Rifiutato bimbo autistico

Scuola – a  Lanciano  rifiutato bimbo autistico =
Claudia Pratelli (Responsabile nazionale scuola Sinistra Italiana):
Vicenda gravissima, nostri parlamentari presenteranno interrogazioni al governo.
Basta tagli, servono politiche e progetti di inclusione.

“Troppi bambini disabili nelle prime”. Con questa motivazione le scuole di Lanciano hanno rifiutato un bambino autistico in attesa di iscriversi alla primaria.  Una vicenda gravissima, che pare incredibile in un Paese civile, eppure una vicenda tutt’altro che eccezionale. Su questo caso Sinistra Italiana presentera’ un’interrogazione parlamentare tesa ad accertare la dinamica dei fatti, ma soprattutto tesa a interrogare il Governo rispetto a quali azioni intenda attivare per mettere le scuole in condizione di svolgere la loro funzione.
Lo afferma Claudia Pratelli, responsabile scuola nazionale di Sinistra Italiana.
Il punto, infatti, – prosegue la responsabile scuola di SI –  non sono le singole responsabilita’ della scuola in questa specifica vicenda. La verita’ e’ che nel nostro Paese sul terreno dell’integrazione abbiamo fatto giganteschi passi indietro.  Si sono ridotte le risorse finanziarie e soprattutto diminuite le ore di sostegno, rendendo in questo modo più difficile l’integrazione del bambino nella classe. Dopo i pesatissimi tagli del 2015 la dotazione organica a disposizione e’ totalmente insufficiente a garantire la funzionalita’  del servizio, mentre i bisogni di assistenza sono in costante crescita e modificano anche la qualita’  dell’attività lavorativa da svolgere.
A maggior ragione questa vicenda richiama la nostra attenzione sui limiti della delega presentata dal Governo sull’inclusione, dove si prosegue nella scelta di medicalizzare l’integrazione, escludere le famiglie dalle decisioni e tagliare di fatto gli organici dato che si prevede di innalzare a 22 il numero di studenti per classe che accoglie studenti con disabilità.Tutti motivi per cui abbiamo dato parere negativo al provvedimento.

In particolare su questo terreno  – conclude Pratelli – Sinistra Italiana e’ a disposizione per mettere in luce casi analoghi e procedere con interrogazioni di deputati e sentaori, interventi ed azioni dei propri parlamentari e invita ad inviare segnalazioni in merito.

POLIREADING

POLIREADING
Leggere – discutere – capire – approfondire

PoliReading è un’iniziativa del Politecnico di Milano (HOC-LAB: hoc.elet.polimi.it) nata da una discussione all’interno del “Cantiere Scuola Digitale” di Forum PA. (www.forumpa.it/scuola-digitale).
Tra le esigenze emerse nella discussione ci sono:

a) contribuire all’internazionalizzazione della scuola italiana;
b) migliorare il collegamento tra scuola italiana e ricerca internazionale;
c) migliorare il livello della discussione sulla scuola (prescindendo una volta tanto dalle esigenze operative ed affrontando i temi in una prospettiva generale e strategica).

Pareri sui decreti “Buona Scuola”

Pareri sui decreti “Buona Scuola”: FISH si rivolge al Ministero

Le Commissioni VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e XII (Affari sociali) della Camera dei Deputati hanno dunque espresso congiuntamente i loro parerei sugli schemi dei decreti attuativi della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”). Un’attività impegnativa nel corso della quale vi è stato un intenso confronto anche con FISH che ha espresso un notevole e articolato assieme di proposte emendative.

Ed è su questi pareri che il Consiglio Nazionale FISH, tenutosi sabato scorso a Roma, ha puntato la sua attenzione, in particolare sugli Atti 377 e 378.

FISH ha espresso apprezzamento per il lavoro compiuto dalle Commissioni. Le relative proposte migliorerebbero, se adeguatamente recepite dal MIUR, gli schemi dei decreti ritenuti in origine largamente insoddisfacenti. Sono numerose, anche se non tutte, le richieste FISH recepite dalle Commissioni.

Tuttavia, oltre alla preoccupazione sull’effettiva adozione dei suggerimenti da parte del Ministero, rimangono irrisolti alcuni elementi tutt’altro che marginali e che potrebbero inficiare l’intero impianto della riforma stessa.

Per questo motivo il Consiglio Nazionale FISH esprime al Ministro Fedeli la richiesta di attivare, con estrema urgenza, un confronto per ottenere garanzie rispetto ad alcuni stringenti punti.

Nel profilo di funzionamento e/o nel PEI dovrebbero essere chiaramente indicati i sostegni (a partire da quello didattico) necessari a garantire un compiuto percorso di inclusione scolastica, anche in termini di qualità, quantità ed intensità. Nei testi questo obbligo è assai aleatorio.

Il numero massimo di alunni per classe, in presenza di un alunno con grave disabilità, dovrebbe essere inderogabilmente di 20 persone e non come ora indicato nel parere “di norma 20”. In ogni caso, non ci dovrebbero essere più di due alunni con disabilita per classe, ove senza grave disabilità.

È fondamentale che venga espressamente chiarito che agli alunni che non raggiungono gli obiettivi del proprio PEI ed a quelli che non si presentino agli esami sia, in ogni caso, rilasciato l’attestato di crediti formativi.

La formazione iniziale per gli insegnanti di sostegno per la scuola dell’infanzia e primaria dovrebbe garantire che all’interno del percorso di laurea magistrale, dopo il terzo anno, sia reso obbligatorio scegliere l’indirizzo sul sostegno. Inoltre per l’accesso al concorso in ruolo, per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, siano innalzati ad almeno 31 i crediti formativi universitari o accademici in pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia, metodologia e tecnologie didattiche. Inoltre nel 2° e 3° anno del contratto su posti di sostegno si acquisiscano almeno 90 crediti formativi.

Ed infine il Consiglio FISH insiste affinché venga contrastata ogni forma di precariato sul sostegno. Esso infatti pregiudica il diritto alla continuità didattica ed incide negativamente sulla valorizzazione dell’esperienza professionale dei docenti.

Massima vigilanza, quindi, da parte di FISH ma anche disponibilità al confronto costruttivo con il Ministero. Il tema dell’inclusione scolastica è – da sempre – centrale nell’azione della Federazione.

Master Consulenti per il miglioramento scolastico

IUL, al via il Master per formare consulenti per il miglioramento scolastico

Si aprono le iscrizioni al Master di I livello in “Profilo e funzioni del consulente per il miglioramento scolastico”, organizzato dall’Ateneo telematico IUL. Il corso, giunto alla seconda edizione, è stato progettato per costruire la professionalità del consulente per il miglioramento scolastico a supporto della predisposizione e dell’attuazione dei Piani di Miglioramento delle scuole, secondo quanto previsto dal DPR 80/13. Il Master è rivolto a insegnanti di scuole di ogni ordine e grado, a Dirigenti Scolastici e ad altre figure interessate ad acquisire delle competenze e un titolo per svolgere nelle scuole attività di consulenza e supporto ai processi di miglioramento. Requisito di accesso è il possesso di un Diploma di Laurea triennale o di un titolo equipollente.

«Questo corso – dichiara Massimo Faggioli, Direttore del Master – ha l’obiettivo di formare una figura professionale specifica e molto richiesta dalle scuole, il consulente per il miglioramento scolastico, che abbia le competenze adeguate per accompagnare le istituzioni scolastiche nella realizzazione di un percorso di miglioramento. L’approccio proposto è molto concreto, perché si basa sui risultati delle sperimentazioni condotte dall’Indire nell’ambito dei progetti nazionali PQM, VSQ e VALeS e tiene conto sia dei risultati di apprendimento degli alunni sia dell’innovazione didattica e organizzativa attuata dalle scuole».

Secondo quanto previsto dal nuovo Sistema Nazionale di Valutazione, la dimensione del miglioramento si colloca al termine della fase di autovalutazione. Il consulente che opera a supporto del Piano di Miglioramento della scuola deve saper mettere in relazione queste due fasi, attraverso le competenze acquisite nell’analisi degli indicatori e dei risultati delle prove valutative degli alunni, tenendo conto del quadro normativo, dell’autonomia scolastica e della recente legge sulla “Buona Scuola”.

Il Master, interamente fruibile online, ha la durata di un anno accademico e prevede il rilascio di 60 CFU (crediti formativi universitari), corrispondenti a 1500 ore. Le iscrizioni sono aperte fino al 21 aprile 2017. Le attività inizieranno nel mese di maggio. Il percorso formativo si conclude con un esame finale in presenza. Sono previsti sconti ed esoneri per i consulenti per il miglioramento formati da INDIRE per la fase relativa all’accompagnamento alle scuole del Progetto VALeS.

Per maggiori informazioni è possibile contattare la segreteria: segreteria@iuline.it; tel. 0552380568.

PREMI “ROMEI” E “ASS. LEVI-MONTALCINI”

L’8° EDIZIONE DI “NOTE DI MERITO” CON L’ASSEGNAZIONE DEI PREMI “ROMEI” E “ASS. LEVI-MONTALCINI”

Lunedì 20 marzo 2017, alle ore 16, presso l’Auditorium del Goethe Institut, via Savoia 15 a Roma, nell’ambito della manifestazione “Note di merito, a chi merita di essere notato” – giunta quest’anno alla sua ottava edizione – verranno assegnati il “Premio Romei” e il “Premio Associazione Levi-Montalcini”.

La manifestazione è organizzata dall’ANP Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola in collaborazione con l’Associazione Levi-Montalcini, il Goethe Institut e l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.

All’incontro, che verrà aperto dal discorso del Presidente Nazionale dell’ANP, GIORGIO REMBADO, sarà presente PIERA LEVI-MONTALCINI, presidente dell’Associazione Levi-Montalcini e nipote del Premio Nobel, Rita.

Inoltre parteciperanno anche i giovani giornalisti della redazione del giornale online “Etutorweb”(www.etutorweb.it), il periodico realizzato da un gruppo di studenti dai 12 ai 19 anni, nato sotto l’egida dell’ANP.

Per il Premio Romei, i riconoscimenti andranno a insegnanti e dirigenti scolastici che si sono distinti nell’ambito della formazione, a scrittori e giornalisti attenti alle problematiche della scuola, e a personalità del mondo della cultura e della ricerca universitaria.

Il Premio “Associazione Levi-Montalcini” verrà assegnato a docenti e istituzioni che si sono distinti per la diffusione della cultura scientifica nella scuola tra cui: TIZIANA CATARCI (Prorettore per le infrastrutture e le tecnologie dell’Università La Sapienza) e MONICA TALEVI dell’ESA (European Space Agency).

Infine, saranno assegnate borse di studio a studenti che hanno conseguito brillanti risultati a conclusione dei diversi percorsi di studio, dalla primaria all’università.

Il professore da un milione di dollari che forma gli imprenditori di domani

da La Stampa

Il professore da un milione di dollari che forma gli imprenditori di domani

Bergamo, Armando Persico è l’unico italiano tra i finalisti del Global Teacher Prize. I suoi ragazzi creano startup e depositano brevetti: “Il segreto è trasmettere passione”
sara ricotta voza

san paolo d’argon (BG)

Il prof da un milione di dollari insegna in mezzo alla campagna. Non quella di un campus inglese o americano, ma della Bergamasca. San Paolo d’Argon, all’ombra di un campanile che rintocca ogni mezz’ora, fra i chiostri di un’ex abbazia benedettina. Qui l’ora et labora si è trasformato nel moderno «studia e lavora» della scuola chiamata «la fabbrica degli imprenditori» o di cui si dice «vai lì che trovi lavoro». Lo dicono perché l’88% dei suoi studenti ha un contratto alla fine del percorso.

Siamo venuti a vederla questa scuola delle meraviglie, si chiama it’s Experience ed è una Fondazione Its (Istituto Tecnico Superiore), una di quelle nuove creature del sistema dell’Istruzione nate con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2008 e frutto di una collaborazione fra pubblico (Provincia, Camera di Commercio) e privato (aziende del territorio). Biennale o triennale, post diploma, per chi vuole perfezionare una formazione tecnica o professionale trovando un’alternativa all’università.

Qui insegna Armando Persico, l’italiano finito tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, il superpremio – un milione di dollari, appunto – che ogni anno va a un insegnante eccezionale. Lo ha istituito un miliardario filantropo indiano, Sunny Varkey, figlio di due emigrati che andarono a Dubai per insegnare inglese agli arabi; lui ha creato un impero sulla formazione ed è convinto che gli sforzi dei docenti vadano riconosciuti perché il loro impatto non è solo sugli studenti ma sulle comunità intorno a loro. Così una commissione ha analizzato i profili di oltre 20mila docenti provenienti da tutto il mondo, alla fine ne ha scelti 50 e il prof Persico è fra questi. A «pesare» sono i tanti premi ricevuti a livello europeo dai suoi allievi e il fatto che il 20% di loro gestisca imprese che hanno creato brevetti vari e 800 posti di lavoro.

In questi giorni il prof è a Dubai perché il vincitore verrà annunciato domenica, ma lui con i suoi studenti sa rendersi presente con mail e whatsapp e anche a noi risponde alle domande sull’«eccezionalità» del suo metodo e in particolare alla curiosità più morbosa che suscita la sua storia, specie in Italia: e cioè perché uno che faceva il commercialista abbia abbandonato studio & parcella per cattedra & stipendio da insegnante. «Perché la scoperta di me stesso come uomo che ha domande profonde sulla vita è stata molto più importante del denaro» risponde a stretto giro da Dubai.

Quanto alle performance poco brillanti degli studenti italiani in generale e al ruolo degli insegnanti lui, con positività, ne ha per tutti: «noi docenti per primi dobbiamo trasmettere noi stessi, la nostra passione per quello che facciamo; i genitori dovrebbero avere stima del lavoro dei docenti dei figli e trasmetterla ai ragazzi; se trovano in tutti noi persone autorevoli, non autoritarie né lassiste, i nostri ragazzi potranno scalare le vette delle classifiche».

E i «suoi» ragazzi sono qui, nel silenzio della campagna e dei chiostri, in aule ben fornite di tecnologia e laboratori attrezzati, a confermare quel che dice. «Lui ci insegna “autoimprenditorialità”» racconta Giada Ottaviano, del corso di store management «Ci sprona a sviluppare idee, a non fermarci mai, ci dice “ogni idea che avete non buttatela, anche alla vostra età potete farci qualcosa; e se avete bisogno chiedete, io vi supporterò sempre».

Sara Gritti lo ha sperimentato: «Venivo da Scienze umane, quindi arrivata qui avevo lacune enormi di economia; lui mi ha fatto recuperare tutto e ora lavoro a un progetto di startup di un punto vendita di prodotti che vengono da un’altra startup che coltiva frutti tropicali sui colli bergamaschi». Stefano Piacentini, invece, è approdato qui per una delusione: «Non d’amore ma brutta uguale; ho fatto l’aeronautico e non ho passato i test accademici, troppo magro». Invece di «gonfiarsi» ha deciso di cambiare strada e entrare nell’azienda familiare, ma preparandosi al passaggio qui. Anche lui ha trovato il prof. Persico sulla sua strada: «Non ha peli sulla lingua, se deve farti i complimenti ti manda e-mail lunghissime, ma se secondo lui hai sottovalutato un lavoro, viene anche a tirarti fuori dall’aula…».

Alla fine della visita, però, si intuisce che il successo di questa scuola (+50% di iscritti ogni anno) non è solo dovuta al professore-star. «Diciamo che da noi ha trovato un terreno fertile» sorride il direttore Stefano Casalboni, «Allievi a cui era stato pronosticata poca attitudine allo studio, per noi sono talenti; il nostro primo compito, al di là delle tante cose che facciamo per rispondere alle esigenze delle imprese, è riconsegnare ai ragazzi la voglia di intraprendere, di rischiare, sia da dipendenti sia da imprenditori; perché non sia il divano l’orizzonte unico delle loro giornate».

Permessi 104, fruizione ad ore ma il giorno della settimana va cambiato

da La Tecnica della Scuola

Permessi 104, fruizione ad ore ma il giorno della settimana va cambiato

L’Aran chiarisce che è corretta la fruizione “oraria” dei tre giorni di permesso mensile previsti dalla Legge 104 del 1992: quindi, o si prendono tre giorni o 18 ore.

Il chiarimento è contenuto in un vademecum per risolvere i dubbi sollevati dalle amministrazioni pubbliche in fatto di permessi retribuiti.

L’Agenzia che si occupa di pubblico ha inserito questo e altri “orientamenti”, derivanti dall’applicazione della normativa adottata per anni, in una “raccolta sistematica” ora pubblicata sul suo sito internet.

Si va dai permessi familiari a quelli per motivi di studio, passando, appunto, per la Legge 104 del 1992 sulla tutela dei disabili e di chi li assiste.

Sulla possibilità che questi permessi, si possono fruire anche per frazioni d’ora, l’Aran ha dato il suo assenso, ma non ritiene “che la predetta norma possa essere interpretata nel senso che il dipendente abbia facoltà di fruire dei permessi di cui alla legge 104 del 1992 anche per frazioni di ora“.

Inoltre, per i diversi comparti si riporta quel che prevede il contratto di lavoro di riferimento, che specifica come la fruizione dei permessi della 104 non riduca le ferie.

Ci sono delle specificità a seconda del settore e delle indicazioni, per esempio il contratto della scuola dà un’indicazione sulla ‘tempistica’: “essi devono essere possibilmente fruiti dai docenti in giornate non ricorrenti“.

Anche l’Aran, quindi, dice che non si può sistematicamente decidere di fruire dei giorni di permesso legati alla Legge 104/92, ad esempio, di venerdì o lunedì (in modo strategico per “allungare” il week end, come confermano le statistiche).

Quanto alla domanda, che tra l’altro arriva anche dalle amministrazioni ministeriali, sulla possibilità di oltrepassare il tetto delle 18 ore mensili, l’Aran replica che la soglia, nel caso si decida di fruire a ore del permesso, non è da ritenersi superabile.

Se invece il dipendente sceglie di utilizzare il permesso a giorni allora si fa riferimento all’intera giornata lavorativa a prescindere dalla sua articolazione oraria, quindi “nel caso di giornata ‘lunga’, l’assenza corrisponde sempre ad un giorno e pertanto, per il restante periodo mensile il dipendente potrà fruire degli ulteriori due giorni di permesso”.

L’Agenzia scende ancora più nel dettaglio, chiarendo che “per ogni periodo di 6 ore di permesso si debba computare la corrispondente riduzione di una giornata di permesso e che quindi coerentemente solo un residuo di ore non inferiore a sei può comportare la fruizione di un intero giorno di permesso (che potrà essere fruito, però, anche in una giornata di 9 ore destinata al rientro pomeridiano)”.

Il Global Teacher Prize da un milione di dollari alla canadese Maggie MacDonnell

da La Tecnica della Scuola

Il Global Teacher Prize da un milione di dollari alla canadese Maggie MacDonnell

Il Global Teacher Prize 2017 da un milione di dollari è stato assegnato alla canadese Maggie MacDonnell.

Il Forum, giunto alla sua quinta edizione, si è concluso il 19 marzo, a Dubai, terminando con la proclamazione della vincitrice del Global Teacher Prize.

L’insegnante di Bergamo, Armando Persico, era fra i 50 finalisti ed era presente a Dubai come Ambasciatore dei docenti del nostro paese.

Il nome della vincitrice è stato annunciato dall’astronauta francese Thomas Pesquet.

Le congratulazioni a Maggie MacDonnell sono arrivate dal primo ministro del Canada Justin Trudeau, con un videomessaggio.

Definito comunemente “il Davos dell’istruzione”, il Forum, patrocinato dallo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, oltre che emiro di Dubai, ha avuto al centro il tema “Come creare veri cittadini del mondo”.

Alla giornata conclusiva è intervenuto, con un videomessaggio, anche il premier italiano Paolo Gentiloni: l’Italia, ha detto, è orgogliosa di essere stato paese partner del Forum mondiale per l’istruzione e le competenze (Global Education & Skills Forum – Gesf).

“Siamo stati talmente colpiti dal Global Education Forum – ha continuato Gentiloni – da aver lanciato un nostro Italian Teacher Prize, un Premio Nazionale Insegnanti.

Sono state numerosissime le candidature, dal nord al sud, e soprattutto si è evidenziato il ruolo determinante degli insegnanti nella società”.

Mobilità, precedenze da contratto da rifare: prima il docente che assiste il figlio disabile

da La Tecnica della Scuola

Mobilità, precedenze da contratto da rifare: prima il docente che assiste il figlio disabile

Arriva un’altra pronuncia dei giudici a favore dei genitori che assistono figli disabili gravi. La quale potrebbe avere effetti pure sul nuovo contratto sulla mobilità.

A fornirla sono i giudici del Tribunale del lavoro di Genova, che con sentenza depositata lo scorso 14 marzo hanno accolto il ricorso proposto da una docente, genitore di disabile grave ai sensi dell’art.3 comma 3 della L.104/92, la quale lamentava il mancato riconoscimento della precedenza assoluta in sede di operazioni di mobilità.

Condividendo le tesi difensive degli avvocati Dino Caudullo e Mauro Meli, difensori della docente, il tribunale ligure ha ricostruito il quadro normativo della materia, evidenziando che, nel settore scolastico opera una disciplina speciale, contenuta nell’art. 601 del d.lgs. n. 297/94, secondo cui gli artt. 21 e 33 della legge n. 104/92 “si applicano al personale di cui al presente testo unico” e “comportano la precedenza all’atto della nomina in ruolo, dell’assunzione come non di ruolo e in sede di mobilità”.

Quest’ultima disposizione, secondo la sentenza in esame, non prevede limiti al proprio contenuto precettivo, poiché ha la struttura della norma imperativa incondizionata, portatrice di valori di rilievo costituzionale (art. 38, secondo comma della Costituzione italiana).

Sulla scorta di tali motivazioni, il Tribunale di Genova ha quindi dichiarato la nullità della clausola dell’art. 13 del contratto integrativo sulla mobilità, nella parte in cui nega la precedenza assoluta nelle operazioni di trasferimento interprovinciale al genitore che assiste un figlio affetto da handicap grave, con conseguente diritto della docente a scegliere con precedenza assoluta, in assenza di altri lavoratori che vantino titoli uguali o superiori, la prima sede disponibile nel primo ambito indicato in domanda di mobilità.

Servizi agli anziani: studenti bulli patteggiano la pena

da La Tecnica della Scuola

Servizi agli anziani: studenti bulli patteggiano la pena

Tre italiani e tre stranieri quando erano studenti, tra i 16 e i 17 anni, invece di fare il loro dovere mettevano a segno furti, rapine ed estorsioni ai danni di coetanei di una scuola del vicentino. Ed ora è arrivata la condanna. Per quegli atti commessi tra l’autunno del 2013 e la primavera del 2014, soprattutto sui mezzi pubblici, il gruppo ha ricevuto dal tribunale dei minorenni di Venezia una ‘penitenza’ parziale ideata tra la Procura e i difensori: un anno di volontariato con gli anziani.

In pratica gli imputati si sono impegnati ad andare tutti i fine settimana a consegnare la cena del sabato e i due pasti della domenica agli anziani ospiti di due case di riposo.

Per farlo, si sono detti pronti a rinunciare alle ferie estive o comunque a rientrare in città in tempo utile per essere operativi in cucina o in mensa. Se rispetteranno la messa alla prova il reato sarà estinto e loro assolti, in caso contrario dovranno affrontare il processo.

Senza molta voglia di dedicarsi ai libri e per raccattare qualche euro tormentavano altri studenti in corriera arrivando a rapinare una 19enne portandole via il telefonino e 40 euro. In particolare, quattro dei sei ragazzi, tre vicentini, un serbo, un bosniaco e un magrebino nato in Italia, erano stati protagonisti di due tentate estorsioni cercando, invano, di farsi consegnare soldi da due ragazzini ai quali avevano rubato i cellulari.

Tutti, in generale sono stato individuati per aver derubato o picchiato coetanei che andavano o tornavano da scuola. Come non bastasse in alcune occasioni avevano affrontato a muso duro anche alcuni autisti e controllori dei bus che contestavano loro il viaggio senza biglietto. Saranno due le case di riposo i cui ospiti, anche non autosufficienti, ‘beneficeranno’ delle attenzioni dei bulli pentiti.

Invalsi, Anna Maria Ajello: ‘Presto prove al computer’

da Tuttoscuola

Invalsi, Anna Maria Ajello: ‘Presto prove al computer’

L’Invalsi svolge un importante e decisivo ruolo di servizio alle scuole nella diffusione delle attività di valutazione. In questa intervista la Prof.ssa Anna Maria Ajello – Presidente dell’istituto di valutazione – illustra le attività svolte e in corso di attuazione, sottolineando la stretta connessione tra valutazione e miglioramento di qualità delle scelte e delle azioni intraprese dalle scuole.

Quali le novità che l’Invalsi sta portando avanti?

“Negli ultimi anni l’Invalsi ha incrementato diverse attività, che enuncio sinteticamente. Per quanto riguarda le prove, che sono anche il tipo di attività più conosciute all’esterno, quest’anno per la prima volta è stato restituito ad ogni scuola il Valore Aggiunto vale a dire l’’effetto scuola’. Con questa espressione si intende un valore che viene attribuito alle scuole, dopo aver sottratto come variabili, il peso del contesto, il peso della famiglia di origine e il peso della scolarità precedente. In tal modo è possibile riconoscere il contributo che l’intervento dei docenti, per l’anno relativo alle prove Invalsi, ha prodotto. Il risultato di questo calcolo è stato, tra le altre cose, una diversa distribuzione rispetto al successo nelle prove. Come sappiamo, infatti, i risultati migliori si registrano in alcune zone del nostro Paese, come ad esempio il Veneto e il Trentino mentre nelle zone meridionali si rilevano solitamente risultati meno brillanti. Ebbene, in base al Valore Aggiunto la prima scuola risulta essere un istituto di Catania. Questo mutamento nella “classifica” per così dire – sapendo tuttavia che all’Invalsi non interessa questo tipo di graduatorie – ci dice essenzialmente due cose. La prima è che i docenti di quella scuola hanno fatto il massimo per quanto era in loro potere per modificare il rendimento degli studenti nell’ambito della comprensione della lettura e della matematica indagate dalle prove InvalsiI; la seconda è che, malgrado tale impegno, gli studenti non hanno raggiunto l’esito auspicato. Si tratta di competenze che rappresentano veri e propri diritti di cittadinanza e in tal senso, mentre si constata che la scuola “da sola non ce la fa”- se vogliamo usare un’espressione sintetica -, è anche vero che i fondi PON, mediante i quali le scuole ricevono supporti per migliorare gli esiti, consentono proprio di valersi di aiuti ulteriori per migliorare complessivamente l’efficacia degli interventi educativi. Come si vede, il contributo delle restituzioni dell’Invalsi mette in luce la funzione essenziale e primaria che la valutazione svolge: fornire informazioni tali da suggerire le piste di miglioramento. Una attività più recente, anche se preceduta da diverse ricerche, è quella della proposta di Autovalutazione alle scuole mediante un Format predisposto dall’Invalsi e messo a punto mediante un apposito gruppo costituito al Miur. Come si sa, le scuole hanno compilato tale Format online e mediante questa attività è stato indotto un processo riflessivo nei docenti. I diversi ambiti indagati dal Format, infatti, presuppongono un esame di quanto si fa e la scelta di collocazione degli esiti degli interventi a livelli diversi. Alla fine di tale operazione è possibile individuare gli ambiti che devono essere migliorati sulla base di criteri condivisi. Si tratta di un’innovazione non del tutto riconosciuta nella sua rilevanza perché si afferma una concezione di valutazione che, muovendo dall’induzione di una riflessione sul complesso delle attività quotidianamente svolte, mira al loro miglioramento; non si afferma cioè una concezione “premiale” della valutazione, ma riconosce nel contributo del gruppo di professionisti all’opera condivisa l’elemento che può determinare il cambiamento positivo. Il fatto che i criteri di valutazione siano forniti da un organismo esterno consente inoltre, di evitare l’autoreferenzialità che l’autovalutazione potrebbe indurre. Ci sono molte altre attività recenti che stiamo conducendo che vanno dalle visite alle scuole per le quali l’Invalsi coordina la Conferenza che presiede a tale attività, alla formazione che stiamo rivolgendo mediante 14 seminari, realizzati nelle diverse zone del Paese ai diversi Nuclei regionali che condurranno la valutazione dei dirigenti scolastici. Come si sa, l’Invalsi non valuterà le prestazioni professionali dei singoli, ma fornisce i criteri e la formazione al fine di rispondere alle esigenze di equità e trasparenza con cui va realizzato un processo così rilevante e innovativo.”

Come sta cambiando il rapporto con le scuole?

“Vi sono altri aspetti che mi preme sottolineare a questo proposito che vanno dai seminari mensili che svolgiamo con il Miur – siamo ormai al nono – su temi che approfondiscono questioni che riguardano le scuole e la ricerca educativa in cui il contributo dell’Invalsi è rilevante e utile. Abbiamo inoltre, realizzato convegni in cui si è affrontato direttamente il rapporto con le scuole; penso, ad esempio, a quello svolto a Napoli a settembre “Invece del cheating…” in cui è stato dato alle scuole la possibilità di raccontare il modo con cui hanno superato la tentazione di “barare” nel correggere le prove e avviare invece cambiamenti nella propria didattica, ispirati dall’esigenza di far acquisire competenze specifiche ai propri studenti. L’interlocuzione con le scuole è un altro filone di lavoro dell’Invalsi perché venga riconosciuta anche questa sua funzione.”

E in futuro?

“Ci saranno novità anche importanti. Saranno introdotte le prove al computer per la fine della scuola secondaria di secondo grado per tre ambiti, italiano matematica e inglese. Ciò consentirà la correzione automatica, sgravando i docenti di un carico ulteriore e, nello stesso tempo, dovrebbe garantire una uniformità dei criteri di giudizio su tutto il territorio di cui si lamenta l’assenza ogni volta che si pubblicano gli esiti della ‘maturità’. Ci sarà la separazione del momento di somministrazione delle prove Invalsi negli esami, sia della fine secondaria di secondo grado, sia in quella di primo grado, rispondendo in tal senso alla richiesta dei docenti di non interferire nel proprio giudizio. Queste novità sono previste nel decreto relativo alle deleghe in discussione al Parlamento. A partire da settembre sarà avviata inoltre, la sperimentazione relativa al RAV infanzia per la quale saranno coinvolte diverse tipologie di scuola dato il carattere diversificato presente nel nostro Paese di questo tipo di istituzioni. E’ stata avviata infine una ricerca, a cui davvero tengo molto, relativa alle competenze chiave di cittadinanza con un approfondimento sull’imparare ad imparare in cui vogliamo focalizzare anche la dimensione culturale di questa competenza. Come si sa, infatti, c’è un’influenza della cultura di appartenenza che va riconosciuta ed esplorata, senza limitarsi a considerare esclusivamente l’attitudine del singolo come variabile fondamentale. In tal modo potremmo indicare ai docenti le sfaccettature di cui tener conto nell’intervenire su questi temi e le modalità per rilevarne gli esiti. Come si vede abbiamo davanti un territorio ampio e articolato in cui rappresentare in maniera evidente il ruolo di servizio per la valutazione che l’Invalsi può rivestire.”

La condizione del personale ATA della scuola

La condizione del personale ATA della scuola:
il Miur apre un tavolo tematico

Nel corso di un incontro tenutosi al Ministero dell’Istruzione nei giorni scorsi, la FLC CGIL ha nuovamente posto con forza la questione delle gravi condizioni di lavoro in cui versano le segreterie scolastiche e tutto il personale ATA. È stata chiesta l’apertura immediata di un tavolo specifico, anche in considerazione degli impegni che il Miur ha ripetutamente preso ai massimi livelli. A distanza di poche ore è arrivata la convocazione per mercoledì 22 marzo.

Nota 20 marzo 2017, AOODGOSV 3013

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Uff. I

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma
della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuole
delle località ladine di Bolzano

All’Intendente Scolastico
per la scuola in lingua tedesca
di Bolzano

Oggetto: 14^ Edizione del Concorso Nazionale di arte, cultura e gastronomia “Tabula Praenestina” 2017.

L’Istituto d’Istruzione Superiore Professionale “Via Pedemontana” di Palestrina insieme con l’associazione onlus “Tabula Praenestina” organizza il 14° Concorso Nazionale di arte, cultura e gastronomia denominato “Tabula Praenestina”. Il Concorso è riservato agli studenti delle classi 3° degli Istituti Professionali, di almeno uno dei seguenti indirizzi: enogastronomia settore sala e vendita – enogastronomia settore cucina/settore produzioni dolciarie – settore accoglienza. Il Concorso mira a stimolare gli studi della gastronomia, dell’arte e della cultura dei prodotti tipici, a favorire l’incontro tra regioni e realtà diverse, al fine di scambiare conoscenze, esperienze e metodi di lavoro.

Le scuole che intendono partecipare dovranno far pervenire la scheda di adesione entro il 14 aprile 2017, secondo le modalità del bando in allegato.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo


Allegati

Nota 20 marzo 2017, AOODGPER 12045

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico

Ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali
Loro Sedi
Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione
Loro Sedi
E, p.c.
Al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione generale Musei
Roma

Nota 20 marzo 2017, AOODGPER 12045

Oggetto: Ingresso gratuito per il personale docente ai musei, alle aree e parchi archeologici ed ai complessi monumentali dello Stato.