Scuole, salgono i contagi: +800 casi in una settimana. Ma i focolai sono il 2,5 per cento

da Corriere della sera

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è costretta ad accelerare e a fornire i dati sui contagi Covid a scuola con qualche giorno di anticipo su quello che sperava: si tratta sempre dei numeri della scorsa settimana, cioè dei contagi contati dai presidi fino al 3 settembre e inviati per mezzo di un questionario che devono compilare ogni settimana al ministero. Per ridurre la confusione e le paure che cominciano a circolare anche tra i professori, i maestri e i genitori, ecco dunque l’andamento dei contagi in classe secondo il ministero dell’Istruzione. La tendenza si conferma in crescita ma senza picchi: i casi passano da 1492 (fino al 26 settembre) a 2348, cioè dallo 0,021 per cento allo 0,037 tra gli studenti. Tra gli insegnanti i contagiati crescono a 402 casi, cioè lo 0,059 (erano 349, 0,047) mentre tra il personale scolastico la settimana scorsa sono stati in totale 144 cioè lo 0,079 per cento contro 116 di fine settembre (0,059 per cento).

Pochi focolai ma dati non aggiornati

I dati diffusi dal Miur – riferiti a una settimana fa e non divisi per tipo di scuola né per regione – seguono di poche ore quelli dell’Istituto superiore di Sanità che ha certificato che i focolai scolastici sono residuali, restando il 2,5 per cento di quelli totali. Ma danno modo alla ministra Azzolina di ripetere che «la scuola è un luogo più sicuro e più protetto di altri». «Perché a scuola – spiega – ci sono regole precise che studenti e studentesse stanno seguendo in maniera ordinata, grazie anche all’impegno di tutto il personale scolastico». Ma i sindacati sono critici e chiedono più trasparenza: con 223 scuole chiuse e almeno 1.493 quelle in cui si è verificato almeno un caso di coronavirus dall’inizio dell’anno scolastico (sono i numeri del sito di Vittorio Nicoletta e Lorenzo Ruffino) «sarebbe bene che il ministro, non dico ogni giorno – propone il segretario della Uil scuola Pino Turi – ma con una periodicità fissa, facesse conoscere i numeri del monitoraggio che ha attivato nelle scuole e che consente di dare i dati in tempo reale. La preoccupazione che ci viene raccontata ogni giorno ci sta portando a attivare un nostro monitoraggio proprio per capire le dimensioni reali del disagio – sia sanitario, sia di conseguenza organizzativo nelle scuole».

«I contagi ci saranno»

Come dice anche Azzolina «i casi di positività al virus ci sono e ci saranno, è inevitabile. Ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo». Resta da capire quanto si riuscirà a fare con i test rapidi, ancora poco diffusi e in alcuni casi poco attendibili. E infatti più che i contagi che sono limitati, per le scuole e per le famiglie il problema sono le quarantene spesso allungate dalla difficoltà delle Asl di dare risposte rapide e referti in tempi certi. Non resta che la prudenza, « non solo dentro ma anche e soprattutto fuori da scuola».