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14 maggio Task Force Edilizia scolastica su sette regioni

Il 14 maggio, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si è svolto un incontro per fare il punto sul primo anno di lavoro della Task Force per l’Edilizia scolastica. 

Edilizia scolastica: attività Task Force si allarga a sette regioni

(Roma, 14.5.15) Si rafforza la collaborazione che il Governo ha avviato con le Regioni, le Province e i Comuni per rendere più sicure e migliori le scuole che ospitano alunni ed alunne italiani. I bracci operativi che sono stati messi a disposizione sono la Struttura di Missione per l’edilizia scolastica istituita presso la Presidenza del Consiglio e le Task Force per l’Edilizia scolastica nate dalla collaborazione tra l’Agenzia per la Coesione Territoriale e le Regioni.

Durante un incontro di lavoro e di coordinamento tenuto questa mattina al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, presieduto dal Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, si è fatto il punto specifico del primo anno di lavoro della Task Force per l’Edilizia scolastica. 

Erano presenti il direttore dell’Agenzia per la Coesione Maria Ludovica Agrò e il capo della Struttura di missione Edilizia Scolastica presso la Presidenza del Consiglio, Laura Galimberti e, per il Miur, il direttore generale per l’Edilizia scolastica Simona Montesarchio. Hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni già coinvolte nel progetto (Calabria, Campania e Sicilia) e quelle candidate per l’allargamento dell’operazione nelle prossime settimane (Basilicata, Lazio, Lombardia e Puglia).

“Il governo ha indicato la scuola come priorità e, in questo caso, l’edilizia scolastica perché ci sono situazioni di emergenza da sbloccare – ha detto il Ministro Delrio – Non è possibile che ci siano progetti fermi da anni. Per questo affianchiamo alle scuole strutture di accompagnamento e presidio per contribuire a sbloccare l’attuazione dei progetti insieme alle istituzioni coinvolte”.

“Il lavoro che si sta svolgendo è molto importante – ha affermato il Sottosegretario De Vincenti – e l’opera delle task force dimostra che il problema principale non sono le risorse, bensì la capacità di tradurle in opere concrete. Questa è la strada giusta da seguire”.

Le Task Force sono costituite da tecnici dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, delle amministrazioni regionali e da professionisti esterni, giovani selezionati sulla base delle competenze e motivazione. Il loro obiettivo è di contribuire all’accelerazione dell’attuazione di interventi già finanziati, affiancando gli enti attuatori e presidiando i progetti fino alla piena fruibilità delle opere da parte degli studenti e degli insegnanti.

Gli investimenti attivi di edilizia scolastica nelle tre regioni dov’è stata già attivata la Task Force Edilizia Scolastica sono pari a 2,3 Miliardi di euro, di cui 567,6 milioni di euro in Calabria, 842,6 in Campania e 839 in Sicilia. I 2,3 Miliardi coprono 9.936 interventi e provengono da una pluralità di fonti di finanziamento.

Nel primo anno di lavoro i sopralluoghi effettuati dalle Task Force hanno interessato 397 interventi, per un investimento pari a 250,66 Milioni di euro.

Nei progetti che sono stati oggetto di sopralluogo le criticità riscontrate sono ascrivibili nel 62,5% dei casi a inadeguatezza tecnica o inerzia, in alcuni casi entrambe, da parte dei tanti soggetti coinvolti nel concretizzare le opere, a livello degli enti attuatori e degli enti regionali e statali responsabili per le varie autorizzazioni richieste e per il trasferimento delle risorse.

L’intervento delle Task Force nel 27% dei casi ha contribuito a risolvere le criticità e gli interventi hanno ripreso a marciare.

L’incontro, dopo una prima parte dedicata alla presentazione di casi concreti nelle regioni d’intervento della Task force, si è chiuso con la volontà di adesione da parte delle Regioni Basilicata, Puglia, Lazio e Lombardia al Protocollo d’intesa tra l’ Agenzia per la Coesione Territoriale e la Struttura di Missione per l’edilizia scolastica. 

Dalle prossime settimane l’attività di affiancamento e presidio delle task force edilizia scolastica si concentrerà anche sugli interventi a valere sul cosiddetto Decreto Mutui del 23 gennaio 2015, presidiando i progetti fin dalle primissime fasi di avvio al fine di contribuire alla qualità delle realizzazioni e al rispetto dei tempi previsti.


Task Force Edilizia scolastica

12 – 13 maggio Confronto sulla Buona Scuola

Il 13 maggio il presidente del Consiglio – alla vigilia dell’esame in Aula alla Camera del Disegno di Legge di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti – scrive agli insegnanti italiani e si rivolge con un video a tutti i cittadini:

Gentilissime e gentilissimi insegnanti,oggi per la prima volta dopo undici trimestri il PIL italiano torna a crescere. È un risultato di cui dovremmo essere felici, dopo anni di recessione. Ma personalmente credo non basti questo dato: l’unica strada per riportare l’Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura, sull’educazione. Non ci basta una percentuale del PIL, ci serve restituire prestigio e rispetto alla scuola.Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare. Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all’educazione e prestigio sociale all’educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola, vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana.L’Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull’innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la inventa il Governo: la buona scuola c’è già. Siete voi. O meglio: siete molti tra voi, non tutti voi. Il nostro compito non è fare l’ennesima riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità educativa.Per questo con il progetto La Buona Scuola:I. Assumiamo oltre centomila precari. Ovviamente chi non rientra nell’elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l’inclusione degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un Governo della Repubblica. E non è vero che ce l’ha imposta la Corte di Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha certo imposto questo.II. Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi. Altrimenti si riparte da capo.III. Mettiamo circa quattro miliardi sull’edilizia scolastica. Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti, grazie anche all’operazione Mutui BEI che vale circa 940 milioni di euro. Costruire una Buona Scuola passa anche dai controsoffitti e dagli infissi, non solo dalle previsioni normative. É il più grande investimento in edilizia scolastica mai fatto da un Governo della Repubblica.IV. Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200 milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali a tutti.V. Attuiamo l’autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il disegno dell’autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un primus inter pares dentro la comunità educativa.VI. Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro. Abbiamo il 44% di disoccupazione giovanile e un preoccupante tasso di dispersione scolastica. Segno evidente che le cose non funzionano. Replichiamo le esperienze di quei Paesi come Germania, Austria e Svizzera che già sono presenti sul territorio nazionale in Alto Adige con il sistema duale, puntando a un maggior coinvolgimento dei ragazzi nelle aziende e ad un rafforzamento delle loro competenze.VII. Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L’emergenza disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l’arte, lo sport. E valorizziamo la formazione umanista e scientifica.VIII. Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l’accesso al ruolo degli insegnanti.Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune voci false circolate in queste settimane:- Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;- I giorni di vacanza non si toccano:- Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;- Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto. C’è un Paese, l’Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti abbiamo l’occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di marito, di studente l’orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all’elementare Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire speranza al nostro Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro progetto non è “prendere o lasciare” e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L’Italia è più forte anche delle nostre paure. Aspetto le Vostre considerazioni.Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell’anno scolastico.Molto cordialmente,

Matteo Renzimatteo@governo.it

Il 13 maggio, nella Sala Verde di Palazzo Chigi, il sottosegretario Claudio De Vincenti e i ministri Stefania Giannini, Maria Elena Boschi e Marianna Madia hanno incontrato rappresentanti degli studenti, nel pomeriggio hanno ricevuto le associazioni dei genitori.

Con il confronto di stamani con le associazioni degli studenti e quello del pomeriggio con le rappresentanze dei genitori, si è conclusa la due giorni che il Governo ha voluto dedicare ad approfondire il ddl per la “Buona Scuola”.

Gli appuntamenti odierni hanno rappresentato per l’Esecutivo anche l’occasione per tornare ad esprimere un giudizio molto severo sull’ipotesi – ventilata ieri da alcune sigle sindacali – di un blocco degli scrutini di fine anno, definito “minaccia gravissima e inaccettabile”. Altrettanto dura la presa di posizione contro il boicottaggio dei test Invalsi.

Dopo il dibattito pubblico dei mesi scorsi, in questa nuova fase di ascolto e di confronto il Governo ha recepito le richieste e le proposte pervenute dagli interlocutori, aprendo a possibili modifiche da apportare al ddl durante il suo esame in Parlamento.

In particolare, l’Esecutivo ha ribadito l’impegno a migliorare il testo in modo da rendere ancora più incisivo il progetto per la “Buona Scuola” nei punti chiave: il superamento definitivo del precariato, la valorizzazione del corpo docente, la piena attuazione dell’autonomia scolastica, il collegamento con il mondo del lavoro e gli investimenti per l’edilizia scolastica. Con l’obiettivo – è stato detto – di imprimere alla scuola italiana un cambio di passo per rispondere ai bisogni dei giovani nel mondo che cambia.

Nel corso di questa due giorni sono state in tutto ventinove le sigle, tra sindacati e associazioni, intervenute a Palazzo Chigi in rappresentanza del mondo della scuola e incontrate dalla delegazione governativa guidata dal Sottosegretario alla Presidenza Claudio De Vincenti affiancato dal Segretario Generale Paolo Aquilanti e composta dai Ministri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi e della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione Maria Anna Madia.

Martedi 12 maggio alle ore 15.00, nella Sala Verde di Palazzo Chigi, il sottosegretario Claudio De Vincenti e i ministri Stefania Giannini, Maria Elena Boschi, Graziano Delrio e Marianna Madia hanno incontrato i sindacati.

Scuola, De Vincenti: sconcertanti le minacce di blocco degli scrutini

Iniziativa irresponsabile che colpirebbe studenti e famiglie.

“Sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del Governo di dialogare su un tema così delicato come quello di una necessaria riforma della scuola e di una altrettanto necessaria stabilizzazione dei precari, si risponda- da parte di alcune sigle sindacali- minacciando il blocco degli scrutini. Un’iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché finirebbe unicamente per colpire studenti e famiglie”. E’ quanto afferma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti al termine dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio a Palazzo Chigi.

“Durante la riunione, nonostante esplicite divergenze – prosegue – si è registrato un positivo clima di confronto nel merito delle questioni specifiche. Domani, il confronto proseguirà nell’incontro con le organizzazioni studentesche e quelle dei genitori. Al Senato, poi, in occasione di ulteriori consultazioni, ci sarà modo di proseguire nello scambio di opinioni. Con l’obiettivo, si spera condiviso da tutti, di arrivare a quel rinnovamento della scuola di cui il Paese ha bisogno e al quale il Governo non intende rinunciare”.

4 maggio Riforma elettorale alla Camera

Il 4 maggio la Camera approva il Disegno di Legge recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati

Il 29 e 30 aprile la Camera esprime il voto sulla questione di fiducia posto dal Governo sul Disegno di Legge recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati

Il 27 gennaio l’Aula del Senato approva con modifiche, con 184 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti, il ddl n. 1385, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati.

Il 7, 8, 13, 14, 15, 20, 21, 22, 23 e 26 gennaio l’Aula del Senato esamina la proposta di riforma elettorale.