Sesta bozza di Decreto sulle classi di concorso. Ma l’emanazione si allontana…

Sesta bozza di Decreto sulle classi di concorso. Ma l’emanazione si allontana…

I primi di febbraio il MIUR ha reso nota l’ennesima (la sesta!) bozza di regolamento di riforma delle classi di concorso.

Le poche differenze con le bozze precedenti vanno – sia pur parzialmente – nella direzione auspicata dal CNAFAM.

Riguardo le discipline artistiche, si segnala l’allegato H, di nuova concezione, che sostanzialmente accorpa – stabilendone la corrispondenza – le classi A01 e A08 (Arte e immagine nella scuola secondaria di I grado e Discipline architettoniche, del Design e storico-artistiche). Non affrontati, nella sostanza, i problemi posti dalla recentissima equiparazione dei diplomi rilasciati dalle Accademie di Belle Arti alla laurea in Storia dell’Arte (legge di stabilità 2013), che comportano l’accorpamento anche della classe A43 (Storia dell’Arte), con la conseguente possibilità per i diplomati dell’Accademia di Belle Arti di insegnare anche Storia dell’Arte nei Licei.
Riguardo le discipline musicali, si segnala, sempre nell’allegato H, il sostanziale accorpamento tra le classi A44 e A45 (Strumento musicale e musica nel I e nel II ciclo d’istruzione). Anche questo passo va nella direzione da sempre auspicata dal CNAFAM di una sola classe di concorso per lo strumento musicale in tutti gli ordini e gradi di scuola. Resta, anche stavolta, da affrontare con coraggio il problema dell’insegnamento della Storia della musica, vista l’equiparazione stabilita dalla legge di stabilità 2013 tra diplomi di Conservatorio e lauree in Musicologia, che implica la possibilità per i diplomati di Conservatorio di insegnare Storia della Musica nei Licei musicali e coreutici.
Infine, riguardo le discipline coreutiche, si segnala l’allegato G, che prevede il diploma di II livello ad indirizzo classico o contemporaneo quale titolo di accesso al TFA. Anche in questo caso, si dimenticano i titoli di vecchio ordinamento, ai quali già la normativa precedente dava valore abilitante, e che sono adesso stati equiparati ai titoli di II livello dalla citata legge di stabilità 2013.

Ma la vera notizia è che la riforma delle classi di concorso sarebbe stata accantonata dal MIUR, e rimandata al dopo-elezioni: un modo per prendere fiato e affrontare con più calma i numerosi problemi sottolineati da associazioni sindacali e di categoria. Non ultimo, quello dello strumento normativo da utilizzare.

Ci auguriamo che in questo lasso di tempo sia fatto tesoro delle indicazioni del CNAFAM, e che esse vengano inserite nello schema definitivo di Decreto.