Le misure organizzative

Le misure organizzative in ogni scuola

di Francesco Scoppetta

In una scuola ci sono le misure “organizzative” (comprensive di una serie di orari e calendari) di solito assunte dal dirigente ( con il suo staff o dal Dsga) sulle quali spesso si riflette troppo poco, come se fossero facili o intuitive o secondarie. Si pensi a quelle misure che:
● prevedono la separazione dei compiti;
● contemplano ed individuano ruoli e responsabilità;
● permettono la gestione degli utenti, dei loro diritti, degli accessi fisici;
● consentono la rintracciabilità, la misurazione, i controlli e le verifiche;
● sono finalizzate alla gestione degli asset e dei supporti rimovibili;
● promuovono l’istruzione e la promozione della consapevolezza.

Per uscire dalle astrattezze, ecco alcuni esempi concreti:

Primo giorno di scuola: come organizzare il benvenuto ai nuovi iscritti e ai loro genitori?
Incontri scuola-famiglia: i genitori arrivano a scuola, come vengono informati, quali percorsi seguono, come vengono accompagnati, come vengono organizzate le modalità dell’incontro?

Scrutini: il calendario degli incontri come viene strutturato in maniera tale che il prolungarsi di uno scrutinio non provochi un effetto a cascata?

Visite e viaggi: oltre ai regolamenti, come vengono scelti gli accompagnatori, come vengono gestite le gare per garantire imparzialità e correttezza?

Collegi docenti: come vengono preparati per evitare il rischio “consiglio comunale” (anche perchè il dirigente non è un sindaco eletto dal popolo), come evitare ordini del giorno lunghissimi in cui per ogni punto si perviene alla decisione finale attraverso un’ estemporanea improvvisazione o un braimstorming collettivo faticoso e lunghissimo?

Riunioni collegiali: come vengono definiti con precisione l’ordine del giorno, e i compiti di ciascun organo, per evitare che le riunioni siano considerate inutili e burocratiche?

Cambio ora e uscita anticipata alunni su richiesta genitori: come congegnare alcuni delicati (per la sicurezza) frangenti giornalieri in modo che la procedura sia conosciuta e applicata in maniera chiara e precisa senza interpretazioni soggettive e fantasiose?

Adozione libri di testo: come congegnare una procedura perfetta che consenta di arrivare al risultato finale (elenco libri da consegnare alle librerie per ogni classe) senza intoppi, imprecisioni ed errori?

Coordinatori di classe e segretari: come vengono scelti ogni anno, dal momento che sono incarichi facoltativi? Si scelgono sempre gli stessi?

Potremmo continuare elencando decine e decine di occasioni in cui ogni scuola e il suo dirigente sono chiamati ad inventare soluzioni organizzative valide che siano più efficaci che burocratiche, più semplici che arzigogolate. In realtà ogni scuola più che esibire, sul sito web o attraverso apposite pubblicazioni cartacee o memorandum, le regole e i propri regolamenti che disciplinano il funzionamento giornaliero, deve, attraverso tali misure, poter esibire qualcosa all’occhio esterno del visitatore occasionale: l’ordine. E’ un colpo d’occhio immediato che rompe l’alternativa: ordine o disordine. Organizzazione o caos. In effetti un dirigente scolastico, ma è solo il mio parere, potrebbe essere “valutato” soltanto assistendo alla conduzione di un collegio docenti. Il buon dirigente non può presiedere collegi e riunioni caotiche, estenuanti e lunghissime (dove le decisioni sono assunte alla fine per esaurimento dell’assemblea).

Così come un buon allenatore di calcio può essere giudicato (al di là dei risultati) se i suoi giocatori vanno in campo sapendo bene cosa fare, allo stesso modo un dirigente scolastico potrebbe essere valutato osservando se docenti e personale Ata sono stati resi consapevoli delle varie procedure da applicare. Una scuola può assomigliare ad un non-luogo, l’atrio di una stazione ferroviaria, oppure ad una scuola ordinata. L’organizzazione dimostra che una scuola è governata, attraverso l’assunzione, nel tempo, di buone abitudini.

L’organizzazione non piace a chi sguazza nel caos: gli anarchici e tutti gli individualisti che considerano i doveri come facoltativi: lo faccio solo quando piace a me.

Prendiamo la misura organizzativa che nei supermercati ha costretto i clienti che intendessero avvalersi di un carrello per la spesa ad usare una moneta. Quella moneta li costringe, per recuperarla, a riporre in ordine il carrello usato nel trenino dei carrelli. Anche nelle trattorie l’invenzione dello spillone per infilarvi le comande scritte e dare loro un ordine di precedenza è stata una misura che ha rivoluzionato il lavoro. Prima dello spillone i conflitti tra cuochi, camerieri e clienti erano incessanti, dopo tale misura l’organizzazione ha funzionato meglio.

Pertanto anche nelle scuole come in ogni luogo che produce servizi alle persone, sono queste misure, spesso invisibili o nascoste, ad evitare conflitti (si pensi a tutti i sistemi di prenotazione o ai sistemi eliminacode), a creare un meccanismo preciso come un orologio. La fantasia spesso è necessaria perchè sono i “rinforzi” o le “spinte gentili” ad invogliare e incentivare dipendenti e clienti a comportarsi bene. La moneta per prendere il carrello del supermercato è un rinforzo, eppure quanti carrelli isolati vediamo lasciati qui e là, questo per dire che le spinte gentili spesso non fanno effetto su chi gentile non è.

Talvolta occorre saper inventare con furbizia (come quella adoperata per stroncare una volta per tutte l’evasione del canone televisivo, inserito nella bolletta della luce). Altre volte occorre sapersi avvalere della tecnica, come quella ora adoperata negli scrutini o nella predisposizione dei verbali, che hanno trasformato i docenti da amanuensi a digitali. La diffusa resistenza a sostituire il registro cartaceo del professore con quello elettronico non è stata forse la paura del controllo del Grande Fratello? Così come l’ostracismo alle prove Invalsi non nasceva forse dal timore di essere valutati sulla base dei risultati degli allievi?