Dematerializzazione e privacy: il nodo del registro elettronico

da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

La quarantena Covid-19 e l’imposta accelerazione digitale hanno riportato alla ribalta il rapporto registro elettronico–gestione privacy. E alcuni recenti fatti di cronaca con protagonista un docente “dissenziente” ne hanno sottolineato le insidie applicative. Assai utile in quanto indicativo delle criticità è un atto di accertamento del Garante privacy indirizzato ad una scuola a seguito di segnalazione. Garante che tuttavia “inciampa” quando denuncia la mancanza di un Piano nazionale per la dematerializzazione delle procedure ministeriali e delle scuole.

La delibera della Corte dei Conti
In realtà come evidenziato in una istruttiva deliberazione Corte Conti sezione centrale controllo (23/2019/G), il Piano c’è pur tuttavia mostrando evidenti “spinosità”. In particolare, con riferimento al registro elettronico, il ministero ha ritenuto opportuno non fornire direttamente uno specifico applicativo, lasciando a ciascuna istituzione scolastica l’adozione dello strumento dal libero mercato.

L’atto ispettivo del Garante Privacy
Il Garante ha indirizzato alla scuola coinvolta una dettagliata richiesta di informazioni con riguardo alla base giuridica del trattamento dei dati; alle misure con cui viene garantito il rispetto del principio di trasparenza nei confronti di docenti, genitori e alunni; al ruolo assunto dalla società fornitrice in relazione al trattamento dei dati personali (è responsabile del trattamento?); al personale autorizzato ad accedere; ai tempi di conservazione. Ma su tutte le informazioni più significative sono: le modalità di autenticazione e le relative politiche di sicurezza; le procedure di abilitazione degli utenti; le misure per garantire sicurezza, integrità e immodificabilità dei dati; l’interazione del servizio con altre applicazioni; e, fondamentale, le modalità di gestione (in cloud o sul singolo Pc?).

Insomma, a ben vedere, da una parte per l’assenza di un applicativo previamente collaudato dal ministero, e dall’altra per l’assenza di linee guida per la selezione dello strumento sul mercato, sembra ad oggi ancora saldo il nodo sulla corretta gestione del registro elettronico sotto il delicatissimo profilo della tutela della privacy.