La lezione di Bologna

da Il Manifesto

5 maggio 2013

La lezione di Bologna
di Stefano Rodotà

Cari amici del Mani­fe­sto, si svolge dome­nica 26 mag­gio a Bolo­gna un refe­ren­dum sul finan­zia­mento alla scuola pri­vata impor­tante, dif­fi­cile e rischioso. Ma la poli­tica, quella vera, è anche, e in molti casi soprat­tutto, pro­prio capa­cità di assu­mere rischi quando sono in que­stione prin­cipi, quando biso­gna cer­car di pro­muo­vere muta­menti nella società e nel sistema politico-istituzionale. Quel che dovrebbe sor­pren­dere, allora, non è che qual­cuno abbia avuto l’ardire di pro­muo­vere un refe­ren­dum, ma che que­sto refe­ren­dum si debba fare. E oggi, in pre­senza di ini­zia­tive poli­ti­che a dir poco azzar­date, è più che mai neces­sa­rio ripren­dere il filo, spez­zato in que­sti anni, della poli­tica costi­tu­zio­nale e della lega­lità che essa esprime.L’oggetto spe­ci­fico è quello ricor­dato — risorse pub­bli­che a bene­fi­cio di scuole pri­vate. Per giu­sti­fi­care que­sta scelta, a Bolo­gna, e non solo, si ado­pe­rano argo­menti di oppor­tu­nità e ritor­nano le con­tor­sioni giu­ri­di­che alle quali da anni si ricorre per aggi­rare l’articolo 33 della Costi­tu­zione. Ma que­sto, dav­vero, è un punto non nego­zia­bile, per almeno due ragioni. La prima riguarda la neces­sità di rispet­tare la chia­ris­sima let­tera della norma costi­tu­zio­nale che parla di una scuola pri­vata isti­tuita «senza oneri per lo Stato».Ma biso­gna anche ricor­dare — e que­sta è la seconda con­si­de­ra­zione — che è sem­pre la Costi­tu­zione a pre­ve­dere che lo Stato debba isti­tuire «scuole sta­tali per tutti gli ordini e gradi». In tempi di crisi, que­sta norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse dispo­ni­bili siano in maniera asso­lu­ta­mente prio­ri­ta­ria desti­nate alla scuola pub­blica in modo di garan­tirne la mas­sima fun­zio­na­lità pos­si­bile. Non a caso, Piero Cala­man­drei definì la scuola pub­blica «organo costi­tu­zio­nale», indi­vi­duando la linea dalla quale non può allon­ta­narsi nes­suna isti­tu­zione dello Stato.Il car­di­nale Bagna­sco ha dichia­rato che quel finan­zia­mento per­mette allo Stato di rispar­miare. Non com­prende che non siamo di fronte a una que­stione con­ta­bile. Si tratta della qua­lità dell’azione pub­blica, del modo in cui lo Stato adem­pie ai suoi doveri nei con­fronti dei cit­ta­dini. La con­sa­pe­vo­lezza di que­sti doveri si è assai affie­vo­lita in que­sti anni, e le con­se­guenze di que­sta deriva sono davanti a noi. È ottima cosa, allora, che siano pro­prio i cit­ta­dini a ricor­dar­sene e a chie­dere con un refe­ren­dum che la lega­lità costi­tu­zio­nale venga onorata.I cit­ta­dini bolo­gnesi hanno oggi la pos­si­bi­lità di far valere un prin­ci­pio, al di là delle con­ve­nienze. E, comun­que si con­cluda que­sta vicenda, è stata fatta una buona azione civile, desti­nata a lasciare un segno nelle coscienze.
Buon voto a tutte e a tutti.