Indirizzo di saluto del Ministro in occasione della Cerimonia di consegna del “V Premio Nazionale per l’Innovazione”

Indirizzo di saluto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Prof.ssa Maria Chiara Carrozza in occasione della Cerimonia di consegna del “V Premio Nazionale per l’Innovazione”

CNR, 25 giugno 2013

Signor Presidente della Repubblica,
Presidente del CNR,
Autorità, colleghi Ricercatori e Professori,
Signore e Signori,

È per me un grandissimo privilegio essere oggi qui per celebrare la Giornata Nazionale dell’Innovazione e premiare le migliori esperienze innovative italiane nell’industria, nei servizi, nel design, nella Pubblica Amministrazione, nell’università e nella ricerca pubblica.
Siamo riconoscenti al Presidente della Repubblica, che ci onora della sua presenza, per l’attenzione con cui segue il mondo della ricerca e dell’innovazione.
Quest’anno è un appuntamento doppiamente importante, perché coincide con il novantesimo anniversario della nascita del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il primo Presidente del CNR, Vito Volterra, ebbe grande lungimiranza quando nel 1923 riconobbe la scienza come nuova leva dello sviluppo globale, in grado di superare i confini delle nazioni e delle discipline, e capì il ruolo che poteva giocarvi il
sistema pubblico del nostro Paese.
Il miglior modo di corrispondere alla visione di Volterra, oggi, è muoversi con mezzi e obiettivi adeguati nello spazio della collaborazione internazionale.
Nelle conclusioni della recente riunione dei ministri della scienza del G8, si rimarca il ruolo che scienza e ricerca possono svolgere nella social innovation e cioè nell’affrontare quelle questioni globali, dall’urbanizzazione ai cambiamenti climatici
all’invecchiamento della popolazione, che richiedono collaborazioni internazionali e un approccio multidisciplinare. A questo proposito, si è ritenuta essenziale la realizzazione di “infrastrutture globali della ricerca”, fondate sulla condivisione delle
priorità e delle migliori pratiche, oltre che sulla trasparenza dei dati e dei risultati.
Tornando all’Italia, vorrei riprendere qui tre priorità per il nostro sistema educativo, scientifico e tecnologico, che ho introdotto nelle linee programmatiche illustrate davanti alle Commissioni riunite delle due Camere.

1. La nostra ricerca: dobbiamo essere credibili.
Per disegnare una strategia credibile, le nostre università e i nostri centri di ricerca hanno bisogno di risorse vitali. Dopo anni di sacrifici serve un’inversione di rotta. Per ora liberiamo posti per 1500 professori ordinari e 1500 nuovi ricercatori grazie al turnover che passa dal 20 per cento al 50 per cento dei pensionamenti.
Inoltre, grazie alla collaborazione con il MEF entro l’anno pagheremo 400 milioni di debiti alle imprese relativi ai progetti di ricerca industriale.
Ma non basta.
Ho detto fin dall’inizio che il MIUR è un ministero di investimento e non un ministero di spesa. Questo vuol dire:

  • efficienza: normative più chiare, bandi semplificati, pagamenti più rapidi;
  • efficacia: dare ai ricercatori l’autonomia e gli strumenti per rispondere ai bandi più competitivi e per emergere nelle classifiche internazionali.

Investire vuol dire programmare e valutare.
Ecco perché il prossimo Piano Nazionale della Ricerca sarà un documento programmatico: con indicatori di performance chiari avremo una strategia credibile per i prossimi tre anni, in linea sia con le priorità dei progetti europei che con le specificità italiane.
Sappiamo benissimo tutti che il divario rispetto alle medie internazionali dell’investimento privato in ricerca e sviluppo è notevole, ma io credo che a fronte di una programmazione pubblica credibile le aziende vogliano e sappiano affiancarci.

2. Un sistema formativo inclusivo
Una programmazione credibile è una programmazione che mette a sistema i talenti nazionali, coinvolge i talenti stranieri e crea le condizioni per richiamare i nostri ricercatori all’estero.
La scommessa sul talento si vince con un sistema formativo votato all’inclusione.
Per questo nel decreto del Governo abbiamo deciso di istituire borse di mobilità per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi.
E per questo vogliamo incoraggiare in ogni scuola e università d’Italia percorsi innovativi, insieme ai docenti e alle imprese. Dobbiamo portare nella società nuove professionalità, ma allo stesso tempo cittadini votati all’interdisciplinarietà, che
sappiano vedere il mondo da diverse prospettive, perché “il futuro è di chi ha la curiosità di porsi le domande e il coraggio di accettare le sfide”.

3. Rispondere alla domanda di innovazione
Mai come oggi la nostra scienza e la nostra tecnologia sono fondamentali per il nostro benessere, per la nostra sicurezza e salute. Dobbiamo focalizzare i nostri sforzi, indirizzandoli con trasparenza verso le eccellenze italiane.
È il messaggio dell’Europa: i programmi di Horizon 2020 e dell’European Institute of Technology ci spingono a sviluppare nuove professionalità evitando la dispersione delle risorse, concentrandole su temi trasversali e unificanti.
Per questo abbiamo rilanciato interventi per il sostegno di start-up innovative, spin-off della ricerca, iniziative del mondo della scuola e delle fondazioni culturali.
Dobbiamo favorire lo sviluppo di metodi nuovi per il sostegno privato ai progetti di innovazione scientifica e culturale, come le donazioni liberali e il crowdfunding. Ma vogliamo anche agire promuovendo la domanda dell’innovazione.
E’ per questo che daremo il via ad una nuova piattaforma dedicata ad ambiziosi premi per studenti, ricercatori e inventori, sul modello dei “challenge prizes” già diffusi in Nord America ed Europa.
Tramite questo progetto, pensato per ricercatori e studenti di ogni ordine e grado, insieme a istituzioni, fondazioni e aziende, investiremo su percorsi e premi legati alle sfide tecnologiche, alle innovazioni sociali, alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
E vogliamo che l’EXPO 2015 racconti queste sfide, spiegando al mondo come la creatività e il talento degli Italiani sappiano rispondere alle domande di cambiamento e innovazione che nascono dal Paese.
Sarà presto aperta una chiamata aperta a tutti i soggetti che vorranno contribuire ai premi.

Signor Presidente,
le nostre università e i nostri centri di ricerca devono tornare ad essere quegli ascensori sociali che hanno reso grande l’Italia.
Scriveva Vito Volterra: “Dobbiamo dapprima aver riguardo ai caratteri propri del genio italiano rivelatisi in una lunga e non interrotta tradizione che, movendo dalle scuole dell’antichità, giunge fino al nostro secolo”.
Sono convinta che la rinascita dell’Italia si fonderà proprio sul talento e sull’indipendenza dei nostri ricercatori e dei nostri studenti.
Insieme sapremo inseguire le nuove sfide del sapere.
Insieme sapremo mantenere la promessa con cui il CNR prendeva forma 90 anni fa.