Tecnologia e emozioni

Tecnologia e emozioni

di Adriana Rumbolo

Ho gettato il sassolino “della scienza” , nello stagno degli adolescenti(12/16 anni) in alcune scuole pubbliche del comune e della provincia di Firenze. I cerchi di ritorno fitti , fitti hanno cancellato lo stagno.

Sulle informazioni che fornivo sul cervello, in particolare , sul cervello emotivo si è velocemente acceso un dialogo intenso,vivace che spaziava libero nella conoscenza e che mi orientava  nel percorso di un’esperienza , forse unica in Italia Solo le risposte di ragazzi  sarebbero state la mia segnaletica in una strada di cui nessuna bibliografia  aveva tracce.

Damasio ,il grande neuroscienziato  ha scritto :pensieri rapidi ( cognitivismo), morale lenta (emozioni).

Aspetto cognitivo ed emozioni nell’apprendimento e nella comunicazione  hanno bisogno di   integrarsi continuamente   per esprimersi con equilibrio e non aprirsi a una larga  forbice dove potrebbero con gravi danni perdersi di vista: una quantità differente di mielina maggiore nelle cellule preposte al cognitivismo  permette la differenza di  velocità a favore della forbice troppo larga.

Ci vuole attenzione,molta attenzione. Il rischio è  di produrre piccoli mostri. Bambini che hanno tante nozioni  ma   impoveriti nelle  emozioni.

Poi il cervello  nell’accoglienza delle percezioni associa,dissocia,  archivia e  opera  in stretta sintonia con la memoria con modi e  tempi propri.

L’interventismo educativo di cui ci ha tanto sparlato Stern deve essere bandito  per sempre a favore  del rispetto,   dell’osservazione,  e dell’ascolto.

Dai frenetici e tumultuosi   flussi neuronici   la creatività   imprevedibile e imprevista nutrita dalle continue  percezioni ambientali,  relazionali,  conoscitive e dalle esperienze.

Credo che,come ho scritto, il cervello risponda  bene quando   l’ apprendimento  e  la comunicazione molto simili in tutti rispettano quella che io chiamo “la logica del cervello” di cui i bambini ci  danno conferme quotidianamente .

Nonostante,  con facilità,   per seguire  regole sociali  ingannatorie   e soggette alle mode,   potremmo ignorare i percorsi cerebrali preposti all’apprendimento  e  alla comunicazione con danni e sofferenze  serie e risultati nell’apprendimento fallimentari anche in soggetti con  ottime capacità di capire e capirsi.

Ben venga la tecnologia che può aiutare ,ma come  sempre è fondamentale conoscere le radici  su cui costruire .

Proseguire a piccoli passi,osservare tanto,ascoltare tanto e i bambini ci guideranno con la loro segnaletica.