A. Bajani, Il libro delle case

Andrea Bajani tra la vita e la storia

di Antonio Stanca

Di quest’anno è la riedizione, per conto di Feltrinelli,del romanzo Il libro delle case di Andrea Bajani. Lo aveva pubblicato nel 2021 con la stessa casa editrice.

Bajani è nato a Roma nel 1975 e vive a Torino. Dal 2002, da quando aveva ventisette anni, ha cominciato a scrivere di narrativa, romanzi e racconti. Ha continuato fino ai nostri giorni. Non solo scrittore è stato ma anche poeta, giornalista, traduttore, si è impegnato per la radio, la televisione, il teatro. Molto e in molti modi ha fatto ma unico è rimasto l’obiettivo perseguito, promuovere, soprattutto presso i giovani, l’interesse per i valori morali, spirituali, quelli che sono entrati in crisi e rischiano di perdersi completamente. Sono i valori della tradizione tra i quali Bajani non esita a far rientrare la conoscenza della storia, della letteratura, della linguad’Italia. Anche questi sono valori della tradizione, anche questi sono in crisi e andrebbero recuperati, salvati. La scuola, in particolare, dovrebbe assumersi questo compito, dovrebbe operare per ristabilire l’importanza di quanto nella vita è anima, spirito, idea e di quanto, come la letteratura, è il loro interprete. Un progetto di risanamento culturale, sociale, un vasto programma di carattere umanistico sembra che Bajani vada perseguendo con le sue opere qualunque sia il loro genere. È il motivo, il luogo al quale tutte possono essere riportate compresa quest’ultima. Come le altre anche Il libro delle case ha ricevuto numerosi riconoscimenti ma da esse rimane distinto poiché particolare è nella sua costruzione, nella sua esposizione: un linguaggio quasi telegrafico ed un tema che procede frazionato, diviso in tante parti. Una serie di piccoli paragrafi costituisce l’opera, ognuno è un tempo, un luogo, un pensiero, un’azione, una “casa” del protagonista, ognuno è un frangente della sua vita e può essere improvviso, nuovo, diverso anche rispetto a quello più vicino. Non c’è un percorso regolare, si va avanti e indietro, si segue l’impulso, l’istinto più che la logica, la ragione. È il modo singolare col quale Bajani ha creduto di poter dire come è avvenuta la formazione del protagonista, Io, come è vissuto da bambino ad adulto, a marito, padre, quanto gli è provenuto dall’esterno, famiglia, scuola, altre esperienze, e dall’interno del suo sentire, del suo pensare. L’ambientazione è tra Roma, Torino e località circostanti, i tempi quelli del secondo Novecento e dei primi anni 2000. In molte case Io si è trovato a soggiornare, per motivi di famiglia, di lavoro ed altri, da quando era bambino a quando è diventato grande. In ognuna di esse lo scrittore lo ritrae, fa vedere cosa, comeha fatto, cosa ha pensato, con chi è stato, se gli è servito. Ognuno dei suddetti paragrafi è dedicato ad una delle case-dimora di Io, ognuno lo coglie in modo naturale, autentico. L’opera è una registrazione quanto mai fedeledella sua crescita, di ogni momento della sua crescita.

Non si può negare l’originalità di una simile impostazione né si può mettere in dubbio l’utilità di questo romanzo. Molto serve far sapere come avvieneoggi la formazione di un giovane, quali sono i suoi rapporti con la famiglia di origine, con la sua propria, con i parenti, le persone, l’ambiente, la vita intorno. Anche con questo libro Bajani ha voluto dare indicazioni, insegnare, ha voluto dire di uno dei problemi più attuali, più difficili, quello dei giovani e della loro posizione nella vita, nella società. Infiniti sono gli aspetti di quell’Io che diventa giovane. Non ha mai smesso di seguirlo, osservarlo il suo autore, tanti luoghi ha fatto vedere insieme a lui, tanta storia dell’Italia moderna ha percorso. Anche un importante documentopuò essere considerato Il libro delle case. Era cominciato come una semplice serie di immagini e si è concluso come un’ampia illuminazione di vita e di storia.