Pioltello. Non è facendo ‘più’ scuola che possiamo migliorare i livelli di apprendimento, ma realizzando una scuola ‘migliore’

da Tuttoscuola

La risposta che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato alla lettera della vicepreside Maria Rendani, che a lui si era rivolta invitandolo a visitare la scuola, mette un sigillo autorevole e definitivo ad una vicenda che è sì di modesto rilievo, ma che ha tenuto banco per giorni sulle cronache nazionali: “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla“, sottolinea il capo dello Stato, “desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo”.

Chiusa la vicenda mediatica, non si può non osservare che, se la comunità scolastica tutta dell’I.C. Iqbal Masih di Pioltello ne esce a testa alta, sia sotto il profilo pedagogico che quello organizzativo- gestionale, la posta in gioco si è giocata tutta attorno all’autonomia scolastica come principio ispiratore didattico-pedagogico e organizzativo-gestionale delle istituzioni scolastiche italiane.

Senza volere ripercorrere tutti i passaggi effettivi e non mediatici della vicenda, è risultato in tutta evidenza che la comunità scolastica nella sua interezza, dal dirigente agli Organi Collegiali,  si è mossa entro il perimetro di un’autonomia scolastica agita e non dichiarata, responsabile e non velleitaria, rispettando i passaggi normativi (l’esito dell’ispezione ministeriale non ha rilevato sostanziali irregolarità) e perciò, con qualche piccolo aggiustamento formale nelle delibere, la sospensione delle attività didattiche per il 10 aprile in coincidenza della fine del Ramadan è stata confermata. E’ toccato ieri al Consiglio di istituto (che ha deliberato all’unanimità, indicazione non secondaria e dal forte valore simbolico, per chi conosce le dinamiche di quest’organo collegiale) chiedere perciò “che venga rispettata una scelta nata spontaneamente al nostro interno, sulla base di motivazioni che riteniamo coerenti con il diritto all’educazione e all’istruzione, con la Costituzione Italiana e che origina dalla considerazione operata dal Collegio Docenti“. (La Repubblica, 26/03/2024 https://milano.repubblica.it/cronaca/2024/03/26/news/ramadan_pioltello_scuola_chiusa_messaggio_docenti-422375991/ ).

Va riletto con attenzione questo lungo comunicato del Consiglio di Istituto, specie laddove rivendica la correttezza non solo formale delle scelte in una dimensione pienamente educativa e di vero e concreto adeguamento dell’offerta formativa alla realtà e alle condizioni di tutta la comunità educante, con un richiamo alla norme cardine dell’autonomi scolastica che – forse – sarebbe stato meglio che chi ha innescato e cavalcato la polemica, avesse ben presente sin da principio: “Chiediamo ora, come rappresentanti dei genitori, dei docenti e del personale Ata che si possa tornare a vivere con tranquillità la scuola. Le motivazioni che hanno portato alla delibera di tali giornate di sospensione delle lezioni sono esclusivamente di carattere didattico ed educativo, in coerenza con quanto previsto dal D.P.R. 275/99 e dal D.lgs. 297/94. Auspichiamo rispetto per il ruolo del Consiglio di istituto ed una maggiore partecipazione attiva da parte di quei genitori che dicono di aver appreso solo di recente le date di sospensione delle lezioni.”

E’ toccato quindi alla comunità educante dell’IC di Pioltello, prendere le difese sostanziali  e non formali dell’autonomia scolastica nell’anno in cui compie 25 anni di vita e ricordare alla politica – che ha innescato una polemica strumentale (ancora oggi FdI annuncia nuove interrogazioni parlamentari) – di avere agito entro il perimetro delle Costituzione e delle leggi. La comunità scolastica ha fatto quello che deve fare ogni scuola autonoma: ha salvaguardato la qualità dell’offerta formativa adattandolo ad un quadro educativo complesso nell’interesse dei propri studenti. Adattare il calendario alla realtà effettuale della comunità, non significa trovare l’escamotage per ricavare qualche giorno di vacanza in più (!), ma anzi compensare con giornate di attività didattiche quelle giornate che per situazioni particolari, riconducibili a ragioni diverse, andrebbero perse per un elevato numero di prevedibili assenze.

Si è trattato quindi, di una rimodulazione virtuosa del calendario scolastico, nel pieno esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica della scuola. La distorsione politica che è stata operata sulla chiusura del 10 aprile, non tiene conto del fatto che un’istituzione scolastica è un organismo complesso che mette in campo ogni giorno gli strumenti più adeguati alla formazione e all’educazione dei cittadini. Le semplificazioni di parte non solo non sono inutili, ma contraddicono la libertà formativa delle scuole che, quando come in questo caso, si coniuga con la responsabilità delle scelte, risulta ineccepibile. Sarebbe utile a chi innescato la polemica che, oltre i riferimenti normativi all’esercizio dell’autonomia scolastica,  riprendesse in mano il quadro pedagogico introduttivo alle Indicazioni nazionali del I ciclo del 2012, soprattutto in quelle parti dove (oltre 10 anni fa), si descriveva il nuovo paesaggio educativo caratterizzato, fra l’altro da un multilinguismo e un multiculturalismo diffusi, segni distintivi, attraverso il confronto di popoli e culture, del nuovo umanesimo del XXI secolo.

Un’ultima puntuale osservazione è stata fatta dal Consiglio d’Istituto a proposito della lettura dei risultati delle prove Invalsi anche in risposta ad un’osservazione del Ministro (https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2024/03/20/valditara-scuola-pioltello-ha-risultati-formativi-sotto-media_d21074b1-a402-4908-b460-4a5a85e144e2.html), risultati “ancora migliorabili ma che in questi anni collocano i nostri alunni, in una prova con punteggio in scala 200, ben oltre 20 punti sopra le scuole di pari contesto ESCS in matematica e inglese, in linea con le altre scuole in italiano”.

Anche in questo caso la lettura del dato e il confronto con le 200 scuole di ESCS simile (non con la situazione delle scuole lombarde) è ineccepibile, come ineccepibile è il richiamo alla funzione di stimolo al miglioramento che è propria dei risultati delle prove. Non è facendo “più” scuola che possiamo migliorare i livelli di apprendimenti dei nostri studenti, ma realizzando una scuola “migliore” che, adeguando l’offerta formativa alla complessità del presente, persegua il miglioramento dei livelli di apprendimento delle alunne e degli alunni delle nostre istituzioni scolastiche.