sono molte di meno, e l’orario di lavoro è più leggero. E avere le scuole in reggenza, ossia avere in affidamento gli istituti senza dirigente, moltiplica le responsabilità ma non il salario che cresce solo di qualche centinaio di euro. La Disal, l’altra associazione di categoria dei dirigenti di scuola, in questi giorni ha invitato i presidi a fare “obiezione di coscienza” e a rifiutare di guidare altre scuole oltre la propria.
LE ASSUNZIONI
Il riferimento è soprattutto alla Lombardia. Perché le assunzioni in ruolo sono bloccate per via delle vicende giudiziarie che hanno fermato il concorso da Ds e anche quest’anno dovrebbero andare in reggenza ben 424 scuole. La Lombardia è una delle cinque regioni dove il concorso è bloccato e le assunzioni anche. Un ruolo difficile quello dei presidi. E che richiede talento. Le capacità possono fare la differenza: lo conferma uno studio della Fondazione Agnelli e dell’Università di Cagliari. Per ogni punto in più di “abilità manageriali” del dirigente, è stato riscontrato che diminuiscono del 3% gli alunni che ripetono l’anno. Mentre nei test Invalsi i risultati degli studenti con i Ds “migliori” sono in media più alti di 2,2 punti. Ma la stessa ricerca conferma che le capacità gestionali dei nuovi presidi prima e dopo la riforma crescono. E in fondo molti chiedono, per essere soddisfatti, solo qualche frustrazione in meno e qualche risorsa in più.
Alessia Camplone

A rischio l’attività di laboratorio negli istituti tecnici

da Il Sole 24 Ore

A rischio l’attività di laboratorio negli istituti tecnici

Dal Mef stop a 3.370 Ata

di Claudio Tucci

Il ministero dell’Economia blocca le assunzioni per il prossimo anno scolastico, il 2013-2014, di 3.730 unità di personale tecnico-amministrativo (gli Ata); e così a settembre si mettono a rischio le attività di laboratorio nelle scuole, soprattutto negli istituti tecnici. Una questione delicata; e connessa alla sorte dei circa 3.500 docenti inidonei all’insegnamento che dovrebbero transitare nei ruoli amministrativi, come previsto dalla spending review n. 95 del 2012. Questa norma, tuttavia, non è ancora stata attuata (e in parlamento ci sono anche proposte per cassarla). Ma finchè è vigente e rimane “appesa” la sorte di questi prof il ministero dell’Economia non indietreggia, e tiene congelate le immissioni in ruolo del personale amministrativo (in ballo ci sono risparmi per l’Erario nell’ordine di centinaia di milioni di euro per effetto, appunto, delle mancate stabilizzazioni di nuovi Ata). Il piano di riduzione del personale amministrativo voluto dall’ex ministro, Giulio Tremonti, per contenere il numero di bidelli (in Italia si era arrivati alla cifra record di 250mila, ben 5 volte i bidelli delle scuole tedesche) è stato portato avanti con il meccanismo dei tagli lineari, che ha fmito per penalizzare anche i tecnici di laboratorio, che negli ultimi anni si sono più che dimezzati (gli Ata infatti sono composti da bidelli, personale dí segreteria, ma anche, appunto, tecnici di laboratorio). I sindacati protestano; e il ministero dell’Istruzione sta trattando con il Mef possibili soluzioni, visto che i docenti dichiarati inidonei vengono comunque pagati, ma senza dì fatto lavorare. I primi di agosto, dopo quasi un anno di trattativa, si è sbloccata la questione relativa alle nomine in molo 2012/2013 del personale Ata, con le autorizzazioni per le assunzioni di 5.336 unità (i contratti a tempo indeterminato avranno decorrenza giuridica dall’anno scolastico 2012/2013, mentre la decorrenza economica partirà dal nuovo anno scolastico, il 2013/2014). Ma anche questo nuovo contingente di assunzioni non risolve il problema nelle scuole, «visto che copre solo in parte il turn-over dello scorso anno», sottolinea Antonino Petrolino, della direzione nazionale dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi. Ci sono casi in cui sono i presidi ad aprire i laboratori (in assenza dei tecnici): «E la didattica ne risente visto che sarà quasi impossibile procedere a esercitazioni pratiche, non essendoci nessuno in grado di utilizzare i materiali». A spingere per una rapida soluzione per il personale Ata è anche il sindacato: «Lo stop alle immissioni in ruolo per il 2013/2014 dice il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna è un modo ottuso di procedere perchè contemporaneamente sí abbassa la qualità dell’offerta formativa, specie negli istituti tecnici e professionali, e si ricorre a un rapporto di lavoro precario. La questione va sbloccata, e per il futuro, occorre garantire un tecnico per ogni scuola».

Precari PA, arrivano i concorsi riservati. Ai sindacati non basta

da Tecnica della Scuola

Precari PA, arrivano i concorsi riservati. Ai sindacati non basta
di Alessandro Giuliani
Al termine del CdM del 26 agosto, il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, ha annunciato l’approvazione di “procedure selettive” riservate a chi ha lavorato per 3 anni negli ultimi 5: l’obiettivo dichiarato è fare in modo che “si scelgano i migliori”. D’ora in poi, inoltre, contratti a termine solo in casi eccezionali. La scuola rimane con le sue regole. Ma l’influenza delle novità potrebbe farsi sentire. I rappresentanti dei lavoratori puntavano sulla stabilizzazione di tutti.
Novità in arrivo per i precari della pubblica amministrazione: il 26 agosto il Consiglio dei ministri ha approvato una serie di norme che dovrebbero favorire la progressiva stabilizzazione per almeno una parte dell’attuale esercito di dipendenti a tempo determinato. In attesa di prendere visione del testo approvato dal CdM, tra le novità in arrivo sono state annunciate dal ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, una serie di “procedure selettive” riservate a coloro che hanno avuto un contratto a tempo determinato per tre anni negli ultimi cinque: l’obiettivo dichiarato è fare in modo che “si scelgano i migliori”. Nel dl è prevista anche la riserva del 50% dei posti a concorso per queste persone.
Tra i provvedimenti su cui il Governo ha dato il via libera figura anche “una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso. In parte – ha spiegato D’Alia – questa riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti”. Sempre il ministro della Funzione Pubblica ha annunciato che è stato deciso di dare una “stretta” ai contratti a tempo determinato: “Mai più contratti a termine che non siano eccezionali e temporanei perché temporanea è la richiesta”, perché il contratto “tipico” rimane quello a tempo indeterminato.
Ricordiamo che si tratta di precari di tutti i comparti pubblici, ma non di quelli in forza alla scuola. Che continua a vivere di proprie regole. Difficilmente, però, queste disposizioni lasceranno immutato il quadro organizzativo-burocratico che ad oggi ha prodotto qualcosa come 200mila docenti e Ata precari inseriti nelle graduatorie pre-ruolo.
L’approvazione dei provvedimenti salva-precari, inoltre, non sembra entusiasmare i sindacati. ”Il decreto legge sulla Pa approvato oggi dal Consiglio dei ministri rappresenta un primo passo, una risposta parziale non ancora sufficiente per dare una soluzione complessiva al tema della precarietà nella Pubblica amministrazione”, ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Nicola Nicolosi. Che ha poi aggiunto: ”con le regole introdotte dal dl, infatti una larga fetta dei lavoratori precari, coloro che in tutti questi anni hanno portato avanti in condizioni estremamente difficili la Pubblica amministrazione, rimarrà esclusa dai processi di stabilizzazione”.
Sul tema, ha concluso Nicolosi, “come Cgil rivendichiamo un tavolo negoziale per quanto riguarda le regole: l’articolo 97 della carta costituzionale deve poter trovare un momento di confronto con le organizzazioni sindacali; così come c’è una vera e propria urgenza da affrontare, ovvero la riapertura della stagione di rinnovi contrattuali fermi ormai da sette anni”.
Sull’approvazione in CdM si è espressa anche Anief-Confedir. Che parla di “un timido segnale di attenzione” per il precariato nel pubblico impiego. Secondo il sindacato, nel nostro ordinamento siamo obbligati a recepire la normativa comunitaria. Quanto stabilito dal Consiglio dei Ministri, quindi non inibirà le domande risarcitorie relative al periodo di precariato pregresso o, nel caso del personale precario della scuola, al pagamento degli scatti biennali di anzianità.
“Anziché varare dei provvedimenti a metà – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – il Governo si assuma le proprie responsabilità sino in fondo. (…). L’unica soluzione praticabile – conclude Pacifico riferendosi a tutti gli attuali precari con oltre tre anni di servizio svolto – è la loro stabilizzazione, come già avvenuto nel 2006 con l’approvazione della Finanziaria 2007 di chi aveva più di 36 mesi di servizio”.

Immissioni in ruolo: come vanno attribuiti i posti?

da Tecnica della Scuola

Immissioni in ruolo: come vanno attribuiti i posti?
Attraverso l’avvocato Dino Caudullo, esperto in diritto scolastico, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su come andranno attribuite le assunzioni a tempo indeterminato in tutti quei casi (tutt’altro che rari e ben al di sotto del 73% indicato dal Miur!) in cui le graduatorie definitive del concorso a cattedra bandito nel 2012 non saranno pronte entro il 31 agosto. Possibile l’avvio di contenziosi al Giudice del lavoro. Soprattutto se i posti destinati alle graduatorie del concorso 2012 non dovessero essere assegnati tramite le ancora valide graduatorie dei concorsi precedenti.
Sui dubbi che si stanno presentando in questi giorni in ordine alle modalità di ripartizione dei posti per le immissioni in ruolo disposte dal Miur, abbiamo chiesto un parere al nostro consulente esperto in diritto scolastico, l’avvocato Dino Caudullo. In particolare, abbiamo cercato di approfondire come andranno attribuite le assunzioni a tempo indeterminato in tutti quei casi (tutt’altro che rari e ben al di sotto del 73% indicato dal Miur!) in cui le graduatorie definitive del concorso a cattedra bandito con D.D.G. 82/2012 non saranno pronte entro il prossimo 31 agosto.
D. Il Miur ha disposto 11.268 assunzioni con contratto a tempo indeterminato per dare un minimo di ‘ossigeno’ ai precari della scuola, alla luce delle disposizioni normative vigenti e delle istruzioni operative diramate dal Ministero: come dovrebbero essere ripartiti i posti?
R. (avvocato Dino Caudullo) La ripartizione dei posti deve preliminarmente rispettare le prescrizioni della legge 124/1999 secondo cui, ai fini delle immissioni in ruolo, si attinge per il 50% dalle graduatorie del concorso ordinario e per l’altro 50% dalle graduatorie provinciali ad esaurimento.
D. Si deve però fare i conti con il concorsone del 2012?
R. In effetti, nei programmi del Ministero, il concorso ordinario bandito con il D.D.G. 82/2012 avrebbe dovuto concludersi, per tutte le regioni e per tutti i posti e classi di concorso per i quali era stato bandito, in tempo utile per le immissioni in ruolo con decorrenza 1 settembre 2013. Come sappiamo però, la realtà è ben diversa. I tempi della procedura concorsuale non hanno infatti rispettato le aspettative ministeriali, in quanto non tutte le regioni hanno concluso o concluderanno i relativi concorsi entro il 31 agosto, e quindi in tempo utile per pubblicare le graduatorie di merito da utilizzare per le immissioni in ruolo per l’a.s. 2013/2014.
D. Quanti concorsi dovrebbero concludersi entro il 31 agosto?
R. Secondo i dati forniti dal Ministero, il 73% di tutti i concorsi dovrebbe concludersi entro il 31 agosto, il 5% sicuramente non si concluderà per tempo, mentre il restante 22% rischia di vedere la conclusione fuori tempo massimo. In realtà questi dati sembrano però eccessivamente ottimistici in quanto, secondo una ricerca che sta effettuando in queste ore la Redazione de La Tecnica della Scuola, i dati sarebbero di gran lunga differenti rispetto a quelli divulgati dal Miur: la percentuale dei concorsi che dovrebbero concludersi entro il 31 agosto sarebbe infatti inferiore al 73%. E di molto.
D. A questo punto, è evidente che in alcune regioni e per molte classi di concorso non saranno pubblicate per tempo le graduatorie dei concorsi. Quali conseguenze dovrebbero derivarne a suo parere nella distribuzione dei posti tra concorso e GaE?
R. Dovendo rispettare alla lettera le disposizioni legislative di cui alla legge 124/1999, che ha modificato sul punto il D.Lvo 297/94, la ripartizione dei posti dovrebbe avvenire nei seguenti termini:
– per i posti e classi di concorso per i quali non è stato bandito il nuovo concorso nel 2012, e per quelli per i quali è stato bandito il nuovo concorso ma le cui procedure non saranno concluse entro il 31 agosto, dovrebbero essere utilizzate le graduatorie dei precedenti concorsi (del 1990 o del 1999); infatti l’art.1 comma 4 della legge 124/1999, che ha sostituito il comma 17 dell’art. 400 del Testo Unico 297/94, prevede che “Le graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami restano valide fino all’entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente”. Alla luce di detta disposizione quindi, per tutti i posti e classi di concorso per cui non è stato bandito il nuovo concorso e per quelli per i quali non saranno pubblicate entro il 31 agosto le graduatorie del concorso 2012, a mio parere dovrebbero necessariamente utilizzarsi le graduatorie relative ai concorsi precedenti, ossia quelli del 1999 o addirittura del 1990, in quanto ancora in vigore. Non potrebbe infatti ritenersi, come sembrerebbe invece sostenere il Ministero, come da alcune voci di corridoio, che le graduatorie dei vecchi concorsi siano da ritenersi decadute con la pubblicazione del DDG 82/2012; in realtà la decadenza delle vecchie graduatorie può derivare solo in seguito alla pubblicazione delle nuove graduatorie del concorso 2012.
– per i posti e classi di concorso per cui è stato bandito il nuovo concorso, ove questi si concludano entro il 31 agosto, si utilizzeranno le relative graduatorie; in questo caso, qualora il numero di posti disponibili dovesse essere superiore al numero dei vincitori, i posti in esubero saranno assegnati alle GaE come precisato dal Ministero con la circolare 21/2013;
– per i posti e le classi di concorso per cui è stato bandito il nuovo concorso ma le cui procedure non saranno concluse entro il 31 agosto, nel caso in cui le graduatorie dei precedenti concorsi siano esaurite, secondo me i posti dovrebbero essere attribuiti tutti alle GaE, salvo operare le compensazioni in favore delle graduatorie del concorso ordinario con i posti disponibili per il prossimo anno scolastico. L’art.1 comma 2 della Legge 124/99 dispone infatti che “Nel caso in cui la graduatoria di un concorso per titoli ed esami sia esaurita e rimangano posti ad esso assegnati, questi vanno ad aggiungersi a quelli assegnati alla corrispondente graduatoria permanente. Detti posti vanno reintegrati in occasione della procedura concorsuale successiva”.
D. Chi sono allora i docenti interessati alle immissioni in ruolo?
R. Alla luce delle predette considerazioni, interessati alle assunzioni per l’a.s. 2013/2014 dovrebbero essere così articolate:
– i docenti inseriti nelle graduatorie dei precedenti concorsi (del 1999 o del 1990), sia per i posti e classi di concorso per i quali non sono stati banditi i nuovi concorsi nel 2012, sia per i posti e classi di concorso per i quali sono stati banditi i nuovi concorsi che però non si concluderanno entro il 31 agosto prossimo;
– i docenti inseriti nelle graduatorie dei nuovi concorsi banditi nel 2012 che si concluderanno entro il 31 agosto prossimo;
– i docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
D. Cosa pensa nel caso in cui il Ministero non dovesse procedere all’assegnazione dei posti alle graduatorie dei vecchi concorsi per i posti e classi di concorso per cui non è stato bandito il nuovo concorso nel 2012. E anche per i posti e le classi di concorso per cui è stato bandito il nuovo concorso ma le cui procedure non saranno concluse entro il 31 agosto?
R. Il quadro che ho descritto a mio parere è quello più aderente alle disposizioni di cui alla legge 124/1999, la quale prevede che fino alla conclusione dei nuovi concorsi restano valide le graduatorie dei precedenti concorsi (e quindi quelle del 1990 e del 1999), anche se la nota operativa del Ministero nulla dice di specifico facendo presagire un autunno “caldo” per il possibile contenzioso che ne potrebbe scaturire. Destinare infatti ad incarico annuale, come sembrerebbe voler fare il Miur, i posti destinati alle graduatorie del concorso 2012 che, per mancata pubblicazione delle stesse entro il 31 agosto, dovessero rimanere non assegnati, danneggerebbe infatti i docenti inseriti nelle ancora valide graduatorie dei concorsi precedenti, i quali potrebbero rivolgersi al Giudice del lavoro per tutelare i loro diritti.

L’ex ministro del Lavoro Damiano (Pd): urge una soluzione per il precariato

da Tecnica della Scuola

L’ex ministro del Lavoro Damiano (Pd): urge una soluzione per il precariato
di A.G.
Chiede al CdM una soluzione definitiva sui temi dei precari e dei vincitori e idonei di concorso della PA: per i primi serve una graduale stabilizzazione, per i secondi le assunzioni. Quelli della scuola per ora sono esclusi, ma se la proposta D’Alia dovesse passare le influenze si sentirebbero pure su docenti e Ata.
Sui precari della pubblica amministrazione è finito il tempo della “melina”. Mentre è giunto il momento di trovare una soluzione. A sostenerlo, proprio mentre il Consiglio dei ministri sta valutando la possibilità di approvare il “pacchetto” D’Alia sulla Pubblica amministrazione (un dl per la razionalizzazione e un ddl per l’occupazione), con norme che vanno dal salva-precari all’ulteriore taglio delle spese per consulenze e auto blu, è l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd), oggi presidente della commissione Lavoro della Camera e promotore della proposta di legge 635 attraverso assorbire progressivamente tutti i precari della PA. “Ci aspettiamo che il Consiglio dei Ministri di oggi – dice Damiano – si concluda con una soluzione definitiva sui temi dei precari e dei vincitori e idonei di concorso: per i primi va prevista una graduale stabilizzazione, per i secondi le assunzioni: si tratta di problemi che vanno risolti per sanare una situazione sociale iniqua e insostenibile”.
L’ex ministro del Lavoro parte da un concetto basilare: “i precari garantiscono il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione; i vincitori e gli idonei si sono guadagnati l’ingresso nel lavoro pubblico e non è sopportabile che vengano rifatti dalle Amministrazioni i concorsi per ricoprire posizioni professionali per le quali esistono già i vincitori. Sarebbe uno spreco di denaro e una beffa. Il Partito Democratico sostiene il decreto presentato dal ministro D’Alia che non può essere ulteriormente rimandato o snaturato per le incomprensibili resistenze del centrodestra”, conclude il deputato democratico.
Per completezza, va ricordato che la scuola è un comparto diverso dagli altri della PA, per i quali si creerebbe una corsia preferenziale per tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque o dieci. I precari che devono essere stabilizzati non hanno nulla a che vedere con i supplenti, anche storici, che operano nel settore dell’istruzione pubblica. L’indirizzo che però il Governo darebbe al reclutamento dei prossimo due anni, con la stabilizzazione prioritaria di coloro che hanno già vinto un concorso, non potrebbe non influire sulla scuola. Dove un nuovo Tfa ordinario un altro concorso a cattedra già spuntano all’orizzonte.

I sindacati tuonano contro l’inerzia governativa sulla scuola

da Tecnica della Scuola

I sindacati tuonano contro l’inerzia governativa sulla scuola
di Lucio Ficara
Basta con questa inerzia governativa, volta a rinviare e non affrontare di petto i tanti problemi urgenti che coinvolgono i lavoratori della scuola! É l’esclamazione che proviene da parte di alcuni sindacati del settore della conoscenza.
All’orizzonte non si intravede, sostiene il segretario nazionale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo, alcun intervento concreto per la scuola pubblica italiana e per i settori della conoscenza. Nonostante i tanti proclami sulla centralità dell’istruzione, continua Pantaleo, si continuano a rinviare misure urgenti e non c’è alcun nuovo investimento sulla conoscenza ma anzi si continuano a tagliare risorse.  Da mesi attendiamo, afferma seccato il segretario della Flc Cgil, l’immissione in ruolo del personale Ata, la cancellazione dell’incivile norma sui docenti inidonei, piani di stabilizzazione per i precari in tutti i comparti pubblici, una maggiore flessibilità d’uscita in tema di pensionamento a cominciare dalla soluzione per coloro che hanno maturato quota 96 nel 2012.  Ma si continua a perdere tempo ed a non prendere decisioni definitive su queste urgenti questioni. Arriva, da parte di Pantaleo, anche una netta e decisa risposta sulla questione dell’aumento dell’ orario di servizio dei docenti, questione che era stata sollevata in un nostro articolo del 3 agosto scorso, sottolineando che la Flc-Cgil non accetterà in alcun modo lo scambio salario-aumento orario dei docenti. Infine il segretario nazionale della Flc-Cgil, rivendica l’urgenza di aprire immediatamente il confronto sul rinnovo del contratto scuola, scaduto dal 2009, sia per la parte economica che per quella normativa e il pagamento degli scatti d’anzianità.  Anche la Gilda insegnanti tuona fortemente contro il ministro Carrozza preparando per i primi di settembre una mobilitazione generale, a partire dai primi collegi, con l’astensione immediata dall’inserimento nei programmi annuali di ogni attività non strettamente didattica, comprese le gite e i viaggi di istruzione, assemblee su tutto il territorio nazionale e, se necessario, sarà sciopero. Il coordinatore nazionale della Gilda, Rino di Meglio, dice basta al deprezzamento della professione docente, esprime un giudizio molto negativo sull´azione del Governo verso la scuola e i docenti, in particolare non è stato mantenuto l´impegno alla restituzione dello scatto stipendiale 2012, da attuarsi con l´utilizzo di una quota dei risparmi dovuta ai tagli.  Più miti le posizioni di Cisl e Uil scuola, che si dicono soddisfatti per il decreto delle assunzioni in ruolo, per il momento attendono con tranquillità, ma osservando attentamente, le prossime decisioni del ministro Carrozza. L’anno scolastico sta per cominciare e i sindacati sono già agguerriti contro quella che sembra essere un’inerzia governativa che preoccupa molto docenti e personale scolastico.

Materiale scolastico, confermati i rincari ma risparmiare si può

da Tecnica della Scuola

Materiale scolastico, confermati i rincari ma risparmiare si può
di A.G.
La via è sempre quella degli acquisti on line. Secondo quanto stimato da Adiconsum è possibile acquistare tutto l’occorrente, senza rinunciare ad articoli di marca, a meno di 90 euro, risparmiando così il 40% su un “carrello” che, a prezzo pieno, costerebbe 140 euro. Sempre presenti i divari di prezzo tra città e città.
Puntuale, come una odiosa “tassa”, tornano i rincari del materiale scolastico: si va dagli astucci (+4%) sino alle colle (+9%) e agli album da disegno (+9%). Dopo le denunce dei giorni scorsi stavolta sono Adiconsum, e Klikkapromo.it, sito di coupon e di offerte per la spesa, a confermare la tendenza. Ma anche a spiegare quali sono i modi per risparmiare su corredo e libri di testo fino al 40%. Per farlo hanno stilato una vera e propria guida.
CORREDO SCOLASTICO – Le offerte dei supermercati dedicate al back to school sono iniziate già a luglio e raggiungono l’apice a partire dalla seconda metà di agosto. Secondo quanto stimato da Adiconsum è possibile acquistare tutto l’occorrente, senza rinunciare ad articoli di marca, a meno di 90 Euro, risparmiando così il 40% su un carrello che, a prezzo pieno, costerebbe 140 Euro, ossia 50 Euro in più. Ma le offerte non sono uguali in tutta la Penisola. Bologna – sostiene l’associazione di consumatori – è la regina della convenienza, con uno scontrino medio pari a 85,22 Euro, seguita a breve distanza da Napoli dove la spesa relativa al back to school grazie alle offerte costerebbe 86,08 Euro. Troviamo poi Roma e Torino che sono più care di circa il 4% (e dove lo scontrino medio è, rispettivamente, pari a 88,24 e 88,33 Euro), mentre Milano è complessivamente la città più cara, dove si arriva a una spesa totale di 89,76 Euro, +5% rispetto a Bologna.
Se si analizzano le singole voci che compongono il “carrello” emerge che la forbice dei prezzi aumenta ulteriormente. Tra le diverse piazze, infatti, il prezzo degli stessi articoli può addirittura essere superiore al 10%. È il caso degli zaini, che a Milano risultano più cari del 10% rispetto a Bologna; o degli astucci, a Torino più costosi del 14% rispetto al capoluogo emiliano.
LIBRI DI TESTO – Di questo argomento avevamo già parlato in estate, quantificando il risparmio ottenibile tramite gli acquisiti on line in almeno il 15%. Ora l’Adiconsum ci dice che sempre più numerose le catene dei supermercati che offrono ai propri clienti la possibilità di ordinare, online o presso gli stessi punti vendita, i libri di testo offrendo loro buoni sconti o sconti sul prezzo di copertina. Il valore del buono sconto/sconto varia dal 15% al 20% del valore d’acquisto. Il maggiore o minore sconto è legato al possesso della fidelity card. Non solo libri nuovi. In alcuni punti vendita è anche possibile vendere ed acquistare libri usati.
Adiconsum consiglia di acquistare i libri di testo solo una volta che la lista dei docenti è stato confermata, in quanto il professore che subentra all’inizio dell’anno scolastico ha la facoltà di adottare nuovi libri; verificare se vi sono testi obbligatori all’interno dell’elenco dei libri ‘consigliati’; se si è in possesso di un reddito Isee basso, attendere la circolare della scuola con la specifica del tetto al di sotto del quale è possibile ottenere il buono per l’acquisto dei libri e del corredo per l’anno scolastico che sta iniziando.