Sciopero generale della scuola il 13 novembre

Nessuna risposta al nostro Appello ai sindacati, che con noi hanno indetto i grandi scioperi di maggio-giugno, per un nuovo sciopero e una manifestazione nazionale contro gli effetti nefasti della legge 107 e per un forte recupero salariale
Convochiamo dunque per il 13 novembre lo sciopero della scuola, disponibili ad altre proposte di data che giungano in tempi rapidi, e ribadiamo l’importanza di una manifestazione nazionale
Scrivevamo nel nostro Appello (del 19 settembre) ai Cinque sindacati Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda, che con noi hanno promosso e gestito i grandi scioperi di maggio-giugno nella scuola: “Si susseguono nelle scuole enormi assemblee unitarie che testimoniano la volontà diffusa di impedire la realizzazione degli effetti nefasti della legge 107…Ma docenti ed Ata segnalano con forza che non si può rinchiudere tale lotta solo nelle singole scuole e chiedono che i sindacati che hanno condotto lo scontro con la cattiva scuola di Renzi diano vita ad un nuovo e plebiscitario sciopero generale della scuola e ad una oceanica manifestazione nazionale”. E poi, preso atto che i Cinque avevano indetto una giornata di mobilitazione in tale data, proponevamo che “il 24 ottobre si svolga una grandiosa manifestazione nazionale a Roma, da gestire unitariamente; e che si convochi nella prima parte di novembre uno sciopero generale della scuola per la cancellazione degli effetti nefasti della 107 e per un forte recupero salariale per docenti ed Ata” di quanto perso negli ultimi anni e in particolare a causa di sei anni di blocco contrattuale.
Non abbiamo ricevuto risposte anche se sappiamo che i Cinque discutono da settimane, tra loro, sul da farsi. Poiché l’immobilismo non fa bene ai livelli di conflitto contro la cattiva scuola renziana né alla resistenza nelle scuole contro l’applicazione della 107, rompiamo gli indugi e convochiamo per il 13 novembre lo sciopero generale della scuola, ribadendo nel contempo la cruciale necessità che lo sciopero sia unitario per realizzare i livelli di partecipazione del 5 maggio e del blocco degli scrutini. Siamo quindi anche disposti a rivedere la data (entro la prima metà di novembre, comunque) di fronte ad una proposta avanzata dai Cinque in tempi celeri, e pure favorevoli all’estensione dello sciopero al restante Pubblico Impiego. Per la manifestazione nazionale riteniamo che la data preferibile resti il 24 ottobre. Qualora però ci sia disponibilità ad effettuare tale manifestazione in coincidenza con lo sciopero generale di novembre, potremmo accettare tale proposta, articolando anche noi la mobilitazione del 24 ottobre a livello regionale o interregionale. Ci auguriamo, dunque, che i tempi decisionali degli altri sindacati si accelerino e che si possa ricevere una risposta chiara ed ufficiale nei prossimi giorni.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

Quei 300 minori italiani disabili che nessuno vuole adottare

da Redattore sociale

Quei 300 minori italiani disabili che nessuno vuole adottare

Soli e affetti da disabilità fisiche e intellettive attendono per anni di essere adottati. Hanno in media 10 anni e arrivano alla maggiore età trascorrendo parte della vita in istituti. Le associazioni chiedono sostegni economici per le famiglie adottive. Come le due che abbiamo incontrato

Federico è un ragazzo down nato 23 anni fa a Milano. È stato abbandonato dalla mamma in ospedale e per sei mesi è rimasto in clinica accudito solo da medici ed infermieri. Poi, un giorno a casa di Ornella e Silvano Bernazzoni è squillato il telefono. Dall’altro capo della cornetta c’era il tribunale dei Minori con una richiesta: diventare i genitori di Federico. “La scelta di dire sì per sempre a questo bimbo mi ha messo tanta paura”, racconta Ornella: “La prima volta che lo abbiamo visto è stata una tragedia: non abbiamo avuto il coraggio di prenderlo in braccio”, continua Silvano. Alla fine però hanno deciso di dare un altro fratellino ai loro tre figli. Una scelta che ha cambiato la vita della loro famiglia. “Nonostante tutte le difficoltà siamo felici, abbiamo una gioia dentro che non avremmo sperimentato altrimenti”.

Federico oggi è un ragazzo sorridente che ama i videogiochi, colleziona figurine e fa equitazione. Ha trovato dei genitori che lo amano, ma non tutti i bambini soli con handicap hanno questa fortuna. Dai dati fornitici dal Dipartimento per la Giustizia Minorile, risulta che nel febbraio 2014 trecento minori disabili attendevano ancora di essere adottati. La quasi totalità ha “gravi e gravissime condizioni psicofisiche, con handicap e disabilità, disturbi comportamentali e deficit cognitivi”. L’età media è di dieci anni: 62 sono più piccoli, mentre 137 ne hanno più di 15. Il ministero ci fa sapere che, tra questi, 17 minori hanno rifiutano l’adozione a causa di precedenti tentativi non andati a buon fine. “I bimbi disabili sono figli di un dio minore”, afferma Frida Tonizzo, consigliera di Anfaa, Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie.  “Questi trecento bambini sono stati dichiarati adottabili da anni ma le istituzioni preposte non sono mai intervenute attivamente per garantire loro una famiglia. Hanno poi scaricato sui minori che hanno ‘rifiutato l’adozione’ la colpevole responsabilità di chi doveva continuare a cercare dei genitori per loro”.

Il diritto a vivere in una famiglia
La legge 184/1983 stabilisce che tutti i minori, anche quelli con disabilità, hanno il diritto di crescere ed essere educati nell’ambito di una famiglia. Non ci sono dati recenti su quanti bambini disabili siano stati effettivamente adottati in Italia: gli ultimi risalgono al 2011, quando il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva calcolato che poco meno di un minore accolto su dieci presentava qualche forma di disabilità. In particolare il 7 per cento aveva problemi psichici, il 2% aveva una disabilità plurima, l’1% difficoltà fisiche e lo 0,4% una disabilità sensoriale.
Una vita in istituto
Dalle segnalazione arrivate alle associazioni che fanno parte del Tavolo nazionale affido risulta che molti neonati con problemi fisici o intellettivi rimangono in ospedale oltre il tempo strettamente necessario per le cure. Nell’attesa che il tribunale dei Minori trovi loro dei genitori, la maggior parte finisce in istituti a valenza sanitaria da dove difficilmente esce per un successivo collocamento in famiglia. “Il ministero non ha ancora fornito indicazioni su dove vivono questi minori, se in comunità o in strutture residenziali sanitarie. La deprivazione di cure familiari peggiora la loro condizione di disabilità. Ultimamente una famiglia dell’Anfaa ha accolto un bambino che non sapeva parlare perché nessuno aveva capito che era sordo, nessuno si era accorto di quanto soffriva”, racconta Tonizzo. Una volta raggiunta la maggiore età, i ragazzi non adottati dovrebbero essere collocati in strutture per adulti. “Hanno diritto all’assistenza residenziale ma non sempre questo avviene: se il tutore o l’amministratore di sostegno non si è occupato di loro quando erano dei bambini, è difficile che lo faccia dopo”, afferma Tonizzo.

Un contributo alle famiglie che li accolgono
Il Tavolo nazionale affido ha chiesto al governo di dare un contributo economico alle famiglie che accolgono minori con età superiore a 12 anni o con un handicap accertato, come già prevede l’articolo 6 della legge 184/1983. Domandano, poi, che venga al più presto attivata la Banca dati nazionale dei minori adottabili prevista dalla legge 149/2001: per ora è operativa soltanto in undici tribunali su 29. Questo strumento serve a trovare i genitori più adatti in base alla condizione del bambino e ad accelerare l’iter burocratico. “Bisogna fare appelli mirati per i minori disabili: non basta cercare le famiglie tra quelle che hanno dato la loro disponibilità”, spiega Tonizzo. “Non devono essere lasciate sole: molte mamma e papà, dopo l’adozione, si sono trasformati in veri e propri infermieri per i loro figli”.

Fare rete e aiutare le famiglie adottive
Affrontare le difficoltà che una adozione speciale comporta non è impossibile, come racconta Grazia Di Giannantonio che ha adottato due ragazze, una con la sindrome di Robinow e una con un ritardo mentale. “Una famiglia può sostenere una realtà così complessa solo se ha attorno una rete di sostegno. Una volta che l’adozione va a buon fine, le istituzioni non possono sparire: serve un sopporto psicologico e medico”, racconta. “Ho avuto spesso dei ripensamenti, non avevo gli strumenti per capire e se tornassi indietro farei sicuramente meno errori. Adesso però siamo una famiglia felice, guardo le mie figlie e mi sembrano bellissime. Mi sento accettata come madre nonostante i miei difetti. Alle mamme e ai papà che stanno per accogliere bambini disabili voglio dire di andare oltre l’handicap. Il tribunale spesso si sofferma solo sui lati negativi a cui andranno incontro, invece devono sapere che con il tempo scopriranno nei loro figli degli aspetti meravigliosi, anche nei casi di disabilità più grave. Per me adottare le mie figlie è stata una opportunità immensa. Da fuori io e mio marito sembriamo coraggiosi, ma in realtà la nostra forza è stata quella di aver saputo apprezzare il bello della nostra scelta”. (Maria Gabriella Lanza)

Diplomati magistrale esclusi dalle GaE

Il Tribunale di Rieti dà ragione all’ANIEF e bacchetta il MIUR sul rispetto dei principi di pari opportunità e ragionevolezza nei confronti dei diplomati magistrale esclusi dalle GaE

 

Il MIUR dovrà provvedere all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento di altri dieci ricorrenti ANIEF che si sono affidati al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti da troppo tempo negati. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Salvatore Russo ottengono altre 4 ordinanze cautelari di totale accoglimento che ordinano al Ministero dell’Istruzione l’immediata attivazione di una procedura consona e tempestiva che riconosca il diritto dei nostri iscritti a produrre domanda di inserimento in GaE “nel rispetto dei principi di pari opportunità e ragionevolezza”.

 

Secondo il Giudice del Lavoro di Rieti – che sposa in pieno le tesi sostenute dal sindacato ANIEF dichiarandole senza dubbio “maggiormente persuasive” rispetto a quelle prospettate dal MIUR – “i criteri fissati dal d.m. 235/2014 nella parte in cui hanno precluso ai docenti muniti del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 l’inserimento nelle g.a.e. sono illegittimi e vanno disapplicati” riconoscendo non solo, dunque, la sussistenza del diritto violato nei confronti dei diplomati magistrale, da sempre esclusi illegittimamente dal Ministero dell’Istruzione dalla possibilità di presentare domanda di inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento, ma anche l’incombenza di un danno grave e irreparabile, “atteso che in mancanza della cautela richiesta il diritto rischia in concreto di sfumare per sempre venendo chi ricorrente privato di ogni chance di accesso ai posti di cui l’inserimento nelle graduatorie costituisce un necessario e propedeutico adempimento”.

 

Il Tribunale di Rieti, dunque, ritiene senza dubbio che “chi era già in possesso del diploma magistrale fin dall’anno 2001-2002, non poteva essere considerato come nuovo abilitato da escludere dall’inserimento nelle g.a.e. perché la norma fa espressamente salvi “i docenti già in possesso di abilitazione” prima della trasformazione delle graduatorie permanenti in esaurimento” ed evidenzia come tali considerazioni, prospettate con estrema perizia in udienza dai legali ANIEF, siano più che sufficienti per concedere la tutela cautelare richiesta “non assumendo rilievo alcuno il fatto che i ricorrenti si sarebbero dovuti attivare prima ed indipendentemente dal loro diritto a partecipare al piano straordinario di assunzioni in corso ex legge 107/2015 o comunque alle assunzioni a termine del 2015/2016”.
Nessuna scusa, dunque, per un Ministero dell’Istruzione da troppi anni “reticente” nei confronti dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, cui il Tribunale impone il rispetto di principi inviolabili quali la ragionevolezza dell’agire da parte delle amministrazioni pubbliche e l’accesso al pubblico impiego in condizione di parità. Un altro passo verso la riapertura delle Graduatorie a Esaurimento nei confronti di tutti i docenti in possesso di abilitazione, grazie alle efficaci azioni legali promosse dall’ANIEF, è stato fatto.

Mattarella agli studenti di Napoli: la scuola è uno strumento di crescita, legalità e dignità

da Il Sole 24 Ore

Mattarella agli studenti di Napoli: la scuola è uno strumento di crescita, legalità e dignità

di Lina Palmerini

Fuori dal Palazzo. E soprattutto tra chi ha più bisogno di Stato. Sergio Mattarella decide di inaugurare l’anno scolastico a Napoli, tra gli studenti di Ponticelli, quartiere noto per le faide di camorra e per ragazzi come Davide, ucciso per strada a 19 anni mentre aiutava un amico a difendere il motorino da un furto. L’appuntamento di ieri mattina, nell’istituto Sannino-Petriccione, racconta molto del profilo del capo dello Stato, così apparentemente assente dai fatti della politica e così presente – invece – nei luoghi che ritiene più esposti e feriti d’Italia.

Sceglie di essere con i ragazzi, al Sud e in una scuola di periferia seguendo quel suo pallino di trasmettere innanzitutto il valore dell’istruzione come strumento di riscatto e dignità per i giovani italiani ma anche di integrazione e coesione per i giovani immigrati che approdano in terra d’Europa. «Sono voluto venire qui a Ponticelli, a Napoli, accanto a voi, per dire a voce alta che avanzare insieme è possibile e che la scuola è strumento straordinario di crescita, legalità, dignità. Mi permetto di dirvi: andate a scuola! Andateci, la scuola è vostra, è il vostro futuro». In queste parole c’è il segnale che intendeva dare ieri Mattarella, una presenza che non ha il tono di impartire lezioni ma la speranza di condividere dei valori, di dimostrare una vicinanza a quei “concittadini” che vivono malesseri più profondi di altri. «Sono qui per incoraggiare, non per dare un monito», ripete a bassa voce ai cronisti che lo avvicinano chiedendogli di questa giornata. E lui ritiene che di coraggio ce ne sia soprattutto qui, a Ponticelli dove Davide «uno come voi – uno di voi – è stato ucciso perché ha guardato in faccia chi stava rubando il motorino di un suo amico. È stato ucciso perché ha tenuto la testa alta. Lo hanno ucciso per farci abbassare la testa. Non possiamo rinunciare a essere donne e uomini liberi, come ha testimoniato anche, trenta anni fa, il giovane giornalista Giancarlo Siani».

Storie che si intrecciano ai suoi ricordi personali, all’uccisione di suo fratello Piersanti per mano della mafia, racconti che capisce nel profondo e da cui nasce quel senso di riscatto che lui stesso sente. «La camorra e le mafie possono essere sconfitte. La camorra e la mafia saranno sconfitte». Affida ai ragazzi che ha davanti, all’entusiasmo che sente, il compito di compiere una battaglia. «Voi giovani di Napoli sarete alla testa di questa storica vittoria. Napoli ha la forza per avviare una stagione nuova da protagonista ed essere traino del Mezzogiorno». È la sfida di chi sceglie la vita. «Chi si intruppa nelle gang giovanili, chi cerca la droga, chi spaccia violenza, chi si fa strumento di criminali ed ha scelto la morte, ha già perso».

Non parla solo agli studenti, Mattarella guarda anche gli insegnanti e non ignora le polemica per la recente riforma della scuola che ha avuto molte critiche e contestazioni tra i professori. «Gli ultimi interventi legislativi hanno sollevato discussioni e io non chiederò mai a nessuno di rinunciare alle proprie idee e al proprio spirito critico». Non entra quindi in quella che è stata una forte contrapposizione tra mondo della scuola e Governo ma fa atto di riconoscenza agli insegnanti che hanno continuato a lavorare in anni di crisi in cui la scuola è stata sacrificata più del necessario. «Mi sento di chiedere a ciascuno di voi di portare il proprio contributo nella scuola di oggi senza il quale non è possibile un salto in avanti. Vi sono state difficoltà in questi anni, anni nei quali si sono accentuate condizioni di precarietà affrontate recentemente dal Parlamento. Proprio per questo voglio dirvi: grazie!». E agli stessi insegnanti affida quel compito, strategico, di gestire l’inclusione degli immigrati. «È importante per l’Italia, per l’Europa intera, il modo con il quale saremo capaci di integrare i figli dei migranti: la scuola italiana ospita ottocentomila stranieri: più della metà di questi è nata in Italia».

Ma a Napoli Mattarella incrocia tutti i problemi di un’area sotto scacco: ad aspettarlo ci sono i residenti della Terra dei Fuochi e in ospedale è ancora in condizioni gravi il poliziotto, Nicola Barbato, ferito durante un’operazione antiracket. A lui il capo dello Stato rivolge un saluto pubblico e un ringraziamento dopo che sabato, appena arrivato a Napoli, era stato a trovarlo in ospedale. La sua visita prosegue con la corona deposta in memoria delle Quattro giornate al Maschio Angioino accompagnato da Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca, poi l’omaggio al quotidiano Il Mattino al teatro San Carlo. Ma il cuore e la testa della sua visita restano nella scuola di Ponticelli.

Internet senza rischi, «Generazioni Connesse» lancia le nuove guide per gli alunni

da Il Sole 24 Ore

Internet senza rischi, «Generazioni Connesse» lancia le nuove guide per gli alunni

di Alessia Tripodi

Il manuale del «supernavigante» e la campagna per i social sicuri: presentate a Napoli le nuove campagne educative per il Web coordinate dal Miur

Sarà un nuovo anno scolastico all’insegna del web sempre più sicuro per gli studenti. La cerimonia di inaugurazione con il ministro Stefania Giannini tenutasi ieri a Napoli è stata anche l’occasione per distribuire a 2mila bambini e ragazzi le due nuove guide con i «Consigli per i naviganti», nate da un’iniziativa di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre Italiano (Sic) cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato dal Miur.

Internet senza rischi
Oltre a distribuire i «manuali» per il Web sicuro, Generazione Connesse ha anche lanciato la campagna «I Supererrori. Le regole del supernavigante», l’iniziativa che prevede una serie di micro cartoon, la diffusione di materiali di sensibilizzazione e la possibilità, per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, di partecipare ai bandi di selezione di scrittura creativa, arti visive e multimediali «Scelgo io!». Il primo dei sette spot della campagna (gli altri sei saranno lanciati con cadenza settimanale, spiega il Miur) sarà lanciato sui canali social di Generazioni Connesse a partire dal prossimo mese di ottobre per far conoscere, attraverso sette personaggi, quei «super errori» che a volte si commettono in Rete. Per l’occasione Generazioni Connesse ha presentato un sito rinnovato (www.generazioniconnesse.it ) che offrirà attività e servizi dedicate a bambini, ragazzi, insegnanti e genitori.
L’evento di Napoli ha anche rappresentato anche la prima delle 57 tappe del tour «Una vita da social», campagna educativa realizzata dalla Polizia di Stato per la condivisione consapevole dei dati on line.
Tra le altre iniziative a sostegno di studenti, docenti e famiglie messe a punto da Generazioni Connesse – progetto che, oltre alla Polizia di Stato, vanta tra i suoi partner anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, la Sapienza di Roma e l’università di Firenze, Save The Children Italia, Telefono Azzurro – c’è la Helpline, piattaforma di Telefono Azzurro costituita da due canali di ascolto, la linea telefonica gratuita 1.96.96, attiva 24 ore al giorno, e la chat online, per bambini, adolescenti e adulti attiva tutti i giorni dalle 8 alle 22 (sabato e domenica dalle 8 alle 20).

Come cambia l’offerta formativa con la Buona Scuola

da La Tecnica della Scuola

Come cambia l’offerta formativa con la Buona Scuola

Potenziamento linguistico, approfondimento di logica e matematica, competenze digitali e stile di vita salutare. Sono alcune delle discipline sui cui punta la riforma.

La scuola, con la legge 107/2015, non cambia solo dal punto di vista del personale e dell’ordinamento scolastico ma propone una nuova ricetta didattica che punti a livellare l’istruzione e la formazione degli studenti italiani con i coetanei dell’Unione Europea.
La parola d’ordine è comunque “aggiornamento”, inteso sia come continuità dell’offerta formativa, sia dal punto di vista della contemporaneità, cioè, come già accennato, provare a mantenersi in linea con gli standard europei.
In un mondo sempre più globalizzato, le competenze linguistiche assumono un ruolo centrale della formazione scolastica, per cui a partire da questo anno scolastico l’attenzione verrà posta proprio sul potenziamento delle lingue, sia italiana, ma soprattutto quelle straniere, di cui la metodologia CLIL risulta essere il cuore di questo nuovo approccio didattico; infatti, con il sistema CLIL si insegnerà una materia non linguistica adoperando la lingua inglese.

La scuola deve rispondere alle necessità della società in cui siamo immersi, per cui, con la “Buona Scuola”, verrà dato ampio spazio alle cosiddette ‘competenze digitali’, in cui tra pensiero computazionale e una guida per sviluppare un uso consapevole dei social media, gli studenti possano muoversi disinvolti nella società digitale.
Nella “Buona Scuola” spazio alla matematica e alla logica, oltre che alla storia dell’arte e le discipline musicali. In quest’ottica, le scuole possono creare partnership con enti pubblici e privati, come i musei, proprio per tentare di cucire dei ponti fra la scuola e la società.
Anche l’educazione alla salute, allo sport e ad una corretta nutrizione viene considerata centrale nel nuovo corso della riforma.
Ma è l’alternanza scuola – lavoro lo strumento cardine di coesione fra studenti e mondo del lavoro: la programmata visita presso le aziende, il piano di alternanza in cui lo studente entrerà in fabbrica o in ufficio, il ruolo di coordinamento della scuola e il monitoraggio delle competenze acquisite unite alla formazione in aula. Spazio anche all’auto – imprenditorialità, in modo da definire le basi per attivare nella mente degli studenti obiettivi da realizzare in autonomia offrendo servizi o beni innovativi per la collettività. Si tratta della scommessa del Governo Renzi – Giannini per provare ad incidere nel breve periodo sulla mancanza di conoscenze tecnico – pratiche degli studenti e sulla disoccupazione giovanile.
A tal proposito la riforma mira a potenziare le attività di laboratorio, in modo da essere adeguate per le esigenze delle materie.
La legge 107 si propone di attivare tutte quelle iniziative per sconfiggere la dispersione scolastica, mediante percorsi individuali e dedicati, coinvolgendo anche servizi socio – sanitari e assistenziali.
Le scuole, con la partecipazione degli enti locali, potranno organizzare corsi di alfabetizzazione e di potenziamento della lingua italiana per cittadini o per stranieri.
Infine, fra i vari obiettivi della riforma si annoverano la valorizzazione di comportamenti rispettosi della legalità, della sostenibilità ambientale e dei beni paesaggistici e culturali.
Gli studenti sono avvisati.

Diplomati magistrali, Gilda: “Situazione scandalosa, Miur intervenga”

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrali, Gilda: “Situazione scandalosa, Miur intervenga”

E’ scandalosa la situazione in cui si trovano i diplomati magistrali che, pur in possesso dell’abilitazione per insegnare nella scuola primaria, sono in balia dell’incertezza più assoluta a causa dei numerosi ricorsi avviati per ottenere l’inserimento nelle Gae”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che cita l’esempio di alcune province dove ci sono docenti assunti e poi licenziati per lasciare la cattedra ad altri diplomati magistrali che hanno presentato e vinto il ricorso.
Manca del tutto la certezza del diritto – incalza Di Meglio – perché ci sono insegnanti che si sono rivolti al Tar e altri al giudice del lavoro e in alcuni casi hanno vinto il ricorso e in altri no, nonostante le condizioni fossero identiche. E’ assurdo che non si chiarisca di chi sia la competenza giurisdizionale e che il Miur taccia. Chiediamo perciò al ministro Giannini – conclude il coordinatore della Gilda – di intervenire subito per sanare questa situazione paradossale”.

Entro il 24 ottobre l’aggiornamento dell’Anagrafe studenti

da La Tecnica della Scuola

Entro il 24 ottobre l’aggiornamento dell’Anagrafe studenti

L.L.

Dal 1° ottobre saranno disponibili sul SIDI, per tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, statali e non statali, le funzioni di “Avvio anno scolastico” per l’aggiornamento dei dati sulle frequenze (composizione delle classi, tempo scuola, indirizzi di studio) dell’Anagrafe Nazionale degli Alunni per l’anno scolastico 2015/2016. L’aggiornamento deve essere concluso entro il 24 ottobre.

Con la nota prot. n. 3362 del 25 settembre 2015 il Miur ha spiegato che i dati di “Avvio anno scolastico” possono essere comunicati scegliendo una delle seguenti modalità (alternative tra loro):

  1. caricamento diretto sul SIDI utilizzando la funzione di Shift, che consente lo “scorrimento” delle posizioni dei singoli alunni dall’anno scolastico 2014/15 all’anno scolastico 2015/16;

  2. trasmissione di flussi (per le scuole che utilizzano i sistemi applicativi locali).

Sono momentaneamente esclusi dall’aggiornamento gli ex corsi serali (percorsi di secondo livello) per i quali seguiranno indicazioni specifiche.

Ritorna “Generazioni connesse” con una nuova campagna per navigare sicuri

da La Tecnica della Scuola

Ritorna “Generazioni connesse” con una nuova campagna per navigare sicuri

L.L.

Dal mese di ottobre sarà on-line la nuova campagna di comunicazione di “Generazioni connesse”, il Safer Internet Centre (SIC) italiano, co-finanziato dalla Commissione europea e coordinato dal Miur.

La campagna di comunicazione prevista per il 2015-2016 si chiama “I Supererrori. Le regole del supernavigante” e prevede una serie di micro cartoon, la diffusione di materiali di sensibilizzazione e la possibilità,  per gli studenti di  tutte le scuole di ogni ordine e grado, di partecipare ai bandi di selezione di scrittura creativa, arti visive e multimediali “SCELGO IO!”.

Il primo dei sette spot (gli altri sei saranno lanciati con cadenza settimanale) della campagna sarà lanciato sui canali social di Generazioni Connesse a partire dal prossimo mese di ottobre per far conoscere, attraverso sette personaggi, quei “super errori” che a volte si commettono in Rete.

Per l’occasione Generazioni connesse si presenterà con un sito rinnovato (www.generazioniconnesse.it) attraverso i quale i bambini, i ragazzi, gli insegnanti e i genitori avranno a disposizione una serie di attività e di servizi.

Sempre sul tema della sicurezza on-line, il Miur ha presentato oggi, alla Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, le nuove linee guida per bambini e ragazzi per navigare con sicurezza nel web, con i “Consigli per giovani naviganti” che vogliono richiamare, in maniera ironica, l’immaginario di super eroi tanto diffuso non solo tra i ragazzi e le ragazze di tutte le età, ma anche tra gli adulti.

Il Presidente Mattarella ha inaugurato l’anno scolastico a Napoli

da tuttoscuola.com

Il Presidente Mattarella ha inaugurato l’anno scolastico a Napoli

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato gli studenti e ha visitato i laboratori dell’istituto superiore professionale “Sannino Petriccione”, a Ponticelli, a Napoli, poco prima dell’inizio di “Tutti a scuola”, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2015-2016. Il capo dello Stato è accompagnato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

All’evento hanno partecipato circa 2.000 alunni, provenienti dalle scuole di tutta Italia. Sono stati selezionati in base ai progetti e ai percorsi didattici realizzati con i loro insegnanti sui temi dell’intercultura, dell’integrazione, dell’educazione alla legalità, della partecipazione alla vita scolastica.

Il presidente della Repubblica si è rivolto agli alunni con queste parole: “Ai ragazzi del Sud voglio dire che, se la scuola è l’opportunità più grande di sviluppo del Mezzogiorno, e se la crescita del Sud è condizione indispensabile per il rilancio del Paese, allora voi giovani studenti siete la speranza concreta di un nuovo sviluppo per l’Italia intera“.

Mattarella ha aggiunto che “La scuola è decisiva per tutti i giovani nel nostro Paese. L’istruzione è una pietra angolare del patto di cittadinanza, e rientra a pieno titolo tra i diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione. Una scuola che funziona bene contribuisce a ridurre le disparità e favorisce la mobilità sociale, nel senso di offrire opportunità ai più meritevoli. Una scuola che funziona male, invece, accentua gli squilibri e crea barriere“.

Citando Don Lorenzo Milani, Mattarella ha sottolineato che “se si perde gli ultimi, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati“.

Agli insegnanti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto di continuare a lavorare, come hanno sempre fatto, per migliorare la scuola nonostante la riforma varata dal governo abbia suscitato le loro critiche. “Gli ultimi interventi legislativi hanno sollevato discussioni e hanno messo a confronto punti di vista diversi – ha detto il capo dello Stato –. Non chiederò mai a nessuno di rinunciare alle proprie idee e al proprio spirito critico ma mi sento di chiedere ad ognuno di voi di portare il proprio contributo nella scuola di oggi, percorrendo insieme la strada e cercando di migliorare ciò che sta attorno a noi“.

Mattarella ha riconosciuto agli insegnanti di aver svolto un ruolo centrale in questi anni di difficoltà per la scuola aggravati dalla crisi economica. “Proprio per questo voglio dirvi grazie”, e ha aggiunto: “Oggi senza di voi non sarebbe possibile immaginare un salto in avanti e vi chiedo di proseguire questo impegno“.

Il presidente ha speso anche parole sulla scuola come strumento di integrazione: “E’ importante per l’Italia e per l’Europa intera, il modo con il quale saremo capaci di integrare i figli dei migranti“. “L’integrazione sta producendo risultati e assistiamo un avanzamento negli studi di molti giovani stranieri“.

Comitato di valutazione: rispetto della legge e autonomia decisionale

da tuttoscuola.com

Comitato di valutazione: rispetto della legge e autonomia decisionale

In merito alla costituzione del nuovo Comitato di valutazione dei docenti giungono dal territorio notizie discordanti, che, tuttavia, fanno emergere un complessivo quadro di attesa.

Sono pochi, a quanto sembra, i dirigenti scolastici che hanno avviato la macchina in ossequio alla precisa indicazione della legge che, in proposito, al comma 129 prevede: “Dall’inizio dell’anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, l’articolo 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è sostituito dal seguente…”

Si parla, come si vede, di “Dall’inizio dell’anno scolastico”, anziché “per l’anno scolastico” oppure “dall’anno scolastico”.

Questa pausa-rinvio complessiva, suggerita soprattutto dal sindacato, sembra essere motivata anche dalla necessità di capire in che direzione muoversi.

Non sarà certamente il Miur a definire modi, criteri e contenuti della delicata materia, anche se è auspicabile che aiuti i docenti a capire, approfondire e orientarsi.

Infatti, coerentemente con le finalità della Buona Scuola che intende dare piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche in materia di valutazione dei docenti dovrà essere assicurata piena autonomia alle scuole relativamente alle modalità e ai criteri per la costituzione e il funzionamento del comitato di valutazione.

I soli vincoli a cui le istituzioni scolastiche devono sottostare sono quelli previsti dalla legge: composizione del Comitato, risorse disponibili, aree di valutazione.

E anche tempi della sua costituzione (dall’inizio dell’anno scolastico), senza considerare che la tempestività dei criteri valutativi, autonomamente definiti, può aiutare gli stessi insegnanti a orientarsi e impegnarsi per tempo nelle attività oggetto di premialità.

2015-16: calano gli alunni, aumentano le classi

da tuttoscuola.com

2015-16: calano gli alunni, aumentano le classi

Il Focus con cui il ministero dell’istruzione ha pubblicato anche quest’anno i dati della situazione di fatto della scuola italiana per questo anno scolastico, presentata attraverso i tradizionali indicatori di struttura (numero scuole, classi, alunni, ecc.), consente alcune considerazioni interessanti, soprattutto se confrontato con gli analoghi Focus dei due anni scolastici precedenti.

Nel confronto tra la popolazione scolastica di quest’anno e quella di due anni fa emerge una lieve flessione di iscritti: 16.639 alunni in meno pari a -0,2%.

Il dato complessivo non è certamente rilevante, ma se si confronta l’andamento dei singoli settori, emerge che dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di I grado vi è stata una diminuzione di iscritti: 30.060 nell’infanzia (-2,9%), 13.354 nella primaria (-0,5%) e 21.886 nella secondaria di I grado (-1,3%).

Questa flessione è parzialmente compensata dal numero di iscritti di quest’anno nella secondaria di II grado che ha registrato, rispetto a due anni fa, un aumento di 48.641 iscritti (+1,9%).

Il diverso andamento degli iscritti del primo ciclo rispetto al secondo può dipendere da due fattori: un primo effetto della flessione dei nati da una parte e una diminuzione della dispersione dall’altra. Comunque da accertare.

L’aumento del numero di studenti nella secondaria di II grado ha determinato anche un aumento del numero di classi (oltre 3.300 in questo settore), seguito da un aumento anche nella secondaria di I grado (202 classi in più) e nella scuola dell’infanzia (+ 81 sezioni), mentre nella primaria sono state chiuse più di 500 classi.

Infine, si conferma, come ormai avviene ininterrottamente da anni, un altro aumento di alunni con disabilità, passati dai 207.244 del 2013-14 ai 217.563 di quest’anno: 10.319 in più, pari ad incremento del 5%.

I 500 euro per aggiornarsi. Un modo per far crescere la scuola

da TuttoscuolaFOCUS 

I 500 euro per aggiornarsi. Un modo per far crescere la scuola

È ormai una questione forse di ore o di giorni, poi il Dpcm dei 500 euro per l’autoaggiornamento dei docenti verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e potrà essere valutato in tutti i suoi aspetti, compresi quelli degli articoli iniziali del testo rimasti per il momento sconosciuti.

L’iniziale timore di qualcuno che temeva la tassabilità di quei 500 euro in busta paga è rientrato in considerazione che la legge (comma 121) prevede che “La somma di cui alla Carta non costituisce retribuzione accessoria né reddito imponibile”.

Sarà interessante ora conoscere anche le modalità applicative del decreto per capire meglio, in particolare, i limiti dell’impiego di quel voucher di 500 euro, la natura della sua spendibilità, le pezze giustificative per gli acquisti (ricevuta, fattura?) o per gli ingressi a mostre, musei, spettacoli (semplice biglietto o ricevuta?).

Il Miur, in sede di emanazione delle direttive applicative, dovrà trovare il modo anche per assicurare il più possibile un utilizzo personale del voucher (sicuro per abbonamenti a riviste o per partecipazione a corsi di aggiornamento, labile invece per altri utilizzi), senza creare, tuttavia, troppi impacci burocratici per il suo utilizzo, impacci che finirebbero per vanificare o compromettere le finalità della legge.

Ci auguriamo che prevalga complessivamente la fiducia verso i docenti per un uso responsabile dei 500 euro, anziché la rigidità dei vincoli burocratici. Si annuncia anche un tour de force alla fine dell’anno scolastico per le segreterie delle scuole e dei revisori dei conti impegnati nella rendicontazione.

Nel complesso questa nuova e originale risorsa per l’arricchimento professionale degli insegnanti merita il miglior successo possibile per diventare, nel medio e lungo termine, un volano formativo per tutto il sistema scolastico.

TEMPO SCUOLA CREATIVO

TEMPO SCUOLA CREATIVO:
CLASSI DI PRIMARIA A 36 ORE A FIRENZE

Che la normativa scolastica non sia esattamente il punto di forza dei dirigenti scolastici lo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, la disinvoltura con cui in certe scuole di Firenze ci si dà al tempo scuola creativo, con classi da 36 ore settimanali: maestre con il venerdì pomeriggio libero e alunni affidati a laboratori doposcuola a pagamento.

Il genitore si lamenta, esibisce la circolare del Dirigente scolastico che illustra nei dettagli la situazione (la prot. n. 3788/B38d del 29 maggio 2015 avente ad oggetto “a.s. 2015/16 – iscrizione ai laboratori extrascolastici e incontro di inizio anno”), così l’Associazione genitori interviene e, udite udite, nulla cambia. Ovvero, un cambiamento c’è perché, riscossa la prima rata, la scuola non procede con la richiesta di pagamento a saldo.

Riepiloghiamo: le famiglie all’atto dell’iscrizione barrano la casella “40 ore” e invece ne ottengono 36, un tempo scuola non previsto dall’attuale normativa né consentito da “La Buona Scuola”, in quanto prima di cambiare il tempo scuola occorrono una programmazione, delle delibere e soprattutto l’informativa alle famiglie. Che si tratti di danno all’Erario? Non sta a noi giudicare, ma certo possiamo dire che a Firenze si verificano palesi irregolarità che penalizzano famiglie e bambini visto che, almeno a detta dei genitori, la qualità della sorveglianza non è al livello delle loro aspettative; inoltre non si puo’ certo costringere chi ha bisogno del tempo pieno per motivi familiari a pagare una cooperativa sociale per completare l’orario dovuto.