ORA LA DIRIGENZA SCOLASTICA HA UNA SUA REALE RAPPRESENTANZA!

IL PRESIDENTE NAZIONALE DI DIRIGENTISCUOLA ATTILIO FRATTA NOMINATO SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO DELLA CONFEDIR:ORA LA DIRIGENZA SCOLASTICA HA UNA SUA REALE RAPPRESENTANZA!

La nomina è stata disposta il 13.9.13,con procedura d’urgenza, dal dottor Stefano Biasioli,segretario generale della Confedir,la più grande confederazione dei dirigenti pubblici,e include la funzione di responsabile confederale per l’attuale Area V di contrattazione.

L’intera associazione sindacale-professionale DIRIGENTISCUOLA esprime il proprio plauso e pone sicuro affidamento nella sua comprovata coriacea determinazione a far valere la voce dei dirigenti scolastici in occasione delle trattative,commissioni,comitati ai quali viene convocata o invitata a partecipare la Confederazione.

Se,per intanto,nel periodo del prorogato blocco delle retribuzioni  – sino al 31 dicembre 2014 – dovessero avviarsi i negoziati per il propedeutico rinnovo contrattuale della parte normativa,finalmente la dirigenza scolastica potrà scrollarsi di dosso l’umiliazione di essere rappresentata esclusivamente da sindacati generalisti di comparto e di presunte,e prevalenti,”alte professionalità”,per rivendicare con forza il suo diritto ad essere trattata  come dirigenza “normale”,ciò è a dire dirigenza “vera” e non fittizia(in sostanza: non dirigenza); di conseguenza dismettendo l’aureola di dirigenza speciale o specifica,che finora l’ha inchiodata in uno stato di minorità.

In concreto,si potrà e si dovrà ora rivendicare,senza se e senza ma,  la collocazione della dirigenza scolastica nella medesima area contrattuale di tutti i dirigenti pubblici dello stesso datore di lavoro, il MIUR,  dove già vi figurano la “generica” dirigenza amministrativa e l’eterea dirigenza tecnica, che poi dirigenza non è neanche sotto il duplice profilo formale e sostanziale, bensì mera attributaria di “posizioni dirigenziali” (potrebbe dirsi, dirigenza quoad pecuniam). E, di conseguenza, si  combatterà il tentativo, dei sindacati generalisti di comparto e di autoproclamatisi più autorevoli rappresentanti di (soli?) dirigenti scolastici, di rieditare,per prosaici calcoli di bottega sotto le suggestive formule di “dirigenti della conoscenza” o di “dirigenti delle autonomie funzionali” o di consimili baggianate, la riserva indiana di una distinta area.

La rottura del dogma della specificità dovrà altresì comportare la naturale ricollocazione nella comune sede contrattuale – sempre come avviene per la dirigenza “normale” – della disciplina inerente la valutazione delle prestazioni e dei comportamenti organizzativi, cui correlare la sostanziosa e non simbolica retribuzione di risultato, secondo i differenziati parametri, se positiva, della c.d. riforma Brunetta: per il tramite di un modello standard di valutazione, con eventuali opportuni adattamenti, ma sempre improntati ad essenzialità, linearità, semplicità, maneggevolezza; come avviene per tutta la dirigenza amministrativa e tecnica, di seconda e di prima fascia, sino ai capidipartimento (e le cui funzioni nessuno può sproloquiare che siano più semplici e/o meno complesse, quantomeno per quel che concerne le responsabilità, di quelle esercitate dai dirigenti delle istituzioni scolastiche ).

Sicché va mandato al macero l’ultimo (il quinto?, il sesto?) degli iperconcettuosi,molesti protocolli escogitati negli ultimi anni e tutti puntualmente abortiti sul nascere; che, sulle coordinate del recente regolamento del Sistema nazionale di valutazione, prefigura un dispositivo mutuato dalla sperimentazione nazionale VALeS, nel cui interno c’è un capitolo per la SOLA valutazione dei dirigenti scolastici e priva di qualsivoglia apprezzabile ricaduta economica,essa sostanziandosi piuttosto in una sorta di permanente consulenza-assistenza a figli di un dio minore e che sembra avere l’unico scopo di legittimare le funzioni,e la stessa esistenza,di altre figure istituzionali: da tutti i sindacati rappresentativi, autorevoli o meno, supinamente accettata ,al di là di qualche fugace, ed ipocrito, distinguo.

Vedremo se la pentiade rappresentativa sosterrà questi obiettivi strategici e dirimenti: Hic Rhodus,hic salta! E magari la categoria potrebbe battere un colpo,provando a  liberarsi da antichi legami, da tutele improprie e da inconferenti paure, per guadagnarsi l’autostima e la considerazione sociale che, in definitiva, sarà riuscita a meritare.