Rientro a scuola prima di Natale? Da Di Maio ai presidi: tutti d’accordo, è priorità. Azzolina, “Siamo al lavoro per questo”

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

Si potrà rientrare in aula il 4 dicembre o comunque prima di Natale? E’ questa la domanda che in tanti si pongono in vista della scadenza del Dpcm il prossimo 3 dicembre. Da Di Maio ai presidi, in tanti fanno sentire il bisogno di far tornare a scuola il più presto possibile i ragazzi.

Con il Dpcm del 3 novembre l’Italia è stata divisa a colori in base al rischio epidemiologico. Attualmente in zona rossa le Regioni Abruzzo, Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Toscana; in zona arancione Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche; in zona gialla Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto.

Le attività didattiche in presenza sono sospese dalla seconda media alla classe quinta delle superiori nelle aree rosse, dalla prima alla quinta classe delle secondarie di secondo grado in zona gialla e arancione. Ci sono poi alcune eccezioni come la Campania che ha sospeso le attività in presenza dalla scuola dell’infanzia alle superiori e che attende l’esito dello screening domani per un parziale rientro dei bambini delle scuole dell’infanzia e delle classi prime delle elementari dal 24 novembre. O come l’Umbria che, pur trovandosi in zona arancione, ha previsto la Dad anche per tutte le scuole medie fino al 29 novembre. Scuole chiuse: tutte le ordinanze e le misure per regione.

E poi ci sono ancora eccezioni a livello più locale, come il Comune di Pagani (Salerno), che con un’ordinanza del 19 novembre ha disposto la chiusura delle scuole fino all’11 gennaio. E ancora, il Comune di Gravina in Puglia che ha disposto la chiusura di tutte le scuole, comprese quelle dell’infanzia fino al 3 dicembre, perché i contagi sarebbero “fuori controllo”.

Ma si riuscirà a far tornare in aula i ragazzi il 4 dicembre, ovvero allo scadere del Dpcm del 3 novembre, considerato che poi poche settimane dopo ci saranno le vacanze di Natale, e visto che la curva epidemiologica non sembra al momento cambiare?

Tutti d’accordo: la scuola è priorità

Dalla politica ai presidi la voce è univoca: la priorità è permettere al più presto la didattica in presenza agli studenti. Mentre la ministra Lucia Azzolina rassicura: “Siamo al lavoro per questo, non ho mai detto che la data del 4 dicembre è troppo vicina per programmare ogni cosa”, lasciando intendere che un rientro direttamente a gennaio sia tutt’altro che scontato.

“E’ premura di tutto il MoVimento 5 Stelle far riaprire le scuole, in totale sicurezza e rispettando le norme anti-covid, non appena ci saranno le condizioni. Bisogna permettere a tutti i nostri studenti di seguire le lezioni in presenza”, afferma il ministro per gli Affari esteri Luigi Di Maio, difendendo l’operato della ministra dell’Istruzione.

Arriva dai sindaci di Capergnanica (Cr) e di Castelleone (Cr) Alex Severgnini e Pietro Fiori l’appello al governatore Fontana affinché possa far tornare in presenza almeno i ragazzi delle scuole medie.

“Hanno ragione il coordinatore del Cts Miozzo e il presidente dell’associazione presidi: la riapertura delle scuole nella massima sicurezza deve essere la priorità della politica e delle Istituzioni”, è il monito del portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che chiede: “se si può riaprire qualcosa si cominci dalle scuole”.

E appunto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo ribadisce che la scuola non è luogo di rischio: “Riteniamo che le scuole debbano riaprire, anche perché le indicazioni che sono state date, dal distanziamento, all’uso delle mascherine, fino all’igiene sono state messe in atto. Tutti elementi che riducono i rischi”.

Secondo il presidente dell’Anp Antonello Giannelli “non è pensabile finire l’anno scolastico così” in didattica a distanza, e chiede di “darsi da fare, altrimenti non ci saranno le condizioni per la riapertura o finiremo per aprire e tornare subito dopo a chiusure localizzate”.

“Le scuole chiuse sono una sconfitta per tutti”: lo dice il presidente della commissione istruzione e cultura del Senato, Riccardo Nencini, che aggiunge: “Non c’è ripartenza se la scuola non occupa il cuore delle priorità”.