G. Genisi, Spaghetti all’Assassina

Gabriella Genisi, un nuovo “giallo”

di Antonio Stanca

    Recentemente è stato riedito da Feltrinelli, su licenza Marsilio, il romanzo Spaghetti all’Assassina di Gabriella Genisi. È il quinto della serie di polizieschi “Le indagini di Lolita Lobosco”, scritta dalla Genisi a partire dal 2010 e ambientata in Puglia. Un’altra serie, ambientata nel Salento, ha avuto inizio nel 2019 e suo protagonista è stato il maresciallo Chicca Lopez. 

   La Genisi è nata a Bari nel 1965. Ha cominciato a scrivere quando aveva poco più di quaranta anni e molto ha prodotto se si pensa alle numerose opere che compongono le due serie. A renderla particolarmente nota è stata la prima, quella interpretata dal commissario Lolita Lobosco. Ha avuto una trasposizione televisiva, molte traduzioni e ha fatto della protagonista un personaggio amato e seguito.

   La Genisi vive tra Bari e Parigi. Molto si applica nel suo lavoro di scrittrice, molti riconoscimenti ha ottenuto, molto si è distinta. Anche se rientra nel genere “giallo” diversa è la sua narrativa innanzitutto per la Lolita che riesce a fare il commissario e tante altre cose, a dividersi in molti sensi, a far rientrare nella sua vita il lavoro, l’ufficio e tutto quanto è proprio di una donna, di una bella donna. Si comincia con la casa, i familiari, gli amici, le uscite, le cene, gli amori e si finisce con la vita intima, quella dell’anima, quella che conosce quando è sola, in pena, quando non ha nessuna delle certezze proprie del suo lavoro. A niente rinuncia la Lobosco, tutto quanto è della vita è anche suo senza sforzo, con semplicità, con naturalezza. È una figura di commissario diversa dalla solita. È più nuova, più completa, più affascinante, più seducente. Attira fin dall’inizio di ogni opera e non finisce mai di farlo. La si insegue ovunque vada siano posti richiesti dal suo lavoro siano altri voluti dalla sua altra vita. Si ha così, come in questo romanzo, la possibilità di conoscere quelle parti, quelle zone di Bari e dintorni che non sono abbastanza note, che sono rimaste quasi sconosciute. Gli spostamenti, gli inseguimenti, i pedinamenti, le frequentazioni, gli appuntamenti, le visite, gli incontri, gli scontri che la Lolita compie quasi senza sosta svelano una città infinitamente ricca di case, di strade, di piazze, di chiese, di persone, di cose, di usi, costumi ma anche di malavita, una città meravigliosa per la sua posizione tra Occidente e Oriente, il suo mare, le sue vedute, i suoi tramonti, le sue luci, i suoi colori ma anche pericolosa per quanto di sospetto, di oscuro, di violento vi si cela. Una città bella ma anche brutta, buona ma anche cattiva. Insieme al commissario, che procede nel suo lavoro e nella sua vita, tutto si muove nei romanzi della Genisi che bene riesce a rendere un ambiente così vasto e vario, così dinamico. Una rivelazione sembra che compia e con un linguaggio svelto, sempre mosso, sempre animato da un’intenzione, un pensiero, un programma, sempre in cerca d’altro. Non è solo il personaggio di Lolita ad aver reso famosa la Genisi ma anche il suo stile, la sua forma espressiva. Molto riesce a dire pur in poche righe: interno ed esterno, vicino e lontano, uguale e contrario, detto e pensato riesce a far rientrare nelle stesse parole, a far succedere nello stesso momento. Virtù e vizio, verità e menzogna, bene e male sono elementi sempre presenti nelle narrazioni della Genisi, elementi che si rincorrono, si alternano, si combattono, si sovrappongono ma non cessano di esistere, di agire. In Spaghetti all’Assassina il caso che ha messo in moto tutto quanto è stato l’efferato omicidio di Colino Stramaglia, noto proprietario del famoso ristorante “Al Ciuccio”, nella parte vecchia di Bari, dove è possibile gustare “gli spaghetti all’Assassina”, il piatto più prelibato della cucina barese, il più famoso. Stramaglia è diventato molto ricco col suo locale ma si è pure concesso a vizi come quello delle donne e attività clandestine quali il prestito di denaro ad usura. Trovato ucciso nel suo ristorante, la polizia e in particolare il commissario Lobosco iniziano con le loro indagini. Dai primi accertamenti la vicenda sembra piuttosto complicata. Molto si scopre, di molto si sospetta, molto si fa ma non si intravedono vie d’uscita. Inaspettatamente, però, succederà che la Lobosco intuisca un collegamento, abbia un sospetto che si rivela fruttuoso e che porta alla soluzione del caso. I giornali ne parleranno, la sua fama crescerà ma non cancellerà quegli scontenti, quelle insoddisfazioni che le sono proprie, che l’hanno accompagnata per tutta l’opera e che l’avrebbero fatto per tutta la vita confermando quanto complessa fosse la sua figura, come insieme al commissario ci fosse pure la donna. È l’altro dei motivi che fanno di Lolita un personaggio d’eccezione e della Genisi una scrittrice di culto.