A maggio sciopero dei Cobas contro ‘la scuola-quiz dell’Invalsi’

da tuttoscuola.com

A maggio sciopero dei Cobas contro ‘la scuola-quiz dell’Invalsi’
 Contro il Sistema Nazionale di valutazione (la settimana scorsa è stato licenziato il provvedimento sulla valutazione) e “la scuola-quiz dell’Invalsi“, i Cobas hanno indetto uno sciopero generale delle scuole materne ed elementari il 7 maggio, delle medie il 14 maggio, delle superiori il 16. L’obiettivo – spiega Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas in una nota – è di bloccare i test Invalsi, facendo scioperare i docenti in orario nelle classi coinvolte e/o i docenti “somministratori“. I Cobas propongono inoltre di istituire in ogni scuola una “cassa di resistenza” in modo da sostenere economicamente i docenti “il cui sciopero risulterà utile a fermare la somministrazione“.

Secondo Bernocchi, il governo Monti “ha dato vita al Sistema Nazionale di (S)valutazione introducendo uno strumento coercitivo per piegare l’istruzione alle logiche della scuola-azienda e della scuola-quiz e dando all’Invalsi il potere di stabilire i criteri che dovrebbero orientare – ma in realtà svalutare, imponendo una scuola-miseria – l’azione dei nostri istituti“.

I Cobas contestano il provvedimento in quanto l'”autovalutazione” sarebbe sulla base dei quiz Invalsi, con il risultato che “nelle scuole si imporrà la subordinazione ai parametri indicati, eliminando ciò che non sarà oggetto di valutazione (ad es. la buona didattica). E dal prossimo anno i fondi alle scuole saranno dati in base ai risultati di ‘qualità’“. Inoltre, con i nuclei di valutazione esterni “di fatto viene annullata la libertà d’insegnamento”. “E se la cura non funziona? – si chiede Bernocchi – non si dice cosa succederà alle scuole che, nonostante la “cura”, non riusciranno a raggiungere gli standard previsti“. “In realtà questo sistema svaluterà rapidamente e con danni irreparabili la qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata, come già accaduto nella scuola inglese e statunitense. Una quantità enorme di risorse sarà ulteriormente dirottata nella burocrazia  e sottratta al lavoro concreto della didattica“. “Vogliono imporci cosa insegnare e come insegnare. I docenti devono reagire ed essere in prima fila nella difesa della qualità della scuola pubblica”.