Concorso DS: pietra tombale del TAR sui ricorsi

da Tuttoscuola

Trecentocinquanta candidati del concorso per dirigenti scolastici, bandito alla fine dl 2017, esclusi per non avere superato la prova preselettiva per l’ammissione alle procedure concorsuali, avevano impugnato il decreto ministeriale di esclusione del luglio 2018, adducendo a motivo dell’impugnazione diverse ragioni tra cui principalmente la mancata valutazione della prova superata con esito di almeno sei decimi.

Nel timore che il ricorso potesse andare a buon fine, altri 110 candidati che avevano superato le procedure concorsuali si sono opposti in qualità di contro interessati.

A questo piccolo esercito di ricorrenti, di contro interessati con i rispettivi uffici legali patrocinanti, nonché al ministero dell’istruzione resistente chiamato in causa, ha risposto la Sezione terza bis del TAR Lazio con sentenza collegiale, pronunciata il 22 settembre scorso e pubblicata il 3 novembre 2020 (n. 11316).

La sentenza ha preso in esame in modo pertinente e approfondito tutti gli aspetti del ricorso, comprese le motivazioni di alcuni candidati ammessi con riserva alle successive fasi del concorso e per taluni anche all’inserimento in graduatoria di merito con riserva o nomina come vincitore, sempre con riserva.

Questa, alla fine, la sentenza sfavorevole per i ricorrenti, pronunciata dai magistrati amministrativi:

“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis), definitivamente pronunciando sul ricorso principale e sui ricorsi per motivi aggiunti, come in epigrafe proposti: a) dichiara in parte inammissibile, in parte improcedibile ed in parte respinge il ricorso principale; b) dichiara improcedibili tutti gli atti di motivi aggiunti presentati per sopravvenuta carenza di interesse.

Spese compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”.

Per questo aspetto del travagliato concorso la sentenza sembra costituire una pietra tombale che difficilmente potrebbe essere rimossa anche con una nuova impugnativa davanti al Consiglio di Stato. Forse. Intanto i contro interessati tirano un sospiro di sollievo.

Invece per i candidati ammessi con riserva che nel frattempo erano stati inclusi tra i vincitori (alcuni anche con sede di servizio assegnata) l’unica speranza risiede in una eventuale sanatoria di legge.