Ok Corral

Ok Corral

di Vincenzo Andraous

Senza ombra di dubbio siamo nel bel mezzo di un tornado sociale che non risparmia alcuno, professionisti della parola ed esperti di disturbi della personalità non sanno più che pesci pigliare, rimane il fatto che tante e troppe donne rimangono stese sul selciato in un bagno di sangue e bambine sempre più piccole sono profanate e gettate via.

Un paese il nostro che non riesce a formulare una sintesi, una spiegazione plausibile se non militarizzare il territorio, per tentare di arginare e costringere con le spalle al muro tanta indegna inesistenza umana.

Di per sé è già gravissimo il reato di femminicidiomoltiplicato all’infinito, figuriamoci la violenza sessuale e quella carnale compiuta da bambocci di strada che di strada non sanno proprio niente, da bulletti di periferia o di città che pensano di essere intoccabili persino nella miserabilità più inaccettabile.

In questo tempo così martoriato dalla brutalità del male, dalla prevaricazione e dal sopruso, dalla crocifissione di una innocenza dapprima umiliata e poi annientata, stordisce e fa tremare le vene dei polsi, la normalità di una narrazione mostruosamente reale, con cui si afferrano due bambine di dieci e dodici anni, si trascinano in una sorta di terra di nessuno, sì, proprio di nessuno. e per lunghi mesi a turno vengono violentate, picchiate, tra risate e scaracchi.

Nel silenzio omertoso, nella paura della minaccia incombente, due creature indifese, due bimbe, due innocenti, sono usate come carne da macello.

Da chi? Dal gruppo dei pari, da adolescenti poco più grandi, da chi ha scoperto il potere della violenza, la disumanità nascosta nella frazione di uno sparo.

E’ così incomprensibile anche solo immaginare che delle bimbe possano essere brutalizzate da coetanei ancora al primo imbocco, come è possibile anche solo pensare che delle bambine innamorate di Barbie, vengano sbattute sul selciato, aggredite, offese e torturate sessualmente da nullatenenti del corpo e dello spirito.

Da padre mi si attorcigliano le budella, rimango letteralmente sconnesso dalla ragione, come se il freddo di una lama mi colpisse al basso della schiena. La sofferenza di queste bambine è davvero insopportabile, lo è di meno purtroppo, l’indifferenza lasciata crescere nell’angolo più buio dove troppo spesso non è dato vedere.