La Sfida contemporanea dell’acquacoltura

“La Sfida contemporanea dell’acquacoltura”

Paolo Manzelli – Presidente EGOCREANET . egocreanet2016@gmail.com

 

Le finalità di EgoCreaNet sono rivolte verso un futuro verde della vita basata su una alta qualità nutritiva sicura e sana della produzione alimentare in terra ed in mare.

 

EGOCREANET (ONG c / o business Incubatore della Univ. di Firenze.) si propone pertanto di aiutare la promozione di acquacoltura e di maricoltura eco-sostenibile, per garantire la biodiversità nel mare nel mondo della innovazione produttiva di prodotti ittici freschi di allevamento. La attivita’ in questa area  di EgoCreaNet è  dedicata alla  sicurezza nutrizionale del pescato  di buona qualità, alla tutela dell’ambiente ecologico .

———————————————————-

 

L’acquacoltura è un settore di produzione in crescita in quanto rivolto al fine di soddisfare la domanda crescente di pesce della popolazione mondiale e allo stesso tempo utile per proteggere gli stock ittici oceanici e la loro biodiversita’ in una situazione della vita del mare aggravata dai cambiamenti climatici.      Lo sfruttamento eccessivo degli oceani volto a soddisfare la domanda crescente di pesce pescandolo nel mare non ha piu una prospettiva realistica. Per produrre in modo sostenibile di pesce si dovrà dare più affidamento su acquacoltura. Pertanto le speranze di sviluppo alimentare di questo settore sono riposte sulle “Fattorie del Mare” viste come alternativa alla pesca eccessiva e quindi all’ esaurimento di specie commestibili e pregiate di pesce. Oggigiorno la scommessa dell’ acqua coltura e di migliorare l’uso di grandi quantità di mangimi non piu’ derivati da farine di pesce selvatico. Si tende pertanto a diminuire il rapporto “Fish In – Fish Out” (FIFO) nel mangime per molti tipi di pesci coltivati.

 

Le forniture farina di pesce stanno diventando sempre più scarse e costose , rendendo la necessità sostenibile di reperire una fonte di proteine e altri ingredienti di alto valore nutrizionale per le varie specie di pesci. I metodi attuali di produzione di mangimi tendono a non utilizzare piu’ la “farina di pesce”, unendo l’olio di pesce a prodotti di grani, e sostanze chimiche confezionate in “pellets” per alimentare pesci coltivati. Questo pone un problema, poiche’ molti pesci carnivori non sono geneticamente progettati per metabolizzare grandi quantità di carboidrati. Pertanto la innovazione di mangime per pesci continua ad essere un problema nella lotta per l’acquacoltura eco-sostenibile fino a trovare un modo per fornire cibo di elevata qualita’ nutraceutica all’ allevamento di pesci. Le diete per l’acquacoltura hanno bisogno di aumentare la qualita’ del mangimi non solo per il profitto per il produttore, ma per creare una fonte di proteine , vitamine ed omega 3/6 ,necessarie per migliorare la salute della popolazione mondiale in costante aumento. Viceversa troppo spesso si è provveduto a dare ai pesci mangimi di composizione proteica e nutrizionale non adatta alle varie specie ed inoltre con la utilizzazione di antibiotici hanno dato pescicoltura un brutto nome e fatto diminuire la bonta’ salutare e organolettica del pescato.

 

Piu’ recentemente progetti di ricerca e sviluppo in questo settore della mangimistica per pesci di acquacoltura sono stati attivati con lo scopo di migliorare la comprensione dei rapporti tra nutrizione e l’impatto ambientale ed tali progetti di innovazione sono in corso in tutto il mondo. Tuttavia, la scommessa è ancora quella di realizzare mangimi per pesci relativamente a basso costo ed alta qualita’ nutraceutica in sistemi di acquacoltura rispettosi dell’ambiente ; pertanto tale obiettivo e’ divenuto un business di grande concorrenza mondiale .

 

La moderna acquacoltura è normalmente piu’ sviluppata nei paesi nordici ma è divenuta un settore che presenta notevoli potenzialità per lo sviluppo della produzione di cibo anche in Italia come in tutto l’ arco del mare mediterraneo. L’acquacoltura in Italia è principalmente concentrata nella zone costiere, ma ci sono molte zone rurali con buona qualità e delle risorse idriche e ambientali inutilizzate in cui potrebbero essere stabiliti allevamenti ittici nelle aree interne di produzione agricola e forestale cosi da ottenere un piu’ ampio e sostenibile sviluppo dell’ acquacoltura. (1)

 

L’impatto dell’acquacoltura sull’ambiente dipende da diversi fattori ma il fattore principale risiede nella capacita di pulire l’ acqua a ciclo continuo in particolare dagli stessi escrementi cosi’ da evitare inquinamento e malattie indotte nei pesci causate da acque sporche e con eccessiva fertilizzazione di alghe.

 

L’ Europa nella sua progettazione di ricerca ed innovazione richiama l’attenzione sulla utilizzazione per la mangimistica animale sulla produzione di micro-alghe. Queste, oltre ad essere oggetto di un crescente consumo umano ed animale negli ultimi anni, si sono dimostrate particolarmente adeguate per determinate produzioni industriali e per la generazione di integratori alimentari e di bio- energia; cio in quanto il loro ampio potenziale non viene ancora sfruttato adeguatamente nell’UE, sebbene si tratti di una delle coltivazioni più sostenibili sul piano ambientale, poiché non richiede alcun tipo di alimentazione e non produce residui. (2) In particolare i prodotti algali possono essere utilizza. i per migliorare il valore nutrizionale degli alimenti e mangimi per pesci a causa della loro composizione chimica e pertanto essi svolgono un ruolo cruciale nel settore dell’acquacoltura . (3)

 

In conclusione il settore dell’acquacoltura è in più rapida crescita nel quadro della produzione della industria alimentare in tutto il mondo. Il mangime per pesci ecologicamente sostenibile ed economicamente efficiente costituisce la scommessa vincente dell’ acquacoltura moderna ed ha il focus nella ottimizzazione a basso costo di ingredienti dei mangimi per pesci (carnivori e non carnivori) la cui composizione sia realizzata con modalita’ innovative e ecologicamente ed economicamente sostenibili.

 

Va riconosciuto che esiste un fattore limitante per l’espansione del settore dell’acquacoltura moderna infatti oltre alla necessita di nuovi e sostenibili ingredienti dei mangimi, come sostituti di farina di pesce, è necessario anche trovare sostituti dell’ olio di pesce che è normalmente addizionato nei mangimi per l’acquacoltura. L’olio di pesce, estratto da scarti del pesce marino, contiene “n.omega-3” ( ovvero: omega3 elongato), prevalentemente in forma di acido eicosepentenoic (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA).

Purtroppo la produzione mondiale di olio di pesce sta decrescendo notevolmente.

Il pesce marino ottiene EPA e DHA proveniente da una complessa catena alimentare che comprende le microalghe e che si origina nel plankton. Sappiamo che solo gli elementi “n.omega3” sono essenziali sia per la salute dell’ uomo che dei pesci ma ricordiamo che ne l’ uomo e neppure i pesci possono produrli geneticamente. Pertanto mentre sappiamo che le proteine vegetali provenienti microalghe marine, sono sostituibili alle proteine provenienti da farine di pesce, sappiamo anche che le microalghe non possono sostituire l’ olio di pesce il quale è caratterizzato da elevare concentrazioni essenziali di n.omega3 .

Di conseguenza volendo ottenere una produzione di alta qualita’ del pesce di acquacoltura la presenza di n.omega3 nei mangimi non puo’ comunque mancare ed è quindi è necessario ricercare alternative per introdurre questi acidi grassi essenziali elongati nei mangimi per l’ acquacoltura. (4)

 

Tenute di conto le precedenti considerazioni un obiettivo fondamentale della proposta progettuale promossa da Egocreanet, sara quello di valorizzare i contenuti nutraceutici delle microalghe ed in particolare della “spirulina” utilizzabile come integratore alimentare il cui contenuto proteico vitaminico è un requisito ideale per l’ottimale nutrimento dei pesci. Inoltre lo studio della elongazione di omega3 e di suoi sostituti sara’ un motivo di ricerca essenziale incluso assieme ad altri fattori di indagine eco-sostenibile indicati nel progetto finalizzato a trovare soluzioni innovative con partners aggregati tra, esperti Europei di industria, ricerca ,e management, come richiesto dal bando Horizon BG-08-2017 , sul tema Innovative sustainable solutions for improving the safety and dietary properties of seafood”. (5)

Tale Progetto promosso da Egocreanet terra’ in puntuale considerazione i seguenti principali obiettivi :

  • la produzione di acquacoltura in previsione dovra’ passare da 60 a 120 Mton entro il 2030; quindi se vogliamo mantenere e migliorare il livello attuale di consumo di pesci e frutti di mare l’accesso a nuove materie prime per la produzione di mangimi ad elevata qualita’ è di fatto una delle principali preoccupazioni
  • i pesci sono tra i migliori convertitore di alimentazione con un bassissimo tasso di emissioni di anidride carbonica e la conversione di cibo rispetto agli animali terrestri e quindi la piscicoltura marina o di acqua dolce può essere considerata come piu’ utile per un futuro eco-sostenibile.
  • la ricerca di fonti alternativa di olio di pesce (contenente omega3 elongato in forma di EPAe DHA) è una sfida particolarmente importante. Infatti la mancanza di catene lunghe omega3 è una necessita’ alimentare per la salute di uomini ed animali che va esaurendosi progressivamente e pertanto fonti alternative di olio di pesce vanno rapidamente trovate .

 

Di conseguenza la proposta progettuale di EGOCREANET e collaboratori svilupperà nuove conoscenze per far luce su questioni di ricerca e le soluzioni innovative necessarie nel campo della ottimizzazione nutrizione per l’acquacoltura durante tutto il ciclo di riproduzione di varie specie di pesci.

Infine con questo progetto è intenzione di Egocreanet di collaborare alla promozione di una rinnovata responsabilita’ sociale ed economica del vivere in una era dove la effettiva eco-sostenibillita’ futura dello sviluppo viene a dipendere dalla capacita di reinvenzione delle attivita’ produttive in difesa dell’ ambiente naturale e della sua biodiversita’ quale limite strategico tra presente e futuro degli evidenti rischi generati dal cambiamento climatico .

 

BIBLIO ON LINE :

(1) AQUA-FARM -(Pordenone (It) 26/27.Gen.2017);
http://www.aquafarm.show/…/2016/2017_Brochure_AQF_IT.pdf;

(2)- Produzione di micro-alghe: http://www.caosmanagement.it/440-produzione-di-microalghe;

(3)- PESCI IN RETE e BIO-ECOLOGIA-BLU : http://www.pesceinrete.com/php/news/10346-bio-ecologia-blu-il-pescato-nella-nutrizione-funzionale-del-futuro.html;

(4)–Fish-Nutrigenomics: http://www.aquaculture.stir.ac.uk/nutrition/;

http://storre.stir.ac.uk/bitstream/1893/1590/1/LeaverRevFishSci2008finpost.pdf

(5)–Vedi Info su Facebook ,Fish-Feed: https://www.facebook.com/groups/494610330735490/

Mobilità e vincolo quinquennale sostegno

Mobilità e vincolo quinquennale sostegno: l’Anief impone al MIUR il rispetto della normativa comunitaria

Anief non si smentisce neanche questa volta, ottenendo conferma delle tesi patrocinate in favore dei docenti di ruolo cui il MIUR ha imposto l’obbligo di pemanenza su posti di sostegno senza tenere conto del servizio già svolto sul medesimo posto durante il periodo di precariato. Presso il Tribunale del Lavoro di Forlì gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Ida Mendicino e Tiziana Sponga ottengono piena vittoria per una nostra iscritta imponendo, ancora una volta, al MIUR il rispetto di norme imperative dettate dalla comunità europea che vietano qualsiasi discriminazione tra servizio svolto a tempo determinato e quello a tempo indeterminato. Il nostro sindacato ottiene, così, un’ulteriore condanna dell’Amministrazione a concedere il trasferimento su posto comune garantendo il pieno rispetto del lungo periodo di precariato svolto alle dipendenze del MIUR.

CARTA DEL DOCENTE, IL MIUR NON CHIARISCE

CARTA DEL DOCENTE, IL MIUR NON CHIARISCE E INGARBUGLIA LA MATASSA

“La nota del Miur sulla rendicontazione dei 500 euro della Carta del Docente non fornisce alcun chiarimento circa le spese ammissibili e rischia di creare ulteriore confusione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta la circolare pubblicata ieri pomeriggio dal ministero dell’Istruzione.

“Proprio ieri mattina siamo intervenuti in merito, evidenziando che il Miur, nonostante i nostri ripetuti solleciti, non aveva ancora provveduto ad emanare un atto ufficiale e dettagliato per dirimere tutti i dubbi sull’utilizzo del bonus. Ma viale Trastevere, invece di chiarire la questione, non ha fatto altro che ingarbugliare ancora di più la matassa rinviando al 15 ottobre la scadenza per la rendicontazione, spostando al 31 agosto il termine di utilizzo del bonus e fissando una serie di passaggi burocratici, con conseguenti rallentamenti che – conclude Di Meglio – comprometteranno sicuramente i tempi dell’erogazione dei 500 euro per il prossimo anno scolastico”.

Chiamata diretta, in tribunale

da ItaliaOggi

Chiamata diretta, in tribunale

Cgil, Cisl, Uil e Snals fanno ricorso contro l’Istruzione: eccesso di discrezionalità nelle nomine

Marco Nobilio

La chiamata diretta al vaglio del Tar del Lazio. L’intervento della magistratura amministrativa è stato chiesto dai sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals, che hanno impugnato il provvedimento con il quale il ministero guidato da Stefania Giannini ha dato attuazione alla chiamata dei docenti per competenze (nota Miur A00DPIT Registro ufficiale (U) 0002609 del 22.07.2016).

Provvedimento che è stato emanato dopo la mancata stipula dell’accordo integrativo (la cosiddetta sequenza contrattuale) che avrebbe dovuto regolare il nuovo sistema di individuazione dei docenti introdotto dalla legge 107/2015. Nel ricorso i sindacati hanno evidenziato una serie di elementi della riforma Renzi-Giannini che inficerebbero la legittimità del provvedimento.

In primo luogo la procedura seguita dal ministero, che avrebbe bypassato la trattativa ancora in corso sulla sequenza contrattuale, scegliendo di agire con un provvedimento unilaterale. In questo caso, secondo Cgil, Cisl, Uil e Snals, l’amministrazione, oltre a non riconoscere le prerogative del sindacato, avrebbe anche omesso di attivare il previo controllo di compatibilità da parte del ministero dell’economia, così come previsto dall’articolo 40 bis del decreto legislativo 165/2001. In pratica, secondo Cgil, Cisl, Uil e Snals, quand’anche fosse considerato legittimo l’omesso passaggio al tavolo negoziale, l’amministrazione avrebbe dovuto comunque sottoporre il provvedimento al vaglio degli organi di controllo.

Nel merito, invece, i sindacati ricorrenti hanno lamentato che la chiamata diretta, non essendo stata regolata puntualmente dall’amministrazione, risulterebbe caratterizzata dall’esistenza di un eccessivo potere discrezionale da parte dei dirigenti scolastici. Potere che si tradurrebbe nella facoltà di adottare criteri e metodi diversi da scuola a scuola. In più, la chiamata diretta risulterebbe anche non conforme ai parametri fissati dalla Costituzione, perché, non applicandosi a tutto il personale docente, creerebbe delle disparità di trattamento in contrasto con vari precetti costituzionali. E ciò renderebbe, sempre secondo i ricorrenti, ampiamente discrezionali ed arbitrarie le scelte del dirigente scolastico, per non parlare della possibilità, si legge nel ricorso, «per questi di avere un pre-colloquio con il candidato, di cui neppure è indicato l’oggetto o la modalità e che apre spazi di disparità di trattamento massimo, avuto riguardo, infatti, alla possibilità di una scelta basata su elementi assolutamente soggettivi, quali la simpatia, affabilità del candidato e genere dello stesso». Nel ricorso, peraltro, si fa riferimento anche alla possibilità, per il dirigente scolastico, di discriminare docenti di sesso femminile avvantaggiando i colleghi maschi, a parità di requisiti:

Sulla base di queste considerazioni i ricorrenti hanno anche chiesto al Tar del Lazio di valutare la possibilità di rimettere gli atti alla Corte costituzionale, chiedendo alla Consulta di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale delle disposizioni della legge 107/2015, che istituiscono la chiamata diretta.

Ciò nel caso in cui i giudici amministrativi dovessero ritenere che le disposizioni di attuazione, contenute nella nota del 22 luglio, non dovessero risultare in contrasto rispetto alle norme della legge 107 dalle quali discendono. I ricorrenti hanno anche chiesto una pronuncia in sede cautelare, con relativa sospensione della nota impugnata o, in assenza, la fissazione a breve scadenza dell’udienza di merito, ferma la questione di legittimità costituzionale eccepita nel ricorso. Pertanto, se i giudici dovessero ritenerla non manifestamente infondata, il giudizio dovrà essere sospeso in attesa del responso del Giudice delle leggi.

Infanzia, la delega ancora non c’è ma già è stata modificata

da ItaliaOggi

Infanzia, la delega ancora non c’è ma già è stata modificata

Il dl scuola prevede che si passi ai fabbisogni standard

Emanuela Micucci

Non ancora varata dal Governo, la delega per la riforma del sistema integrato di istruzione 0-6 anni è già stata modificata dal Dl Scuola. Non solo una sostituzione di termini da «livelli essenziali delle prestazioni», come originariamente definiti nel testo della Buona Scuola (comma 181, art.1 L.107/2015), a «fabbisogni standard», come previsto dalla legge di conversione del Dl 42/2016 in tutte le frasi della delega della 107 in cui è presente. Ma una modifica sostanziale della riforma che apre una serie di questioni in vista della delega che il governo dovrà varare nei prossimi 5 mesi. Eppure, questa sembrava la delega che aveva la strada più spianata, forte del ddl Puglisi (dalla prima firmataria della proposta, la capogruppo in commissione istruzione del senato, Francesca Puglisi, pd) sul sistema integrato di istruzione 0-6 anni, che in larghissima parte ricalca, in dirittura d’arrivo in Senato già due anni fa alla vigilia del lancio della Buona Scuola.

Quindi, si tratterà di definire i fabbisogni standard, non più i livelli essenziali delle prestazioni, della scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia previsti dal Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali. Di istituire una quota capitaria per il raggiungimento dei fabbisogni standard, non più dei livelli essenziali, prevedendo il cofinanziamento dei costi di gestione, da parte dello Stato con trasferimenti diretti o con la gestione diretta delle scuole dell’infanzia, mentre la restante parte è assicurata dalle regioni e dagli enti locali al netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del servizio. Di approvare e finanziare un piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato, finalizzato anche questo al raggiungimento dei fabbisogni standard, non più dei livelli essenziali.

«Si corregge un principio e criterio direttivo della delega sullo 0-6 anni prevista dalla legge n. 107 del 2015, sostituendo l’espressione ‘livelli essenziali’ con ‘fabbisogni standard’, in quanto i livelli essenziali presupporrebbero l’universalità del diritto, mentre sul segmento 0-3 anni l’obiettivo europeo è di assicurare il 33% di copertura del servizio», spiega il relatore del provvedimento Anna Ascani (Pd). Una precisazione che ripropone il tema dell’assimilazione o meno dei nidi alle scuole dell’infanzia, le quali in Italia coprono ormai la generalità dei bambini di quella fascia d’età. Due istituzioni oggi diverse. L’infanzia non è solo generalizzata e da tempo inserita a pieno titolo nel sistema d’istruzione, come certificano la generalizzazione degli istituti comprensivi e le Indicazioni nazionali per il curricolo, ma è anche gratuita. Il nido invece non è e, come osservato dal ministero dell’economia, può oggi essere del tutto gratuito avendo come obiettivo la copertura del 30% dell’utenza.

Il relatore ammette però che anche il termine «fabbisogno standard» crea qualche problema. Infatti, «occorrerebbe chiarire il significato della locuzione ‘raggiungimento dei fabbisogni standard’». Poiché il fabbisogno standard «costituisce un indicatore del bisogno finanziario ottimale per erogare una quantità di prestazioni adeguata a garantire i livelli essenziali delle stesse. In quanto indicatore di spesa (efficiente), esso non sembra pertanto prestarsi ad un ‘raggiungimento’, espressione che, ad un primo esame, sembrerebbe invece da intendersi nel senso di obiettivo di ‘finanziamento’ del fabbisogno». La norma, inoltre, rinvia al Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali la definizione non più dei livelli essenziali delle prestazioni ma dei fabbisogni standard della scuola dell’infanzia e dei servizi educativi.

Elaborato nel 2009 e aggiornato nel 2013, il Nomenclatore interregionale però contiene le prestazioni socio-assistenziali ed a integrazione socio-sanitaria dei comuni singoli e associati diffuse sul territorio nazionale: è, quindi, uno strumento per mappare gli interventi e dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, non quelli delle scuole. La preoccupazione è una regressione della scuola dell’infanzia verso i servizi socio-assistenziali in cui sono collocati i nidi.

Bonus 500 euro, arriva la proroga: scontrini e fatture rendicontabili fino al 15 ottobre

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro, arriva la proroga: scontrini e fatture rendicontabili fino al 15 ottobre

Quest’anno le spese sostenute dai docenti destinatari del bonus di 500 euro per l’aggiornamento professionale si potranno rendicontare in segreteria del personale fino al 15 ottobre.

Lo prevede una nota esplicativa miniteriale inviata il 29 agosto alle scuole che proroga il termine inizialmente fissato al 31 agosto per dare a insegnanti e scuole più tempo per mettere insieme documentazioni di spesa e dichiarazioni di rendicontazione. A comunicarlo è stato direttamente il Miur.

I docenti potranno presentare come documenti che provano le spese sostenute entro il 31 agosto:

· lo scontrino fiscale;

· la ricevuta fiscale;

· la fattura;

· la ricevuta di bonifico bancario;

· il biglietto per la partecipazione agli eventi di cui all’articolo 4, comma 1 lettere d) ed e) del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 settembre 2015. Può essere presentato un solo biglietto per evento

Sono ammessi anche acquisti on-line purché sia possibile produrre la documentazione comprovante l’acquisto. Non sono riconosciute spese sostenute in Paesi nei quali non sono previsti strumenti di rendicontazione della spesa.

La documentazione delle spese sostenute dovrà essere consegnata in originale o in copia dichiarata conforme all’originale all’Istituzione scolastica di ultima titolarità.

Il ministero dell’Istruzione mette anche a disposizione un modello (qui sotto cliccando il link) per la rendicontazione inviato sempre il 29 agosto alle scuole.

Nella nota si specificano anche le tempistiche per gli Uffici amministrativi delle scuole che dovranno inviare la documentazione relativa alle spese agli Uffici scolastici regionali.

Nota prot. 12228 del 29 agosto 2016

Titolari di ambito senza sede a poche ore dall’inizio della scuola

da La Tecnica della Scuola

Titolari di ambito senza sede a poche ore dall’inizio della scuola

Tra poco più di due giorni inizia l’anno scolastico e i docenti titolari di ambito che non sono stati scelti dalle scuole sono ancora senza un’assegnazione di sede.

La questione è veramente antipatica perché questi docenti avrebbero dovuto avere assegnata una scuola dall’USR, in modo da presentarsi per la presa di servizio il giorno 1 settembre. Siamo ormai giunti al 30 agosto e nessuna comunicazione è stata pubblicata sull’assegnazione delle scuole dei docenti titolari di ambito che non si siano candidati per la chiamata diretta o che non siano stati scelti da nessun dirigente scolastico. Bisogna dire che gli USR assegnano gli incarichi d’ufficio ai docenti che non sono stati oggetto di chiamata diretta entro e non oltre il 31 agosto 2016, ma è altrettanto vero che i docenti avrebbero diritto di conoscere la scuola con un tempo ragionevole per raggiungerla comodamente la mattina del primo settembre. Ricordiamo che gli USR assegneranno d’ufficio, in base al punteggio della mobilità e all’ordine delle scuole previsto nel bollettino ufficiale di ciascun ambito, la sede dell’incarico triennale ai docenti titolari di ambito che non avranno ricevuto la “chiamata” da parte del dirigente scolastico.

Ci scrivono molti colleghi dicendoci: “Possibile che al 29 agosto ancora non si è a conoscenza della scuola definitiva nell’ambito assegnato? Ma come si fa ad organizzarsi?”.

Un gruppo di colleghi di Agrigento che dovrebbe organizzare il viaggio e prenotare l’albergo nella città dove sarà assegnato si sfoga: “Siamo disperati. Assegnati in ambiti del Nord Italia, con biglietti da fare o fatti, senza sapere dove ci dobbiamo presentare giovedì mattina”.

Perché tanto ritardo ad assegnare le scuole, se la chiamata diretta si è chiusa, con gli esiti che sappiamo, il 26 agosto? Speriamo che già domani gli USR pubblicheranno o comunicheranno le scuole assegnate ai docenti titolari di ambito che ancora non hanno avuto incarico.

Anche i docenti titolari di ambito nelle loro province di residenza, che non hanno avuto modo di essere selezionati per chiamata diretta, stanno attendendo con ansia l’assegnazione della scuola, anche se in questo caso il raggiungimento della sede è più semplice.

Competenze digitali come nuova materia? La riforma della Buona Scuola lo prevede

da La Tecnica della Scuola

Competenze digitali come nuova materia? La riforma della Buona Scuola lo prevede

La recente riforma della “Buona Scuola” prevede che già a partire da settembre gli Istituti potrebbero avviare nuovi programmi all’interno dei Ptof con l’introduzione di una nuova disciplina.

Riguarda, in particolare, lo studio delle “competenze digitali”. Il tutto in coerenza con le finalità e gli strumenti previsti nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale.

Il piano riporta, infatti, nell’ambito dell’azione #14:

“..sarà istituito un tavolo tecnico per la redazione di un framework che servirà a dare un indirizzo chiaro sulla dimensione, sul ruolo e sul contorno delle competenze digitali che ogni studente dovrà sviluppare nel triennio 2016-2018, la relazione di tali competenze con le diverse dimensioni espresse in questa sezione, e i relativi obiettivi di apprendimento. Le proposte del tavolo potranno inoltre riguardare una revisione delle indicazioni nazionali”.

Tuttavia, a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, quest’obiettivo sembra essere ormai disatteso.

Le competenze digitali come riporta lo stesso PNSD fanno da “nastro trasportatore” multi disciplinare della conoscenza, sono inoltre “alfabeto” del nostro tempo in grado di portare una nuova sintassi “tra pensiero logico e creativo, che forma il linguaggio che parliamo con sempre più frequenza nel nostro tempo”. È infine considerato “agente attivo del cambiamento sociale”.

Il PNSD, cita inoltre alcuni esempi di nuove didattiche che potrebbero essere introdotte come ad esempio quella di “promuovere l’uso di ambienti di calcolo evoluto nell’insegnamento della matematica e delle discipline tecniche scientifiche e introdurre elementi di robotica educativa nei curriculi della scuola secondaria di secondo grado”.

Tanti sono dunque i motivi validi perché venga inserita la “competenza digitale” come nuova materia didattica, come percorso formativo della scuola secondaria di secondo grado.

Motivo in più il fatto che dal 12 agosto decorre l’obbligo (introdotto dall’art.17 co.2 del DPCM 13 novembre 2014 ) della digitalizzazione di tutti documenti amministrativi degli Enti pubblici ed i Comuni.

In sintesi da questa data ogni Ente pubblico dovrebbe essere in grado di gestire la documentazione nativamente ed esclusivamente in formato digitale, senza più l’utilizzo della carta.

Per una PA che tenta di percorrere la strada del digitale, non può esserci, dunque, una scuola che non riesce a stare dietro a questa evoluzione, continuando a vivere di paradossi al proprio interno.

Paradossi emersi chiaramente negli ultimi esami del “concorsone”, dove in alcuni casi si sono scoperte anomalie legate ad una non corretta associazione “codice-domande” maldestramente armeggiate nelle pennette USB, con conseguenti ovvi disagi per i candidati.

La domanda è d’obbligo: è questa l’amministrazione pubblica che deve diffondere le competenze digitali?

Chiamata diretta, i sindacati presentano ricorso al Tar Lazio

da La Tecnica della Scuola

Chiamata diretta, i sindacati presentano ricorso al Tar Lazio

Dopo le polemiche, i sindacati passano all’azione: FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal hanno presentato ricorso al TAR Lazio contro le procedure della “chiamata diretta”.

Ecco il comunicato unitario delle OO.SS.:

“Il ricorso mette in evidenza le illegittimità nella gestione amministrativa e nei rapporti contrattuali del personale.

Le procedure attuative del provvedimento, infatti, stanno generando effetti negativi sia in termini di lesione dei diritti che della dignità professionale del personale.

Nel ricorso, oltre a impugnare le “Linee di orientamento” diffuse dal MIUR, è stata posta ai giudici amministrativi la questione di legittimità costituzionale del provvedimento e delle norme di legge da cui trae origine.

Legge e provvedimenti attuativi, consentendo di fatto un’assoluta discrezionalità del dirigente, ledono profondamente  principi cardine del nostro ordinamento,  tra cui l’imparzialità della pubblica amministrazione, la libertà di insegnamento, il diritto all’apprendimento degli alunni nell’ambito del sistema nazionale di istruzione.

Le problematiche sollevate, dunque, sono tali da legittimare anche la richiesta della discussione d’urgenza, nel merito, e di sospensiva, in via cautelativa.

Prosegue, anche con questo ricorso, l’azione dei sindacati scuola per ottenere le necessarie modifiche di una riforma i cui limiti sono resi ancor più palesi nel momento in cui in cui si tenta di procedere, in modo confuso e con evidenti errori che – anche sul piano pratico dell’attuazione – sta evidenziando tutti i suoi limiti: non uno degli obiettivi della riforma sembra significativamente e compiutamente utile all’intero sistema scolastico”.

Chiamata diretta: i sindacati scuola presentano ricorso al Tar Lazio

da tuttoscuola.com

Chiamata diretta: i sindacati scuola presentano ricorso al Tar Lazio
Posta la questione di legittimità costituzionale. Chiesta la discussione d’urgenza nel merito e la sospensiva in via cautelativa.

FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal oggi hanno presentato ricorso al tribunale amministrativo contro le procedure della cosiddetta “chiamata diretta”.

Il ricorso mette in evidenza le illegittimità nella gestione amministrativa e nei rapporti contrattuali del personale.

Le procedure attuative del provvedimento, infatti, stanno generando effetti negativi sia in termini di lesione dei diritti che della dignità professionale del personale.

Nel ricorso, oltre a impugnare le “Linee di orientamento” diffuse dal MIUR, è stata posta ai giudici amministrativi la questione di legittimità costituzionale del provvedimento e delle norme di legge da cui trae origine.

Legge e provvedimenti attuativi, consentendo di fatto un’assoluta discrezionalità del dirigente, ledono profondamente  principi cardine del nostro ordinamento,  tra cui l’imparzialità della pubblica amministrazione, la libertà di insegnamento, il diritto all’apprendimento degli alunni nell’ambito del sistema nazionale di istruzione.

Le problematiche sollevate, dunque, sono tali da legittimare anche la richiesta della discussione d’urgenza, nel merito, e di sospensiva, in via cautelativa.

Prosegue, anche con questo ricorso, l’azione dei sindacati scuola per ottenere le necessarie modifiche di una riforma i cui limiti sono resi ancor più palesi nel momento in cui in cui si tenta di procedere, in modo confuso e con evidenti errori che – anche sul piano pratico dell’attuazione – sta evidenziando tutti i suoi limiti: non uno degli obiettivi della riforma sembra significativamente e compiutamente utile all’intero sistema scolastico.

Tirocini curriculari al Miur per studenti universitari

Il 30 agosto 2016 viene pubblicato, sul sito della Fondazione CRUI, il bando contenente le offerte di tirocinio presso gli uffici centrali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A disposizione degli studenti dei corsi di laurea magistrale, specialistica e a ciclo unico iscritti ad una delle Università italiane aderenti al Programma di tirocinio MIUR, promosso dalla Fondazione CRUI, ci sono 40 tirocini curriculari.

 

I tirocini avranno la durata di 4 mesi e prevedono un rimborso spese mensile di 300 euro. All’interno del bando saranno indicate le classi di laurea ammesse per ciascun tirocinio. Il bando e tutte le indicazioni utili per la presentazione della domanda, nonché l’elenco degli Atenei partecipanti, saranno pubblicati sul sito della

Fondazione CRUI: www.fondazionecrui.it.