Sciopero nelle scuole superiori contro la scuola-quiz

Sciopero nelle scuole superiori contro la scuola-quiz

Insegnanti, Ata e studenti in piazza contro la scuola-quiz

Manifestazioni in tutta Italia. A Palermo presidio a piazza Politeama

Oggi a Palermo, come in decine di altre città italiane, docenti e Ata hanno scioperato per la difesa della scuola pubblica e della “buona” didattica, contro i quiz Invalsi e i continui tagli di risorse all’istruzione.

Come i giorni scorsi alle elementari e alle medie (7 e 14 maggio), oggi in numerose scuole superiori della provincia i quiz sono stati boicottati, alcune scuole non li hanno completamente svolti (come il L.A.S. Damiani Almeyda o il L.C. Garibaldi) perché i collegi dei docenti hanno rifiutato di sottoporre il proprio lavoro alla pseudo-valutazione standardizzata dell’Invalsi, che è l’esatto opposto del lavoro svolto quotidianamente in aula, orientato al riconoscimento e la valorizzazione delle diverse strategie cognitive degli studenti e delle studentesse. Quiz che prevedono anche l’allontanamento degli allievi diversamente abili, quando l’integrazione di tutti è una delle priorità della Scuola Pubblica italiana.

In altri istituti superiori, lo sciopero dei docenti e del personale Ata, insieme all’assenza degli studenti (alcuni dei quali minacciati di ritorsioni che denunceremo agli organi competenti) o anche al boicottaggio attivo consistito nel dare risposte casuali o annullare i test, renderanno insignificanti i risultati ottenuti attraverso dei quiz che il corpo vivo della Scuola rifiuta.

Al presidio di piazza Politeama hanno partecipato molti docenti e studenti di numerosi istituti palermitani (dal L.A.S. Catalano al L. Regina Margherita, dal L. Danilo Dolci al L.S. Croce, dal L.A.S. Damiani Almeyda all’I.T.C. Pareto, ecc.) che hanno distribuito materiali e discusso insieme sui gravi rischi che comporterebbe il definitivo inserimento dei quiz Invalsi nella quotidianità del lavoro scolastico: dal “teaching to test” al “cheating”, reazioni al sistema dei quiz che hanno già mostrato i propri effetti deleteri nei sistemi scolastici in cui i test standardizzati sono in azione da molti anni, come negli Usa o in Giappone. Nazioni che ormai si ribellano apertamente contro questi sistemi di misurazione.

Purtroppo ci giunge anche notizia del pesante intervento di qualche preside che avrebbe falsamente spacciato i test come obbligatori e minacciato gli studenti che non volevano svolgerli o che avrebbe sostituito illegittimamente il personale in sciopero. Contro questi comportamenti procederemo per via legale.

Concludiamo questa “tre giorni” di sciopero e mobilitazioni con l’auspicio che la nuova ministra renda concrete le sue recenti affermazioni: “ridimensionare i test di valutazione” ritenendo “giusto che ci sia un dibattito” e impegnandosi a “sentire le parti in causa e a fare una riflessione”. Così come si proceda nel senso delle dichiarazioni del sottosegretario Rossi Doria che, in risposta alle critiche Cobas, ha sostenuto che va evitato di snaturare l’insegnamento per preparare gli studenti ai quiz, che i quiz non vanno usati per giudicare insegnanti e studenti, ed ha espresso il suo dissenso verso la presenza dei quiz all’esame di Terza Media.

Di conseguenza, bisogna modificare quanto di distruttivo la pratica dei quiz ha già provocato nella scuola: eliminare i quiz dall’esame di Terza Media, rinunciare ad introdurli alla Maturità e confermare ufficialmente e definitivamente la non-obbligatorietà dei quiz nelle scuole, restituendo ai Collegi docenti la piena decisionalità in        merito.

E con la neoministra vorremmo discutere anche del Sistema di (s)valutazione delle scuole, del furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori/trici con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; della urgenza di annullare la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari; dell’assunzione  dei precari su tutti i posti disponibili; della restituzione nella scuola del diritto di assemblea per tutti/e.