L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

di Pietro Boccia

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma di azione per le persone e per il Pianeta, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi, membri dell’ONU. Essa ricollega diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un programma di azione per un totale di 169 target o traguardi da conseguire entro il 2030. L’avvio ufficiale degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi quindici anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro  il 2030. 

Invece, le radici storiche di Agenda 2030 e sostenibilità ambientale sono rappresentate dal Rapporto BRUNDTLAND (1987). Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development, WCED,) istituita nel 1983, presenta, nel 1987, il Rapporto «Our common future» (Il futuro di tutti noi), formulando una linea guida per lo sviluppo sostenibile ancora oggi valida e, tra l’altro, sostenendo che: “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Kofi Annan – Segretario Generale, Nazioni Unite – in World Economic Forum, il 31 gennaio 1999, a Davos ha scritto:  “Vi invito, individualmente con le vostre imprese e collettivamente attraverso le vostre associazioni di categoria, ad abbracciare, supportare e implementare un insieme di valori chiave nelle aree dei diritti umani, standard del lavoro e pratiche ambientali”.

Gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) (Millennium Development Goals o MDG, o più semplicemente “Obiettivi del Millennio”) delle Nazioni Unite sono otto e tutti i 193 Stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015.

La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, firmata nel settembre del 2000, impegna, infatti, gli Stati nei seguenti otto obiettivi:

  1. estirpare la povertà estrema e la fame nel mondo;
  2. rendere universale l’istruzione primaria
  3. promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne;
  4. ridurre la mortalità infantile;
  5. diminuire la mortalità materna;
  6. combattere l’HIV, l’AIDS, la malaria e così via;
  7. garantire la sostenibilità ambientale;
  8. sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

      Nell’Enciclica Laudato Si, la sostenibilità ambientale diventa centrale anche nella Chiesa con indifferenza generale. Ancora una volta un’enciclica papale è passata inosservata all’interno e all’esterno della comunità cristiana. In essa si afferma senza mezzi termini che la “nozione di bene comune coinvolge anche le generazioni future. Le crisi economiche internazionali hanno mostrato con crudezza gli effetti nocivi che porta con sé il disconoscimento di un destino comune, dal quale non possono essere esclusi coloro che verranno dopo di noi. Ormai non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni.

   Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il Pianeta alle future generazioni, entriamo in un’altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensì di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno”.

    I Vescovi del Portogallo hanno esortato ad assumere questo dovere di giustizia: «L’ambiente si situa nella logica del ricevere.  È un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva».

    L’Unione europea nel novembre 2016  ha recepito il documento ONU con il titolo: Il futuro sostenibile dell’Europa, prossime tappe e interviene a favore della sostenibilità.

    Gli obiettivi comuni hanno il significato di salvaguardare tutti i Paesi e tutti gli individui, affinché nessuno ne sia escluso, né debba essere lasciato indietro lungo la strada indispensabile per ricondurre il Pianeta sulla via della sostenibilità.

   L’Italia ha, nel 1017, elaborato la STRATEGIA NAZIONALE DI SVILUPPO SOSTENIBILE, adottato dal Consiglio dei Ministri il 22 dicembre, a cui molte Regioni stanno dando attuazione attraverso l’adozione di Strategie regionali.

Su tali basi viene fuori l’Agenda 2030 è costituita di diciassette OBIETTIVI di Sviluppo Sostenibile, vale a dire:

Obiettivo 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.

Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.

Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.

Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti.

Traguardi dell’Obiettivo 4:

4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti.

4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria.

4.3 Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria – anche universitaria – che sia economicamente vantaggiosa e di qualità.

4.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche – anche tecniche e professionali – per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria.

4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità.

4.6 Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo.

4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.

4.a Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti.

4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i Paesi in via di sviluppo, specialmente nei Paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei Paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo.

Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.

Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.

Obiettivo 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.

Obiettivo 9: Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.

Obiettivo 10: Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni.

Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.

Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico. Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.

Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Obiettivo 16: Pace, giustizia e istituzioni forti.

Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Il Piano di Rigenerazione scuola è stato dal 3 al 5 novembre 2021 indetto dal Ministero P.I.  Il Piano di Rigenerazione scuola indica “i quattro pilastri della transizione ecologica”, vale a dire:

  1. Rigenerazione dei saperi;
  2. Rigenerazione dei comportamenti;
  3. Rigenerazione delle infrastrutture;
  4. Rigenerazione delle opportunità.

Il piano “Rigenerazione scuole” vuole introdurre in modo strutturale nelle scuole italiane gli insegnamenti dell’Agenda 2030 per la formazione di nuove generazioni in grado di abitare il mondo in armonia con esso grazie alla costruzione di nuovi modelli sostenibili di interazione, basati sui 4 Pilastri.