Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha presentato i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’Istruzione in una conferenza stampa che si è tenuta giovedì 7 ottobre a Palazzo Chigi, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, con Maria Cristina Messa (Ministra dell’Università e della Ricerca).

Il Piano prevede riforme e investimenti che riguarderanno gli Istituti tecnici e professionali, l’orientamento per accompagnare gli studenti nella scelta del percorso di formazione, il reclutamento e la formazione degli insegnanti, i nuovi ambienti per la didattica e l’edilizia, l’innovazione dei contenuti didattici.

In particolare, per la parte di investimenti, sono 17,59 i miliardi previsti per l’Istruzione dal Pnrr. “Come governo abbiamo voluto cominciare il cammino del Pnrr dalla Scuola, dall’Università e dalla Ricerca – dichiara il Ministro Bianchi –. L’Istruzione è al centro del futuro del Paese: è il segnale che stiamo dando all’Italia. Il nostro precorso ha due componenti essenziali: riforme e investimenti. Entro novembre siamo pronti a fare bandi per 5 miliardi, un punto fondamentale per sostenere la ripartenza del Paese. Si tratta di 3 miliardi per asili e scuole dell’Infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza”.


Intervento del Ministro Bianchi:

Grazie Presidente Draghi. Grazie per avere voluto cominciare il cammino del Pnrr proprio dalla scuola, dall’università e dalla ricerca. Questo è un segno fortissimo che noi stiamo dando al Paese, nell’avere riposto la scuola, l’università e la ricerca al centro di questo nostro Paese in trasformazione. Per quanto riguarda noi, il nostro cammino del PNRR ha due componenti essenziali: la componente delle riforme e la componente degli investimenti. 
La componente delle riforme ha al centro le persone, quindi gli studenti, con tre riforme su cui stiamo lavorando intensamente: quella degli istituti tecnici e professionali e della formazione professionale; quella degli istituti tecnici superiori, che ha già visto un primo passaggio alla Camera, su cui stiamo lavorando con tutti; e l’orientamento, che deve partire dalle scuole medie, cioè deve essere un accompagnamento per tutto il percorso superiore. I docenti: bisogna ridare dignità al mestiere di insegnante. In merito, un’azione su cui stiamo lavorando sono le nuove norme per il reclutamento, contestualmente a quelle della formazione. Sia la formazione iniziale, su cui stiamo lavorando con la ministra Messa sia quella in servizio, quella formazione continua che noi riteniamo debba essere fondamentale per garantire proprio la dignità del mestiere: questo mestiere straordinario che è fare l’insegnante. E poi la riforma che riunisce tutte, che è quella della riorganizzazione dell’intero sistema didattico. Con grande attenzione a due punti: dimensionamento degli istituti, delle istituzioni scolastiche, e numerosità poi delle classi.
Sugli investimenti abbiamo due ambiti molto chiari: gli ambienti per la nuova didattica, per un una didattica molto più partecipata e molto più laboratoriale, e i contenuti della nuova didattica. Per i primi abbiamo posto 13 miliardi di investimento di cui 900 milioni, parti del progetto React EU. Per i contenuti della nuova didattica 5,4 miliardi. Dico rapidamente come articoliamo questi investimenti perché diventa fondamentale una grande attenzione agli asili nido, alle scuole d’infanzia, ma in particolare agli asili nido, proprio per quel principio che diceva prima il Presidente del permettere un’effettiva eguaglianza di genere in tutti i comparti. I servizi per la prima infanzia sono fondamentali e in questo ambito abbiamo, come Paese, più ritardo che non sulle scuole dell’infanzia. Le mense scolastiche e le palestre, fondamentali per passare a un regime effettivo di tempo pieno in tutto il Paese; la messa in sicurezza delle scuole; le scuole nuove; scuola 4.0 per avere tutti scuole dotate al meglio di tutti gli strumenti. E poi invece, dall’altra parte, un piano di estensione del tempo pieno; la riduzione dei divari territoriali che per noi è cruciale; la riforma degli ITS; la didattica digitale integrata e la formazione digitale di tutto il personale; le nuove competenze e i nuovi linguaggi, dedicati moltissimo alle nuove scienze, a questa idea di permettere ai nostri ragazzi di avere un’idea della matematica come capacità di astrarre e sperimentare, come ci ha spiegato Giorgio Parisi non solo in questi giorni ma ormai da tempo. 
Il dato che vi voglio presentare è questo: noi siamo pronti per fare, entro novembre 2021, bandi per 5 miliardi che crediamo siano un punto fondamentale proprio per sostenere questa ripartenza del Paese. Tre miliardi su asili nido e scuola dell’infanzia, di cui siamo pronti a fare i bandi; 400 milioni su mense scolastiche; 300 milioni su palestre scolastiche (su questo voglio ricordare il lavoro che stiamo facendo con la sottosegretaria Vezzali che ringrazio); 800 milioni su scuole nuove; 500 milioni per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico esistente con contestuale definizione proprio degli ambienti. Quindi 5 miliardi che siamo in grado di mettere a bando subito. Su questo abbiamo chiaro che dobbiamo assistere coloro che saranno poi gli esecutori conclusivi che sono i Comuni. Faremo quanto prima, insieme con la ministra Gelmini, un passaggio necessario approfondito in Conferenza delle Regioni. Però abbiamo approntato, insieme con la Cassa Depositi e Prestiti, anche un piano per il sostegno dei Comuni che, soprattutto per quanto riguarda gli asili nido, saranno gli interpreti. Abbiamo ovviamente una grandissima attenzione con l’Agenzia per la coesione territoriale per avere ulteriori 200 tecnici che possono essere di supporto in questa grandissima operazione che coinvolgerà tutto il Paese. Anche ovviamente tutte le agenzie disponibili, a partire da Consip, in modo da facilitare al massimo le scelte dei Comuni. E soprattutto tavoli tecnici che noi faremo e stiamo già facendo con le forze sociali anche in base a quel Patto per la scuola al centro della vita del Paese che abbiamo sottoscritto ormai da tempo. Tutto questo però – ricordo – all’interno di questo grande momento di ripartenza del Paese su cui abbiamo lavorato fin dal nostro insediamento e su cui già a novembre siamo in condizione di mettere a bando i primi interventi concreti per oltre 5 miliardi.