Metaverso, IA e festa dei nonni

Festa dei nonni al tempo del metaverso e dell’IA

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Senilità, il corpo invecchia, arrivano i primi acciacchi, le prime malattie, e di conseguenza le prime cure con farmaci che ti accompagneranno per tutto il resto della vita e che da questo momento si aggiungeranno, uno dopo l’altro, diventando sempre di più.

Un modo per restare attaccato alla vita, per sperare in quell’eternità terrena che di fatto è solo un’illusione in quanto tutto alla fine finisce inesorabilmente come la vita stessa.

E con il preannuncio dell’età pensionabile, da un lato un sensodi libertà ti invade, quante cose lasciate nel cassetto, che ora aspettano di essere riprese, quanti sogni, alcuni possibili certo, altri invece ormai legati ad un tempo in cui eravamo forti e giovani ed ora non più attuabili se non nella nostra fantasia.

E con la pensione, l’abbandono del ruolo precedente, c’è chi andando via non riesce a girare pagina e continua imperterrito a interferire nel lavoro di chi ha preso il suo posto, rimanendo attaccato ad un tempo che ormai non esiste più, in quanto tutto scorre, tutto diviene, tutto cambia, e nulla è per sempre.

Età della quiescenza, quindi una fase della vita dedicata al riposo, dove il tempo libero diventa predominante nella quotidianità.

Un tempo quindi per determinarsi e rideterminarsi di nuovo, per trovare una nuova dimensione, un nuovo ruolo all’interno di questa società così complessa, così unica e in un’era in cui la tecnologia, cambia tutto con una velocità senza precedenti.

Eppure, è in questo che tantissimi uomini e donne, prima impegnate in ruoli significativi e con maturate e specialistiche competenze sentono ancora il bisogno di dare, di sentirsi utili, di essere attivi o quanto meno di sentirsi tali.

C’è chi una volta raggiunta l’età pensionabile si dedica a séstesso ai suoi hobby, ai suoi passatempi, c’è chi comincia a viaggiare o a rispolverare vecchie passioni dimenticate datempo, ingoiate com’erano nella tran-tran frenetico della quotidianità.

Il 2 ottobre lo stato italiano celebra la festa dei nonni, istituita con la legge n.159 del 31 luglio 2005, una giornata speciale di connessione tra generazioni, in cui la terza età viene onorata, per quello che è stato, certo, ma soprattutto, per quello che è, eda in questa nostra società sempre più fragile con una gioventù dal futuro sempre più incerto.

La festa è celebrata sistematicamente in tutte le scuole dell’infanzia e primaria del primo ciclo, vuoi perché in quella fascia di età i nonni sono molto presenti nella vita degli studenti, in quanto sono proprio loro che sempre con maggiore frequenza, vanno ad accompagnare i nipoti a scuola,riprendendoli poi all’uscita.

Altri, li aiutano a fare i compiti rimanendo purtroppo, l’unica figura adulta che rimane in casa fino alla sera, quando i genitori rientrano dal lavoro.

Nonni dispensatori di tempo e risorse economiche certo, ma anche di consigli, ricchi di un bagaglio di conoscenze frutto delle esperienze di una vita intera, di una generazione che ha vissuto la storia, anche nei suoi tempi più bui.

Le maestre e i maestri lo sanno bene, e già a partire dall’inizio delle lezioni, programmano e preparano tantissime attività per questa bellissima festa, in uno schema quello delle routine annuali, che si intercala alle routine quotidiane, diventando occasione per lo sviluppo di attività e di unità di apprendimento che esplorano i campi di esperienza, contribuendo al raggiungimento di quei traguardi previsti nelle indicazioni nazionali.

Dai laboratori grafico espressivi, dedicati alla produzione di prodotti significativi, ai saggi musicali e coreutici, alle piccole rappresentazioni teatrali, alle attività relazionali con la presenza dei nonni nelle piccole sezioni e tantissime altri originali attivitàche oggi si affacciano anche alla realtà aumentata del metaverso.

Attività che si ripropongono sistematicamente nella scuola primaria, arricchendosi di tutte quelle nuove competenze legate all’alfabetizzazione, al progressivo maturare della comprensione dei linguaggi, in continuità con i campi di esperienza precedenti che ora declinano in saperi sempre più disciplinari.

Maestri e maestre che rendono viva la scuola italiana, che creano e consolidano l’alleanza con le famiglie, che vanno oltre il tempo scuola con la passione che da sempre rende grande nel mondo questi due ordini di scuola.

Per i più innovativi, una tecnologia, che spazia dalla robotica educativa, alle prime esperienze nel metaverso, che per i più piccoli è legato alla grande componente ludica degli escaperom, alle attività in realtà aumentata con gli osmo kit, o semplicemente attraverso l’esplorazione di contenuti digitali.

Alcune maestre le più creative e in linea con il quadro DigiCompEdu, utilizzano la fotografia e i video digitali per la produzione di piccoli cortometraggi, filmati emozionali da presentare ai nonni e alle famiglie, in esperienze ricche di emozioni, di gioia, di lacrime, quelle buone però, per una terza età sempre più presente nella vita di ogni giorno dei loro piccoli studenti.

Per i più innovativi le attività di MLTV – “Rendere visibili pensiero e apprendimento”, un modello educativo innovativo concreto, elaborato grazie alla collaborazione tra INDIRE, Project Zero (gruppo di ricerca della Harvard Graduate School of Education di Boston) e le suole del movimento Avanguardie educative.

MLTV è l’acronimo di Making Learning and Thinking Visible, e si propone di valorizzare e mettere a frutto sia le conoscenze, le abilità e le competenze di tipo disciplinare che lo sviluppo del pensiero nelle diverse declinazioni: critico, creativo, logico-matematico, riflessivo, decisionale, sistemico (destinato al secondo ciclo d’istruzione).

I costrutti elementari di questa metodologia sono:

1. la documentazione, intesa come la «pratica di osservare, registrare e condividere attraverso media differenti il processo e il prodotto dell’apprendimento con lo scopo di rendere l’apprendimento stesso più profondo» (Krechevsky et al., 2013)

2. il group learning, definito come «un insieme di persone che sono emotivamente, intellettualmente ed esteticamente ingaggiate nella soluzione di problemi, creazione di prodotti, attribuzione di senso. [Un gruppo] nel quale ognuno apprende sia autonomamente sia con e grazie agli altri» (PZ & Reggio Children, 2001);

3. i protocolli, le Thinking Routine, le indicazioni, che rendono visibile il pensiero e che supportano lo sviluppo di capacità di ragionare in modo creativo, profondo e divergente. Il pensiero, infatti, non è solo legato alla dimensione cognitiva ma è disposizionale, distribuito, e può appunto essere reso ‘visibile’ attraverso pratiche particolari.

Una festa quella dei nonni quindi molto radicata nelle scuole dell’infanzia e primaria, ma purtroppo assente nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Con l’avvento dei saperi epistemologici a partire dalla classe prima della scuola secondaria di primo grado, la festa dei nonni scompare dalle attività didattiche, in quanto i “professori”, non la ritengono più una ricorrenza sulla quale sviluppare delle attività, declinare degli eventi, arricchire l’offerta formativa, con una progettualità che guardando ai nonni, guarda al sociale, a quella terza età sempre più dimenticata e che invevitabilmenteapproda sempre più nelle residenze a lei dedicate.

E’ il triste destino di una generazione, che la scuola in quanto agenzia educativa dovrebbe contrastare, valorizzando i nonni, creando quella connessione generazionale, necessaria oggi più che mai.

In fondo gioventù e terza età hanno molto in comune, entrambi queste fasi della vita sono caratterizzate dalla libertà di non essere impegnati in un ruolo nel mondo del lavoro.

Alcune istituzioni scolastiche del secondo ciclo, hanno intrapreso percorsi di Service Learning, finalizzate alla realizzazione di quelle connessioni generazionali tra giovani e terza età.

Il Service-Learning diventa lo strumento per la valorizzazione dell’uomo, della sua centralità, educando i giovani al rispetto e alla valorizzazione delle fasce più deboli, per una scuola di tutti e per tutti, che attenua gli effetti devastanti di un individualismo che ci conduce inevitabilmente a sconoscere l’altro e a restare sempre più soli.

Ben venga la festa dei nonni, nelle scuole secondarie, magari insieme a lezione, in un rinnovato Life Long Learning, fatto di scoperte, emozioni, condivisioni o in attività di peer learning di connessione generazionale, per una società la nostra che si prepara ad affrontare i grandi temi dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale, nella vita di tutti i giorni, in quanto pur se efficiente e efficace, manca di un requisito fondamentale che è la nostra umanità.